Critica Sociale - Anno XV - n. 1 - 1 gennaio 1905
CRITICA SOCIALE 13 LECONDIZIONI DELLA MARINA MERCANTILE e l dove1·l dello Stato Il'. Oonr·ltudou/.<1 Esaminiamo anzitutto il problema dello sovvenzioni por i NCn•izi postali. In questo campo le critiche degli on. Betlolo e Pia,:?gio al sistemo finorn. SCA"uìto sono troppo Pvi– dcn1i JJC'rinsistervi a lungo, I servizi postali marit– timi ~ono ora congfobati - nei riguardi delle sov– \C'nzioni con quelli C'ommC'rcinli,e per entrambi hL Ninig-azione. Genornlc ltalinna 1>ercepisce circa 10 milioni ,mnui, che formano un quinto dollCI :-!U(' cntrute, o hanno permesso alla Società, nono– stante la inferiorità del suo 111,viglio, ricordata noi SC'Condopfnngrafo di questo scritto, cli far salire lo proprif' azio11i da L. 300 11 L. 4 70 o distribuire un utile' <lei 10 % circa sul capitale realmente versato. Di queste conYenzioni il senatore Piaggio, che per non• nnni diresse la N. O. 1. 1 scrh·e che esse " non C'Orri8pondo110affatto allo scopo per cui furono i~ti– tuit<', nè al bene inteso interesse della ocidà e~erc<'nt<', e ancor mono al sacrificio cui lo Stato si :;ohharca ,,. I~: oramai indiscusso che ò asHolutamente impossi– bile che unu. sola Società cli Navigazione possa prov– veder{' alle esigenze cli lince marittime così diverse romo quelle- clell'Estr<'mo Oriento rispetto a quelle fra Civitn.vecchia o Golfo Ara.nri, frn. Li\·orno e l'Isola cPElhn.; din•rse non pure per lunghezza, ma per la natura stessa dei traffici ('ui sono adibite, talchò, mrntre <1ueste ultime rappresentano un prolunga– mento dellu. ferro,·ia per tras1>orto esclush•o di 1ms– seggieri, di corrispondenze o di piccoli colli, le prime sono arterie cli grandi commerci internazionali per lo scnmhio di grandi quantità dello merci più di– sparate. Così si presentano completamente accettabili le proposto cl<'gli on. Hcttolo o Piaggio di ridurre lo stunzinmC'nto pei servizi postali nl minimo possibile (o forse i 5 milioni da loro proposti potrebbero an– cora. subire qualche diminuzione) e J)f'!' le sole linee Jl"lle qunli i traflìci sono av,•iati e rimunerath•i. Queste> linee dovrebbero essere divise in grur>pi dislin~uendo fra essi le due linee Napoli-Palermo e Ci\•itavecchin-Oolfo A r1rnci 1 por le quali il servizio ,·orrebhe e"Ìsere cumulativo, !H'r pas~eg.gieri e bagagli, l!Onqu<'llo ferro,·iario, NI esercirsi dalle aziende fer– roviario stesse - con unico documento di Yiag:rio da qualunque stazione del continente per le due isole o \'iceversn. Oli altri tre gruppi cli linee dai vari porti del con– tìnrnto per la S11rdo1,:na, In Sicilia e le isole minori clovr<'hhno essere U!ò!~e:rnati fl distinte ocietà, cia– scuna cl<'IIO quali, speriulizznndosi in un determinato e ristretto numero di linee, potrebhc - sotto !:.i ,•i– gilanzn dello tato in ha!ie a clnusole rigide dei contratti di so,·venzione - 1q>portare nell'esercizio ~li eshe tutti i perfC'zionnmonti, tutte le comodità che Il progr('S!iO ha oramai irnpol'!tO in questa specie cli uavig-nziono. Lo 1mv,•cnzioni per riascunn Società sarebbero sta– bilito in hnse Alla lun~hozza dolio lince da percor– rersi e al reddito dello 8tes1w. Q~•f'sto sistema rior~11nizzorobbC' complctnmeutc i Hmvizi postali indispensahili prr la ronfigurnzionc g-eogrnficn della nazione o costituirebbe una rete di comunicazioni rapido o comode trn il continente o le isole. 111\'f'lflCAt1~1 nrll'•nn•1• prt't'Pdt·nll' I numeri IIHt e l!S. pagine !~3 "IMI. . . . Oli nitri prohlemi rig-trnrclanti l'incremento ch:lle costruzioni nantli, e dei trnsporti marittimi per parh• dol no!:ltro 11!1\'iglio,credo possano unin1i in una crnt• taziono uni('a. Le pro\'r ucldoUc e do! personale marittimo e dal– l'on. Piagirio stnbiliscono in modo indubbio l'infe– riorità ,Jellu no!itra nutrina mercantile, sì in faho di costruzione, che di navigazione, p<'r cause naturali e non dipendenti dal ('llpri('Cio o dalla speruluzion(' di ah-uno, cli frome alle ultre marine estere, le <1uali rie~cono R toglier<', noi nostri porti, alla nostra h1.rn– diern, buonu metil del traf1ìco 1 delle merci e d ('i pus~eggrri. Così stundo le cose, non stimo possibile, dal punto cli vistu do! proleturiato e del socialismo, ricorrere nl rreclr, intrnnsigontemonte e ancho inumanamcnto lihcristu, e !Asciare cli<' lo rnnrine estere - che godono di condizioni privilegiate tali da. battere in (.'01\C'Orrenzala nostra - trionfino e riescano anche a MOfforArccompletamente la nostra atti\'ità mari– narl'RCn o ad acca1>armrsi tutto il traffico dei nostri porti. Que~ta concorrenza arrenata ))UÒ bensì produrre qunkhe piccolo rihas1-10nC'inoli, ma un ribasso nè si• curo, nò stabile, perchò oramai in ogni ramo di in clustrin, in un dato momC'nto, alla concorrenza sfr('– nata Rurcode la coalizione dei concorrenti, i quali con op1rnrtuni accordi ranno '-Contare in bre,,e ter– mine con aumenti eccezionali i ribassi dovuti prima concedere. l)'altrn parto invece lo misure liberiste a\'rebbcro rC'rtflm<'nte per conseguenza la disoccupazione di mig-linia di operai, che non è lecito affamare se altri, e non essi, hanno errato nell'istituire industrie non produttive 111paro delle analoghe dell'estero. Se (' ingiusto far pa:,:nre al pubblico, che cle\'C servirsi tlclln. navigazione, una piccola percentuale in pili di quello cho pagherebbe colla prevalenza assoluta clolto marine estere, ò però anche pii1 in– gim~to, por evitare un s1Lcrificio 1 che, diviso fra un grnnclo num<'ro di persone, diviene piccolissimo per cial'!cuna di esse, d1rnnogl4'inro un numero molto mi– nore, mH pur sempre ing-ente, di persone, in modo tale porò da ridurle alla farne. La politica, appunto perrhò si occu))a dei rap1>orti economici fra. gli uo• mini che \'ivono attualment{> 1 non può ridur8i allo i.forzo di inrarnare, J)N l'utile della maggioranza, un do~mu in un a\'venirc più o meno remoto, ma de\'e conciliare l'intere:o-se della colletti\'itit con quello dei Kingoli gruppi di cui e~sa si compone, e uon può pl'r ottenere un utile cli L00 lire 11nnue a 100 mila: sancire ht fame anche por sole 100 persone. rn nitri termini, pc" g-iudicnre dell'utilità di ri– forme e('onomiC'he, non hisogna soltanto tener cal– colo della proporzione numerica tra coloro che ne ,•engono danneggiati, ma benanche della misum e dl'lln. qual,tù del giovamento degli uni e del danno degli nitri. Xel nostro caso, sorn11t1UHlogli operai addetti alle otn– rinl' cli costruzioni navttli e a quelle ad esse collegate l' gli operui che nellll marinerill nazionale µrestano In loro opera, o tenendo calcolo delle famiglie che dni Biliari cli tutti questi hlYorntori traggono il loro so~tentomonto, si può, COfil, in cifra tonda, affermurn che circft un milione cli proletari Vl'drebbero la proJ)l'Ì!L C:,,i1-1tenzri prcgiudicntri diL un'applicazione rigor0Sll d1•I Hbttcnrn. lill<'rist11, poi quale le nazioni economira– rncnto più adatte ad esercitare la navigazione dovcs• sl'ro corn1>letamente soprnfl'are la nostra. Nò ,·alo il prevedere che i rn1>itali impiegati nelle imprese di navigazione i;i rivolgerehbero nd ultri impieghi più sicuri di vittorin nella concorrenza in~ tcrrrnzionale. Anzitutto, questa traslazione di capitali
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