Critica Sociale - Anno XV - n. 6 - 16 marzo 1905

84 CRITICA SOCIALE cialmcntc dopo che gli Stati si constituirono quasi tutti su b11si nazionali e venne così a mancare la fiamma di un ideale, che potè un tempo riunire unanimemente un 1>0polo per uno scopo comune - come, ad es, in Italia, durante l'epopea del patrio risor~imento - i partiti andarono sempre piì1 orien– tandosi secondo gli interessi economici delle diverse classi. La prova di questa affermazione può trarsi dai programmi elci partiti politici di (utte le nazioni civili. In essi, dapprima timida, poi pii1 accentuata, o~gi assolutamente preponderante, apparisce la trat– tazione dei probJ('mi economici come fondamento alla risoluzione di tutte o quasi le questioni poli– t.icho. Di pili, se si esamina la composizione delle Assemblee legisln.tive o vi si analizza quello che i partiti vogliono e propugnano, si veddt che essi, nella loro totalit:\ forse, nella loro grande maggio– ran1,a certo, sostengono e fanno valere interessi eco– no mici d elle vari<' clasRi, in cui, non più per legge di 8ta.to , ma per legge economica, la società nostra è divisn. Of\ questa necessaria funzione dei partiti deriva il loro rigoglio fiorente. Ognuna dello molteplici classi tende a creare una propria corrente politica. E, quando una classe, un ceto, non si vedono abbastanza bene difesi da quella parte a cui fino ad ora avevano fatto adesione, ecco un altro partito che sorge. Così gli agrarii in Ger– nrnnia, non credendosi sufficientemente sostenuti dal Partito dell'Impero e dalla Destra in genere, creano il Buml der land1l'irlhe. a cui aderiscono tutti i proprietari (Jtmker} fino allora semplicemente con– servatori. E, in Belgio, gli operai cattolici - visto che il partito dei Woestc e degli llelleputte è fero– cemente conservatore - seguono l'abate DaCns nel suo movimento di secessione e fondano il Chri.<,tene 1rollrspartij. l partiti politici sono un fotto, uno dei piì.1grandi fatti, anzi, della storia contemporanea. Essi, come un noto scrittore tedesco, il Oagcur, disse, sono gli Stiincle clell'epocn moderna (1). La rappresentanza loro non può porre quindi in pericolo Punità della nazione, come si favoleggia, anche per la semplice ragione che questa unità ~a– rebbe già stata distrutta, in quanto i partiti politici non si tratta di crearli oggi, giacchè esistono dt1. lungo tempo, e la loro esistenza avrebbe dovuto es• sere hen più l'0\ 1 inosn in regime maggioritario. li quale, escludendo dal Parlamento i partiti di mino– ranza, e, tah·olta, so,•crchiando anche gli stessi par– titi di maggioranza, è il più adatto a produrre uno stato di eccitazione morbosa, fomite inesauribile di ribellione e cli rivolta. Jnvecc, accordando ai partiti politici di a\·ere nei Parlamenti una rappresentanza proporzionale alle loro forze nel pirnse, ne verrà. - immediata conse– guenza necessaria - che la decisione sarà alla vera maggioranza, ma tutte le minoranze saranno pre– senti o ascoltate. Donde un notevole consolidamento delle istituzioni rappresentative, sia per il dileguarsi del malcontento dei non rappresentati, sia per la dimostrazione palmare della efficacia pratica e della bont:t elci sistemi parlamentari. L1-t.legislazione sarà ormonica o completa. La nrng-~ioranzit lo dan\. In. linea. direttiva, che lo mino– ranze inlluenzoranno nel limite della, loro potenzin- 1itì1, o hi lcgg-c sur1\ così (come deve) utile o bene• fica Lrnnsuzione trn opposti interessi e opposte ide€', nel giuoco m11Hiformc delle diverse forze sociali. Aumenterà anche rhinrezza alla vita politica, per- ( 1) An <Ile Stello (lor Miin<lo trnten dio pOllllschon l'artclon. - OAUt:Ult: Ht(Ol'//1 IIM W11l1ll'trllt~ lii llekh umi ili Dadeii, - l,CIJ):tlg, 11193,l>llH'·413. chò i partiti, sicuri di ottenere la rappresentanza ad essi dovuto, si presenteranno alla prova delle urne con programmi netti, precisi, concreti. Tutto di gua– dagnato per la educazione politica del paese. J!: forse allora non assisteremo allo spettacolo li• rico di candidati, che ai furibondi programmi rivo– luzionarii delle città accoppiano, presentandosi in Collegi agricoli, il contentino napoletano degli ar– gini, dei ponti, delle rettificazioni di fiume, ecc., ecc., così come i moderati confondono insieme al loro programma reazionario le piccole promesse liberali per ogni sobborgo e per ogni famiglia influente del Collegio. La conuzione elettorale, lo violenze inquisitoriali, gli assalti alle urne, di cui ci dà sì largo esempio il Mezzogiorno cl'rtalia, verranno quindi sensibilmente a diminuire. Perchè ciò è dovuto anche, in gran parte, nlla mancanza di partiti politici in quelle reitioni. 'l'utti i candidati, laggiì1, si proclamano ministe– riali, come notò argutamente, in una delle ultime sedute alla Camera, l'on. De Bellis, il quale affermò che nc11a sua Puglia, su f>O candidati, 45 si erano presentati con programma ministeriale, anzi - di ceva egli - personalmente giolittiano. Nessuna bella ldtta di programma, ma una pitoc– cheria elettorale, spesso agitata dai più illustri ca– morristi. Perciò una legislazione che - per quanto è pos– sibile - facesse opera cli ausilio all'affermarsi vigo– roso cli forti 1>a.rtitipolitici, in,,ece di schiacciare sul nascere quelli che, sia pure embrionalmente, stanno già formandosi, imprimerebbe un carattere piì.1 sin erro alla lotta, recherebbe una grande utilità: sa rehbe il miglior modo di combattere il " napoleta• nisrno,, elettorale. Anche perchè, quando sia integrato con la Bappresentanza proporzionale, lo scrutinio di lista, se pur non può creare, con un colpo di bac– rhetta fil.tata, i partiti che mancano, è pure il peg– gior nemico della corruzione, in quanto questa diviene un inutile, pnzzo spreco di enormi somme di dantlro, per non ottenere che un risultato infini– tamente sproporzionato ai mezzi impiegati. I!: la violenzE~ è resa inutile per Ja stessa ragione: essn non raggiungerebbe che in piccolissima parte, forse, il suo fino. Così la Happresentanza proporzionale, otfl'Ondo una base essenzialmente politica a11a elezione, con– duce a pili onesti costumi politici, ciò che la deve raccomandare vivamente all'attento esame di coloro che si preoccupano cli migliorare e purificare la no– stra vita puhhliea nlle sue stesse scaturigini. Noi non vogliamo deificare la Rappresentanza pro– porzionale e i partiti politici, dipingendoli come il cerotto cli tutti i mali, che affliggono la nostra vita !)Ubblica contemporanea. Soltanto (poichè è abitudine dei nostri studii di partire sempre da dati di fatto) notiamo che i partiti politici sono oggimai una realtà, la più viva ed espressiva realtà della vita politica odienrn, di cui sono una ,Ielle istituzioni; e che, con la Rappresentanza proporzionale, i grandi interessi delle clh•crse classi -- di cui i partiti di– venanno sempre piì1 int~rpreti fedeli e coscienziosi - apparirRnno pii', chiari e precisi, nella integritìt della loro forzll e del loro valore. Se i partiti politici poi non fossero la base della elezione, essi si ricostituirebbero a Camera elettu, coll'aggravnnte che mancherebbe così su di essi il contrnllo del paese. Ciò condurrebbe ad una mag– giore confusione e annebbierebbe ancor più la chia– rezza, la franchezza, la sincerità della vita pubblica, già così scarse. J~ accenniamo solo come ad un semplice caso di possibilità (facendo in proposito le nostre più ampie riserve) che la Rappresentanza proporzionale potrebbe

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