Critica Sociale - Anno XV - n. 7 - 1 aprile 1905
CRITICA SOCIALE 105 Germnniu. - Nella dotta Germania. s 1 incominciò a pnrlarc di Biblioteche per il 1>opolo fin dal 1717, ma la prima Biblioteca veramente libera fu quella fondata a Orossenhaim nel 1828. Nel periodo 18-!0-45 il movimento s'intensificò assai, culminando con la fondAzionc delle due grandi Biblioteehc popolari pub• bJiche cli Berlino e di Francoforte sul Mono. In Sassonia lo Stato considerò essere precipuo còmpito dei Comuni il fondare e mnntenere Biblio– teche po1>olari come istituti di utilità pubblica, im· poneuclo anche a sò stesso l'obbligo cli aiutarle con una somma annua, che divenne fissa nel 1875. Ma il passo decisivo, per la trasformazione delle Bil>lio– tcchc popolari eia. istituti privati in istituti pubblici, fu fatto dal Comune di Ch11rlottenhurg 1 che fondò nel 1898, di sua iniziativa, la .Biblioteca popolare, riconoscendo il dover suo di soddisfare con mezzi puhhlici ad un bisogno pubblico, per il quale spende annuulrncnt.e circa 30 mila marchi. 11 l'esempio di Charlottcuburg tende a diventare regola generale. Nel 1902 la sola .Berlino aveva 39 Bihliotcche po– polari pubbliche, con 133.826 volumi, dati in lettura 977.099 volte 1 e tutto ciò con una spesa cli 178.690 marchi. Le donazioni dei pri \'ati, quantunque non così notevoli come in America e in lnghilterra, superano i 2 milioni cli marchi. Le pili cospicue furono quelle degli editori Werckmeister di Cllarlottenburg (mar• chi 23.000) ed Heimann, che fondò e mantiene del suo unR. Riblioteca popolare in Berlino, ricca di 12 mila volumi e 440 fra riviste o giornali; e il le gato del pror. Leo di mezzo milione di marchi. Aust.rin. - l\leno diffuse che negli altri paesi da noi studiati sono le Biblioteche popolari in Austria, eccezion ratta per le grnndi città, come Vienna che ne ha 18, con un totale di 160 mila. ,•olumi e 3 mi– lioni cli prestiti (anno 1902). Chi diede impulso al movimento in favore delle Biblioteche popolari in Austria furono proprio gli operai per mezzo delle loro organizzazioni economiche. J,'1\ssocia'lione vien– nese dei tipografi ne possiede una con 10.000 volumi. Gli ;iltri 1rnesi. - In Norvegia, secondo una rela• ziono uflicinle del 190L, esistono circa 650 Biblioteche popolnri con 330 mila volumi, mantenute in parte dallo Rtato e in parte dai Comuni. Quella impor– tantii;sima cli Cristiania spende 58.00() co1·onc all'anno e conta 64.000 volumi. Biblioteche popolari esistono anche in Finlandia, nella. Colonia ciel Capo e nell'Australia del SuJ, dove vige una legge che obbliga il sinclrtco di ogni Comune, se richiesto da 10 contribuenti, n convocare un'adu– nA.nza pet· decidere se si debba. o no fondare una niblioteca a. spese comunali. Ultimamente anche la Russia accenna ad entrare nel movimento; cd anzi, a questo proposito, è signi– ficante il fatto recentissimo cli un memoriale presen– tato allo Czar dalla borghesia pietroburghese, la quale, n.ssociandosi all'agitazione diretta ad ottenere le ri– forme costituzionali, indicava. anche l'urgente neces– siHt d'istituire pubbliche sale di lettura per il popolo. I IL Come nacqu0 il Consorzio delle Biblioteche popolari a Milano. Chi raccolse l'insr.gnamento scaturente da tutti questi fatti, opportunamente studiati nella loro elo– quente obiettività, fu da noi la benemerita Società Umanitarirt, la quale, comprendendo nel campo cli azione assegnatole dal suo Statuto la fondazione cli Biblioteche popolari a Milano, venne giustamente a considerarle come strumenti convergenti - insieme alle Rcuole professionali e d'arte a.1>plicata - al mi– glioramento economico diretto o indiretto delle classi lavoratrici. Questa iniziativa - diciamolo subito - tra le molte assunte e condotte in porto dalla potente istituzione milanese, fu·quella che riscosse piì.1unanime consenso in ogni ordino di cittadini. Venuta in questa cletel'minazione, l'Umanitaria pensò che - esistendo a Milano la ,·ecchia e trasan– data Biblioteca popolare di corso )lugenta - 11011 tutto era da farsi di nuovo o molto, anzi, potevasi risparmiare in tempo e in denaro, utilizzando, per le fondamenta clell'edifìcio eia costruirsi, il materiale mi– gliore in quella esistente. Si cominciò, per tanto, colla compilazione cli un catalogo alfabetico a schede cli quell'enorme e inesplorabt caterva. di vecchi lihri ammassati nelle due sedi delln 8ocietil promotrice delle Biblioteche popolari in coriso J.hlgenta e in corso S. Celso, opera lunga e ingratissima che costò molti mesi cli tempo e qualche migliaio di lire. La HL Sezione dell'Umanitaria, presieduta dal– l'ing. Cesare Saldini, conservatore illuminato e in– telletto cli lunga veduta, adunava nel frattempo gli elementi cli studio necessari a dare un fondamento d'esperienza alla sua iniziativa, clementi che il se– gretario generale della Società, prof. Augusto Osimo, in unione col prof. Fausto Pagliari, esposero in quel– l'ampia monografia, modello clnl ~onere, che ho già ricordato e dalla quale ho tmtto dati e notizie sulla storia delle Biblioteche popolari all'estero. 1 1: contemporaneamente si f'ucevnno pratiche atti– vissime presso tutti gli J~nti milanesi pit1 direttamente interessati alla diffusione della cultura nel popolo, perchè, unitamente alla Societi\ Umanitaria e con un numero di rappresentanti proporzionato ai mezzi coi quali avrebbero concorso all'opera comune, si fossero uniti 1>er dar vita a un l~nte autonomo, chiamato appunto Consorzio delle /Jiblioteche popolari. Risposero aderendo, oltre l'Umanitaria, promotrice, la Università. Popolare, la Camera di Lnvoro, gover– nata. allora dai riformisti, la Società promotrice delle Biblioteche popolari e la SocieHt promotrice della Culturn popolare, presieduta dall'on. Colombo, e di cui ò anima l'ing. Rodolfo H.usca, che nveva giìt tradotto 1111 libro dello Schiiltze sugli Istituti c1·ec1u. cazione popolare. 11 Comune, la Cassa di Hisparmio e la Camera cli Commercio, pur non partecipando direttamente al Consorzio, ne confortarono J'iniziatirn con la pro– messa, poi mantenuta, di aiutarne l'opera con sussidi nnnui. La prima seduta del Consiglio ciel Consorzio, for– mato dai rappresentanti le istituzioni aderenti, ebbe luogo in una sala dell'Umanitaria ai primi di no– vembre t 903. Da allora, fino al ,giorno d 1 aperturn delle 'quattro nuove Uiblioteohc (IO aprile 1904) 1 fu in tutti una febbre di lavoro e cl1entusiasmo. Con– cretare il p_iccolo bilancio e distribuire le spese ar– monicamente, cercare i locali adatti, studiare l'im– pianto e ,•igilarne ogni particolare dell'esecuzione, svegliare l'interesse della cittadinanza. per mezzo della stampa, traccinre il piano delPorganizzazione cli tutti i servizi (catalogo, lettuni in sede, prestito a domicilio, segreteria) e preparare ogni cosa a ciò occorrente; esortare con ogni maniera (!'incitamenti privati cittadini e case librarie ad accrescere con offerte il primo insufficiente nucleo cli materiale, ed - opera piì.l lunga e difficile - procedere ad una cernita razionale di tutta l'immensa mole (circa 40 mila volumi) di libri giacenti nei due \·asti de– positi della Promotrice già ricordati; dh·idere razio– nalmente, secondo un piano già stabilito, la parte utilizzahile (circa tre quinti) fra le quattro Biblio– teche sorgenti e quella di corso Magenta già esistente e destinata a rimanere anch'essa, ed assegnare la
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