Critica Sociale - XIV – n.21-22 - 1 e 16 novembre 1904

332 CRITJCA SOCJALE di s('uolc ronfC'ssiomtli; e non proteRta contro la ~ruola lllira nrnnch<' lui 1 perrhè non i:.i prote:1ta contro riè• clw non oppone resistrnz.a alcuna. Questa è la laiciti1 <lf'l111 srnola. sero1Hlo i ronscrvatori. E rrPdrte voi che in qu("sti inrrstuosi amori clcrico-ronscrva– tori-giolitti,rni, a rui ast,{h;tiamo in que-sti giorni, i clcri('ali filino l'i11illio 11rr i soli heJ,{li ocrhi dPI Pr<'• sidentr clrl Com1iglio:-i Presenteranno hf'n presto il conto, e la prinm ad f's:1crr ns!-.1tlita :-arà la no-.tra. scuola; r già di<'liìnrnno nri loro gfornali il nuo,·o prog-rnmmn Rroln~ti('o: In Rtato soRten,!?'a eon s.u~sicli )(' ~ruolr pl'irnte, cioè> !(o :1ruo\e clrricali, contro le 1-iC'U0IC' puhhlid1r. J,: giì1 i conserv:1tori cominciano a tronll'O rhr l'idra non è C1\ttiva. E poehi giorni sono, (1uel g-iornnlc mil11nrsc die ha la specialità delle pantofole e delle hu,CÌ<', nrl parossismo di priurn, onde fu preso dopo il Congrrsso di Homa - la paura è rome il vino, rrnd<' gli uomini sinceri (ilaritù) - i-eoprirn, un kmho <l<'ll'rmima conservatrice r chir– dc,•a che lo 8ii1to $i disfaceRse dt•lle scuole puhhlirhc e sostrncsso lo scuole private, perchè l'insegnamento puhhlico ha fatto fallimrnto. I~lo dke proprio quando lo scuolr pubhlichc Rono in un periodo di progresso pcrlagog-ico mirabile; lo dice in un paese dove tutto qurl movimento i,;ciPntifico, dH' non ha ormai più nulla da inYifliarc a quello clf'lle più prog-reditr na– zioni, è mrrito drlla cl;u1sc insC',!!nantr, che, attr11• verso a mille i:itrC'ttezzc e a mille delusioni, ha ripa– rato con la propria ahnr,!!azionr alla in<lifferenzn colpcYole dei puhhlici poteri. r1amoro,c;i a)Jplausi'. • e altre ragioni il Congresso di Homa non a,·esse AYuto per muOY<'r A'UCrrn in queste elezioni ai par– tiri con~en-ntori per sostenere la democrazia, baste• rebhe la sola politica clnicnloid<' del presente )li• nistrro a clctrrminarC' il nostro atteggiamento in <lifetrn.della lairifa della scuola. {'a.uti 1wogressi. Xel cttmpo dellit tattica politica noi determinammo meg-lio a ('r('mona IC'nostrf' i<l<'c.Facemmo un pnsso aYnnti. Uscimmo d1tll'ufformazio110 astrattR dC'lln ne– C('SRità clcll\udone politicn, e deliherammo - anche questo alla nnanimit,'i eh" In FPdf'razione si M– rehhc, sul lerrC'no politico ed f'!ettornle, alleata con qu<'IIC'or~anizzaz.ioni profC'ssionali e con quri partiti politiri, che avessero dato pilt sicuro affida– mento di potN risolvere il prohlema della scuola. :Non YOlemmo proclamarC' fin d'allora la nostra al– leanza coi Jlartiti dC'morrntici, perchè la crisi delle co"cienze non era ancora, nPlla nostra cla~se, ma– tura; perchè qu<'lla t<'ndenza d<'mocratica, che è in cin~cuno di noi per le nhitudini psicolo,!?ichc della nostra profe!òti:iione,era ancora in parecrhi piuttosto indh.tinta, e occorr~,-a a"p('ttar nuovi incidenti, nuovC' espNicnzc, l>C'rl'hè in nrnnirra definitint !-.i deterrni– rrnsse. - )fil la !:ihunpa ro11:-1('n·atrice comprese ro:-ì hPll(' d0YC andinamo ineluttahìlmente a finire, che suhito Mi ahha111l0111'1 n una nuo,·,i orgfo, di brutali assalti tli diffamazioni. 11 resultato del quale fu eh<' i soci <l<'llal•'<'(l<'rnzione da -rnoo salirono a -1800, li - mite estremo <li ~aturazione in una classe formata in tutto cli appena 7;j00 1>f'rsonc. l.'osiilifa con,errn,trice. I~ pnssù un nltr'u11110, I◄: in ('880 quante esperienze significative non si compiacque di accumulare la in• sipicnza l'enomrnale dei partiti conservatori! Alla C1uncr1.1,nrl dicemhrr 11c1s8ato, si sentirono molti bei discorsi C' non si concluse nulla. Al Senato) tutti <1uei rispettnbili vegliardi, eh(' sono come tutti rmnno la quinte!isenzn (lei l,artiti con~crva– tori, fecero a garn a prccipitanli contro di noi. M quando il rerent<' senntorr ~icola Vischi, convalid,\to dnl S('nnto a porhissimi voti di mag,:rioranza 1 volle rnrnperc In ostiliti't gl•nrn1le eontro di sè e eonqui– :-htrsi il cuoricino ben fatto dt•i suoi colle~hì, non clnYl' far altro che i1n-estirci ron un discorso scon– dtn,ionnto, volA"are per la !HH,tanza, ,Tol~aris~imo per lu forma. 1 1: riportò ,·ittoria. Son appena il Senato chhe da disrutere una ll•g,gC' riguardant<' le scuole :.('eonchtrir, lit legge prr gli esami, chi nominì1 rela– tore:-' Xominì• .Xic·ola Visrhi J)f'I' dimostrare la propria ostilit1\ l'Ontro cli noi. E ha,late che, se ,i era uomo che non do,·e:-1~e rs:oiC'r<'nominato relatore di una IC',!!J!<' su,!?li ('sami, 11u<'sto era proprio il senatore Visrhi, d('( qunlc tutti gl'in~e_g-nonti, e il Governo por il J)rimo, c·onoscono i pa!-stìcci scandaloisi in fatto cl'es,tmi p!'rpetrnti nel liceo di Trani. Applausi). Poco dopo si trnne il Congresso monan·hico di 'l'orino. Lo, 8rzionr del!l'insc~nanti di 1 1'orino chiese d'inten'C'nirvi per ottenere chC' il Congresso discu– tess<' il prnhlemn. della scuola. l◄'u messa pulitamente alla porta. 1 1: il Congresso dichiarò che il modo mi– glioro prr rh:1olvcro la questione scolastica è cli au– mentnrC' le spe!òiemilitari. perchè.• l'esercito è la scuola. della nazione. t ViriRsima il,tritù;. Sacrifici dorcrosi. .Ad ogni modo, noi ernvilmo ri8oluti a mettere per allora a tacere lo nostre rivendicazioni economiche, 1>erchè ~entinuno il clon•re di non ostacolare con agitazioni inconsulte la le_g_geper i mao.stri elemen– rnri. Se noi stavamo male, que-.;ti no~tri compagni di lavoro staYano pe.1.u~io.Inoltre ci aYevano preceduto nell'organizzazione e nell'agitazione ed era giusto che C'i prcr<'dC'!isero n('IIC conquiste. o·attra parte, il )[inistro d<'I 'l'esoro giura,·a P spergiurant che il hilancio non poteva tollenu-e che la sola spesa per i maei!tri: delitto rontro la patria sarebbe stato aprir il varco 1\ nuove spese. Ogni parola, che noi, in queste contlizioni, avessimo eletta per noi, sarebbe stata un danno 1>rl' i maf'stri. I~ tacemmo. Tacemmo and1r quundo si venne a sapere che parte delle risori!e npcessaric ad elevar gli stipendi dei maestri elemcntnri si sarebbero trovate con au• mentnro le tn!-lse delle scuole secondarie. Fra i due muli, quello di vedl'r aumentate le tasse delle nostre scuole e quello di danneggiare con una forte opposi– zione i maestri, scegliemmo il primo. 1,n, lci:gc sullo stato giuridico. J~ fummo hen lieti di serondare il }[inistro della Puhblka Istruzione, <1uando si dichiarò disposto a fare una leg-g-e sullo stato giuridico. Per noi la legge sullo stato giuridico ha altret– tanta importanz1l quanto una legg-e sullo stato eco– nomico. L,idcalc t-1arcbhe stato ottenerle entrambe insieme. Son essendo que:-.to possibile, pan·e ed era huonn politica, mrntre andaYa avanti la legge per i m11e~tri, nppi-ofittnre della SOl-ib.tnecessuria p<'r risol• Ycre il prohlenrn giuridico. Xe risultb una leg-.!re,che non ent prh•a di difetti, ma che io ho sempre rite– nuht ottima nelle sue linee fonùamenb1li, e i difetti r le os('urifa e le manranze si potevano correggere, ('0tt1t' ~ono t-ih1h' infatti corrette dalla :Federazione e dalla Commissione parla.mentat·e. .ì\lAcontro quc-lln leggo insorsero opposizioni vi– vaci: molti hl comhatterono in buona fede per i difetti che vcd(lv1rno, errando nel non tener conto dei pregi; 1rnrecchi la combatterono in mala fede, pcrchè la kggc ttvcvn troppi pregi e intel'cettava ai disonesti ogni enrril'ni. Il KirnC'r cd io, nonostante che nessuno ascssc pornto rimproverarci se avessimo taciuto, par• lnmmo, difcndr-1111110 In IPg'ge, C'i assumemmo, ~enza rih'gno idc•uno 1 tutte le nostre rei.ponsabilità, fummo procJ.unnti \"Cnduti e traditori della classe dagli

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