Critica Sociale - XV - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1905

220 CRITICA SOCIALE stra. difesa sono buone e sante; ma esse non pos– sono eccedere un certo limite senza condurre alla completa anemia della Nazione. Ma taluno osserva, se facciamo dei confr~:mti iu Europa noi vediamo che per l'esercito la .Francia spende 17 lire per abitante, la Germnnia 16, l'Au– stria- Ungheria 1O e 111.talia7 lire soltanto. Quindi, dopo tutto, noi spendiamo meno degli altri; nè sa• rebbe dunque fuori cli luogo il pretendere qualche cosa di più. Questo ragionamento, però 1 logico in apparenza, è falso nella sostanza; poichè, evidente– mente, vi ha alcuno per cui la spesa di 1000 lire è lieve, mentre per molti è gravissima quella di una lira sola. E così se noi rapportiamo il sacrificio delle 7 lire annue che ogni italiano sostiene per il suo esercito colla sua ricchezza media e col suo gua• dagno medio, noi potl'Cmo agc,·olmente convincerci che tale sacrificio non è poi molto minore di quello sostenuto dal francese, dal tedesco e dall'austro-un* garico. Infatti, secondo i calcoli di E. May ( 1 ), il reddito annuale per ahitante è di lire 800 in Francia, di 632 in Germania, 427 in Austria e 359 in I tali a. Quindi per l'esercito il francese spende il 2L per miUe del suo reddito annuale; il tedesco spende il 25 per mille, l'austro-ungarico il 23 per mille; e Pitaliono il 20 per mille. Perciò da qualsiasi lato si analizzi la questione ne scaturisce sempre la conse)!uenza logica e onesta che il contribuente italiano non può essere maggior* mente aggravato e che i bilanci militari non possono assolutamente essere aumentati. Lo studio nostro, dunque, sarà quello di analizzare se con opportuni provvedimenti e trasformazioni negli attuali OL'ganamenti dell'esercito e della marina si possa provvedere sempre a tutto ciò che è neces– sario affìnchè tali organismi funzionino colla neces• saria perfezione, pur restando nei limiti degli attuali stanziamenti consolidati. Per raggiungere questo de– siderato tutti sono d'accordo nel proporre per l'eser* cito più o meno importanti diminuzioni nella forza bilanciata; ed nlcuni accompagnano tale proposta con timide riforme nell'attuale assetto delle varie armi; riforme che permetterebbero di conseguire qualche economia. Io ritengo certamente che il diminuire la forza at– tuale bilanciata debba costituire il cardine delle trasforma:doni da adottarsi, e vedremo poi come si possa conseguire tale intento senza diminuire la po– tenza delle forze combattenti. ~l'a sono cli pc1rerc che le riforme da intl'Odursi nell'assettamento delle varie armi possono essere gravi e profonde; per modo che si possano ottenere notevolissime economie .Plll' ac• crescendone l'importanza ed il valore. E per ciò di– mostrare mi è necessario esporre dapprima quali sono, secondo me, i difetti che oggi si riscontrano; per venire poi alle riforme che proporrei, ed alle conseguenti economie. 3° Riforme nell'artiglieria. Gli opifici militari. Comincerò ad occuparmi dell'arma di artiglieria, siccome quella che meglio conosco e che 1 oltre ad importare una non lieve spesa per numeroso perso– nale, impiega notevoli somme per la produzione di quasi tutto il materiale da guerra che occorre per l'esercito. Come tutti sanno, la nostra artiglieria è divisa in tre specialità: da campagna, da fortezza e da costa. Inoltre ad essa è affidata la direzione e la gerenza di tutti gli 01>ificimilitari che riflettono ]a produzione del materiale da guerra, come: fonderie, (IJ Dlt Wirtsclwft lii Vtrq(mge11hell Gcqenic(o·t 1md Z11!,.•1wft, ller• lln, 1901. arsenali di costruzione, fabbriche d'armi, polverifici, laboratori di precisione, ecc. Da questi stabilimenti si ottengono cannoni, af– fusti, carriaggi, fucili, polveri, strumenti di preci• sione, e tutto ciò infine che occorre per la guerra campale e per l'attacco e la difesa delle piazze forti terrestri e costiere. rJ'utte le scienze positive astratte ed applicate, e con tutti i rapidi passi che esse ogni giorno muo– vono, concorrono allo studio ed alla determinazione di così complesso e svariato materiale. Non occorre dunque insistere sulla necessità che gli ufficiali, cui tali stabilimenti sono affidati, debbano possedere un ampio e quasi sterminato corredo scientifico. D'altro canto questa necessità non è affatto sen– tita per gli ufficiali assegnati alla parte, dirò così, combattente dell'artiglieria. Non occorre, ad esempio, che un ufficiale d'arti* glieria da campagna sappia come si determinano e come si costruiscono il cannone ed il materiale che adopera; come non è necessario che l'ufficiale di fanteria conosca il modo col quale si determina e costruisce il fucile del quale sono armati i soldati che dirige. Le funzioni dell'ufficiale dell'artiglieria da cam– pagna non sono dunque molto dissimili da quelle delFufficiale di fanteria e di cavalleria; quindi non è necessario che il grado della loro istruzione sia molto differente. J~er le artiglierie da fortezza e da costa occorre qualche cosa di più; ma pur sempre non è affatto necessario il vasto coLTedo scientifico indispensabile, come si è detto, agli ufficiali cui sono affidati lo studio e la detel'minazione dei ma– teriali da guerra. Oggi gli ufficiali d'artiglieria e del genio proven* gono dall'Accademia militare, ove, insieme ad un corso quasi completo di matematica pura, attingono qualche lieve nozione sull(l scienze applicate; com· piendo poi un corso complementare alla Scuolu. di applicazione di 'l'orino, nel quale assorbono le cogni* zioni speciali alle due anni. Se da ttili scuole escono, indubbiamente, dei buoni, degli ottimi elementi per i servizi da campagna, da fortezza e da costa; elementi che posseggono una istruzione cli gran lunga superiore a quella occor– rente alle funzioni cui sono chiamati ad esercitare; non si può dire certamente la stessa cosa quando gli stessi elementi debbono essere assegnati agli stabilimenti militari, non essendo il loro corredo scientifico sufficientemente largo e profondo. Attualmenle, nella distribuzione degli ufficiali di artiglieria alle varie loro specialità 1 assistiamo in– vero ad una fantasmagoria che sarebbe esilarante se non fosse profondamente dannosa. fnfatti, voi vedete lo stesso individuo che oggi è chiamato ad istruire i suoi soldati all'impiego del cannone, alla pulizia del cavallo e della lettiera, ai pilL bassi e minuti particolari della vita militare, domani invece è as– segnato al personale direttivo di unà. fonderiil. 1 dopo domani a quello di un poh'erificio, per ritornare poi al reggimento da fortezza o da campagna, e così di seguito. Per modo che, anche se tale individuo avesse le cognizioni necessarie per dirigere uno stabilimento militare, non potendovi fare una stabile permanenza non acquista mai la pratica che in tali contingenze deve sempre accompagnare il corredo scientifico; e se, per un raro caso, un ufficiale giunge ad avere detta pratico, viene opportuno un trasloco od una promozione a toglierlo dalle speciali mansioni che egli era riuscito a disimpegnare in lodeYole modo, per destinarlo ad altre alle quali non sarà menoma– mente adattato. l~ così noi vediamo soventi un vecchio ufficiale, che ha trascorso 20 o 25 anni della sua carriera fra

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