Critica Sociale - Anno XV - n. 9 - 1 maggio 1905
CRITICA SOCIALE 133 ragionamento selezionista della elimilrnziono dei deboli, tanto sovente invocato a favore del concetto meramente formalo della libertà, ha il torto di essere troppo astratto. Accanto a coloro che la miseria o la degenerazione hanno irremissibilmente condannati, vi sono coloro su cui una solez:0110 artiflcinle fruttuosa ò possibile e la cui perdita Ml.rebbo una perdita secca per la società. E, poichè ò imJ)ossibile <i vrion· distinguere gli uni dagli altri, e J>Oichò la mera applicazione formalo del prin– cipio di libertù si risoh•e in uno sfruttamento illimitato, che acconsente, da uu lato, a imprenditori poco scru– polosi, o spesso poco capaci, di rnr degenerare elementi altri monti buoni e di rar moltiplicare i peggiori, e, dal– l'altro, impedisco ngli imprenditori migliori di effettuare un modo di produzione eticamente pit, elevato; la so– cietà1 che vuol accrescere la propria efficienza, de\·e evitare questa perdita secca in tutti i modi possibili, assegnando nlln selezione naturale e artificiale il loro campo definito d'azione, larniando cioò alla prima di operare su coloro che si chiariscono rerrattari alla se– conda. Tale ò la logica. irresistibile della selezione tra le sociotà 1 recante con sò in ogni stadio evolutivo una re– strizione di quello libertà individuali, cbe, lasciate libere, impedirebbero al mas~imo numero l'es1>licazione libera delle racoltà superiori a scopi sempre più elevati. La legislazione sociale è una dello tanto espressioni del procesRo di subordinazione di attivit1\ meno ad attività più altruistiche nei loro risultati per rispetto al gruppo soeialc. Indubbiamente una società, la cui protezione dagli effetti dell'ignoranza, della miseria, dell'esauri– mento, della insalubrità, si compisse per gioco ~pon– taneo <lclle atth 1 itiL individuali, sarebbe, sotto questo rispetto, in condi1.ioni enormemente vantaggiose su ogni altra. ~la noi dobbiamo prendere gli uomiui come sono. Ora, essi, all'ingl'Osso, po.ssono distinguersi in duo categorie: quelli cho da sò nrrivauo a percoplro tali danni e 1 in parte, a proteggersi da essi; e quelli che dn. sò non vi arrivano. I primi non sono mcnomnmento scoraggiati dall'intervento sociale. Essi sono liberati, ò vero, da certe responsabili11\ mn. tosto sono pronti ad nfl rontarne altre. Il padre di famiglia, che prima doveva pagar cara una casa salubre, dedica, allorchè allo stesso 1>rezzoo a un prezzo minoro non può trovare che case salubri nella stessa misura, la somma di lavoro, prima sposa n. tal fine, al conseguimento d'altri lati di comfort domestico. E quelli 1 che eia sò non vi arriverebbero, sono per tal modo au– tomaticamente portati a un livello di vita, da cui non saprebbero, in due o pili generazioni, pili decadere. L'intervento sociale ha. cosl per effetto, a misura che un dato valore si chiariace degno di particolare consi– derazione nella personR.lìtà umana 1 di propagarlo, eli– minando coloro la. cui produzione non è economica e permettendo cosl ai pii, capaei di effettuare un aumento di produtth•ità, parte del quale vien speso a coprire il costo della trasformazione di cittadini meno efficienti in cittadini pili efficienti, implicata in ogni limitazione di libertà contrattuale meramente negati\'!\ . . ** Ora, la Costituzione degli Stati Uniti contempla solo questo aspetto formale, meramente negativo della libertà. Ed essa, corno lo Statuto albertino della mouarrhia ita– liana, non dice come possa essere mutata; con questa differenza, che, mentre da noi la legblazione parlamen– tare interpreta e, mediante l'interpretazione, ora s,•iluppa cd ora atrofizza questa o quella parte, questo o quel principio affermato nella Costituzione fondamentale del regno, negli Stati Uniti esiste un tribunale incaricato di mantenerla integralmente viva. Ma da noi, ad ogni modo, il i;;olo rn.tto che una Charf<t esiste costituisce un limite serio alla evolu;'.ione. In Inghilterra invece, ovo non esiste Costituzione scritta, ove la Costituzione si conroncle col palpito me– desimo della vita nazionale e cresco con questa, non c'è o•dacolo veruno a qualsiasi rirorma, per quanto ar– dita. Ì•: nella patria dell'individualismo che prima è nata la legi'ìlazione sociale, che ora la Suprema Corte della pii1 grande Repubblica, cbe abbia mal Yista la storia, dichiara contraria alla libertà individuale. j.; in una colonia della Corona inglese, ò nella Co111mom:ealth au– straliana, che l'inten·enzionismo, bene o male che sia, raggiunge il suo culmine. Ho dotto che il Fenomeno è gravbsimo, non gilL che sia da porro in dubbio che gli americani, quando sarà dol caso, i::isitino a mutare la loro Co.itituziono, ma percbè e'ìSOmette in evidenza una. delle grandi, forse inevitabili, per quanto non insupera– bili difficoltà delle moderne democrazie: la mania di voler tutto risol,·ere in modo precli;o per mezzo di di– sposizioni scritto e stampate. Per provenire gli abusi, per essere chiare e logiche, le Costituzioni moderne riescono pii, o meno sempliciste di fronte alla complessWL dei Fatti sociali. Le democrazie moderne, come le antiche, non hanno molta fiducia nel meccanismo dello cose e in sò stesso, e, per difendersi da incubi del passato, inconsapevolmente intralciano 1/l. via all'a\'Venire. Esse sono sempre un po' procli"i ai piani a p1·iori, agli artifici. Xè il caso in discorso è unico. La storia è lì n mo– strarci che la Francia, prima della Rivoluzione Francese e specialmente fino al secolo Xv, godette un Go,·erno locale sviluppatissimo, nonostante il dispotismo de'~uoi re; Governo localo che le manca tutta"la sotto la terza repubblica. Cosl pure in Inghilterra il GoYerno locale fu forte, rinzi si sviluppò, sotto il regno o spesso anche col concorso dei monarchi pili dispotici. Una Costituzione non ò mni un tutto unico se non quando ò l'opera, non di uno o cento o cinquecento teste, ma della. ,,ita quo– tidiana di tutto un popolo, di cui rappresenta l'opinione pubblica J>rogrcssiYamente cristallizzatasi lu istituti o funzioni. Senza dubbio 1 cau~e molteplici tolgono oggi nl costume l'importanza che a,·e,·a in att1·i tempi. ?i.laal suo posto serge il potere dell'opinione pubblica, esplicantesi nei suoi organi, nclln stampa quotidiana o periodica, nei corpi prores:-iionali, negli istituti d'educazione, nelle or– ganizznzioui d'interessi Ynri, nelle autorità. locali, nel– l'apostolato di tutti coloro che sono co,winti d'essere dcpo.~itnri d 1 u11 lembo di Yero, e 1 in qualche misura, auche nell'opera dei Parlamenti. L'organizzazione del goYerno dell'opinione pubblica, della fiducia della na– zione nelle proprie rorze spontanee: ecco il vero còmpito d'una clemocra1.ia moderna, qualunque ne sia l'assetto esterno, se essa vuole essere all'altezza d'ogni più degna riforma. Aso.:1.0 C1n:sr1. Avete la 1 • annata? L1Ammi11islrazio11e c1ella Critica ;, sempre clisposf(t a 1·icambiare cm una qualsiasi successim amwta, rilegata, oppure co11 1111 wmo d 1 abbo11amentu, l'invio che le reuisse fallo della 1n mrnafa (1891) di Critica Sociale in buono sfato di co11serrnzio11e. Ricambieremo con opuscoli 1 a rirhie.-;fa, oymmo dt!i se– gue11t,!111w1e1·t ,<teparati dello stes.;;oI" a11110: ·1, 5, 6, 1 1 8 1 IO, l~, 13, 16 1 17.
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