Critica Sociale - Anno XV - n. 2 - 16 gennaio 1905
CRITJCA SOCIALE 27 tempi stata condannata la moggior parte degli uomini nei regimi rondnti sulla forza, sull'autorità e sulla disu!;unglianzn, ha creato da secoli - in tutte lo animo genoro-;o il duplico bisogno 1lella Iibertil o della giustizia. S'ò detto che il cri-itln.nc~ imo primiti\•o crn già dal punto di ,•ista morale una Acuola di democrazia. Ciò è \'Oro, so si tratta solamente di renliz• r.nro la clemocrnzin dopo la morte i polchè, su questa terra, la Chiesa sembra non (l.\'Orno mal permesso In RJlOranzn. r,: occorso il ris,•eglio dello spirito d'e~nmc (la Rifo,.ma) afflnchò divenlsc;e pO!':Slblle la criti<"n incllpendentc delle istiluzioni religio~e e politiche.,\ 11ora soltanto nasce la nozione della J}ersona 1w1a11a1 la c1unle, coi lumi della ragione, va rintracciando le condizioni del proprio S\'i– luppo e dei rnp1)orti di diritto o di rutto colle nitre per– sonnlltò. uma111J.Questo spirito critico d'csnmo conduce rnplrtnmente alla impos'!ibiiitò. di distinguere in Une<tdi <li1·1lln tra i titoli di due esseri umani alla libertà. e alla giu<1tizia. La fllosofla di Condorcet o di Rousseau trae da questa concezione puramente razionale le con:,O– guonzo politiche e sociali, e pre)lnra qli animi alla Ri– voluzione. Nel medesimo tempo la maccbina so~tituisce sempre plt'1 la mano dell'uomo; con essa ~I accelera la sostitu– zione della rortuna mobiliare a quelln immobiliare. Ln proprietà territoriale, segno fls'io delln potenza dello Cln'ISI nri➔tocratichc 1 diminuisce d'lm1>ortanza 1 mentre si accresco il potere del denaro, for:t.R nio!Jllc che - tra !Jrc, 1 0 - potrl~ rare di ciascuno di noi un pndrone. lnvano I ricchi acquistano i titoli di nobiltà, in\•ano i nobili ,·turno In cerca cli doti: l'antico equilibrio non può ormai phl rlsta!Jilirsi. Le mao;;sesono condotte nelagglomerar.-.i nollo oftlcine e nelle cittìl; e,-se acquistano una co-.cicn,m ognor più grande della loro forza, inll)arano a conoscer,.;i 1 ad agire collettivamente e a sentire democrnticamcnle. li fatto democratico, adunque, semlJru ormni inelut– tnbllc. :M!\ si tratta solnmcnto di un fatto brutale o anche <lolla. rnppresentazione di un'idea g\u<tta cd utile all'u– manità? ln altre pnrole, è ,·ero che la democrazia sia - come pretendono certi nuo,•i teorici della politica - un segno di regresso verso lo stato Inorganico e bnr· baro; che sia contraria alle leggi naturali dell'eredità, <lolla cliffereuziazione, delll\ selezìc,no o della concorrenza vitale? 1,. Bourgeols risponde negativamente, o si sen·e nello suo argomentazioni di molte ideo contenute nel bel libro recente di Bou gl(,: La democrada arcmti la scienza. Aniitutto, I regimi fonda.ti sulhl clirnguaglianza non J>O.isono invocare la leggo ,l'eredità ))Or rarno pesare In fltlalità, sulla società umana. Tutte le aristocrazie dego• nera no rapidamente: le élites non possono mantenersi che traendo dalle mas~I popolari gli elementi tli uni\ continua rinno,·nzione. xe la leggo della differenziazione organica può applicarsi e<1attamente ai rnpporti umani. Se In dh·isione del la\·oro è fuore,•ole allo .,,,iJuppo della produ,done mat€'rinle 1 e~sa è lungi dall'C~'iere sempre tale allo svilu))pO intellettuale o mornle dell'indi,•iduo. La differenziazione organica è d'allrondo una divisione di lnvorn coattim: essa suborllinn, o trngrif\ca anche, ltl vita di certi elementi nll'nccresclmonto o o.Ila sopra\'vi~ ,·enza di certi nitri; e questa forma di schiavitù non J)UÒ 1>lù oggi, fortunatamente, esiìere difesa. Quanto alla le~ge della selezione, nC'isuno ormai pen'la più cli c<!ntestare che nell'aggregato umano le associa– zioni di ogni genere nnno sostituendo l'unione per la \'lta alla concorrenza indh•irtualE.'. D'nltronde le scienze biologiche, come tutte le altre Sl'ienze fl,.lche, c'insegnano Hollanto che ci sono delle forzo naturali, in violazione dello quali non si pui> n,:i-ire; ma ò proprio all'uomo ti! 'IOnlrsi precisamente delle ICJ.,fgi unturali a fine di rea• llzzaro l'i<le(I, mediante la quale ('gli si libera dalla ~er– ,·lli, delle cose. 1,n democrazia non nel,(a la for1.a 1lell'eredità, ben:sì la utilizza per traim10ttere alle generazioni future le qualitì~ flslrhe 1 le attitudini intellettlrnll, le abitudini sociali lentamente acqui ..ite dagli antenati. E'l,a però non in– tf'ntle 'ien-if'iene corno i,trumento di ronzione per arre- dare lo svilup1>0 di coloro che meno fortunati non J>O"sonommfruire delle acqui<1i1.ioni del pno;'lalo. i,:.. !Òjaspira ad a<;sicuraro a tutti i vantaggi dell'eredità fa\'orevole, evitando por tutti i mn.11 dell'eredità nociva. Lfl domocrnzin, nonchò negare I!~ logge rii differen– ziazione e clolla concorrenza vitale, \'uole trarne partito per conrlurre, più ,;icuramente, la. !IOcietò ,·orso la giu– <itìzla. L'autorità, la disuguai:lianzn 1 la casta, la cla'i,e, non sono forse tanti o,tacoli alla differenziazione nntu raie degli uomini, dappoichè in tal morto si ,·iene ad aumentare o a rliminuire artiflcialmcnt(' lf'., chrmrts di R,·l1up110che ogni essere aHebbe trovato nella libertà? La democrazia, d'altra parto, non dimentica che la legl,{e d'o,·oluzione non è concepibile se non è Integrata dalla lf'ggo di coordinazione e di solidarlet~, colla quale si sta blll'ice l'armonia e si formula la sintesi della !Jìologia generale. Lo società non si e,•ol\•ono che allorquando tutti gli elementi di esso concorrono vcrdo una meta comune. Q11estacoordinazione è maggiormenlo nece'i,aria, allor– quando si tratta nou di clementi puramente organici, ma cli unità autonome, dotate di rngione e di , 1 olontà Se tale coordiuazione può essere brutalmente impos1a ngli elementi inco~cienti d'un OrJeani'imo, nelle soci~tìt unrnne non può ottenor;;i che mediante il libero accon– Rentimento. Un 1 nssociazio11e 11011 può durare e ~vllupj,arsi se uon \'I ha accordo riflesso cli tutti sul suo obbietto. Dando alla 11ocietàumana quc,to obbietto: la. giu'itizia; - ti• conoscendo a tutli i ?<1UOi mcmliri la libertà di dis.:utere t1le obbietto e di acconc;entirvi; a'l1,;icurando a tutti la libertà dello 1n 1 ilU))))Ointegrale fino al punto O\'C la giu" ìti1.ia stessa permette di ec;tcndcr-.1; la democrazia soddisfa alle necessità di tutte lo leggi naturali, obbc• dondo. nello stesso tempo, alle pre,crizloni della leggo morale, ch'è la ragione d'e,;<iero di ogni associazion'e costituita tra. esseri co~cienti. Potrà clir:ii che una tale impresa ò ))iena di pericoli, che è pili diflicile di fùndnre un 1 orgauizznzionc sul con– senso della folla innumere\'ole che sulla \'Olontà riflessa di qualcuno Noi rispondiamo che non a!Jbiamo il diritto di arrco;tarci dinanzi a questi o'ilacoli, qucmdo la ncccs- 111tàmorale ci Impone di sorpa<1sarll. E l'onore dell'u– manità di perseguire il suo ideale a traver.;o le difficoltà crc.;ccnti della comple'l'lità. delle co~c. Certo. è più diffl· elle edificare 'iulla ragione che sulla forza; ma ciò che ù basato sulla forza è nece.-1.~ariamontevariabile come l'interesse, mobile como le IHl~!!iOnl, ognora senza tr('gua o senza domani; solo ciò che ù fondato sulla ra– gione, ha la certezza e la stabilità. e. m. ...-11 Jn'O.~.~imi111ontri: l Sc~r('l1trinti operai dl'lle orgnuizzazioni sol'ialiste tedcsth<' d, I 11rof. FAr:-.To PAOI.IARI.
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