Critica Sociale - Anno XV - n. 2 - 16 gennaio 1905
CR[TJCA SOCIALE 21 ciascuna Fe<lernzione, i secoudi un numero di voti proporzionale agli iscritti nelle Cnmcrc, i quali però (è eia notarsi) sono sovente p;li slcssi operai giÀ– is<'ritti alle Foclcrnzioni. 'L'rc temi concentrarono quasi tutta. l'attività ciel Congresso: In legislazione sociale, i mpporti tra Ca– mere e Federazioni e lo sciopero gmPrale; e il dihat• tito, si sYolse sempre, pur senza apertamente con– fcs~arlo, tra il metodo'" rivoluzionario "e il metodo " riformistR ". ltcpubblicani, avvinti alla pregiudi1,inlc, anarchici, sempre in guerra col principio d'autorità, e rivolu– zio1rn.rii o neo-socialisti, come li chiamò il Rigolo, sfiduciati dal contegno dei deputati dopo lo sciopero generale, si trovarono all'unissono nella protesta ~ antistatale n· Nessun conto è eia farsi, oggi, della legislozione del lavoro; nessun uomo deve darsi agli organi che la elaborano, dal Consiglio superiore del lavoro al Parlamento. Senonchè i nostri rivoluzio~ nari, meno logici dei francesi, vogliono le riforme per legge: una legge che unifichi, nell'amministra– zione dello Stato, le Casse infortunii; una legge che impedisca l'intervento dell'esercito nei conflil ti eco• nomici; una legge che vieti il Javoro festivo, ecc. E come si ottengono queste leggi, che rispondano ai hisogni del proletariato? Forse collo studiarle, col partecipare alla loro elaborazione. <>olgio,·arsi dei dis~ensi e dei conflitti che dividono il blocco borghese in Parlamento? Oibò, ciò uon sarebbe abbastanza" ri· ,·oluzionario n· Si ottengono colle manifestazioni per le strade, coi comizi, coll'agitazione diretta. Per es. 1 per ottenere la leggo del ripvso festivo - si ere• derà che noi burliamo, ma i resoconti sono là a forno fede - i lavoratori abbandoneranno nei giorni festivi il lavoro. No sono capaci? e la legge a.llora a che serYe? l\hl, la mentalità. " rivoluzionaria ,, è superiore a questi piccoli dubbii ! La. mentalità. ~ rivoluzionaria n rappresenta la fede nel miracolo: è una sopravvivenza ata,·ica delle epoche preistoriche. Si n1ol curare la disoccupa– ;dono? Altri tentorebbC' cli studiarne le molteplici cause, contrapµonondo n ciascuna i rimedi diretti o indiretti, immediati o mediati, cho lo convengono. I " rivoluzional'Ì n non ci pensano neppure. Un bel– l'ordine del giorno, e nel 1906, fra l'epidemia di Congressi che gioconderà l'Esposizione milanese, un Congresso cli ht,·oratori autentici scogiterà i mezzi per ottenere: il diritto al lavoro a tutti i nati di donna dai 15 anni in su, un sussidio alle lavoratrici puerpere e la pensione ai sessantacinquenni; tutto ciò nel termine perentorio di anni cinque! ]~ il ùongrosso - colh~ massima serietà - girò la doli· bornzione al Seg-retariato internazionale. Di guisa che le riforme non costano nè pensiero nè sgobbo: si dà fiato allo trombe e le mura di Gerico precipi• tana al suolo. La coerenza, fortunatamente, non costituisce oh· hligo pei Congressi. La stessa Assemblea, che pren– deva deliberazioni così sbalorclith'e, riconosceva - nella prima giornata - nella legislazione sociale un mezzo per l'cle,•amento morale ed economico dei lavoratori e discute,'a i difetti ciel libretto di paga. lnsi.~teva - nella seconda giornata - sulla nere8· siti\ di regoh,re per legge il hworo in risaia, sul prohivirato agricolo, sull'abolizione del dazio sul g-nrno, rimandandola per una discussione più ampia, insieme alla riforma tributaria 1 ad Altro Congresso dì Leghe, cli Cooperative e di Mutue, da tenersi entro l'anno. . .. n terzo giorno si pigliarono a discutere i 1·app01·ti fra Camere di lavoro e Federazioni (li. mestieri. For· malmeflte sarebhe ora obbligatorin. la iscrizione degli organizzati acl entrambi questi organismi; C'OSÌ un referendum ha deciso, ma la prntirn è ben di• versa, sopratutto porchè le Camern del la\•oro non ne vogliono sapere. Talune porehò trovano lo Fede· razioni aliene dalla politica o troppo riformiste o socialiste (così I(' Camere del la\'oro cli Homag-na, 11irctte- da repubblicani, osteg-giano la Federazionr dei contadini che a Bologna accettò il principio della socializzazione della terra, la Federazione edi lizia di cui è anima il socialista Quaglino, ecc.); tali altre, dirette da anarchici - por esempio Car· rnra - in nome dell'autonomia localo nella con dotta degli scioperi ; altre ancora per motivi pili prosairamente finanziari. Il no8trO proletariato (· povero, la quota mensile dev'essere minima l'ie si vogliono i grossi quadri; S(' si ha da pagare alla l•'ederazione, i soc-i scappano dfllle Camere. La " ri· voluzionc n non esclude queste preoccupazioni un cantino bottegaio. Le ragioni dello l◄'ederazioni - la cui funzione vuol essere coordinahi ma distinta eia quella delle Camere - furono svolte dal Yerzi della Federazione metallurgica. Alle Camere del lavoro deve sottrarsi ogni inge– renza nell'azione di resistenza. Nelle industrie a ca– rattere nazionale tmetallurgicfl, tessile, ccc.) le aziende si " trustificano n o si sostengQno mutuamente anche da un paese all'altro. l3isogna quindi contrapponi Federazioni nazionali; solo queste possono dominare tutto il campo; esse solo, per esempio, sono in grado di opporsi a certi piccoli scioperi locali che, coinvol• gendo, per solidarietà, la disoccupazione di migliaia di operai, si risolvono in sicuro disastro. Anche, es:,e soltanto possono contra~tare alle tendenze egoistiche cli certi gruppi di lavoratori, come gli operai dei tabacchi che provocanò il licenziamento dei cassettai per prenderne il posto dopo le 7 ore cli orario nella .Manifattura; come certi metallurgici governath·i che, godendo anch'essi un orario privilegiato, impie– gano lo ore supplementari nella concorrenza ai me– tallurgici dell'inclm;tria pl'ivata; come tutti quei la• "oratori dello Stato, i cui migliorarnC>nti andrebbero a carico, in definitiva, dei lavomtori cosidetti li• bori. Altri còmpiti, non meno importanti, sebbene d'in– dole locale, rimitrrobbcro alle Camere del lavoro. Promo,•endo Cooperative di consumo, premendo sul Comune per la abolizione dei dltZi e la costruzione di case popolari, impediranno che gli aumenti di salario conquistati dalle Leghe siano elusi dal rialzo delle pigioni e dello sussistenze. Collocnndo i disoc• cu1>ati, disciplinando le migrazioni interne, combat– teranno la piagi~ ciel /..Tumiraggio, alla quale si dc• vano tanti eccidi di proletari. I.a loro aziono - scernrata clalht resistenza - riuscirebbe un'azione integratrice, e conserverebbe loro maggiori sim1}Rtie e una più sicura influenza sui 1>0teri locali. F'ra chi voleva tutto per le Camere ciel lavoro e nulla per le Federazioni e ciii propendeva all'opi– nione oppostn, si insinuarono i pal'ori intermedi: coordinamento, sia pure, e ohh\igo della doppia iscrizione, ma semplicemente obblig-o morale: o suh• ordinato a serie garanzie che le l·' eclerazioni d iano di \'ihtlifa e cli hnse finanziuri1t; o eccettua.ti d«l· rohhligo i ferrovieri, i lavoratori della terra . C" i lfn oranti delle piccolo industrie e dell'artigianato. Ma gli anarchici, i repubblicani e i " rh'oluzionari ,, sostennero in genorn l'autonomia e la. non obbligato• rictà, e rivendicarono alle Camere ciel lavoro - dove han fatto il loro nido - l'azione cli resistenza e la lotta ad oltranza, senza la quale esse, a loro avviso, perderebbero ogni forza ed ogni ragion d'essere: e ru un oceano di parole, un diluvio cli pregiudiziali, di mozioni, di invettive, di interruzioni, nelle quali il preconcetto politico e le tendenze personali do·
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