Critica Sociale - XIV - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1904

CRITICA SOCIALE 249 da un lato e dai socialisti dall'altro, i sociafo;U belgi sosterrao.llo il Gabinetto liberale che s'impegnerà. ad accordare il suffragio universale, la legge militare(')~ la laicità dell'insegnamento obbligatorio - soggiunse che è ben questo il programma minimo che i socialisti approverebbero, ma senza vincolarsi. Ebbene t lla sotto qual forma e con qual atto abbiamo noi impegnato o abbandonato il nostro programma? Sapete voi como il partito socialista fu condotto a eser– citare la sua influenza sul Governo in seno alla mag– gioranza? Credete voi ch'esso l'abbia fatto per calcolo? No: esso combatteva la reazione Dupuy-Casimiro Perier. Esso abbatteva con la sua veemenza i Governi e le Presidenze di reazione. E, a forza di manifestarsi come una potenza di opposizione 1 apparve chiaro ch'era im– possibile fondare un Governo di Sinistra che non te– nesse calcolo di esso, che non si appoggiasse su di esso. E allora, nel 1895 1 prima di tutti i nostri dissensi e di tutte le nostre crisi, quando si costituiva il mini– stero radicale Leone Bourgeois, tutti i socialisti, mal– grndo la sconfessione verbale che ci indirizzava. il pre– sidente del Consiglio, tutti i socialisti lo sostenevano. Voi dite che allora i socialisti non erano prigionieri? che non avevano accettato un contratto, firmato un pezzo di carta? Certo, e non diversamente da oggi! Ma allora i socialisti non giudicavano la politica caso per caso, giorno per giorno e quasi ora per ora; essi consideravano l'insieme dell'orizzonte e allora, come oggi, c?nsentivauo dei sacrifizii, per dolorosi che loro riescissero, per salvare dagli agguati della reazione un Governo, che era necessario ai socialisti perché il pro– letariato potesse riprendere fiato.... Voi dite che oggi noi facciamo il giuoco degli anar– chici? Udite. Vi era allora in Francia una legge abo– minevole, che avevamo combattuta per intere settimane, che avevamo chiamata e chiamiamo ancora la legge scellerata, diretta in apparenza contro gli anarchici, in fatto contro i socialisti. li giorno che il Ministero ra– dicale venne avanti la Camera, si presentò anche un sottile deputato di Destra, un clericale scaltro, il quale si disse che una sola questione avrebbe reso vulnera– bile il Gabinetto: la proposta di abrogare quella legge. Questa proposta infatti divideva la maggioranza. Eb– bene, Vaillant e i suoi amici si sono astenuti - aste– nuti, capite? - Guesde, Millerand ed io respingemmo l'urgenza di quella ingannatrice proposta 1 con la quale la Destra voleva rovesciare il Governo. Quel giorno ab– biamo noi fatto degli anarchici? E perchè non potremmo agire allo stesso modo in un'opera ben più vasta di quella che il Ministero Bourgeois aveva assegnato a se stesso? Ah! io vi ci attendo 1 o socialisti di tutti i paesi 1 che non hanno ancora Parlamento, ove la responsabilità dei Ministri non esiste ancora, ove il Ministro, il Cancel– liere non sono responsabili che davanti all'Imporatore, ove il voto del Reichslag passa nel vuoto come un vento sterile! Io vi ci attendo il giorno in cui, dalla scheda che avrete in mano, dipenderà. l'avvenimento d'un Mi– nhitero di brutalità. e di tenebre, e quando voi vedrete i vostri nemici manovrare per farvi deporre nell'urna la scheda favorevole al loro intrigo, voi risponderete loro: 11 Noi agiamo a nostro modo! Dov 1 è il nemico, non è il nostro interesse! Noi abbiamo fiducia nel pro– letariato! 11 ( 1) 11ne1g10,oltre la leggo 01ettornlo ~ delle • 1nramle ,, o 1•1nso– g11Rme11to clerlcalo, ha ancora 11sistema del ramQto, che permetto di esentuar~I col denaro dal serv1zlo m1111arc. Questa fiducia noi l'avemmo, e il proletariato ce Pha resa! (vivi applausi). Jn quest'ora, come ieri, noi non siamo vincolati cho dall'interesse della classe proletaria. Vi si parlò del " blocco 11, come so noi vi fossimo captivi. Quanto a me, il mio destino è strano e paradossale. In Francia il gioco della reazione è di raccontare cho il socialismo è pa– drone di tutto, ch'esso brutalizza e giuoca il Governo e la maggioranza. E, giorni fa 1 la Destra e il Centro mi gridavano: " abbasso il dittatore! 111 come se si fosse trattato di un nuovo Robespierre in un novello nove termidoro. Ebbene! dittatore al di là. della frontiera, quand"io la varco 1 qui, divento lo schiavo! - Né l'una cosa nè l'altra, ma libero servitore del proletariato, senza vincoli, senza ceppi, senza impegni (applausi). So questo è, in che cosa venimmo noi meno al nostro dovero socialista, alla lotta di classe? 'l 1 utti i socialisti, di tutte le regioni, potranno attestare che, dovunque i miei amici ed io portammo la parola, fu per organizzare Sindacati e Cooperative sul terreno della lotta di classe. È in queste condizioni che noi veniamo ad unirci, per la grande opera comune, al socialismo internazionale. Le 1nozionL Che faremo noi? Quante mozioni! Quante mozioni contro di noi, sopra di noi, accanto a noi! Quale riso– luzione convien prendere e quale accettare? Io non potei ancora esaminarle abbastanza davvicino per sa– pere qual è quella che, direttamente o indirettamente dice il meno male di noi (risa). Ciò che io so è che vi sono fra noi procedimenti ob– bliqni che si devono evitare, i procedimenti cui ricor– rono troppo spesso non gli autori delle mozioni, ma i loro collaboratori, i loro interpreti, coloro che le vanno a commentare nei va.rii paesi.. .. Quando, in un paese come la Prancia, taluni socialisti combattono altri so– cialisti, essi dicono loro: " voi abbandonate la lot't. -i.di classe, voi oscurate l'istinto di classe n- Noi abbiamo, al contrario, la convinzione profonda, che noi serbiamo in noi e che propaghiamo così l'ideale rivoluzionario. Afa abbiamo un bel ripeterlo, ci si risponde che noi abban– doniamo la lotta di classe, che oscuriamo l'istinto di classe. E si desta per tal guisa nella coscienza del pro– letariato internazionale un dubbio, un'inquietudine ... (I) Qui intanto si fucinano risoluzioni che, in fondo, contengono la verità che iutti i socialisti pos– sono accettare discutendola liberamente. Ma, poiché vennero dirette in origine contro certi socialisti per screditarli, avverrà che a queste formule verrà dato, non già il senso che molti di noi d3.nno loro, ma il senso aggressivo, offensivo che, prima del Congresso, altri annetteva loro. Scambio di creare la chiarezza, si!fatte formule creano dunque un equivoco nuovo. Se voi create questo equivoco, voi farete un'opera cattiva, pericolosa senza dubbio, voi attristerete gli uomini devoti fino alla passione al vostro medesimo ideale socialista. Ma voi non farete loro un malo du– revole. Questi uomini sanno che la loro coscienza socialista permette loro di rimanere in comunicazione di pensiero col socialismo internazionale, che e~si non vennero mai meno alle sue regole, che inai non ab– bandonarono la classe operaia, evolvendo nell'ambiente storico in cui il destino li ha posti. E la classe ope– raia, di cui noi rappresentiamo una larga parte, rimarrà ( 1) Qui Il resoconto stcnogrntlco <li~ alcune rlgho cllo non 01 è 11os– sl1Jllo decifrar<'. *

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