Critica Sociale - Anno XV - n. 3 - 1 febbraio 1905

CRITICASOCIALE 39 lo parti, sotto l'influenza cli nuove condizioni cli dina– mica o di statica socia.lo . Onde il tono doprocntivo, aJ)O· calittico che assumono tutti i discorsi di Chambcrlain 1 nei qunli i dati di fatto sono unicamente mossi là. per servire, a ragione o a torto, la sua tesi o il 11uo sogno. Caratteristici fra gli altri quelli che si rifcrhcono alle pretese offerte ratto dallo Colonie stesse nel 1100s0della reciprocità. doganale e dell'imperialismo, che Illuminano ottimisticamente la fede e l'os.~essione di C'hamberlain, mentre non sono in rcnlti\ che piccole o ."lcnrso flam– mclle. L'anima e la chiave dì vùlta delrimperiali:;mo inglese ò la coscienza, la preoccupazione, il turbamento della decadenza detrJnghilterra. Questa non indietreggia., è vero, sul terreno dolio industrie e dei commerci; pro• grc<lisce anzi iudubbinmonte di n,nno in nnno: ma meno, assai meno di altri tH\C!li che hanno J)rcso la testa del movimento economico. Il che significa. che in sostanza essa rimane indietro, che decade. La politica nuova, preconizzata da Chamberlaio, si afferma pertanto progressiva, come quella che si dice ispirata dalle conclizioni nuove delle relazioni interna• zionnli, risultanti dalle applicazioni industrlnli dello grnndi scoperte scientifiche del secolo XIX.. Un tempo In politica inglese pote,·a essere fatta sul fondamento degli interessi della metropoli; ora invece la politica estera it1 Inghilterra ò divcnutn, 6econclo l'espressione di lord Roscbery, una politica coloniale, ed è in realtà molto pili dettata dalle estremità dell'Impero che da Londm stessa. Lo sviluppo delle ferrovie ha posto fine all'isolamento continentale, che era il pili grande fat. toro della sicurezza dei possedimenti inglesi in Asia. Questi sono oggi in contatto diretto con gli a,·amposti russi. I contatti asiatici sono precisamente la cnusa dellll tensione delle relazioni anglo-russe. 11 libero scambio, inoltre, ebbe per effetto cli diminuire la cultura dei cereali in Inghilterra, così che questa dipende sempre pili, per l'alimentazione del suoi abitanti, dogli altri paesi: onde la nece,.sità di stringere legami ))iii rorti e pit1 serrati con le Colonie, che da sole po– trebbero pronedere all'approv,•igionamento della madre patria Il dilemma di Chamberlain trova qui m1'appli– cazione tipica: o le Colonie stringeranno i deboli legami cho lo uniscono ancora alla metropoli, o e.~se sarnnno trascinate fatalmente verso l'indipendenza, Parimenti, ponendosi dal punto di vista industriale, il già ci– tato A.shley 1 uno degli apostoli del nuovo ,·angelo economico, scriYe: !j Se l'attuale stato di cose continua, se le Colonie si separeranno sempre più, dal punto <li vista economico, dalla Gran Bretagna, esse seguiranno indubbiamente l'esempio dell'Europa e cercheranno di fabbricare da sò quello di cui hanno bisogno. ,, In breve, le Colonie o saranno clienti, o concorrenti; non se n'escc. Orbene, poichò tutto il perno del sistema di Cbam– berlain e dei neo-imperialisti sta nell'accordo fra le Colonie e l'Inghilterra 1 è indispensabile e interessante vedere l'atteggiamento delle Colonie a questo proposito. Chamberlain ha sempre sostenuto - ed era. clel resto per lui, si capisce bene, una necessaria promessa di fatto che le Colonie conseutivano con le sue idee e le sue aspirazioni, che anzi esse aYevano perfino, in un tempo o in un nitro, formulato delle u offerto ,, in tal senso. Oli oppositori assicuravano al contrario che queste fa. mose " offers,, non erano mai esistite; o, se mai, in proporzioni meschine. A troncare la polemica, e a ror- nirc un dato di fatto sicuro, ò uscito or ora un ~ Whilf' Pal)e1·,, del Governo, nel quale sono riunite le risposte alla circolare diretta da Lord Lyttelton ai Governatori di tutte le Colonie per avere copia delle deliberazioni votate dai Corpi legislativi delle medciiime, dal 1890 ad oggi, in favore di relazioni commerciali preferenziali col ncgno Unito . .\la è questo un documento de-,tinato a recare scarso conforto al partito impPriali.sta; perchè da Ci!CIO appare sostauzinlmente clie non esiste nessuna "offerta coloniale ti; mentre la. realtà dei ratti dimostra, per contro, che il Canadà, PA.ustralia e la Nuova Ze~ landa non sono propense ari abbandonare o scemare la protezione doganale da esse accordata alle singole in - dustrie nazionali. Xci Canl\dl~ sono d'accordo in ciò tutt'e due i )}artiti politici che si contendono il polere i 1 1 Australia -;i prepara ad aumentare i suoi dazi d'en– trata i quanto alla Nuova 1/ielanda, il fine conre.r,sato di un suo progetto attuale di rimaneggiamento dello tariffe, ò di respingere e impedire l'importazione estera, non di aumentare l'importazione di merci dalla madre patria .N'op mancano deliberazioni di altre Colonie favorevoli all'organizzazione commerciale delrimpero sulle basi del trattamento prererenziale; ma si tratta di Colonie minori, le quali, poi, non esprimono che voti in forma molto condizionale. Sicchè la sintesi cli tutto questo preteso mol-·imento cli adesione delle Colonie ai nuo,·i progetti imperialisti ò una cosa ben misera per numero e per qualità. 'l'nle fatto, per noi, ha un significato eloquente. rn– fatti un superbo Jli\'iluppo industriale si preannunzia al Canadà e all'Australia. Da parecchio tempo coteJlitipaesi si misero su questa via moderna. È ammissibile che questo Colonie rinuncino, lasciando l'ingresso libero alle merci inglesi, a dh·eniro paesi d'industria al prezzo dei \'anlag,::i doganali che Chamberlain YUOIrillien 1 are ai prodotti della loro agricoltura? Quello che da tanti segni appare più probabile è che le tendenze protezioniste delle Colonie si andranno ac– centuando sempre pili, e che queste non rista.ranno dal prote~gere le loro indu~trie in maniera efficace contro la concorrenza metropolitana, come contro quella degli altri paesi europei. !}unità. del mercato, che si tende– rebbe a creare nell'Impero britannico, incontra. troppi ostacoli per essere effettuata.. Tutto quello che le Co– lonie consentiranno saranno accordi commerciali J)rO– porzionati ai vantaggi che i coloni spereranno di trarne. . • * Oli aner:1art del nuovo protezionismo inglese aggiun– gono nuovi argomenti. E,si avvertono, rra l'altro 1 il pe– ricolo che correrèbbe l'Inghilterra col ces'lare di essere un cosl vasto porto franco, una cleari11g Jumse mondiale, come ò al presente: In questo caso non compromette– rebbe essa gli interessi considerevoli delle suo numero~c impreJlie di trasporti m(l.rittimi e del suo commercio di transito, già colpito senza dubbio dnllo sviluJ)po del mezzi di comunicazione, ma che resta ancora per es~a una fonte di profitti importantissimi? Era poi fatale la concorrenza delle na1.ioni pi\1giovani e più vigorose, venute ultime nell'arringo economico. Lord Ro;;ebery l'ha dotto ai suoi concittadini:•· Voi non potevate sperare di conser1'are il commercio del mondo, perchè, come le popolazioni <lella Germania e deglì Sti,ti Uniti aumenhvano e la loro energia si sviluppa1'a, esse domandavano naturalmente uua parte di que1;to commercio. 11 C'è di pii1. Se lo s,·iluppo del commercio britannico subisce un rallentamento, si de,·e in molta parte agli inglesi stessi; perchè le classi commerciali

RkJQdWJsaXNoZXIy