Critica Sociale - XIV – n.21-22 - 1 e 16 novembre 1904

CRITICA SOCfALE 331 Nominare un professore senza concorso, por le rac– comandazioni di un deputato, cli un senatore, o di un,L corolle, è commettere un doppio furto: furto a chi, concorren<lo 1 avrchhe avuto diritto all'uUìcio; l'urto alla scolaresca, la quale si vede privntn di un insegnante ottimo 1 ed ò uhbnndonata ad un uomo, rhe elevo avere un troppo scarso senso morale e una eoscicnza troppo bassa del proprio valore 1 se ha ce,·· eHto di ontnuc nella scuola por mezzi obliqui, sfu,g– genclo alla via maestra dei concorsi. E lo stesso si dic;-i dei premi, delle punizioni, dei trasferimenti. ~; questo, come diccYo: un prohlema che toccn anche gJi interes~i della nazione. Pcrchè uno clri mezzi pili efficaci, che usi il potere esecutivo per corromp('re la vita parlamentare, ò il faroritismo ammini::;h-ativo. f deputati non si lasciano conquistarr che ben di rado col denaro. Alla vigilia delle grandi votazioni politic'he di fiducia, i contratti cli compra e Yendita fra il Oo,·emo e i deputati h,rnno per hase lo scioglimrnto dei Consigli comuuali, il con– dono delle multe, le grazie sovrane, lo S\"iamcnto dei proeessi e, in ben più larghe proporzioni, le no· mine e i trasferimenti arbitrari degli irnpirgati. Ogni deputato ha intomo a sè una clientela di parassiti 1 che lo sostiene e che pretende di esserne sostenuta. I galoppi,~i elettorali hisogna bene comperarli in qualche modo; e il compenso consiste molte volte nell'ottenere dal Jlinistro competente un impiego nelle poste e telegrafi, una nomina a professore rcg• gente di filosofia, o, per gli amici che già sono in servizio, un buon trasferimento, poco importa se con danno dei terzi. Nel nostro Parlamento ci sono al– meno duecentocinquanta deputati, disposti a votare indifferentemente la guerra e la paco, Ja. libertà e la reazione, magari il socialismo e l'anarchia, per ottenere il trasferiQ1ento di un delegato, lo sciogli– mento cli un Consiglio, la nomina di un analfabeta a professore di ginnasio inferiore. Chiedere, clunqur, una legge sullo stato giuridico degli insegnanti, e in generale di tutti gl'impiegati, significa non solo agitare un problema particolare di clas8c, nrn anche voler sopprimere una grn,·c fonte di corruzione amministrativa e parlamentare, perchè il beneplacito amministrativo consente al parlamentarismo d'inquinare l'amministrazione, al– l'nmministrazione di deformare la funzione dell'isti– tuto parlamentare. (Applau8i). Nobili ,·esistenze. .Xel discutere, pertanto, al Contrrcsso di Ji'irenze le basi di una legge sullo stato giuridico àegli inse– gnanti, noi aveva.mo la consapevolezza della coinci– denza degli interessi particolari della nostra classr con gli interessi generali del paese. rn a\"cvamo anche la consapc,·olezza. ch0 ognuno dei no8tri ,·oti sulla materia - e furono quasi tutti voti unanimi - era un atto di solenne protesta 1 una dichiarazione di guerra contro i sistemi del ~\Linistro di allora, i qm1\i de-I resto non ernno se non l'e!3ngerazione de– littuosa dei metodi arbitrari seguiti sempre nel J[i. nistero dell'rstruzione. Era una dichiarazione di g-uena implicita, che nessuno di noi smaniava di esprimere in forma clamorosa, quando la proposta servile cli invi,trC' un omaggio a.I ·Ministro fece di– ventar aperto ciò che era rimasto fino allora latente; tutti insorgemmo, rifiutandoci a un saluto che con– traddiceYa alla nostra coscienza, al nostro senso mo– rnlo. l~ fummo noi i primi, fummo noi per lungo tempo i soli, che osassimo levarci contro il dispo– tismo immorale cli quell'uomo, mentre tanta parte del Parlamento e della stampa si prostituivano su– pinamente a lui. Il CongrCS!>iO di Cl"emomt. Venne poi il Congresso cli Cremona. I~ qui, nono· stante lo mille ditlicolt:ì (' le infinite trappole) cli cui il )linistero dell'fstruzione ci aveva seminata la via, la nostra J,'eclerazione f(•ce un altro passo gigan– tesco nella formulazione del programma professio· nalc e nella determinazione della tattica politica. La soluzione del problema economico e giuridico deg·li insegnanti doveva complicarsi con una gene– rale riforma didattica? - Hispondemmo alla una– nimitìi noi perchò la nostra. esperienza <"i <liC'entche una gen0rale riforma didattica era immatura, e chi ifl prometteva o s'ing-nnuava o inganna.va ciarlatanr• seanwntf' il pubhlico. Il problema didattico è troppo complesso, perrhò si possa sperare di risolverlo a un tratto con un tocco di bac("hctta magica: la sola cosa che si può fare è di assalirlo a poco a poco dai lati piìt clhbordahili. Si dovrebbe intanto comin• ciare dal errare l!'arolt.'t di filologia moderna per pre• parHe gl'insegnanti che dovrel>hero, raso mai, sosti• tuirr Pattunle troppo esteso i11s0gnamento teorico; si dOYl'Cbbero sviluppare lo scuole complementari e professionali per sfollar le scuole medie dai molti alunni che vi si accalcano in mancanza di altre scuolr; i,i clovrchh0 fare un'inchie-sta sistenia tica sulla Yern condizione, dell'insegnamento puiJhlico e privato. prima di por mano a qtrnlsiusi riforma; si devC' :.o– pratutto e anzitutto migliorare le condizioni econo– miche e monlli del personale inscgrrnntc, perchè, <'Oli un insegnante competente e Yolonteroso, an– che una scuola mal organizzata fun1.iona l>011e:ma, con un corpo insegnante inasprito dalle immoralitlL amministrative e oppresso dalle ristrettezze econo– miche, qualunque più perfetto ordinamento scolastico 11011 può non funzionare male. (Approvazioni). Laicitit della scuola. Questo noi dicemmo a Cremona senza s(•ntirc 11Ps– suna vergogna ~ che spudorati! - cli ritornar a parlare cli quattrini. ~ completammo il nostro pro– gr-;1mnrn.professionale' con l'affermare la necessità. della assoluta laicità della scuola o degli istituti sussidiari della scuola. Si dice che il problema della laicità. della scuola potrebbe divenire oggetto di discussione fra i partiti politici. ma che in Italia non è tale, perchè tutti i partiti liberali, dai conservatori ai democratici, ac– cettano il principio. - .Ì!: vero: anche i conservatori accettano il principio della laicità, e la nostra legi– slazi()ne scolastira è in questo campo la pili progre· dita del mondo. )la la nostra legislazione scolastica i_, stata fatta dai conserY11toricli mezzo secolo fa nella grancle atmosfera infocata della formazione nazioualp: e i consC'rvatori, che sono venuti dopo, comprC'si i famosi condottieri d0lla gloriosa Sinistra storica, nou hanno fatto che violare le leggi formulate dai loro prC'deccssori. La scuola pubblica è così poco laica, che gPistitutori dei Con\'itti nazionali) nel loro primo Congresso, han chiesto la laicit.\ dei medesimi i è <'0!:5Ì poco laica, che le mac!Stre degli asili d'infanzia han chiesta la laici fa degli asili; è così poco laica. che nei Seminari si tc>ngono licei.ginnasi, in cui si istruiscono alunni non destinati alla carrie1·a religiosa. contro le precise clisµosizioni della legge; è così poco h1ica 1 che buona µarte delle scuole pareggiate son tenute da ordini religiosi. Ecco perchè i partiti con– sc>rvntori sono d'accorcio coi democratici nel volere la laitità della scuola: perchè non la prendono sul serio. Non si discut(' ciò che non dà noia (ap– JJlcmsi). Intanto il partito clericale, protetto dalla. compli– cità tt.ttiva ma nascosta dei nostri gnrndi uomini di , Stato, costringe tutto il paesc>in una rete saldi:,sima

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