Critica Sociale - Anno XV - n. 7 - 1 aprile 1905
CRITICA SOCI A LII lii colle leggi di Colbcrt; ,·enne abbandonato verso la metà. del secolo XVIII, quando la maggior rrequenza degli scnmbt e la rapidità dei trasporti resero impossibile ogni rigida sopnrazione tra le navi estere e quelle nazionali, ma resisto tuttora per la navigazione di oabottaggio, che quasi tutti gli Stati riserbano allo proprie navi o aprono nuche agli stranieri entro limiti e a condizione di reci• prooitù. Pit'1 frequente e diffuso è adesso Il sistema dei premi nella triplice forma di compensi di costruzione, di arma– mento e di navigazione, che vige in li'rancia regolato dalla legge 7 aprile 1902, in Austria-Ungheria dallo leggi 27 dicembre e 30 giugno 1~os, nel Giappone dalla logge del 1806 e da quella del 1° gennaio 1900, in Italia dalla. legge tG maggio 1901. Un'altra specie di protezionismo, basata sopra una differenza di tributi gravanti le navi nazionali e quelle estere, s'incontra io molti paesi por lo tasse d'ancorag• gio 1 e in modo pili efficace e su più vasta scala in Austria, in Oermania, in Russia, nella Svezia, nel Belgìo, in Italia, mediante un si stema di e senzioni c\lìmposte o restituzione di dazi per i naziono.li e di tributi Sl)eciali per gli stranieri. Unn. quarta forma ò costituita dlli prestiti gratuiti o a saggi ridotti, dalle facilitazioni nelle tariffe ferroviarie, doni o rimborsi di spese, ecc., accordati nlla propria marina mercantile; se no trovano esempi in Russia, in Austria, in Inghilterra, in Germania sopratutto, che ò ricorsa ad un sistema combinato di tariffe per terra o per mare, ridotto per le merci esportate dall'Interno sui vapori tedeschi. Infine t1ono da includersi io una quinta categoria le sovvenzioni militari, postali e commerciali, che si tro– vano comunl a tutti quanti gli Stati; sotto questo titolo la maggior somma sborsata a favore della marina mer– cantile spetta alla ·Francia, con L. 2G.00G.780 i poi \'iene l'Inghilterra, con un totale di C.. 22.50G 250; il Giappone con L. 15.G77.600, ecc.; l'Italia oc~upa il quinto posto, tra la Germania e la Russia, con L. 9.138.109. Esaminando con sguardo sintetico le vario legislazioni protezioniste, scorgiamo un doppio modo d'agire dello Stato: col primo il Governo interviene direttamente a favore della marina mercantile, aiutando le costruzioni navali, la navigazione e l'impianto di nuove linee di traffico; col secondo ci limitiamo a pa(lare i servigi che si richiedono agli f\.rmatori; e questo ò tiiffoso in tutti i paesi, mentre l'altro non sussisto in alcuni o prendo negli altri forme svariatissime, tra cui la pilt comune è quella del regime dei premi. Ma. la pratica Ila dimo– strato che le nazioni che danno compensi, spendendo piì1 delle nitre per i trasporti marittimi, sono quelle che meno sono riuscite a farli sviluppare; la percen– tuale del tonnellaggio di vapori nl di sopra di 100 ton– nellate, confrontando il periodo 1890-91 e il periodo 1902-903, cresce più lentamente nel Giappone, in ltalia, in r~rancla, che negli Stati Uniti, in Norvegia, in Ger– mania. Jnvero, i premi sono fatti al)posta per alimentare ope– razioni di traffico, che sono dal puuto di vista socìalo un puro sperpero di ricchozzrt; facilitano gl'impieghi meno pt'Oduttlvi del capitale, impediscono la diminuzione delle speso di esercizio, fanno prevnlero i tipi inferiori di navi che altrimenti sparirebbero o prenderebbero un posto secondario, arrestano od invertono la leg~e del progresso economico che tendo ad accrescere le dimen• sioni delle na,,t e a diminuire la quantità. del tonnel– laggio a vela, come avviene in Oermania, in Inghilterra, in America, in Norvegia e non in Francia, nel Giappone, in Italia i da noi \'i sono soltanto sei navi tra 5000 e 7000 tonnellate, e la cifra del tonnellaggio a vola è au– mentnta dal 1897 al 1902 di 43576 tonnellate. Inoltre i compensi di costruzione, combinati con quelli di na,·iga. zione, distruggono la concorrenza dei cantieri esteri e impediscono Il ribasso dei prezzi; o quelli, che costitui– scono un'aggiunta ai profitti degli armatori, da.uno una spinta troppo forte alle industrie marittimo quando i noli sono alti, e non sono uno stimolo sufficente quando i noli sono attenuati; senza contare che, in tal caso, è facile ottenere dal Governo un maggi or co ntributo, che, aumentando l'offerta del tonnellaggio nava.le, provochi un nuovo ribasso dei noli e nn nuovo e maggiore ag– gravio per· il bilancio dello Stato, com'ò accaduto in Italia colla legge del 189G cllo elevavi\ i compensi di co:itruziono fissati nel 1885 e dovè poi Oti:ierlimitata nei suoi effetti col ,lcaeto 16 novembre 1900 e colla legge lG maggio 1901. C.i.mbiamenti questi che danneggiano gravemente l'indu!>tria mwale, in quanto l'assoggettano a espansioni e a contrazioni continue, accrescono prima i capitali o il numero degli operai, rendono poi impro– duttivi gli uni e gettano gli altri nella disoc1:upazione. Che cosa devo far dunque l'Italia quando scadranno la legge sui premi e quella sullo convenzioni? 1-'n.l'tendodalla massima gifl stabilila che non dovono concedersi sussidi alla marinn, mercantile se non per servigi resi allo Stato e per sollevarla dalle condizioni d'inferiorità in cui si trova nella concorrenza internazio• nale, l'Autore propone che si aboliscano i premi di qua• lunque genero; per l'incremento dei nostri cantieri, basta. togliere i forti dazi d'entrata sui materiali di co– struzione, che non esistono o vengono rimborsati negli altri paesi, compiendo con ciò un atto di giustizia do– veroso e opportuno. In secondo luogo, poichè la navigazione non può es• sere favorita che dall'espandersi del commercio, si dove abolire anche il protezionismo commerciale che dimi– nuisce gli scambi e riduce il movimento dei traspo1·ti. Oli aiuU finanziari del Governo agli armatori, mentre sono assai gravi per l'erario, sono ben poca cosa di fronte agli utili che questi realizzerebbero con un mag– gior numero di operazioni commerciali. L 1 abolizione del dazio sul grano, ad es., oltre ribassarne il prezzo a van• taggio dei consumatori e riS\'egliare la produzione na– zionale, accre~cerebbe le importazioni dall'America e dal Mar Nero, e l'esportazione dei nostri prodotti 1 dando così un incoraggiamento ben pili efficace ai trasporti per mare che mediante il sistema del premi. Jn terzo luogo, il Governo deve permettere agevola– zioni fiscali ed eliminare sperequazioni troppo stridenti. L'imposta di ricchezza mobile ò molto più elevata cla uoi che negli altri paesi, e andrebbe soppressa tempo• raucamente, inaugurandosi un periodo di transizione tra il regime protettivo e quello di libertà. l diritti marit– timi sono pagati dalle nostre navi in misura JJiù alta nei 11ortiesteri, che dallo navi straniero nei nostri porti i perciò andrebbero stipulati trattati di navigazione cbc stabilissero un'equa e reale reciprocità. E sarebbero mi– sure opportune la riduzione delle tasse nei bacini di carenaggio, lo tariffe ferroviarie Rpeciali combinato coi noli per certe linee, l'organizzuzione del credito marit– timo a favore tiegli armatori, dei proprietari cli nave e elci C('lmmercianti. Infine, vi dev'essere, per un alto interesse nazionale, l'intervento dello Stato per ottener ciò che i privati non potrebbero fare per il loro interesse: colle sovven– zioni postali, coll'aiuto finanziario a certe linee di traf• fico, coi sussidt militari, il Governo dovrebbe favorire la costruzione e l'armamento di grandi piroscafi veloci e moderni, che in tempo di paco fossero adibiti alle co• municazioni facili colle isole e colle colonie, ai servizi di posta, alla formazione di marinai capaci e resistenti ; e in tempo di guerra fossero utili come avvisi, incrocia• tori, navi da trasporto e navi ausiliarie. Per il resto, libertà intiera alle industr!e marittime, affinchè si compia l'augurato progresso della marina mercantile e si rag– giunga la vera utilità del Paeso. Abbiamo in tal modo riassunto, Il pili compiutamente che ci ò stato possibile in una recensione, quest'ultimo lavoro del prof. Supino, che ò un contributo dottrinale notevole allo studio e all'ordinamento dei mezzi di tra– sporto por mare. Gran parte degli argomenti, che vi troviamo svolti, erano già noti agli studiosi per un'altra opera dello stesso autore sulla uat•iyazio11edal punto di visl<t economico ('); e di nuovo qui si contiene soltanto una piì1 rapida sintesi delle teorie, un raggruppamento più dimostrativo dei fatti, l'esposizione e la critica della legislazione recente, e qualche mod!Hco.zione di detta– glio alle conclusioni prima raggiunte, in base a nuovi dati statistici. Per gli scopi della politica ocouomica e della politica proletaria 1 ò poi opportuno notare come questo articolo viene ad essere indirettamente un'ampia e autol'evole risposta al programma protezionista svolto sulla. .NllOt'<t Antologia dall'on. Dettolo, il quale 1 mentre da. un lato vorrebbe aboliti i premi alla marina mercantile, dal– l'altro li \ 1 errebbe a ristabilire in misurn pili elenta 1 (1) c. SUl'INO, le, ,,avfga~i-0,u daip,mto 1U l'f.1/t(I f'('QHQlllko, cap. YIII o IX, ""''· (ltll'&OH,, :S, IV, voi. 3".
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