Critica Sociale - Anno XV - n. 2 - 16 gennaio 1905

CRITLCA SOCIALE 31 su delle sensazioni morbose reali un sintomo affatto imaginario. Se si sopprimesse in tutte le malattie reali la parte di costruzione recata dal Uworio psichico dell'ammalato, certamente si attenuerebbero assai, e ciò che si toglie– rebbe sarebbero sovente i segni più penosi, i dolori, le anestesie, le impotenze. Vimaginazione, accesa dal timore, aggrava malattie reali, spesso anche ne crea di pianta. Conobbi un giorno una fanciulla elle da parecchi mesi non si nutriva più se non di qualche sorso di latte. Elln era in un tale .stato gastrico e generale da non poter più sopportare neppure la minima quantità cFacqua. Ma l'esame mi convinse che la causa del male era purament.e psichica, o me ne assicurai facendole bere in mia presenza - le dissi - un potente nnestetico gastrico, che, in verità, non era so non acqua pura. In seguito, convinsi la giovane am– malata e la famiglia che ella non aveva alcuna affezione organica e che doveva alimentarsi o digerire perfetta– mente. E la fanciulla, in pochi giorni, riprese il suo re– gime alimentare pa~sato e tollerò qualunque alimento. In questo caso ancora, il colpevole era l'educazione. A\'C\'IUIO lasciato che quella fanciulla seguisse, senza mai contrariarla, tutte le sue inclinazioni - anche quelle più opposte a una vita armonicn, e poco mancò ch'ella non morisse schiava delle proprie emozioni. Le donne vanno soggette - come suol dirsi - ad attacchi di nervi, attacchi che i medici chiamano crisi di isterismo 1 le quali non sono se non violente reazioni emozionali, mantenute dall'imaginazione. Allorquando un incidente doloroso la colpisce, o teme soltanto di ca· dere in crisi, la paziente entra in .una serie di convul– sioni, che traducono, amplificandolo, un gran dolore ima.– ginario. Questa strana malattia si imita facilmente, cd è quindi molto contagiosa. La causa reale sta tutta in una cattiva educazione del soggetto che, sovente, è una giovane che ha presa l'abitudine di tradurre i suoi sen– timenti in modo così disordinato. Questa nffozione scom– parisce non appena il medico è giunto a convincere l'ammalata ch'ella può evitarla. ... Un'educazione viziosa dell'emozione conduce ai turba– menti nervo5i, alla pazzia, a una vita fisiologica disgra– ziata, causa di una miserabile esistenza sociale. Chiunque, erodo, avrà potuto osservare indh•idui do– tati di molta intelligenza e di un'istruzione superiore, che vegetano in situazioni subalterne. lo ne ho potuto seguire ed esaminare parecchi; e sovente ho constatato in essi avarie profonde, acquisite in famiglia o in certi ambienti sociali. Essi non sanno dominare in alcun mÒdo i loro desideri, e, a rischio di compromettere benefizi lontani, maggiori e durevoli, non rifuggono mai dal go– dere i piccoli vantaggi immediati. Costoro sono privi di freno, non hanno il potere di dominare i propri istinti e i propri desidert; essi cadono nel vizio e nel delitto ... Qualcuno tra essi crede che la intelligenza pogsa supplire la morale. Ora, se si eccet– tuano i rari cilsi in cui un vero genio è servito da cir– costanze eccezionali, l'amoralità è al contrario una sor– gente cli sventure per l'individuo. Io credo elle l'educazione morale sin sovrana, .salvo i casi eccezionali in cui un organismo mentale troppo difetto:;o impedisce l'azione dell'esempio e del ragiona– mento. In questi ultimi tempi, si è molto abusato della. no– zione <1é11'ereditàe della somifatalità dell'organizzazione prima. 11 temperamento può cssero modificato, e pilt il morale che il fisico, poichè l'intelligenza è più instabile e me110profondamente fissata delle altre funzioni. La malattia e il vizio sono sovente il prodotto di una cattiva educazione. Le cattive abitudini <li pensiero con– ducono a turbamenti mentali. Vi sono individui che, a forza di cliscutere 1 si creano uno spirito paradossale e falso che diviene una vera informità. Un mariolo, una prostituta, un ladro, sono in gran parte i prodotti d'una educazione viziosa. Bisogna perciò cominciare per tompo a dare utili abi– tudini all'emozione. La letteratura, in questo senso, può avere un'azione buona o nefasta. Quando la piega è presa 1 il còmpito dell'educazione è più difficile, ma è sempre possibile. Io so che, per il pubblico o anche per certi medici, la pazzia è uno stato morboso che non si può nè pre– venire, nè guarire. Ora, questo dogma è falso. Molte malattie mentali sono il risultato <li un'igiene fisica vi– ziosa. Esse non sono se non cattivo abitudini di pen– sicro1 che si JJOssouo evitare - al momento della for– mazione dell'essere giovane -- e 1 in una certa misura, modificare più tardi. Ma occorrono allora, nel medico, l'istruzione reale e le attitudini di uno psicologo o In convinzione 1 senza. la quale non è possibile ottenere qualche cosa nel dominio morale. Una. cattiva educazione dell'emozione può condurre a disordini mentali. Viceversa, il dominio cli sè, sovente, può ritenere gli individui sullo sdrucciolo. Ebbi poco tempo fa notizie di un uomo che conobbi al manicomio di Genova. Oggi, occupa. qui a Roma. un importante ur– flcio. Egli mi ricordò l'influenza esercitata su di lui dal prof. Morselli, che gli ripeteva so,·ente: 11 Basta volere per guarire n- l)er faro un uomo, non basta l'istruzioue, occorre an– che l'educazione dell'emozione. Ho dinanzi agli occhi un giovano male allevato in una famiglia di nevropatici 1 le cui conoscenze letterarie e scientifiche sono molto sviluppate. Egli parla con una grande erudizione della storia delle dottrine filosoflche, sa scrivere in buona lingua, compone buona musica e dii)inge con molto gusto. E, tuttavia, conduce una vita miserabile, dominata da paure morbose - che egli sa assurde - come quella cli poter.ji avvelenare toccando gli oggetti pit1 comuni e di non poter resistere alla ten– tazione di gettarsi sotto le ruote di una vettura che passa. Talchè egli dev'essere sempre sorveglialo ('Ome un bambino ... Un'educazione appropriata. avrebbe t('m– prato diversamente questo spirito superiore 1 incapace di una direzione autonoma. Questo spettacolo di una intel– ligenza colta, sottoposta a una volontà puerile, è qualche cosa che offende la dignità dell'istruzione. . * ,;; Tutto ciò non è che qualche cenno della coltura del– l'individuo che, cosl dal punto cli vista fisiologico come sotto il rapporto morale, gli insegnerà la difficile arte della vita, certo assai più importante ohe non la cono– scenza della cronologia della guerra dei trent'anni. L'influenza preponderante dell'educazione, così come io la concepisco, è una delle mie convinzioni e una preoccupazione nei miei studt. Tra un mariolo e un uomo onesto che occupa una situazione onorata, tra. un individuo sano e un valctudinario, sovente, non si ha che la differenza dell'educazione. L'uomo medio è un buon piantone; e il buon giardi– niere, con un po' di applicazione e di intelligenza, ne potrà trarre i frutti che vorrà. ÙUOI,IEJ.~10 l;VANS.

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