Critica Sociale - Anno XV - n. 1 - 1 gennaio 1905
CRITICA SOCIALE specie di polarizzazione sociale. Jn questo tipo medio è lo stimolo o energia sociale, che ba la propria rappre– sentazione in una idea, che è idoa. sociale. Nei limiti di questo fenomeno non abbiamo ancora Par.ione sociale; J>ercbè essa si verifichi occorre che questo primo periodo di autonomia dei singoli individui sia superato, occorro la formazione dì un elemento in cui essi si congiungano materialmente o psichicamente, occorre cioè Porgano sociale. Non tenteremo di dare qui una classiflcazione qualsiasi di questi organi, che diremo anche forme so• ciali; noteremo soltanto che i limiti 1 dentro cui possono essi variare per natura e per funzione, sono amplis– simi: è una forma sociale l'uomo di genio, come sono forme sociali un esercito, un Parlamento, un Cougresso, un'accademia; essa cioè può essere costituita da uno o J>Ocbiindividui come da un corpo numeroso, una specie di societlL nella società; essa può avere per sua fun– zione l'esercizio di un'azione materiale, economica o psichica. La forma sociale esercita la sua azione ftnchè persistono gli stimoli individunli che l'hnnno determinata i colla di– minuzione o colla scomparsa di questi, la sua ragiono d'essere perde di valore o viene completamente a man– care. Se la forma sociale, J)erduto il suo naturale fon– damento, persiste o si vale di quelle energie, che in essa ha accumulato l'ambiente sociale, per es1>licare azioni da questo ambiente non determinate o non ri- · chieste, si ha un caso anormale, patologico nella vita della società, che può essere una aberrazione indivi– duale più o meno innor:ua e ridicola, come anche una tirannia ed una calamità. sociale. Nell'epoca presente, abbiamo esempi numerosi di tali anomalie, che sono nient'altro che persistenze di forme sociali altra volta legittime e fisiologiche: basterebbe citare le sette reli– giose, le caste nobiliari, 11011 poche forme rimaste nella struttura politica degli Stati. L'insieme delle forme costituisce, in un datQ momento storico, l'organismo sociale. In un primo periodo della Yita della società queste forme hanno una esistenza di breve durata, circoscritta alla esplicazione della sola azione che lo ha determinate; in seguito, alcune di esse si adattano all'esercizio di tutta una categoria di azioni sociali corrispondenti a bisogoi individuali estesi, co– stanti o riproducentisi con intermittenze, e si hanno le forme permanenti, come quelle che costituiscono gli or– gani principali degli Stati mo,tcrni: corpi legislativi, cor1>iesec11tivi, esercito, gi11stizia 1 in generale i così dotti istituti sociali. Anzi si !)UÒ affermare che in q11esta ten– dem~a. a persistere è la legge generale di vita delle forme sociali; ma ciò non vuol dire che tutte riescano a conservarsi; come avviene delle SJ)ecie biologiche, al– cune scomJ}aiono dopo un breve periodo cli esistenza, altre hanno vita illimitata, cert11ne, pul' apparendo vi– tali e rigogliose, sono condannate ad una fine non lon– tana. Nelle epoche passate, ad esempio, l'esercito non aveva continuità. di vita, ma si costituiva tutte le volte che doveva compiere un'azione; negli Stati moderni abbiamo invece un esercito permanonte. Così è avveuuto per i corpi legislatiYi, di cui gli attuali Parlamenti non sono che la forma permanente, evoluta dalle forme le– gislative transitorie, ohe si costituivano tt1tto le volte che un principe o un popolo deferivano ad un gruJJJ>0 di individui l'incarico di coordinare in legge consuet11- dini e normo imposte dal ,•ivere sociale. E gli esempi si potrebbero moltiplicare. Data tale costituzione organica della. società, risulta e,•idente la dinamica doi fatti sociali. All'inr11ori e come substrato a tutte le forme costituite, esii,to la grande massa sociale, un indistinto da cui con processo con– titlUo emanano energie e forme, cioè l'orgauismo, cioè il distinto sociale. Ogni nuovo bisogno o energia sorta in quella massa, o si esplica in azione sociale attraverso una forma esistente, o, non trovando la forma adatta allo scopo, determina la costituzione di una forma nuova; e siccome i fenomeni umani, al pari ,H tutti i fenomeni naturali, si svolgono nel tempo, alla comparsa di un bisogno nella massa sociale non corrisponde una immediata reazione nella forma, sicchè questa, in un determinato momento, rapJ)resenta i bisogni e, più ge– ueralmente, uno stnto trascorso della vita sociale. L'or– ganismo sociale costituito non è mai perfettamente adatto alla vita sociale di un'epoca, e lo è tanto mono quanto più antiché e pili immobili sono le forme di cui esso si compone. Ciò dà un criterio positivo di giudizio della bontà di una organizzazione sociale: questa è tanto migliore, quanto pili grande è la rapidità con cui le forme rispondono ai moti della massa e li esplicano. La vita doll 1 orgauismo sociale è in questo moto, per cui le azioni della massa si concentrano nella forma, pnssando dall'individuo uomo all'organo sociale, e nel moto che si esplica coll'azione della forrna 1 cioè col ritorno dall'organo sociale all'individt10. Moto centripeto il primo, centrifugo il secondo, una specie di pulsazione ritmica che si completa in un ciclo, come la circolazione del sang11e nel corpo animale, o per la quale, senza metR.– fora, può dirsi elle anche la società vive. F11oridi questo ciclo, se possono esplicarsi le azioni di uno o pochi individui, non p11ò mai esplicarsi un'azione capace di rinnovamento sociale; questa deve sempre scaturire da quella grnnde massa non organizzata ed oscura, che è il serbatoio fecondo di ogni avrnnire sociale, e da cui di tauto in tanto si estolle una corrente, una. ondata, che è il germe della storia futura. Quando l'Impero romano, forma gigantesca per esten, sione geografica e JJer quantità di energia sociale, che nella storia tiene il posto te1rnto in paleontologia dai sauri giganteschi dell'epoca secondaria, quando l'Impero romano ebbe espletata la sua funzione, fu dalla umanità disorganizzata e barbara che lo circuiva, e dalla molti– tudiue amorfa degli schiavi, che ebbe origine quel rinno– vamento politico, economico ed intellett11ale che costitnì il medioevo. Quando le vecchie forme politiche medioe– vali diveunero impotenti a raJ)presentare ed es1Jlicare le correnti sociali determinate dai nu11vi commerci e dalle nuove industrie, fu ancora. dallo stesso serbatoio che sorsero le attuali forme politiche ed economiche: la borghesia si distaccò allora dalla massa anonima per costituire i nuovi organi della. vita sociale. Ora è la volta del proletariato: esso fa in questo mo– mento la. sua prima apparizione nella storia 1 e noi assi– stiamo all'inizio di di uu fenomeno sociale, di cui non sappiamo dire lo svolgimento e la durata, ma che per molti carattel'i si a1111L1ncia grandioso. Il movimento pro• letario è ancora al fondo della società, e su di esso sovrasta intatto e rigido tutto il complesso organismo che le eJ)oche precedenti hanno innalzato. Tutto il la– vorìo intellettuale degli ultimi secoli, che non ha uguali nella storia, e le J)articolari condizioni di libertà, non mai verificatesi nel passato 1 in cui può svolgersi questo moto, danno ad esso tali caratteri, per cui si differenzia da tutti i grandi moti sociali precedenti. ln primo luogo, il movimento proletario non si pre– senta come una forza ·cieca della storia, ma come con– sapevole di sè e della. sua funzionej in esso non è una
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