Critica Sociale - Anno XV - n. 6 - 16 marzo 1905
CRITICA SOCIALE 83 perchè, dati i risultamenti delle ultime elezioni po– litiche e il conseguente torpore delle forze popolari dentro e fuori In Cnmera, non ci è lecito credere alla vitalità, in questo momento, di una composizione <li Ooverno pili radicale (Presidenza .Marcora 1 con elementi di Estrema radicale), quand'anche il superficiale gioco della schermaglia parlamentare ne rendesse momenta– neamente possibile l'avvento. Nel disastro toccato ai partiti popolari e rtel quale - non sarà mai abbastanza ripetuto - furono essi stessi essenzialmente gli artefici, chi ne uscì più malconcio fu appunto il Gruppo radicale, il quale soffre oggi le conseguenze e dell'essere stato nostro alleato - il che gli aliena. la fiducia. delle classi dirigenti - e dell'essersi separato da noi e voltato contro gli strati rivoluziouart, il che gli toglie simpatie, popolarità ed influenza nelle classi proletarie. La sua partecipazione al Governo, in queste condizioni di de– bolezza politica, riu2eirebbe affatto nominale, condur– rebbe a un nuovo perditempo e a nuove delusioni, e non avrebbe altro effetto che di sciupare qualche uomo e di rendere im1>ossibile, Jler un tempo indefinito, un vero e serio esperimento di Governo radicale in Italia. Mentre non è affatto supponibile cbe a un Gabinetto di questa fatta, se battuto in Parlamento, verrebbe data, a così breve intervallo dalle ultime elezioni, la facoltà di uu nuovo appello al paese, nè tale appello, in ogni caso - anche questo ci sembra intuitivo - darebbe ora ri• sultati a suo favore cosl notevoli da mutare sostanzial– mente la presente situazione; perchè infine crediamo s'ingannino a partito quei nostri amici, i quali pensano che la salvezza della parte nostra consista essenzialmente e immediatamente nello infrangere in qualunque modo il blocco della indecisa ecl eterogenea maggioranza ex giolittiana, sia agevo– lando direttamente ai conservatori l'ascesa al potere, sia agevolandola ad essi indirettamente, attraverso cioè un effimero Governo di Sinistra piì1 accentuata. Cotesto blocco, contro il quale -questo è vero- si frange ora ogni nostra volontà. di azione efficace, non è solo il risultato eh più o meno abili combinazioni sulla scacchiera parlamen– tare; nella sua stessa incongruenza enegatività, essoemerse da.Ile condizioni di spirito che presiedettero, per le cause tante volte messe in luce, allo ultimeelezioni,esso ba le sue radici nella indecisione dello spirito pubblico 1 e nessuna abilità parlamentare può spezzarlo e dissolverlo dure– volmente, a vantaggio delle forze popolari, flnchè queste non abbiano ripreso il peso e l'influenza reale che loro vennero meno. La rottura intempestiva e prematura del blocco non può volgere, per ora, che a vantaggio delle forze reazionarie, alle quali dato in mano il potere, nulla assicura che sarebbe facile ritoglierlo, nò che, quando venisse ritolto, non sarebbe a beneficio di un nuovo blùcco simile al presente. L'ideale di accumulare le crisi sulle crisi, nella speranza di cogliere pel ciuffo qualche imprevisto propizio, ò ideale o di anarchici convinti, o di giocatori d'azzardo della politica. Se dunque nell'imminente giostra parlamentare, por le dichiarazioni del Governo e dei vari pretendenti alla successione, per la natura delle mozioni presentate, il Oruppo socialista fosse costretto - il che è pure possi– bile, e ogni previsione sarebbe oggi arrischiata - a confondere i suoi voti con i voti dei conservatori, ciò non avverrebbe, mettiamo pegno, a cuor leggero, per convinci– mento preconcetto di favorire con questa tattica la causa proletaria, ma per una di quelle necessità che un par– tito dee tah'oita subire, anche suo malgrado, in omaggio al proprio carattere e alle ragioni più profonde della propria esistenza. 1[a non è da accorgimenti parlamen• tari, improvvisati nella ba.monda di un voto, che il pro– letariato e il partito socialista possono sperare il riac– quisto del vigore e dell"influenza perduta. Questo bene• flcio essi non possono sperarlo che da uno sforzo cosciente e coscien~ioso sopra sè stessi, fatto di pazienza, di te– nacia, di sincerità: di sincerità sopratutto! La salute é in noi. LA CRITICA SOCI,\ U:. .4.bbiamo pubblicato: Prof. ALESSANDRO GROPPALI La nuovaconcezione dellavita Cent. 20 (presso In. Critica Sociale). PER LA RAPPRESENTANZA PROPORZIONA III. La ra111u·ese11t;rnza 111·oporzionalee i partiti 1,olitici. Una delle piìt abusate obiezioni contro la rappre– sentanza proporzionale è questa: essa - si grida - dà soverchia importanza ai partiti politici, sostituendo la. scelta di un partito alla scelta di un nome o di piìt nomi. E si afferma che ciò, oltre ad essere un pericolo per la libertà elettorale, è pure di danno alla unità statale, che - si dice - verrà scissa, divisa, spezzata, allorchè i partiti ne diverranno, per mezzo della rappresentanza proporzionale, gli ele– menti constitutivi. * * * Lasciando per un momento eia parte l'immanca– bile ritornello de11a libertà elettorale, di cui sono tnnto teneri a parole coloro che, forti della nostra legge, quotidianamente la violano di fatto, osser– Yiamo che la surriferita obiezione è perfettamente vana, perchè essa urta contro una realtà incontro– vertibile, certa, assoluta. La realtà inoppugnabile è la forza viva dei partiti politici, non solo, ma anche il loro orientarsi sempre più in corrispondenza di determinati interessi e cli precise correnti della pub– blica opinione. 'l'auto che oggi la vita politica degli Stati può riassumersi e comprendersi nell'azione e nella vita dei loro divefsi pa.rtiti. Francesco Crispi, in un celebre discorso sul " Rior– dinamento dello Stato ,,, scolpì con una rude espres– sione la ragion politica dei paf'titi. " Essi - disse - sono gli organi costituzionalmente necessari alla vita parlamentare " e, " ove manchino, il sistema parlamentare è allora una menzogna, perchè si so– stituisce al despotismo di un re il despotismo d'un ministro ,,. La logica di questo pensiero del Crispi è ada– mantinfl. Aboliti - e fu conquista della civiltà moderna - g·li " Stati '" gli " Stiinde 11, le " Classi ,, 1 tipi anti– quati e medioevali di organizzazione, insieme eco– nomica e politica; proclamata la eguaglianza di tutti i cittadini cli fronte alla legge e il diritto di tutti a partecipare alla rappresentanza nazionale, una forma spontanea di organizzazione - sgorgante dalla costituzione stessa delJa società - sorse a sostituire quelle forme passate. E furono i partiti. I partiti, che espressero ed esprimono i bisogni, gli interessi, le idee di ceti e di classi e che rappresentano este– riormente la viva lotta della compagine sociale. Spe-
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