Critica Sociale - Anno XV - n. 6 - 16 marzo 1905
CRITICASOCIALE 93 tura penosa: il nostro petto è oppresso, il cuore batte pill celeremente, le gambe ci si flettono, per non ci– tare che qualche feuomeno :ipe1'.ISO osservato in questi casi. )Ja tutto ciò non è l'emozione. Voppressioue può afferrarci, il cuore nccelerar.:;i, i muscoli delle gambe sfuggire, senza che noi però si sia commossi. L'emo– zione è es,;enzialmente un fenomeno di coscienza, ac– compagnato da questi m,>vimenti organici. Una di.~puta, che dura ancora tra gli psicologi, ci richiama alla relazione che unisce questi due fatti. Gli uni sostengono che il sentimento cosciente dell'emo– zione è secondario; essi dicono che, se noi abbiamo paura, è perchè sentiamo questi movimenti di cuore e queste debolezze muscolari. Per essi, non si trema perchè si ha paura 1 ma si ha paura perchè si trem~. Ciò mi sembra iuesa.tto .... La vecchia teoria, che fa del• l'emozione un sentimtmto primitivo che ha per conse– guenze movimenti nelle diverse parti del nostro corpo, mi ~embrn più generale. f../osservaiione interna e l'e– sperimento dimo~trano che le modificaiioni del cuore sopraggiungono un certo tempo dopo il sentimento dell'emozione. Che cosa può essere iu~omma un sentimento morale che si trasforma iu movimenti? Nessuno può dirlo. Ma, in ogni modo, que~to fenomeno non é punto più stra.or • diuario di altri universalmente osservati e accettati dai fisici, per esempio, la produiione del calore per lo sfre• gamento di due corpi. Questa trasformazione dell'energia meccanica. in energia calorifica non è nè più meno oscura della trasformazione in energia fisiologica (mo– vimenti) di un'energia di p"nsiero, che è prodotta essa stessa dalle energie chimiche, le quali accompagnano ogni fenomeno vitale. Qualunque sia la sua natura, il fatto sembra sussi– stere. L'emozione è essenzialmente e primitivamente un fenomeno di coscienza, un sentimento. Ma questa int.er – pretaziono non impedisce di considerare le trasforma– zioni di questo fenomeno morale in fenomeni fisiologici, tanto più che vi ha certamente un cozzo di rimbalzo, e che la coscienia di questi disordini motori influisce sul– l'emozione e la aumenta. L'eccitazione, nella quale si pone un uomo adirato, reagisce sulPira stessa e l'ac– cresce. È dunque necessario che !"individuo impari a frenare i movimenti emozionali e, per ripercussione) di– minuisca le sue emozioni. Per riprendere il linguaggio della fisica, si può dire che le manifestazioni motrici delFemoziou13 rappresen• tauo ciò che in questa scienza si chiamerebbe uo·euer• gia. degradata, di natura inferiore, come il calore che è il prodotto delle energie chimiche Con l'educazione, l'energia emozionale può, più o meno intensamente, dispensarsi da ogni movimento: questo è un fatto che tutte le osservazioni della me– dicina e della pedagogia confermano. Bisogna, innanzi tutto, porre il principio che Pemozione non è mai un fenomeno necessa.rio, una conseguenza forzata dei fatti che la provocano; in ciò essa si oppone al ragiona– mento ... ~ Quando io esprimo Fidea che il fuoco ha la proprietà di bruciare la carta e che questo foglio è di carta, ò evidente che il fuoco ha la proprietà di bru– ciare questo foglio. Nella vita dell'emoiione, nulla comporta questa fata– lità. Le reazioni sono personali, capriccio.se, a seconda della sintesi mentale presente del soggetto e della sua I volontà. per conseguenza, all'infuori di ogni logica ser– rata .... Io ricordo di aver veduto un giorno un mio amico 1ilanife:-1lareuna grnnde ripul.sione 1 perchè, a l~t· voi(!, vicino alla sua posata, era caduta una tignola Io dissi: 11 Com'tl bello questo lepidottero! n E 1 sùbito; il mio amico, che non aveva alcuna cognizione di en– tomologia, osservò con una certa simpatia !"insetto che, pur tuttavia, nou aveva mutalo oè di a.spetto, nè di qualità .... Nella vita pubblica e nella vita privata, noi sia.mo esposti (!Ualche volta acl attacchi che, a tutta prima, ci olfendono e ci eccitano. Dopo un poco 1 ci lasciano indilferenti. Le parole che ci sono ripetute, le frasi che rileggiamo sono quelle medesime di prima, ma il loro determinismo è interrotto: esse non provocano più oes– i:mna reazione. Nella vita d'amore, i medesimi fenomeni sono oggetto di osservazioue corrente. Dopo un letichio, l'innamo– rato guarda l'innamorata con occhi che 1 fisicamente, non sono mutati, ma i quali non trasmettono più il medesimo sentimento, ~L'uttavia, la donna è la stes!{a 1 ella. non ò di_venuta nè meno nè pilL affasciuante; la ima imagino si dipinge sulla retina coi medesimi colori e con le stesse linee i ma tra essa e i fenomeni emo– zionali di prima si ò elevata una cataratta. Per la sua nntura, il sentimento srugge a una logirn rigorosa .... La passione vizia la verifa d\rna testimo– nianza. Si può C8Sere sinceri in ragionamenti comple– tamente fahii e a:-1<1urdi. Il sentimento vela la verit~, che prende sotto eflso l'a!-ipetto d·una materia a~""ai duttile. Come, per ramante, ogni difet.l() dell'amata si muta in pregio, cosi, per chi odia, le qualità retlli si mutano in difetti. ciuando una persona desidera ardentemente una cosa. nella sua bocca. tutte le difficoltà. si spianano, tutti i benefizi balzano fuori, tutto diviene vantaggioso .... Se poi l'oggetto desidera.lo diviene irraggiungibile o inutile 1 tutte le difficoltà si rizzano dinanzi, tntti i benefizi pre– vedibili rlivengono nulli, e cli vantaggi non ne esiste più uno. Vi sono individui, piacevoli ad ascoltare, che in due momenti diversi sostengono con la medesima buona fede e con la medesima eloquenza il bene e il male di una cosa. La verità, per essi, ò ciò che vo– gliono. E, io ciò, a gradi diversi, noi siamo puri so– fisti... * .. Lo scopo clelFeducazione dell'emozione è chiarameule visibile: esso sta nell'economia di questa energia de– gradata, che .!li agita in movimenti intempestivi e che ostacola le deliberazioni interiori, giacchè, nella tem– pesta d'un sentimento violento, non è più dato di pensare. Questa coltura dev'e~sere tentata per tempo .... Si ot– terranno allora frutti più belli.. .. Già, io ho detto che i bambini, oggi, sono allevati troppo puerilmente. Io essi, le emozioni, invece di essere combattute, sono quasi sempre sollecitate a manifestarsi Se il bambino, per esempio, ca.de e si ferisce, tutti lo compiangono, tutti attirano la sua f\ttenziono sul dolore; a poco a poco 1 così, egli si abitua a intorroganii su tutte le sen• sazioni spiacevoli ch'egli deve avere in ogni accidente. 8, iu tal modo, per metà vero e per metà imaginario, il dolore vien sempre manifestato nello medesime oc– casioni ..., Io osservo invece un cano: ad esso spei;so accade di battere la testa contro una porta o di rice– vere sulla schiena qualche oggetto punto piacevole; e, tuttavia, e:;so non manifesta un segno di dolore che allorquando questo 6 realmente forte; e ciò, general– mente, per una durata a<ic;;aibreve. Ora, l'educazione deve permettere f\l bambino d1 re:;blere al dolore più
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