Critica Sociale - XIV - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1904

CRITICA SOCIALE 2n borghesia esa:::perata dal dit-polismo - badati:! che non sia imprudente far loro credere che la repubblica noo ha tutti i vantaggi che il proletario può sperarne, perchè, secondo YOi 1 questo trionfo della democrazia sostitui– rebbe l'egoismo intelligente d'un monarca col libero <>goi~mo di classo della borghesia che s'impadronirà del movimento emancipatore! Così, noi credemmo cli servire non soltanto la demo– crazia francese, ma la democrazia europea universale, impedendo al clericalismo e al i'nilitarismo di distrug– gere in Francia quella repubblica, che è l1aspiraziono logica della democrazia. Pe1· lri h,ir·b::a"ione del pe11.•ie1•0. Noi collaborammo inoltre all'opera di emancipazione intellettuale, allo svih19po dello spirito laico .... Anche qui molle obiezioni ci si fecero do. alcuni so– cialisti. 11 \roi perseguiterete - ci t,;idisse - le fraterie, voi ripiglierete il ridicolo e inefficace J(ullw·hampl cli Bismark .... 11 Qne~to paragone è a.<::smdo. Bismark- Bebel è d'accordo con me - non combatteva il Centro catto• lico, se non perchè egli voleva schiacciare tutte le mi• norauze, cattolica, socialista, ecc., che potevano fare o~tacolo alla monarchia degli liohenzollern. Jn Francia. la lotta ha ben altro carattere. Sì, ci si diceva: 11 Voi co– minciaste la lotta con un :)[inistero composito, in cui v·era un socialbta e un repubblicano borghese come -wa.lcleck-Housseau. Ma non andrete lontano È uu·azione momentanea. Jl fallimento è prossimo .... ,,. Ecco ciò che diceva Rosa Luxembourg in un articolo in cui es:-a ap• plicava alla repubblica francese la dialettica hege– liana. Perchò noi siamo entrambi - ciò dovrebbe ren– dervi pill indulgente - discepoli di Hegel (ilarità). \'ero è che ve n 1 lrn. in tutte le direzioni. Io son quello che ba fatto mala riuscita (nuove i·isa e applausi). Yoi ci dicevate allora: " razione superficiale del Ministero \Valdeck-Rousseau segna rultimo limite cui può giun– gere ranticlericalismo borghese in una repubblica bor– ghese w Fatto sta che vi siete ingannata; e basta questa constatazione della vostra fallibilità perch'io non resti sgomento delle vostre profezie più recenti (1·isa). Questo dicevate. E noi che cosa si è fatto? Noi ab– biamo seguito la nostra. tradizione. Un tempo si diceva: laicità completa anzitutto nei programmi delle scuole pubbliche, poi in quelli delle scuole private, finalmente laicità completa della scuola: era questo il programma che, dal 1871, riuni,·a il capo della democrazia borghese e il capo del comunismo ri– voluzionario. Gambetta diceva: " è lo sforzo che si ha da fare. 11 E Blanqui soggiungeva:" ci si dovesse per vent"anni non occupar che cli questo e subirn, intanto, gli oltraggi dei sicofanti che ci accuseranno di abban– donare il nostro ideale rivoluzionario, questo è da. fare am:itutto: Feducazione doll1infanzia 1 mercè la laicizza– zione delle scuole clericali. ,, Io non so se era un pro– gramma cli classe e se Blanqui si scostava dalla lotta dello classi. )fa egli credeva cli servire il proletariato, e lo .serviva diffatti, come noi lo serviamo contribuendo - con voi, o Vaillant - a quesVopera cli liberazione. E ora. l'ultimo passo, la tappa decisiva, si prepara. Ieri ancora. Bebel diceva: 11 io non so se voi potrete arrivare alla mèta, nlla soluzione clecisiva,che è la. se– parazione della. Chie~a e dello Stato ,,. Ebbene, la sola cosa ch'io posso sapere - ed ò uu ri:mltato che tro– viamo per la. prima volta in J'rancia. dopo cent'anni - è che il capo del Governo annunciò te:stè ch'esso avrebbe posto la questione :c1i fiducia sulla separazione della Chiesa. da.Ilo Stato in Francia. Tgnoro se tutta la mag– gioranza lo seguirà-; se lo segue, sarà per noi un passo decisivo; è Ja via dell'avvenire dischiusa. La potenza clericale colr>ita.a. morte, il terreno sbarazzato da questo problema che ci ostruiva. tutte le vie; e domani ò con uno spirito pitt libero che potremo consacrarci all'opera della libertà. E, se la. parte µiù timida della maggio– ranza aggiorna questa riforma che noi conducemmo alla soglia dell'effettuazione, noi socialisti avremo questo van– taggio morale e politico, cli non avere alcuna respou!:<a– bilità nel differimento, Nessuno potrà rimproverarci di avere, con un errore cli tattica, compromesso l'opera comune. l!! io mi meraviglio, quando veniamo fra voi a questo convegrl'o internazionale, di non trovare che pa• role di dubbio, cli biasimo, cli critica, di disaffezione. Il problema è posto da per tutto; il problema della scuola laica è posto in Inghilterra, in Belgio; si porrà. in Germania; ò posto in Austria•Ungheria ... Dappertutto vi ò un regresso dove il clericalismo grava la sua mano. Non v'e che un paese dove, grazio alla sua facilità. di azione, voi dovete con~tahlre non una disfatta, ma una vittoria; dove non è il Centro cattolico come in Ger– mania, il partito irlandese unito agli anglicani corno in Inghilterra, il partito clericale come in Belgio; ,'ò un solo paese dove non è la potenza clericale che mette la mano sul cervello dei proletari, dove il socialismo ha concorso, come auguravano Marx e Lassalle, n. libe• rare rumanità da questa soma - ed è questo pae-;e che voi accusa.te, è questo proletariato socialista che voi sconrnnicate! (applausi). La, no.-;t,·aope,·<t sof'iali.-.tn. Non ò tutto. E poichè tante tenebre, tanti errori si accumularono sulla nostra o.zione e sui suoi risultati, mi è giuocoforza dis~ipare in poche parole un altro singolare pregiudizi<., che trovo qui anche nell"opinione cli alcuni nostri amici. Essi credono che noi fummo cosi ipnotizzati ed allucinati dalla lotta anticlericale, da trascurare l'opera. delle riforme sociali, della battaglia e dell'organizzazione operaia. Ebbene, io affermo, e voi stessi lo const.aterete quando vorrete darvi la briga di considerare l'azione operaia cli questi ultimi cinque auui 1 che nessun periodo, in trentadue anni cli repubblica, fu cosi fecondo io risul– tati sociali, quanto questi ciuque anni di lotta contro la. potenza politica della Chiesa. E non è già. puro caso La democrazia repubblicana, che aveva. bisogno del pro– letariato, era costretta ad accordare un principio di ri– forme sociali. Ecco perchè il nostro parlamento, uscendo per la prima volta dalla sfera puramente filantropica., ha pro• tetto direttamente, almeno in una parte delle industrio, colla legge delle dieci ore 1 gli operai maschi ed adulti. La Camera. votò pei minatori quella legge delle otto ore che sorpassa perfino la legislazione già cosi avan– zata dell'Austria-Ungheria, che si contenta delle nove ore. So bene che il Senato non l'ha ancora votata, ma è già qualcosa che l'abbia votata la Camera; ed è qual• cosa che tutto il Parlamento abbia votato la soppres– sione degli Uffici privati di collocamento e il diritto al– l'assistenza e che il Governo domandi e sostenga leggi che sopprimono gli ultimi delitti speciali mantenuti contro il diritto di sciopero e inceppanti l"opern delle Leghe; e proponga, sulla. base del triplico contributo dei padroni, degli operai e dello Stato, una legge di pensioni operaie, che prevede 80 milioni pel primo anno, poi 120 e 150 o infine 230 milioni.. .. Non parlo poi della

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