Critica Sociale - Anno XV - n. 3 - 1 febbraio 1905

CRITICA SOCIALE 37 continuo scambio di azioni e di reazioni, che non si possono separare neppure per un momento. Di separarle tentarono inutilmente i rivoluzionarì, alla vigilia del nostro Congresso nazionale cli [mola. La vostra aziono parlamentare - essi dicevano - col diminuire la combattività antigovernativa, finirit coll'addormentare la classe proletaria e col reciderle le piit sane energie. Rispondevamo allora, che l'a– ziono parlamentare non ò che un aspetto dell'opera nostra; che quest 1 opcrn si esercita,·a anche fuori, nel paese, con una mirabile fioritura di organizza– zioni o con una lottn economica così ,•asta quale non avo,•n. mai Yeduta per l'innanzi l'Italia; che un sì o un 110 pronunciato nell'aula cli Montecitorio non ancbbc mai avuto per sè stesso Yirtù di arrestare o di incuorarc quC'I tanto di azione diretta delle masse che è consentii.o dall'ambiente; che nnzi, quella detcrminrtta tattica parlamentare, venendo in sussidio Alln lotta economica del proletariato col consentirle la libertà necessaria, giovaYa all'azio11c nostra nel paese e ne consolidava le conquiste. "8 infntti giam– mai, come in f]Uel 1>erioclodi u ministerialismo 11 e di politica " addormentatrice ,,, il profitto cnpitalistico venne tanto intaccato dalla resistenza operaia. L'a· zionc parlamentare e l'azione diretta delle masse, con due tattiche diverse ma convergenti al medesimo scopo, ottennero i più brillanti successi della nostra lotta di classe. E allora, se l'azione diretta non si differenzia so– stanzialmente da quelht a cui il socialismo ha sempre invitato la classe lavoratrice; se non si può ragio– nevolmente parlare di una preminenza dell 1 azione diretta sull'azione parlamentare, pcrchè entrambe sono a,,,ioni necessuric; dove è la ragion d'essere del nuovo sindacalismo l'ivoluzionario? La sua ragion d'essere, il suo carattere differen• zialc, non può rintracciarsi se non nella logica con• seguenza della sua asserita avversione al regime parlamentare. Quando il sindacalismo rivoluzionario aYrà abbandonate le ultime reticenze intorno alla inutilità della conquista del potere; quando anà proclamato che l'aziono diretta è l'unica. arme del proletariato, gettando da parte quel bisticcio sulla preminenza dell'una su1l 1 altra, trastullo infantile di cui abbiamo sagg-iata tutta l'inconsistenza; quando infine, vinti gli ultimi scrupoli, ani~ affermato che la lotta di classe è incompatibile con i partiti poli• tici perchè non accetta di questi i metodi e gli stru– menti; allora esso anà raggiunta una forma logica che gli permetterà di essere qualC'hecosa di diverso dal socinlismo traclizionnlc. 'l'auto diverso, da essere senz'altro il corporativi• smo nnarchista. IVANOE BOXOMI. ILFATO ECONOMICO DELL'INGHILTERRA Dopo un silenzio di parecchi mesi Ollamborlnin ha ri– preso, in Inghilterra, la campagna 11eo-protezionista e imperialista, prima col discorso di Londra o recentemente con quello di Preston. JI ratto è caratteristico; perchè ci presenta un uomo, il quale, credendosi Investito di una grande missione da compiere nel suo paese, lascia il potere por bandire piì1 liberamente la santa crociata per II la più grande II J11- ghilte1·rn, e percorro tutto il paese per diffondere il nuo,·o verbo. Egli assume cosi ngli occhi delle masse sugge– stionate l'aspetto di un missionario o di un profeta; non importa che le sue profezie relatiye ai Boeri, nella guerra di, sterminio da lui voluta e teoncemente perse– seguita, si ano stato già fugate dalla impreveduta resi- stcnza eroica del popolo ribelle, nò che l'imperialismo di questo mercante divenuto reggitore di popoli sia co• stato tanti sacrifici di vite e di danaro nella rase tra– gica di quella guerra disperata. Però il missionario profeta ò costretto a veder sorgere, oltre le sue turbe, sempre più formidabile l'attacco contro lo sue idee. Ed ogni suo nuovo discorso non ò più sol– tanto l'esposizione ordente cd enratica del programma dalla linea grandiosa, ma diventa sempre più polemica o battaglia contro gli uomini o i partiti che si ergono di. nanzi al sogno avventuroso per contendergli l'aire. Lo discu~sioni sono i grandi riflettori che illuminano i problemi umani e sociali. E l'Inghilterra è il classico pncso della discussione sostanziata di ratti. Dai fatti le idee; dall'esperienza J)rntica del passato la condotta per il presente e per l'uvenire. Ohi voglia perciò porre un nuovo problema o.Ila coscienza inglese, dovo presentarlo in tutti i suoi Mpetti ed elementi positivi, e proporne soluzioni pratiche, o dall'apparenza praticn 1 i cni risul– tati siano, o paiano, tangibilli e facilmente determina• bili. ~; quello che ha cercato rli fare Chamberlain a proposito della questione fiscale, e che, con lui, banno fatto quanti se ne sono di poi occupati, in un senso o in un altro. 1:gli procede da alcuno grandi e generali constatazioni di fatto 1 e su questo erige il suo edificio. La sua prima osservazione è rh·olta ad un confronto rra il progresso economico, commerciale e industriale, compiuto dall'Jnghiltcrra negli ultimi sessant'anni, e quello compiuto dallo nitro nazioni civili. 11 risultato del confronto è che siffatto progresso fu proporzionalmente più lento in Inghilterra che altrove. Quale ne è la Ct\u<;a? E\•identemente, ri-iponde Ohamberlain, la causa sta nel liberismo inglese e nel contemporaneo protezionismo degli altri paesi j perchò l'Inghilterra lascia generosa– mente aperte le porto ai prodotti cliquesti ultimi; mentre dappertutto sono alzate barriere doganali contro i pro• dotti inglesi di esportazione. E poichè il protezionismo dei singoli Stati cre11. e sviluppa le singole Industrie na– zionali, riesce oramai dirflcile e spesso impossibile al– l'Inghilterra vincere la concorrenza su questi mercati o F-maltir\'i i suoi ))rodotti. Di, piì1 le Industrie cosl pro– tetto divengono talYolta tanto prosperose, che, confortate dall'aiuto di una marina mercantile rapida ed econo - m!co.,arrivano pe1·ftnoa disputare all'lnghilterra i più lontani mercati 1 i mercati stessi dello sue Colonie, o spesso a soppiantarla là dove fu un tempo unica domi, natrice. Questi ratti, e tutte le loro conseguenze, sono comiderati da Ohamberlain sotto l'angolo \"isuale del protezionismo o del liberismo, e collegati, come effetti diretti, all'uno o all'altro. La cosa ò di una semplicità meravigliosa; e questa semplicità, o semplicismo, o em– pirismo superficiale, sempre cari, purtroppo, alle folle odierne, pcrcbè rispondono al grado attualo della loro mentalità, spiegano il favore con cui una parte della popolazione inglese, anche operaia, accolse nei primordt le Idee cli Chamberlain. Una più attenta ossen·azione dei ratti deve però avere co1l\'into lo stesso Chnmberlain della fallacia di questo schematismo, perchò negli ultimi due discorsi, che ini– ziarono il secondo periodo della sua campagna, non esnlta piì1 i miracolosi effetti dello tariffe protettive ed è ben lontano dal ripetere che la salvazione dell'Ioghil– terra dipenda dall'adottarle. Va più in là, Cerca di allon– tanare dal proprio capo l'accusa di essere protezionista,

RkJQdWJsaXNoZXIy