Critica Sociale - Anno XV - n. 11 - 1 giugno 1905

CRITICA SOCIALF. 173 sono " volere ,, un dato fatto, una data legge od una nuova istituzione, e questo rirorme od innova– zioni vanno introdotte, quando si ritengano u giuste,, od "1diU ,,. L'" intransigenza,, non ha che il presupposto me• desimo: siccome hasta " volerle ,, la grande trasfor– mazione o quelle che la preparano, non yi è altro eia fare, imporre che si facciano! Sono proprio quei positivisti cho nel demanio. della psicologia biologica contrihuirono a distruggere il pregiudizio della volontà individuale, che non ammettono neanche la possibilità della discussione, nè si propongono il quesito relativo all'esistenza cd alla funzione di questa vana e strana chimera della volontà. sociale. Alla lV Sezione del recente Congresso di psico– logia si udì l'lngegneros - discepolo ciel Lombroso - proporre un voto perchè la repressione "da, oggi in poi " non abbia pili luogo in baso alla classifica :dono cloi delitti, ma a quolla dei delinquenti," poco imJ>Ortamlo se un uomo abbia rubato un foglio <Li caria o<l ucciso centopersone "' ma essendo solo da osservare a quale delle categorie antropologiche questo delinquente debba venire ascritto. Non conta che l'ordinamento sociale contempo– raneo sia tale da creare nel potere legislativo un organo speciale di difesa dell'ordine giuridico costi– tuito, e che questa funzione sociale sia storicamente necessaria : gli " antropolo[Ji crimi11alisti " credono in buona fede che basta volere una siffatta riforma, porchò la riforma sia. I~ il " fiat lux " della Bibbia che questi neo-me– tafisici - assai peggiori degli antichi - trasportano nel campo delle miracolose facoltà del 1>otere legisla– tivo; senza sospettare neanche che il legislatore, anche lui non è che il prodotto necessario dei suoi tempi, o la sua azione è inesorahilmente circoscritta entro i confini del grado di evoluzione raggiunto da una clAla convivenza sociale. Nè manca l'anatema della " scuola ,, o della " tendenza ,, a chi osi di nffermnrc che queste sono puerilità. fuori del tempo, clcllo spazio e della possi– bilità cli una pratica attuazione. Quando io volli determinare il concetto fondamen· tale della dottrina socialista, che vive nel campo dei fatti o non in quello delle idee, affermando che non è scientifico quello che non è possibile - ed il Yoto accademico di una rifol'ma irrealizzabile è inutile ed è dannoso -- il Ferri sostenne calorosamente che, se la classificazione dei criminali è giusta, essa può servire di base alla legislazione repressiva: come se la legislazione vivesse nella giustizia astratta, e non nella necessaria determinazione progressiva delle diverso forze sociali in conflitto. A chi ben guardi, la base effettiva della tumul– tuosa congerie cli proposto e cl'iniziati,•e dC:'llamag– gior parte degli " intransigenti " non è che questa della l'Olontù socictle. " Si può voler dare altri cento " milioni ai ferrovieri - essi dicono -- ; facciamo lo " sciopero perchè essi, i governanti, si decidano a " volerlo! " E con questo ragionamento ottengono precisnmente l'effetto opposto. Siccome i fenomeni sociali non sono 'MlontarH, ma uece::isarii, il primo od immediato effetto di ogni movimento o di og11i azione ò la reazione; e, se questa ò valida ed efficace, e In. prima debole cd artificiosamente creata, la sconfitta è la più sicura delle conseguenze. Si endo in quell'errore che, storicamente, fu la condanna dei Governi dispotici o tirannici ed il mi– gliore e piì1 valido contributo allo conquiste della civiltà. l~ssi - i Ooverni delle oligarchie spadroneggianti - crede,•ano che la loro esistenza dipendesse dalla mnggiorc energia nell'azione dispotica e repressiva; uun volontà ferrea dominatrice, 1Hltiboli 1 fucilazioni ... ecco l'esistenza assicurata. Non pensarono mai che questo sistema, s,·egliando le energie di reazione noi popolo oppresso, ne eccita gli istinti di libertà. e d'indipendenza, rafforza le tendenze alla ribellionr, cemenbt la coesione nella personalità colletti\'a e dì~ ,,itn od azione ai movimenti rivoluzionari ed inno– vatori; così che la ferocia repressiva dei governanti diventa uno dei fattori storicamente più notevoli dei progressi e delle trasformuzioni delle convivenze sociali. Oli " intransigenti .,, affrettando movimenti inop· portuni od inconsulti) destinati alla sconfitta, rinsal– dano la com1>agine delle classi dirigenti, ne cemen– tano la coesione politica, ne rendono più valida ed efficace l'azione regolatrice. ~sempi vicinissimi sono .Bismark e Crispi, che crearono, con le leggi eccezionali, i partiti socia1isti in Germania ed in Italia - Pelloux, che portò a cento i deputati d'Estrema Sinistra - Giolitti, che hL decimò inaugurando un sistema di libertit - lo sciopero f,rroviario, che determinò la votazione di un cattivo progetto di legge, il quale pote\'a essere, e sarebbe stato, migliorato. [ movimenti politici e sociali, infine, non costitui~ scono che la serie delle risultanti tra le azioni e le reazioni dei partiti in conflitto; od è aberrante, nei conflitti sociali, prescindere dall1inesorabile reazione deg-li interessi antagonistici, por attribuire forza e valore alla " volontà. sociale ,, che non esiste e non può esistere. Questa verità sovrana è dominatrice della vita poli– tica, non meno che della vita economica dei popoli. Per una sorprendente legge cli compensazione, i pili grandi miglioramenti economici si preparano, anch'essi, nei periodi di depressione e di reazione> politica. Se si osserva il movimento della cooperazione svizzera. - privo di idealiti't o cli vigoria nel primo periodo dal 1846 al 1862, lento e speculativo fino al !8lJO, sempre debole ed incerto, sebbene assai migliorato cd elevato in questi ultimi anni - e quello " scientifico " in Baviera ed in Boemia, dovo si fon· ciano scuole cli cooperazione, si ha un concetto del movimonto delle Cooperative noi regimi di lihertà, che viene ad integrarsi stupendamente con l'osser– vazione del movimento delle Cooperative in Fin– landia, dove rigoglioso e fiorente si manifesta in questi ultimi anni. La Finlandia - che sviluppò la sua vita indu– striale ed economica nel periodo della maggior rea• zione politica., cioè dal 1812 al 1855 - vede adesso, dopo il 1899, quando la Russia. cominciò a spiegare un'azione gravissima per combatterne l'autonomia, questa nobile gara di attività che no feconda e ne ridesta le migliori energie economiche. In virtù di una potente e generale rcnziono, lo 60 Cooperntivo, che acquistavano per 128 mila franchi, divennero 362 - che acquistano per 2 milioni - caparra di un movimento notevolissimo che va intensificandosi e che, Rll'illusione della " t•olontà 11 ciel dispotismo russo, oppone il reale e magnifico fenomeno della uecessitù storica, che promuove miglioramenti cd innoYazioni per la virtù operativa delle cose, per la legge inc• sornbile della causalità. Quando sarà penetrato e cosciente il concetto che la volontà sociale, non meno cli quella individualo, ò un pregiudizio ed una l'himera, l'indagine scienti– fica o la condotta dei sin~oli e dei grnppi nello svolg'in1cnto dei conflitti chC' t;ùno la Yita delle collettività e la chiave della storia - potranno aYere una base positiva ed un impulso efficace, oggi notr– volmente ostacolati da <1uesto errore dal quale ò te111po di tentare di liberarci. Rum(l 1 11w11glo19(1.-.. A. ÙUAl{Nl1'~1U-Y1>:NTL\IIOl,JA,

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