Critica Sociale - Anno XV - n. 9 - 1 maggio 1905
CRITICA SOCIALE 139 !;e:i. A !òlei. B i.u. D "l'Z, E Totale Al 30 giUKRO 1292 150 IO-I 161 2307 Al 30 settcml.)ro 1814 i87 fjl)(ì 300 3507 Al 81 dlcoml.lro 2586 106-4 71)0 .;w 49;;0 ') Sono clunquo quasi 5000 pcnwno di ogni ceto ma ~11 gr,111di~~i1111~ parte .opc1:ni, cho il Co1u1orziose 1ppe, rn poco 1>1u <11 8 mesi, abituare Rlla lottum metodica e ordinntn. Non facciamo comnHJnti, le cifre parlano da ,è. .\la il nu?1~ro ~ei_lettori è realmente superiore a quello d<'~h ITI'-Cntti, per qucita rngionc: sono pochi coloro clw, ~lopo aver letto il libro preso a 1>restito, non lo pnssmo alla madre, al frlltPllo all'amico per ri8parmiar loro l'incomodo di <'hioclcr~ 11iscrizio~c e cli re('ar~i ~·olt~tl)~r rolta in Biblioteca a prendere e• a r(•st1lt11ro11llhro dirottamento. 11; da ciò l'in– C?)l\'Onionto < 1 ho i libri mig-\iori o pi11 richiesti sono p111 a l1111gotrattenuti e non fanno in biblioteca cho rnpidissimo apparizioni. Ilo ossorvnto ad es. che nlcuni di essi, come il Drm1ele Coi·fi,ir' ciel Fo~ gnzznro; le />t>l'sie, del Carducci; la .llt1rrhrn;, <linamo– eletfl'ira, del Fumero, ecc., non poterono mai essere ricollocati nl loro posto newli scaffali della Sezione centrnlt', pcn•lu\ a\l"atto stc;so dclht loro re5tituzione si trovi'> st•mpre pronto un lcttorf.' chf' li richie:;e ~ li ebho con un sospiro <li vorn. 8Oddh1fo1.ione e un f,',naime11te .' rosi espressivo, che fa prmmre al di– stributore: chi sa eia quanto tempo li attendeva al varco! Così cho può dirsi che i libri 111iglio1·i non rien– trano mai : soltanto fanno In loro comparsa istan– tanea sulla sog-lia di Biblioteca (Passe dt•llo sportello del prestito) come per dire: .Non h'mete, ci sono ~~~~~~: d~o!!u~~;;ato per farmi ,·edere, ora lasciatemi R va, vn pure, piccola grande ('O!rn,che un giorno, loj?orn e stanca del molto cammino roi sewni delle mani rudi <'110 ti strinsero treJMand~ e la t;accia di qunlC'ho lncrimn che spremesti da un cuore umano potrni dire, tornando a ripot'laro qui d'onde sei mossn: a molti ho insegnato, molto ho consolato! l 1 'ermhu11ooi, dunque, alla cifrn ufficialo e vediamo come 1:1i patumno tlassifirarc, soronclo la loro condi– zione, i no!:ltri 4!l50 lettori iscritti nl prestito: 87 su 100 lettori delle Sezioni B cd b' lC't1rnC'r1tcli La,·oro e ~ ia \'ig-c_vnno) sono operai; il r<'t1to impiegati di aziende private e studenti delle prime classi· la Sc– ~~O~C'/~- ,i~t )lu!rnzio) ha il ,71 ° 1 0 di oper;i e il 2!.I o d 1m1.>1e~ah- per lo JIÌU fcrro\·iari - e stu– denti; In Biblioteca centrale, con una sensibile quanto nnturulc differenza di pro1>0r1,io11i ha il 39 ° d_iOJJf'rni e commessi, il 28 °/ 0 cli stud<'nli (in quest: CJfrn sono compresi per pii, di 1 . ,liunni cli scuole olomentari o dello prime chissi 't~cuiche destinati a <livc~1iro opcrni anch'essi), il 27 % cl'i~npie,~ati (si qunllficnno spesso per tali anche> i pìi1 umili fatto– rini), il 3 ° 0 di muestri e soltanto il :1 ° cli awiati. _Ciò dim~~st~a n_hlJastanza cloquc>ntcmen!e ia (}uale misura 1111 1sl1tuz1one creata 1>er il f>Opolo come il Consortio per le Biblioteche 1 sin o rirnun'ga vera- 1nenw po1u1lttre. P11rticolnr111ente interessante ò il raffronto di questi dii_ti con quelli ottenuti nelle henr orgnnizzate Bi· hhotechc popolari di Graz, le migliori di tutto l'lm– poro llm\tro-ungarico, dopo quello cli Vienna. Eccoli: lettori n.ppnrtenenti alle classi colto 20-30 °· com- 111orcinnti •1-11 %, studenti 11-53 °/ operni i; 0 ~t9°/. L 1 oscill11zio11O dipende dalle succu%nii, che fann°o mutare 111proporzione a second1t delln loro postura, 111 SI noti Cht• In que;sta cifra e In lulll I dati 11lall1llcl che segui– ranno non Il tlf"II C'Onto della SNlont' r 1•or,-o Ulla'C'nta', per le ra– gioni an1t di-th•. nei diversi quartieri dove ahita una Cl'rta classe di popolazione piì1 tosto che un'altra. L<'llori i11sc1Je. - :\[a In cifra di l!l:,o lettori iscr itti riguard1.Lsoltanto coloro cho 110111i11ati\•nmente si a.hi– tu1tro110 fl froquent.ire lo Bihliotuchc por ritirarne u n lihro dn leggere lt casa (vodl'Omo poi quanti libri IC8· soro complcljsivamente durar1te l 1 1u1110). Vi sono J)Oi i lett.ori ('he si fermano a. lrg-g-rr<•in Bihlioteca, ma di C'!\8i 11011 si 1rnò tener conto 110111inuth•amentc poi– chè l'i11gn'sso e la lettura in sede Monoliberi a ~utti. Quanti 1mran110? :Non si sa e non vi è moclo di sa– perlo. I~ JJO!-isihilesoltanto conoliri•re il numero di volw rho que~tll.. massa cri~noti c>ntra in Biblioteca e domn11dt1una rivista o unit 1rnhblic1uio1H.'<1ualunque da leg-g-<•r<', do.'lumendolo ,htlla i'ltntisti<•a quotidiana dcllt• lrffurP in sC'de, che dittmo qui ltpprP::1so. Pri1111tfll'rÌJ ri sia cons1•11tito 11111·11ffronto . .La Bi– hliotec1t l'opolaro di Boston, c-hu ò lit piit grande l' mei-:_lioorg-011iz1.att1.. cli quante !!Ì cono1:1c1u10, con vo lumi 700.000, nel 1898-99 nvcv1l Gl.!17:J lettori jscritti al JJrestito,. cioè L lettore o;.:ni 11 volumi scarsi; le nostre B1hhoteche 1 con :H.:Wli \'Olumi, 110 ehbero 1 in q1wsto pri11_10 perio~lo di CSJH•rirru•11to 1 19;j0, cioè un lettori• 1sc1·1tto ogni 4 volu1111 1101•0 più esistenti in Biblioh'ra. 11 che equivale a dire d1e lt~ Biblioteche dC'I ('on~ofl.iO f.'bbero, in proportion<• dPll:t loro im– portunza, :! ,·olte 1 , ~ più lettori che non la Bihlio– tcea PopolllrO Ji .Boston. Donde viene questa enorme differenza. - appena c1·edihilc - in nostro vanb1g-g"io·~ Viene dal ftttto sC'mpli<•i:i8imoche, di due citt1\ nvonti popolazione a 1111 <liprC'~!:1O rg-uale - come Boston o 1'1ilano -- l'una mette A. dispo~izionc del suo puhhlko di lettori vo– lumi 700..000, mentre l'altra poco più cli 21.000 ossia :l:i \"Olte meno. Ciò vuol dire eh<' i l<•ttori miÌanesi si tro,·nno, di volta in volta Phe si 1>rese11rano a chi<'dero un libro in prestito, rwllu nPccssifa di faro la loro scf.'lta con assai minoro prohahilit1\ di a\"ere il libro desiderato, o in termini pili ('hiuri devono co~1tC>11tnr1:1i cli quel che trovnno, O1:1se1HIO mf' 1 glio, per eh, vuol legg-oro, aver qunlcho CO!H\. che niente. l 1 icco porchò il moYimento elci nostri libri è 2 \"Ol– le 11 -i piì1 ntth·o, ed ecco in pari tempo dimostrata 111RtC'111ftti('nmC>nte l'insuffìcionzli del nostro materialo Ili hiHogni constatati da coloro C'ho se ne servono. <lursta deficienza è tanto reale rhe trO\"ll. il suo ri~rontro nei fatti. f~ invero Rti811idiffkilc che un no– stro lettore tro\·i alla prinrn il libro t•he chiede e ch_e pure è i~critto al cati\logo; <'o"'l d1c o de,·e no– murnrn<' ul..Bihliotecario dic>ci o dodici dh·er:si, nella spernmm d1 trovarne 11110 fra ttrnti o, se è persona poco colta che non ha un dc~iderio determinato contcntnrsi - dietro indicnzìoni generali relati\·~ nll1Lmntel'in - che il Hihliotccttrio fuccia lui la s('oltn frn quelli più adatti cllo in quo! momento h11. disponihili. )li~ v'è cli pH1: questa. deficienza di lihri in pro- 11or~1onc_ nl n~n.1ero attuale dei h.•ttori 1 1t maggior r1~g-rnne 1mpcd1ru un qualunqut• ulteriore aumento d1 essi e f,m'l sì che ogni sviluppo dPllc Biblioteche imJ)ron i"lfllllente si arresti, se non si ricorre a un 1>rovv(',1imento adeguato che aumenti in breve i libri C' le SC'1.ioni. l'it't W>r1 .' 1mì Sezio11i! :Se rC'ulrnt'ntc>Ili n1ole che le>Bihliotocho assolvano intero il loro còmpito por– l.11111!0 il lihro in ogni casa di g-ontc umile per 1 modo che gli effetti della loro nzione lii fucciuno ~'eramenre senti1·O nella ,:ita_ cittadi~a in hre"c volger di tempo, lo <1uattro Rez10111attuali devono crcs('ere di entità ? moltipl_ienrdi di nu_mero.. Le Bihliotel'11e popolari, 111 una ('1ttÌi come Milano, non sono istituzioni che po~:HUIO durare utilmente. cristnllia.u,do:-1i ad un C<'rto punto del loro s,·iluppo C' t'11i111lt>ndosi in un cercbio d'azione limitato e e-C'mpre PJ,:thlle: per esso
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