Critica Sociale - XV - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1905

228 CRITICA SOCIALE farebbe tnUc lo O[>Crazioni di reclutamento e cli 111ohilitazio11c. ],'obbligo del servizio milibuc si estenclerebhe dai 21 ai 36 anni per tutti gli inscritti dichiarati abili e chiamati nnno per anno sotto le armi. Le prime 5 clussi clarebbC'ro gli clementi per 12 corpi di ar– mat:L cli prima linea; le successn'c 5 classi forme– rcbhero la milizia mobile; e le rimanenti darebbero la milizia territorinlc quando occorra. AnchQ io credo rhe sia necessario istruire nelle armi, nellu. ginnnsticR 1 nelle marcio, nel tiro a ber– saglio, gradataml'ntc tutti i ~iovinetti <lelle scuole elementari, secondarie e superiori. Bisogna svilup– parn e nrn.ntenere nei nostri figli altissimo il senti– mento del dovC'ro per la difesa. della patria; bisogna che sin clalln più tenera età i giovinetti delle cam– JJagne e delle cittù sappiano che l'addestramento alJe anni non deve essere riguardato con dis~usto e con terrore) ma che esso invece forma il cardine di ogni virtì:1 cittadina. Ho conosciuto eh~ vicino il soldato giap1)onese. Serio 1 disciplinato, desideroso d'imparare, esso ha un coragt;"iOa tutta provn, ed è sempre pronto a dare il suo sang-uc per la patrht. La morte non lo dpa• venta mai. l giovnni si presentano sotto le armi, non a,·vinazznti e chiassosi come in questi nostri paesi occid entali; ma nllegri, contenti, superbi di indossare la divif.la militare. )li\ senza ricorrere all'e– sempio amm irevole che og-gi ci viene dato dal po– polo giapponese, ricordiamoci una Yolta anche noi 1 poichò in Homa \"iviamo 1 che tali grandi virtù ebbero in sommo grado i nostri padri. l'acciamone brillare una scintilh:i, una scintilla sola e la difesa del no• stro paese sari\ pienamente e per sempre assicurata. Per sistemare l'eclucnzione militare nelle scuole, il tiro nazionale al bersaglio, e per richiamare in qualche corto periodo dell'anno le varie classi in congedo sotto le anni alla sede del reggimento stan• ziale, occorrerà In. spesa di circa 10 milioni che sa– ranno prelevati sull'economia di 20 milioni anzi ac– cen1rnta. Ma l'aholizione dei distretti militari, quella dei generali di hrigata perfettamente inutili in tempo di pace cd in tempo di guerra, quella dei generali di artiglieria e ciel genio, dei veterinari militari, Lici farmacisti, delle musiche militari i la riduzione del Corpo cli sn.nib't militare, colla soppressione degli Ospedali militari i la. riduzione del Commissariato e dei contabili; la sostituzione del personale civile al Ministero della guerra con ufficiali pensionati i co– stituiscono riforme che, pur migliorando e semplifì• cando i ,•ari ser\'izi, porteranno una economia annua che, in cifra tonda, può essere calcolata ad un mi– nimo di 10 milioni. Questi, aggiunti ai IO milioni, almeno, dell'eco– nomia ottenuta. sulla forza bilanciata, producono un risparmio annuo di oltre 20 milioni; col quale si potrà provvedere perennemente al rifornimento di tutto il materiale eia guerra ccl alla continua siste– mazione delle nostre 01>eredi difesa, senza rimanere costantemente in nrretrato come ora succede. Se gli ora esposti criteri sull'organamento del– l'esercito, od nitri consimili, fossero stati già da lungo tempo adottati. og-gi il bilancio della guerra non anebbo certo bisogno dei 200 milioni che ci vengono richiesti. I2° La Marina. Due parole sulla nostra Marina dn. guerra ed ho terminnto. Se le condizioni del nostro esercito sono quelle sopraccennate, quelle della Marina da guerra. non sono certo migliori. Mentre per il passato, non molto remoto, occupavamo il terzo posto fra. le potenze navali del mondo, ogg·i siamo già pervenuti al sesto; e ben presto saremo cacciati all'ottavo, perchè Giap– pone ed Austria ci sorpasseranno, se non ci hanno già sorpassato. Per nostra fortuna esiste una Spagna che, per ora, ci impedisce di occupare l'ultimo posto; ma. non hisogna 1>unto perderci di coraggio. Segui• tiamo pure così e la nostra consorella latina per– verrà certamente a scavalcarci. Ma verchè questa deplorevole situazioue? È forse troppo esiguo il nostro bilancio della ?!fa– ri IHl? Non lo credo. Certo non è abbondante; ma pure, quale esso è, avrebbe potuto servire a mantenerci il posto già da noi occupato senza il bisogno dei nuovi 132 milioni che si dicono oggi necessari, se fosse stato sempre bene speso. Il bilancio della .Ma– rina ammonta, in cifra tonda, a 127 milioni di lire. Se da esso togliamo le somme occorrenti per la ma– rina mercantile, pel' lo pensioni, e per altre partite di giro, noi troviamo che le spese effettive per la marina militarn si riducono a. 105 milioni circa. !Dbbene,su quosta somma, che non è poi tanto me• schina, si spendono soltanto circa 25 milioni all'anno per la. riproduzione del naviglio; ossia il 2-1-per cento dei J05 milioni disponibili. I-~ questo è troppo poco! 1~: troppo poco, perchè tale proporzione fra la spesn per nuove costruzioni e la somma totale stan– ziata in bilancio presso le altre potenze è, in media: per la Russia ,, l'Inghilterra. ,, la ],'rancia . 'l Ja Germania 11 l'Austria. il 40 ° 0 'l 44 ,, ,, 4.6 ,, ,, 47 ,, ,, 50 , E ciò in lingua povera vuol dire che ad esempio l'Au~tria, nostra buona vicina ed alleat~, con un bi~ lancio per la marina da guerra circa metà del no– stro, può dedicare alle nuove costruzioni una somma quasi pari a quella che noi vi impieghiamo. Sta dunque tutta qui la questione. Noi per la creazione della flotta spendiamo meno del quarto della somma disponibile del bilancio della Marina; mentre per l'amministrazione ed altro spen– diamo più dei tre quarti. Non ci vuole molto ingegno per dedurre da ciò che il bilancio della nostra :Marina eiaguerra è male impiegato. l~cl ò male impiegato per tante svariate ragioni che voglio soltanto accennare. Prima. cli tutto noi abbiamo troppi arsenali. L'Au– stria ne ha uno solo, ed è per questo che può im– piegare nelle nuove costruzioni il 50 per cento del bilancio della Marina. Noi ne abbiamo quattro e quindi le s1>ese di personale, amministrazione, ecc., assorbono tanta parte della somma disponibile da raggiungere il 76 per cento di essa. Inoltre l'ordinamento tecnico ed amministrativo dei nostri arsenali ammette due direzioni autonome ed indipendenti fra loro, ma che insieme concorrono a produrre e mantenere l'elemento nave. "'Così nello stesso arsenale noi vediamo due officine di fabbri due di falegnami, due di disegnatori, due di model: latori, duo di fonditori, due di congegnatori, due di manovali, fra loro indipendenti, ma che servono a produrre lo stesso ed identico lavoro. Voi vedete chiaramente quale pletora di personale direttivo, nnuninistrativo ed in parte anche di mac– strnnza. sussista in un regio arsenale. 1~: ~hia:o ~ho, se t11~0- sta.bil_im~nto privato seguisse quc~t, cn~er_1 ,eco_nom1c1, se s1 d1v~ii;isse a tenere per ogni spec1allta d1 lavoro due officme cli operai dello stesso mestiere sottoposte a capi diversi ed indi– pendenti fra cli loro, certamente correrebbe presto a sicura rovina.

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