Critica Sociale - XV - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1905
CRITICASOCIALE 22l i suoi cavnlli o lo suo hattcrio e <·ho mena vanto della SUfl 11lta <·npncità ippica e della sua non meno alta incapacità scicntificn 1 pcrchò non ha pili aperto un libro noioso dopo la sua uscita dalla Scuoh di applicazione, noi lo ,·celiamo con suo sommo rincre– scimento destinato ad 1111 opificio militare e talYolta nella qm11itìL di direttore, producendo quei resultati che non vi sarà difficile imma~inare. Tutto questo induce a ritenere che gli attuali uf– ficiali di artiglierhi e del genio non sono atti a for. mare il personale direttivo dC'gli stttbilimenti mili– tari; e non tani o per la loro limitata coltura nelle scienze industrioli, quanto pcrchè, essendo ch'iamati a disimpegnare per tempi limitati svariatissimi ser– vizi, non possono perfezionnrsi in nessuno di essi. U1ù1spra guerra in qnc1:1ti ultimi tempi si ò com– battuta in proposito fra il colonnello Ghersi dello Stato maggioro, sostcnC'nte l'attuale mia tesi, ed il colonnC'lio Bennati di artiglieria, sostenente la tesi contrarla. Questi, a corrohornro lo sue mg-ioni, cita i nomi di alcuni ufficiali di ortig·lieria, che si sono distinti in modo speciale nella produzione di huon materiale da guerra; ccl ha la bontà cli inserire anche il mio nome fra gli altri. Questa onore\'Olc distinzione mi infonde quindi coroggio e mi fa credere che la mia opinione in proposito 1wssa avNe un qunlche peso. E rnnendo ollora nl mio 1•nso pratico dirò che, mentre eia. tenente anziano ero profl'ssorc cli cinema• tica e professore aggiunto cli balistica alla Scuola di ap1>licazione o stavo per di,·('nire professore tito• I are di meccanica applicata per proposta del Diret– tore di eletta ~cuola 1 acquistando così una pratica conrnnicntc all'insegnamcnto 1 soJ>raggiunso la mia promozione a Ctlpitano o fui assegnato all'artiglieria da costa, cominciandone il noviziato. Dopo due anni fui inviato nov(•llino al IV Ufficio ciel Comitato di artiglieria e genio e fui chiamato a coadiuvare nello studio del materiale dell'obice da 28 G HC: di quel materialo che, secondo il colonnello Bcnnnti, copiato poi dai Giapponesi, servì loro ad espugnare Porto– Arthur. Poichò in og-ni uomo hl ftrntnsia vuole ad ogni costo lavorare, così imnginai 1 e veunc costrnito un congegno per il sollcvnmento automatico dei pro• iettili, che alla prova elci tiro s.i dimostrò assoluta– mente ridicolo. O~gi io arrossisco di questo mio primo parto nel campo della meccanica da guerra; perchè !'ealmcnte una persona che avesse avuto una mediocre pratica degli effelti dello sparo sugli affusti ne avrebbe potuto riscontrare a prima vista le gravi deficienze. Ma io considero ancora che tale mio con– gegno venne approvato dA. un consesso presieduto da un genernle e composto dei direttori della fon– deria, dell'arsenale di costruzione, delle esperienze di tiro e cli altri distinti ufficiali; e se tutti appro– varono, e se a tutti sfuggì l'assoluta assurdità del congeg-no, si è perchè a tutti mancava la pratica necessaria all'uopo; ed in alcuni anche la. volontà di fisssne le proprie ideo sull'argomento perchè ob– hli1rnti a clisimpeg-n11r un uffìcio per il quale non sentivano alcumt inclinnzione. E quando a mc si rtJ)l'irono gli occhi, quando la pernrnncnza di qualche 011110 negli studi ai quali ero applicato mi :wc,•nno fornito quel tanto di pratica che occorre per o,·itaro almeno orrori madornali 1 fui, per ragioni cho è inutile acrennare, destinato ad altro scrvizio 1 comincia.nclo un Altro noviziato e pro– ducendo probahilmc11tc nuovi cn·ol'i che fecero per– dere tempo a mo o dcnf\ri 1\\lo Stato. F. se ho poi prodotto strumenti cd apparecchi eia costa che hanno avuto la fortuna di csise1·e adottati da noi e dal Giappone, non lo debbo nll'11iuto dei nostri stabili· menti militMi 1 ma bensì a quello cli una officina privata che mi permise, con frequenza di vari anni, di acquistare la f)mticità che assolutamente mi man– ca va. lloltiplicu.tc dunque gli errori da mc commessi al meno per i l numero di tutti gli ufficiali che si sus:,eguono nei rnri stabilimenti, e voi anete il to– tale delle ingenuitìl che tutti gli anni ,·,rnno a carico ciel hilancio della guerra. \Ja vi ha di 1>ii1. . .. Come se tale stnto cli cose non bastasse ad aggra– vare la qualitÌl cd il costo della produzione, si ag• giunge la pletora. d('g-Ji flhlbilimenti di genere affìna che noi abbiamo e che ò i11oppoisizionc con tutti i criteri economici di una razionale e bene ordinata industria. Di fotto noi abbinmo attualmente: 3 fonderie; 2 ar::1e>nali di costruzione; 2 fabhl'iche cl 1 armi; 2 pol– verifici; senza contare lo officine minori assegnato a quasi tutte le Direzioni di nrt,iglieria. Per tutta questa fnrrngine di stabilimenti occorre dunque un personale direttivo, che sarebbe molto diminuito ove pe1· la produzione di tutto il materiale da guerra si osesse un Rolo stabilimento centrale diretto e condotto come lo svihlppo della meccanica moderna lo esigo. Permanendo invoco la pluralità elci piccoli cd im– perretti stabilimenti, ereditati <lai vecchi Stati ita– liani e che om non si ha il coraggio di gradatamente abolire per non urtare i sup1>0sti interessi di questa o cli quella città, si sacrificano annualmente somme non indifferenli che potrohbero essere risparmiate; e si genera coufusione e deficienza nella produzione del materiale. E poichè le storielle caratterizzano i sistemi, così vi racconterò che, per li\ determinazione del nuovo materiale d'artiglieria eia campagna, fu incaricata la Fonderia di Torino di studiare il cannone e l'Arse– nale di costruzione di Nnpolì di studiare l'affusto. Inviati poi e cannone cd affusto al campo di Ciriè per le opportune esperienze, si trovò che gli orec– chioni del cannone non entravano nelle orecchionicre dell'affusto! L'errore ò talmente madornale da non do\·e1·si credere se non fosse assolutamente vero. l•isso non ha prodotto certo una sensibile perdita por l'gra.rio; ma portò una perdita cli tempo che talvolta è pili grave ancora di quella. del denaro: e dimostrò luminosamonte quanto sh, dannoso l'avere gli stabi– limenti affini così distanti fra loro. Xei limiti di una semplice relazione non posso soffermarmi più a lungo su tale argoment.o. Credo però di avere sufficientemente dimostrato come gli attuali servizi di artiglieria e del genio non funzionino nel modo che più ò desiderabile. Con,·iene dunque addivenire ad una ra<licale ri– forma. . .. Nel servizio delle due armi bisogna distinguere le due specialità: la combattente e la tecnica. 1~;mio parere, dh•iso da altri competentissimi uf. ficinli, che questa seconda specialità donebbe essere per huona parte aholita: affidando all'industria pri• vata. la costruzione di tutto il materialo da guerra occorrente. Quando anche lo Stato dovesse concor– rere alla formazione di un grande stabilimento indu• striale acl ltoc (come già foce collo acciaierie di Terni, ma prendendo le necessarie ~aranzio Affìnchè i prezzi rimangano sempre entro corti limiti bene stabiliti e non corrano Jlalca di una esagerata imposizione, com'è accaduto eolio Terni stesse) io credo che do– vrebbe foro in tal senso qualsinsi sacrifizio; persuaso come sono cho si r11ggiungerehbc il voluto grado di perfeziono nella produzione del materiale, e si otter• rebbc una non sprege,•ole economh, nel costo del materiale stesso.
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