Critica Sociale - Anno XV - n. 13 - 1 luglio 1905

198 CRITICA SOCIALE anche dagli attre;,;zi di lavoro, dalle ma.cchine di proprietà collettiva e dai beni eventuali amministrati dal Comitato dirigente. Una Commissione ·speciale vigila sulla condotta clei soci, sul loro stato finanziario, sul grado di fe– condità dei terreni e funziona da trihunale di pro. hiviri per le eventuali controversie interne. Di queste Società civili pm·ticolad ne furono co– stituite a tutt'oggi dai cattolici 9, delle quali 4 in provincia di Bergamo, 3 in provincia di Milano, una in provincia di Como e una in provincia di Brescia, per l'assunzione diretta di 20.241 pertiche milanesi (pari a ettari 1323,·7614), distribuite fra 396 famiglie. Altri terreni furono assunti in ttffitto dalle Unioni rnrali, specie di Società cooperative per il miglio– ramento intellettuale e morale dei soci, per l'acquisto di macchine, sementi, ecc., per depositi, prestiti, per mutualità e assicurazione 1 le quali Unioni, con o senza. personalità giuridica, o come Società anonime coopern.tivc a capitale illimitato, o nella personR di un rappresentante della presidenza, tengono l'affitto in nome proprio, ne rispondono al padrone, provve– dono alla raccolta delle somme necessarie alla cau– zione, riscuotono i contributi dell'affitto dai conta– dini, ai quali il terreno è sublocato. Di fatto l' Unio11e è in questo caso il flttahile; se però gli introiti su– perano le passività, alla fine del novennio gli utili saranno in una certa misurn ripartiti tra i coloni subaffittuari i quali possono anche essere soci della Unione. Con questo sistema nel Comune di 'l'revi~lio furono asR-unte 400 pertiche (1) (ettari 26 1 1600) di ter– reno e affittate a 24 famiglie. Anche le Casse rir1'ali di credito hanno preso terreni in affitto per subaffittarli nel Polesine, nel Milanese e in Sicilia. In provincia di Milano, a Neva e a Solbiate In– feriore, furono assunte 3100 pertiche (ettari 202 1 74-) e affitta.te a 52 famiglie di contadini solidalmente responsabili verso la C8ssa; in Sicilia sono 2151 et– tari di terreno che nel!~ provincie di Siracusa, Pa– lermo, Girgenti e Caltanissetta, furono prese in affitto dalle Casse. .TI Piccolo credito di Rho ha conchiuso tre affitti collettivi di 10.250 pertiche (ettari 670i3500) subaf– fittando i terreni a 239 famiglie. TI Banco anticipa ai coloni l'occorrente per la coltura, ma ne tiene la. direzione e compie le funzioni di Monto frumentario e di Monte bozzoli 1 obbligando i contadini a conse• gnare le derrate e i bozzoli il cui ricavo è depositato presso il Banco e convertito in libretti di conto corrente a disposizione dei titolari. I contadini subaffittuari pagano singolarmente al Banco la rata d'affitto in due rate semestrali eguali e proporzionate alla estensione e alla feracità dei terreni, secondo le valutazioni dei periti, il contri– buto per le spese di conduttura, una quota per le spese generali, una quota per il fonùo di previdenza, una quota di rimborso della cauzione anticipata dal Banco e degli interessi maturati. In Sicilia, nelle provincie di Caltanissetta, Girgentii Palermo e Catania, i cattolici hanno costituito Coo– perative di lavoro di agricoltori per la conduzione di fondi rustici, tenute e fondi a coltura intensiva ed estensiva, ottenuti direttamente dai proprietari, verso i quali si obbligano per l'importo annuo del fitto e delle altre condizioni di locazione, col diritto di su– baffittarle agli azionisti, in proporzione delle loro azioni, allo stesso prezzo convenuto col locatore proprietario, aumentato proporzionalmente delle spese d'amministrazione della Società (compresa Ja assicurazione), e di un interesse non maggiore del 6 '/o. Gli azionisti subaffittuari non possono a loro volta (I) La pertica mllanese è di M<Imq. subaffittuarli 1 ma può la Cooperativa darli ad altri azionisti o, mancando questi, ad agricoltori non azionisti. La Società ha la clmata di 50 anni, le azioni sono nominali da 25 lire, e l'acquisto è limitato a venti azioni; gli utili si ripartiscono nella proporzione del 65 % ai soci, del 2 % al fondo di riscn•a. li resto va in sovvenzioni filantropiche e caritative e in cointeressenza del personale, che, !JCr altro, è scelto fra i soci stessi. I soci debbono portare nel magazzino generale di deposito le derrate, pagando una percentuale infe• riore al 5 % del valore del genere depositato, per diritto di magazzinaggio, da determinarsi anno per anno. La ripartiziono delle torre è fatta dal Con– siglio d'amministrazione e un Comitato di Sindaci e di Probi viri sorveglia l'andamento dell'Istituto. Fondamento della Società è la religione. Dal 1902 si sono costituite 18 di queste Coopera– tive, le quali hanno preso in affitto 5770 ettal'i di terreno. Sono così complessivamente non meno cli 19.522 et– tari di terreno che i cattolici hanno preso in affitto in vario modo direttamente dai proprietari per su baffittarli a.i coloni. Le forme come si vede sono tre: Società civile par– ticolare, CoOJJemtiva d·i lavoro, istituto iutermedio fra il proprietario e il colono rappresentato da una. Unione o da un Istituto di credito. La Società civile è di facile costituzione 1 poco co– stosa, non abbisogna di approvazioni, non è sotto– posta a controlli, nè all'obbligo dei registri bollati. Inoltre, essendo i soci responsabili in solido, la Società offre maggior g&ranzia per ottenere il credito. I cattolici la preferiscono per ora a qualunque altra forma in quanto in essa " la solidarietà illimitata è vincolo potente di unione fra i contadini stessi, che formano quasi una grande famiglia sotto la vigile custodia dei sacerdoti .,,, mentre la Società coopera– tiva in nome collettivo, pur presentando sulla So• cietà civile il vantaggio di poter possedere, esige l'adempimento di molte pratiche lunghe e noiose, e nella Società cooperativa di lavoro si poti 1 ebbe 1 come in ogni Società commerciale, i□sinuarsi un certo spirito capitalistico che nuocerebbe assai allo scopo dell'istituzione. ' Quando però gli affittuarì di un unico fondo non abitano tutti o quasi tutti nello stesso paese e non sono quindi sotto la vigile custodia dei preti dirigenti la Società civile, ii ma sono sparsi qua e là, distanti l'uno dall'altro, cosicchè difficilmente possono, ad un bisogno, convenire o almeno sorvegliarsi a vicenda; quando parecchi contadini, imbevuti di massime so– cialiste ed anticlericali - e ve ne sono ormai mol– tissimi! - non si inducessero assoluta.mente a parte– cipare ad associazioni dove il sacerdote entri e sia parte non piccola: allora più che la società civile 1 è vantaggioso un istituto come quello di Rhoi H quale appunto nacque dietro queste considerazioni, essen• dosi stimato più opportuno il sostituire al fitta.bile il " Piccolo Credito .,,, piuttosto che una Società civile di contadini, nella quale, per risparmiare l'odiosità cli uno sfratto forcaioloi avrebbero dovuto entrare con– tadini socialisti più o meno rabbiosi e turbolenti 11 (pag. 120). L'lstìluto intermediario presenta sulla Società civile anche il vantaggio di una più rapida introduzione di sistemi nuovi di coltura, mentre nella Società civile, dovendo ogni innovazione essere de– liberata dalla maggioranza dei soci, non di rado le innovazioni incagliano nel misoneismo contadino. Sono favorite anche le Unioni nwali con persona– lità giuridica, mentre alle Casse rurali si contesta dai cattolici, in via generale, di impiegare i capitali nelle affi.ttanze 1 salvo casi eccezionali in cui non siano idonee 1 o siano immature, le altre forme illustrate.

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