Critica Sociale - Anno XV - n. 10 - 16 maggio 1905
CIUTICA SOCl.~LE tava neanche il regicidio (1) 1 nel c,lmpo delle lotte so– ciali era aliouo dà qualunque concezione catast.-ofica e insisteva per l'uso dei mez..:i pacifici e delle trasforma- 1doui graduate (2). Sentendo che " l'esistenza di vasti centri manifatturieri 11 è una delle cause del manire– starsi della lotta fra borghesia e proletariato, si com– piaceva che questo "sviluppo esagoratoi anormale <l'in– dustria co·ncentrnta 11 mancasse in Italia, in Ungheria, nei paesi dell'impero austriaco, in Germania, in Polonia iScrilli, Vlll, 193 e seg.). li termine II proletariato,, lo adoperava assai di rado: diceva quasi sempre o (t J)O· polo,, ( 8 ) o " classi artigiane n, comprendendovi buona parte della media e miuuta l>orghosia e non pensando quasi mai al proletariato rurale. La stessa parola demo– crazi<i non lo soddisface\'a pienameute: « L'espressione « goycrno sociale n sarebbe da preferil'Si come indica– trice del pensiero d'associazione che è la vita dell'e– poca. La parola democrazia fu inspirata nel mondo antico da un pensi0!'O di ribellione, santa ma pur ri– bellione. Ora, ogni pensiero siffatto è evidentemente im– perfetto e inferiore all'idea d'unità che sarà dogma al futuro ,, (Scritti-, Y. 174) ('). Finanche nel campo tributa.rio, che è uno dei teneni classici del lo lotte e delle sopraffazioni sociali, il 1\Iaz– zini non ammette si possa « attribuire a una sola classe il ricavato dei tributi, che chiesti a tutti i cittadini de– vono erogarsi a beneficio di tutti ,, (Scritti, XVlll, 132), e in nessun luogo delle sue opere egli accetta la tassa pl'0gressiva t 5 ) La trasformazione 14 per quanto è pos- (1) PoUHca seu,·etet H<1Hmw, pi:tg. 25; K1:so, ùperu clt., 1mg. 167; CAl<TDIORI,op. clt., pi;tg, 245. (il Bisogna J)erò notare che li rifiuto dellu lotta e de11e ,•!olon?e nelle trasfùrmuzlonl soclull si manlfe~ta 8010 negli unni maturi. Xel 1852 Il )lazzlnl vede !mm1nent~ mm grande rlvoluzlono tlOIUlca o soclule Insieme, e lavora ud affrellnrla (L(I Gio11!11e,TtaU(I, uuo(•a edizione a eurn d\ Mario Mongh1nl, 1ie11nBiblioteca storica del risor– gimento Italiano, serio lii; ll. o, pag. 2!, 2!1; 11. 11-12,pag. 29, 41, 211). Nel 1835 serlvo: ~ Su, destatovi! non U(\!to sotterra un rom ore 09me dl nave sfasciata dalla tem11esta, un romor di ro1•1na Imminente? È li~ vecohlll Europa elle crolla .... È !a giovino •:oropa elle sorge .... }'Jg\l di Dio O dOll'Ullll\ll!t!Ì., le\'l\tOl'I O n101•ote. J.'ora suonò.~ (Sc,·UU, v, 77•5). XCI lSSGscrivo:" Una crisi Immensa, soolohi, generulc, e11- ro1)ca si ronde ogni giorno J)lÌ1lnevltal)lle; e In quella erli1I tutti I poteri attuall saranno strltoll1tl co1110 ,·otro ., (E),islol(11•io, 11, SOS). - NCI 18$2, lnl'oco, trol'lamo che l'flssoela;o;loue volontaria tra. gli 011orn.l dev'essere sostituita al l1woro lndl1· !duu.lo Sfllarlato, ~ 1111olfl– camcnto, prog1·ossl\'l\mento o c1u11nto ò 110SSl\.lllo ~ (Sc1•itU, VIII, t:.9); e cosl noi \S'll (X\'H, 49, $9), (3) Lii parola ~ 1101Jolo,, Ili~ nella terminologia mnzzlnlA.ua un ~lgnlfleato molto o~clllante. A volto Il Mazz!l1! per J)OJ)OIO Intende " l'aggrcg1\{0 di tutte le ClftSSI,, (E'pi,stolfl1•lo, , , 1::.; 111, -il>), \' ~ 1111l– \'Cr~1\\ltÌI tlegll nomini componenti nazione,, (Sc1· 1.tt; ,, l, 37l), Il ~ PO· J)OIOuno o lnd\vls!lJlle ohe non cono~co caste o tlriYilcg!, nò lll'Olo• tarlato, nè Ul'lstoorazla di torr6 o 1lnnnzo. ~· A Yolto Intendo tutta la 11opuh1zlonc, esclu~a l'urlstocrn·,110.: • fra Il tro110 e Il 1io11olo1111'a!'l– stocrnzln è lndls11ousn.\.111e (Scl'i.lH, 1, 13.:'>7, en·. 1,2::u, !153,sr.s, 111,69: ~ li po11ulo, la molt\tudlIH.l del l101·ghesl O j)!lC!il\lll ,, eontrn1)1JOSIU nll'nristocrnzlu o nl cloro). Rpesso dlstlugtLO le ~ cl11ss! medie ,,, Ili M ùorghcsla ~ <111\ l)OJ)OIO (Scritti, VII, 110; \'lii, :.!l1; IX, 32j; Epi,.~lo– /m·io, 11, 1ao-J), f,ìcendo del \lO!)ùlo sinonimo di J)rohilat·lato Jndu– strlu\c (ScrWL, I, 222), <Il classi 1,wo1•at1·lcl (YII, ~1)1). ,\lire l'Ollc OJ)· J>QI\I,) JJOJlOlalll I\ rl<JCIL\ (Yltr, 31)3),01)11\Ll'e SCl'il'O: ~ Stnnno <In l11llt 11:u-toIl !)Ol)Olo,(lnll'a\trn \ (ll'll'llCl,('l!\tl: re, ll0\Jlll, ,·;,echi ÙOl'Qlit1$l, et\ allt·uttl\11 n (Xli, 21). ~ Xoll!1 rormolu ohe Il )lazzlnl spesso l'lp<.'lo: ~ lo rh•oluzlonl devono rursl du! ()O!JOIO 11cr Il popolo,, è lm11ossl!Jlle clctcrmlnarc i111nlcslgnllluato u\.ll.lln. la purotu, o ,so 1101 pl'l1110 <.J nel ~ucondo cm:10 Il slgn!!h.mto ~lu Identico. (') Cft'. Scl'LUi-, XVI, 2~6: w Loglenuiontc, la p11rola ~ demoernzhl ~ ,rnona .ruerm di pOJlolo conti-o un'urh:,locrnzhl rondtllil 1:,11 Jlrll'lloglo di lHISCllu, che tni llòi Uòll esl-slc. ~ (~) M l'u sistema. di [rll)utl che, lnsclnn(IO l!H'IQhl\JllC d1\ O!,rlll<llrcUa o Indiretta soUrnzlonc 11 11oeoncccssurlo a\11\l'ltn, grnvlU CtJUamente su CIÒ che l'Hl'e!l quel llmllc" (Hc,•flti,, XVII, .J9), la~ sostltu~.1011(.' di un ~olo lr\Uuto sul 1·c11<11to all'nttuole slstcnm (Il'\ lrl\.lutl <llrcttl e IUdlroUI n (X\'11, 131) non lmp\lOtìtlù ()l'Ogl'CSblonedcll'lmpostu. sibilo 1 , doll'ordinamernlo economico devo avvenire« senza danno o ingiuria ad altrui n ,{XVI, 207). LIcapitalo delle associazioni operaie di produzione, di consumo, di cre– dito, deYe costituil':Ji « senza manomettere In. ricchezza anteriormente acquistata da.i cittadini n (X.VJll 1 180); e poichè i risparmi dogli operai non possono non apparire al )lazzini stesso impotenti a raccogliere tanto capitale da promuovere la. trasformazione della. Rocictà, il Maz– zini si rivolge alle c\agsi medie perchò contribuis1:ano alla emancipazione operaia, racilitanrlo alle associazioni il c1'<Hlitoo ammettendo i lavoratori a partecipare nei benefizi delle loro imprese, " stadio intermedio fra il presento o l'avvenire "' con che i lavoratori t: raccoglie– rebbero probabilmente il piccolo capitale che occorre all'associazione indipendente 11 (XVIIr, 129; xvr, 202); o sopratutto propone che lo Stato costituisca, per far cre– dito allo associazioni operaie, un fondo nazionale coi beni ecclesiastici, con lo terre incolte, con gli utili delle ferrovie e « di altro J)Ubbliche imprese ,,, coi beni comu• unii, con una tassa sulle successioni collaterali (XVIII, 131-2) .. L'organizzazione operaia. egli la vuole e la promuove, assegnandole 1 dopo elle avrà contribuito alla soluziono del problema. nazionale, la fum;ione di sollecitare la so• luzione <lei problema sociale; ma anche in questo campo non la considera mai come arme di combattimento contro la classe capitalistica, nè le attribuisce mai alcuna funzione di resistenza e di sciopero i è un mezzo per ar. Fratellare gli operai, promuovere il loro progresso mo– rale e intcl!ettuale, rivendicare i loro diritti politici e specie il suffragio universale 1 far sorgere Cooperative di lavoro, di consumo, di cro,lito; è sopratutto la miglior via per far conoscere ufficialmente i bisogni delle classi povere alle classi superiori, perchè possano provvedere. « La nazione intera - scrive il )fazzini nel 1 42, spie– gando gli scopi dell'organizzazione - ha. bisogno di sapere ciò che gli operai patiscono, accusano 1 invocano .... Ordinatevi, dunque, tra voi perchè l'espressione dei vostri bisogni e l'indicazione dei rimedi sian noti alla nazione italiana n (Scritti, V, 257, 264). ~ trent'anni dopo, nel Con– gresso delle Società operaie tenuto a Roma noi noYem– bre 1871 sotto l'ispirazione ciel Mazzini, mentre non si parlava nè di lotte economiche nè di scioperi, si pro– poneva in prima linea, fra gli altri intenti mornli, so– ciali e politici della organizzazione, quello di promuovero inchieste generali sui voti e sui bisogni dei lavora– tori (Scritti, X \'I, ccxx,, 196·1). Dato, però, il caso che le classi superiori e lo Stato vengano meno al loro dorero, che cosa le classi inferiori doyrobbero fare? - A questa imbarazzantissima do– manda il Mazzini non risponde mai: una ipotesi di tal genere gli sembra così mostruosa e gravida di consc· guenr.e terribili, che il suo pensiero non osa fermarvisi. Tanto varrebbe mettere in dubbio l'esistenza di Dio, il progresso, l'umanità colletti\•a, la rivelazione clivina 1 il dovere, la missione, e manrl.ar por aria tutto il sistema; tanto vanebbo mettere in dubbio la onnipotenza clel!a. educazione. Perchè 1 " da qualsiasi parte volgiamo i pas,i, incontriamo sem1}re lo stesso problema: la nece,sit;'L di una. trasformazione, <1 1 un miglioramento morale in quelli che, sia per numero, sia por le facilità date dalla loro condiziono, hanno mezzi efficaci che a noi fanno difetto. I\ ci si presenta J)Ur sempre la stcss,i soluziono: ogni trasformazione morale ò opera d'educazione: ogni opern d'educazione ò essenzialmente religiosa n (XH, 316·7). it Si tratta. - dice il llazzini agli operai - di 1·e1Hler migliori o convinto dei loro dovori le classi ch'oi;~i, vo-
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