Critica Sociale - Anno XV - n. 9 - 1 maggio 1905
CRITICA SOCIALE 131 di regola, finora, è il piì1 forte. La violenza 1 da parte loro, pur essendo ugualmente bruta!e 1 se non altro è meno ridicola. 1~dei moderati si fa interprete il Corriere della, Sera, che, in due articoli del 25 e 26 aprile, ci denuncia come rivoluzionari camuffati, sonertitori dello Stato, creatori di equh•oci, svaligiatori, a pro del per.so1H~le,dell'erario pubblico. Due argomenti in sostanza ci olJietta il Corriere clell<t Sera. Il primo: che l'arbitrato non riescirebbe intera– mente efficace, perchè, inteso a dirimere questioni eco– nomiche e giuridiche, non varrebbe eventualmente a salvarci da uno sciopero politico. Confessiamo che il Corl'ie,·e ha ragioni da vendere. Se domani i ferrovieri, puta caso, decidessero di fare in Italia la rivoluziono; se magari incendiassero le carrozze e strappassero i binari, l'arbitrato probabilmente non basterebbe a prevenire il disastro. .Anche se domeneddio ci mandasse la peste o la ca– restia ~ se piombassero in Italia i Giapponesi o le orde di ì'llenelick - dubitiamo forte che nessun lodo servi– rebbe a guarentirci la pelle. Senonchò, in questi ca.si sciagurati, che il ciel tenga lontani, sarà lecito chiedere al corriere se egli pensi che ci guarentirebbe di più il famoso art. 18 deiln nuova legge, o quel qualsiasi amminicolo penale che al suo cuore fosse pili caro. A buon conto, finora l'art. 18 1 col solo affacciarsi, nonchò a prevenire lo sciopero, valse a suscitarlo. Siamo dunque, per questo verso, almeno pari e patta. Ua l'argomento prin(',ipe del Corriere ò certamente il seconclo. Che cioè, se l'arbitrato 1>uò valere per dirimere le controversie ginl'idiche, nou si può attribuirgli uguale fa– coltà per le controversie economiche. Qui bisl)gna, per intendere la finezza del ragiona– mento1 famigliariz.zarci colla ~ingoiare nomenclatura del Corrie1·e. Per esso sono questioni g;uridiche i vantaggi econo– mici stabiliti tassativamente dalla lettera della legge o del regolamento. Se l'Amministrazione nega una promo– zione o un aumento di paga cui il ferroviere ha diritto per regolamento, il suo diritto 1dil'Omo così, è un diritto giu1·iclico. E per questi casi individuali 1 che non minacciano mai contiitti gravi, e pei quali l'urbitrato è perfettamente superfluo - ,•i sono il conciliatore e il pretore! - il C01'1'iere, bontl\. sua, concede l'arbitrato. I <liritti, invece, collettivi - quelli che nascono non dalla lettera di un paragrafo del regolamento, ma dalla interpretazione generale del contratto, dalle evoluzioni dell'industria 1 quelli che promanano insomma. dal di1·itto, e che minacciano importanti collisioni che importa per l'appunto prevenire coll'arbitrato - quelli lì cessano di essere gi1t1·iclici e diventano l'oggetto di semplici que– stioni economiche, anche se magari l'interesse pecuniario non ci abbia nulla da vedere. Le quali questioni, se ri– solte dagli arbitri 1 si avrebbe la dcca))itazione del Par– \amento1 il snecheggio J)robabi!e delle finanze nazionali ad opera. di una " autocrazia ,, arbitraria ed irrespon– sabile. In verità non sappiamo capacitarci del perchò i ma– gistrati arbitrali debbano essere di necessità dei così perfetti malviventi. l!:d ò singolare che a cotali malvi– ,,enti tutte le legislazioni più civili vengano apJ)unto affidando semPre più i più gelosi e capitali interessi rlei J)rivati e delle classi sociali. Ma supposto pure che lo fossero: è e\•idente che nessun responso di arbitri avrebbe facoltà. di alterare i bilanci, che sono leggo dolio Stato, o di sovrapporsi al Parla– mento. Per supporre una simile enormità ci vuol proprio l'allarmata fantasia del giornale moderato. E se mai la !oro deliberazione implicasse la necessità di modificare un capitolo di bilancio, toccherebbe al Parlamento sovrnuo consentire o ricusare. Soltanto non deciderebbe sotto l'influsso di pressioni elettorali o politiche, o - come s 1 è visto testè - per paura o per rappresaglia, ma sul fondamento di una sentenza, auto– revolmente ed ampiamente discussa e moti.vata. Vero è che, quando il verdetto dimostrasse che la ra– gione1 in tutto o in parte 1 sta dal lato dei rerrovieri, rie– scirebbe praticamente difficile al Parlamento ribellarsi ad esso. Comprendiamo che ciò spiaccia al Corriere della Sera: ma ò giusto quel che piace a noi. Perchè, in fondo, è tutta qui la ragione del dissenso fra il Corriere e noi. Esso assalo il " riformismo n pcrchò questo tende a far sì che il personale sia meglio gua– rentito e meno male trattato. Jngiuriando un mol'to, che fu anche e sopratutto un gran galantuomo, ci accusa di aver fatto lo stesso coll'organico dei postali telegrafici, al quale lo Stelluti-Scala avrebbe apposto pro forma il suo nome. Nella sua ira non s'accorge il Corriere <li tirar sas.si in piccionaia, poichò Porganico, a cui allude, fu discusso e nego·tiato a parte a pa1·te proprio con un uomo del suo cuore - cui regala dunque una patente lii perfetto minchione - !'on. r.uzzati, allora ministro del 'l'esoro ! " k tempo di dj.qcorrer <"hiaro itrepita il Corriere - perchè troppo Pon. 'furitti e i suoi amici ci hanno illuso colle loro apparenze di moderazione. ,, Parole a cui servono di glo~sa edificante queste altl'O che si leggono nella l"ersever(mzci del dì appresso: " 1n verità 1 ai riformisti prudenti e calcolatori, che si servono della apparente moderazione per coprire pil1 lontane, più ampie e pili gravi mire 1 che si acconciano agli aperitivi delle piccole quotidiane riforme per pre– parare lo stomaco ai più grossi bocconi, ad essi prere– riamo oggi le incomposte impazienze dei rivoluzionari. " Lo sappiamo: vi convengono mille volto di pili. ~Ja una cosa sola ci sorpt·erHle: che ci abbiate impiegato tanto tempo a persuadervene! F. 'J'URATl. UNA COSTITUZIONE REPUBBLICANA contro la legislazione sociale li fatto è gravissimo e appunto perciò degno di essere studiato, specie perchò mette anche una volta in evidenza la nessuna 11ecessarfo relazione tra dati problemi eco– nomico-sociali e date istituzioni politiche. Lo Stato di New York aveva recentemente approvata una legge per la riduzione a IO ore della. giornata di lavoro nell'industria del pane, e la Suprema Corte fede– rale ha dichiarato che questa, come ogni altra legge concernente contratti, è incostituzionale perchè limita In. libort;'I di contratto ga1·antita ad ogni cittadino del– rUnione in termini chiarissimi con di<,posizioni immu– tabili. E non v'è dubbio possibile che la. lettera della Costituzione americann non s'op1Jonga a leggi di detta natura. La detta Costituzione fu elaborata or è più di un secolo, quando gli abitanti degli Stnti Uniti erano tutti piccoli proprietari di terre o - sebbene in numero minoro artigiani, e quando pure in Europa l'evoluzione eeono-
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