Critica Sociale - Anno XIV - n. 20 - 16 ottobre 1904

CRITICA SOCIALli) 31I tcte,•i sott'occhio la delibernzione colla quale è stato dapprima votato lo sciopero:" L'assemblea dei soci della " Camera del lavoro delibera, a datare da domani, lo " sciopero generale in segno di 11rotesta o di indigna– " zionc, o di volere che la truppa non abbia nd iuter– " venire nei conflitti fra capitale o lavoro"; confronta.telo col successivo ordino del giorno della stessa Camera, da me riJ)ortato nella lettera al 'l'empo rileggete quel– l'aureo pcriodetto clel Lnzzari al quale ritornerò fra brc,·c o che pure è nella min lettera riportato - e 1>oi ditemi che ho a,·uto torto. Nessuno, che sia ap1>enamo diocremente galantuomo, potrà negare che scopo e in– tento di chi ha preso lo redini dolio sciopero (me ne rincresco per la famigerata azione cUn•tta, ma fu proprio C"Osl; n.i deputati si sono sostituiti i clemngoghi, ecco tutto) è stnto subito subito di utilizzare il momento non solo per introdurre lo sciopero generale nei nuovi co– stumi politici del proletariato, ma per tontaro un espe– rimcDto di gestione politiea amministrntiva della Comune proletaria. C 1 ò quitlcun,1 ancora eho no,1 lo C"Teile?Si prctuhno in unno , resoconti llcll'1\<ln11anznIlei 2'i i:;ct• tcmbre nlla Federazione sociali-,ta milanese e quel fa– moso or1lino del giorno, che rimarrìl come un monu– mento di paranoia politica o nel quale, tra parentesi, è ingenuamente confessato che furono gli iscritti della Federazione, i quali (fUidai·ono il 9ramlio1Jo mot.'imenlo J>roletario. Guidarono I O autonomia. dei Sindacati e ùelle Camere Ilei lavoro!). ~:, se nemmeno questo gli basta, io non a,trgiungo pili nulla. O non vede, o - il che puro è po~sibile non vuol vedere. I. lla vi è di pili a. mio carico. lo ho s~ritto: " Delirio che In soppressione di ogni senizio pub– " blico o semipubblico, la recisione elci nervi alla vita " cittadina, la violenza insignorita delle piazze rapprc– " sentino unn gestione di fatto deJllorganismo politico o "amministratirn di una cittìi. 11 Anche p@r questa orri– bile bestemmia si domandn la mia testa. A me però preme cli conservarla ed occo,·i In mia ritrattazione: " Confesso che il sopprimere il gas ò Il miglior modo " per garantire l'illuminazione notturna dolio citfa - " confes~o che il fermare i llwmi o il bastonare i vct "' turini che si ostinano a correre è il miglior modo per "' promuovere e faxorire la circolazione delle persone - " confesso che l'imbaYagliaro i giornali è il modo mi• " glioro per chiarire la pubblica opinione - confesso " cito impedire la ~pazzatura è il miglior modo che sia " mai stato trovato per provvedere alla pulizia delle "Rtrado, ccc., ecc.,, Anzi, perchò il Lazzari ha sog– giunto in quell'articolo, che mi 011.pitòsott'occhio ln mia malora, che da quel che è stato ei può arguire senz'altro la matura attuale " capacità proletaria a go– • stiro la Comune proletaria ,,, soggiungerò anch'io: " Confesso e riconosco che la Comune proletaria, che " illumina senza gas, spazza senz!\ spazr.ini, circola senza " trams e non legge i giornali, ò l'ltteale della pubblica " amministrazione .. 1 Ma, por tutti gli rlei, come ò mai possibile che si pos• sano in nomo ciel proletariato predicare sì grossi spro– positi sonza far schiattare dallo risa i vivi ecl i morti? Avescio detto il Lazzari: "Abbiamo soppressa. la atth•ltà " cithdina, ridotta l'amministrazione a zero, mostrato • che da noi dipendono l'arresto o la circolazione della " vita sociale! ., - Sah•a l'opportunità dcll 1 esperimenlo 1 il rilievo ora esatto. lla. chiamare amministrazione il onos e la paralisi sociale, questo è cho ha fatto il Laz– zari1 il qual8 per di più ha desunto la capacità. propria e dei colleghi a gestire una società nuo,•a dalla ben fa. cile nttitm1ino a distruggere quel cho 11000 gli organi dell'attuafo e sara.nno pur sempre della società futura Ciò è enorme; tuttavia questa enormità non è veduto. !•:rostrato si fa imJ}resnrio della ricostruzione o lo Ri applaudo: è la corrente - plau(liamo. - Ma io sono andato pili in là: ho detto delirio "quella rassrgmi di " (01·.:e 1n•olflarie; quell<t ostmtazioue rii bicipiti i11t1tr(fl· " ditt provoccmti qua,'ii la mitrayliri in una JJQsa oladirt– " toria ,.. Questa rassegna o questa ostentazione sono sncroRnntamente ,·ore: su di ciò credo cho siam tutti tl'accorclo. lo poi mi son perme~io chiamarle delirio, perchè, se il Giolitti non 11ves~o mo-.trnto in quei giorni tristi d'a,·or quella prudenza lon~nnime che è fuor di dubbio doverosa. cli fronte a un moto di popolo, ma è tanto rnra negli uomini di Sto.to in questa Italia ancora cosl profondamento reazionaria noi avremmo veduto a quale tragedia, a qual sgttimana di Rnnguo avrebbe apprndnto il ma_s;,oiflco ,::eqto. Quella rn1segno. o q1.1Plla ost ·1tazionJ 1)(1 chi,1.mat1 dolirio pu1·hLttavin,se n,·c•o1!--1 COhfllVl'illquella cho è, nd cset1lJ)I01l,l uviniono del to– laianni, uomo non 50-.pctto di Inimicizia alla cnwn po– polare vociasi l'ultimo numero della Riri.'it,, f'opolan:;, avrei potuto ben qualiflcnrlo con altro nome. :,. La sequr>la dei miei delitli non 1'. finita ancora; continua il doloroso fm1fìlu>r. Ilo rhiamali r.racchi o Catilina Rbortiti i mem1ll's dello sciopero di )lilnno, ma qon cUsposto n ricredermi: so piRco meglio li chiamerò Dnnton, )larat, Robespierre, Saint ,Just, come volete, ma sempre abortiti. Xon sono for-.o allo stesso mo<lo rirn– luzioni francesi.. .. abortito quella che essi hanno mon– tato ieri e quell'altre che si preparano a montare domani? .Xon ve lo nascondo, onorevoli membri della Commis– siono esecutiva: per quanto sentissi gravare su mc il peso di accuse assai gravi e la minaccia di una con– danna, non bo potuto te11ern1iin quei,ti giorni dal ridere di gusto, quando ho !!entito scu<,are lo follie e le "io– lenzo di Milano cogli esempi eroici della grancle rivolu– ziono. Ho riso e ho capito allora PEH'chùmi venga ascrìtto a gran colpa l'aver qualificato di tril.>uniabortiti coloro che "guidarono testimonio la Fe lerazione Socialì,ta ~lilancso - il gran-lioso movimenti) proletario . ., l~ mi ,·enne anche in menti) quel cito Rcri,•e il ~Jarx. in prin– cipio al " 18 Brumaio <ii Luigi JJom:p10-te ., : "' llcgol tt nota in un passo delle eue op~re che tutti i gr~ndi "' avvenimenti o i grandi personaggi storici sogliono, per 11 dir cO'iÌ,figurare duo volto. Egli ha dimenticato di ag– " giungere: una volta in tragedia od una in farsa . .,, Ml ò lecito faro ur'aggiunt1i e propone un;, correzione? " Unu voltA. in tragedia; ln far➔a poi infinite volte, np– punto porchò sono influito, inesauribili, immortali la vanità e la stupidità umana " G. Eccomi così arrivato, bene o male, al pereat numdn, sect {iat iuslilia, cbe chiudo, per quanto 1,osso rile,•arlo dnll'ordine ciel giorno del Circolo, il primo e pili gravo ciclo dolio mie colpe. i~ ,·ero che prima di quel JJereat io parlo anche di Giolitti e co?no sia bene che, cacciato In esilio dal potere, egli si conduca a meditare sulla crimh10Ra apologia dello stragi civili. Ma di ciò mi im– magino, che non mi si chiami a dar conto. Se nuche non ho chiesto che lo si trascini por le strade n furor di popolo, pur tuttavia ,•i do la. mia parola che, ripro– vando il Giolitti, ho parlato col cuore. ì~ vero pur troppo - e lo riconosco con mia granJ.o mortificazione - che, non ocitanto la mia lettera, il Giolitti è restato. )fa. io non ci ho colpo. Se qualcuno

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