Critica Sociale - Anno XIV - n. 14 - 16 luglio 1904

216 CRITICA SOCIALE zionc sociale e vedremo che le classi più oziose o meno laborì~se e qùindi meno morali ma più ricche sono sottoposte dappertutto, eccettuata la Jfrancia 1 a ferme più brevL Classifichiamo la popolazione in agricola e past_~· raie da un Iato e in operaia dall'altro (I), questa p1u di quella. esposta, come si sa, ai vizi di città e al maneggio della frode, e troveremo che le_ popola– zioni pii1 ag-ricolc, Ja Hussia, l'Italia e la Franc!a, dovrebbero avere la ferma pii1 breve della Ocrman1a, la quale conta. soltanto il 35 per cento di contadini, cioè una metà meno della Russia. e un terzo meno che eia noi. Si vuol riporre la morale nel militarismo? Pili mi– litarismo nella popolazione, meno ferma? B in tal casoi come si concilia. questa mostruosità. morale - la scuola dell'assassinio - con le ferme gradatamente ridotte llappertutto a termini poco meno che minimi in par~gone di qu~nto nccttdeva 11.ppena 35 anni fa e in epoche J1iù lonbrne e ancor piì1 bellicose? Di qual morale insomma si pal'la? [o credo che veramente una condizione morale vi sia da considerare in corrispondenza con la ferma, ma non debba ricercarsi nella popoh1zione, sihbene nella forma medesima. Quanto questa sarà più breve, meno stridente snrìt il contrasto fra essa e la vo– lontà di· colui che vi è sottoposto. Ora, la f'onna 1 quanto pii'1 è lunga, tanto pili ò ostica e odiosa. La morale consi:ste nell'addolcirne l'odiosità. La ferma, quanto più sarà. bre,,e, dì tanto sarà meno immo– rale. . .. Vorrebbe la Relaiione :. la durata della ferma in col'l'ispondenza diretta con le condizioni intellettuali della popolar,ione "; piì.1 intelligenza meno ferma e viceversa; mo sono parole vuote perchò non trovano risposta nei fatti altorchò si consider:i la intelligenza delle popolazioni in rapporto all'esigenza milib1re. Per conseguire l'istruzione propria del soldato, e qui non si può intendere che questa, basta al co– scritto un 1 intelligenza che sappia distinguere " il pan da.' sassi "' dirò così per essere inteso meglio, e così press'a poco fu sempre. Perciò la questione esclude la graduatoria e la correlath•ità della Commissione. Al presente, lo so, occorre qualche cosa cli piì.1, perchè l'olfensit'a della fanteria, non la (U{ ensi.va , ha creato una tattica anche pel soldato, il quale dovrà agire di tanto in tanto, nel corso ciel combattimento, cli sua propria iniziativa, all'infuol'i del comando, mentre una volta la sua iniziativa era. del tutto bandita " a cagione del contatto dei gomiti ", cioè della forma cleffordiuanza, che legava, direi quasi, il solda.to al suo vicino di destra, di sinistra e di dietro. :Ma la nuO\'a iniziati\·a che ora occorre anche nel soldato si fonda sugli istinti di conservazione e di aggressione e poco vi aggiunge l'intelligenza. D'altro lato, la esigenza militare moderna bandisce ogni giorno piì.1 dalla memoria del soldato i goffi formalismi di piazza d'arme, che sarebbero già quasi ciel tutto cessati se la coreografia delle parate e ri– viste non dovesse tuttora sorreggere la mistificazione politica. _g si aggiunga ancora, per diminuire le esi– genze della istruzione, che il maneggi() dell'arme moderna ò reso pili facile e pili spicciativo in qua– lunque delle ~ue fasi, anche nelle fasi dell'artiglieria, nella quale arma, aggiungerò, ]'iniziativa del soldato ha ragione di esistere meno ancora di una YOlta. Nell'esercito non si fa conto di gradi di intelli– genza neppure pel reclutamento di certe armi che potrebbero richiederne di più, come sareb0e Parti- (') In Jtalla. agrkoltorl e J)BStorl nella leva Il ~9,-:'0pe1· cento. - 011oral diversi 37,W ])Cr cento. - l'ro1irletar1, commercianti, profes• sionisti 12,80 1,cr cento. glieria da campo, alla quale anzi si assegnano più volontieri i contadini perchò più rohusti) invece degli operni che oggi vi sarebbero per intelligenza ,issai più utili. " Tutti son buoni per fare il soldato "' è un as– sioma vecchio come gli eserciti; i quali si compine· c1uero spesso o sempre dei più rozzi, dei pili sornioni, dei pii, macchinali, dei trou])ifrs e dei lrottpeaux. Se dobbiamo parlare di relativitil, troveremo, in– vece cli quanto suppone la Relazione della Camera, che la media dell'intelligenza individuale ò così alta, in rapporto alle esigenze dcll1istruzione, da permet– tere la formazione del soldato in un tempo più breve di quello richiesto da qualunque mestiere e dalle funzioni più ordinarie di qualunque mestiere dell'ar– tigianato. IJa capacità e prontezza di intelligenza delle nostre popolazioni è d'altronde riconosciuta generalmente come superiore a quella di altre nazioni militari, ed essa. è ugualmente diffusa in tutte le provincie ita– liane, poichè 1 là doYc la intelligenza. è meno istruita, essa ò pili pronta e più sveglia, in tal modo da pro– durre, in questa parte, un equilibrio quasi perfetto nelle \'arie province italiane in relazione coll'attitu– dine all'istrur,ione militare. La svegliatezza della mente si accompagna natu– ralmente alla. s,•eltezza. fisica, e sotto questo rispetto il nostro soldato è più deg-li altri adattabile alla tattica moderna, non pili rip:ida, ma snodata rispetto a quel che era in passato, e in conseguenza e anche per ciò la durata d'istruiione si può accorciare di pÌlL in paragone a quella di eserciti stranieri. I fatti son fatti, e tutt.i quelli citati da me pos– sono essere av,·erati dalla esperienza o dalla me– moria di tutti. fl militarismo dice che esso ric~vc dalla leYa il coscritto quasi ottuso e goffo e ci restituisce il cit~ tadino sveglio e svelto. Ma esso confonde le affezioni momentanee dell'animo con le qui1lifa naturali, si appropria il giudizio della mosca che sulla groppa del bue credeva di arare. La recluta, balestrata da un capo all1altro cl'rtalia come un baule, g-iunge al reggimento intontita e con i segni sul viso e sul resto del corpo della ma• donna addolorata, 111quale era tuttavia, come si sa, una donna intelligente, ed i militaristi scambiano il dolore, che intorpidisce momenbtneamentc, con la golf.1ggi11e e la. ottusità permanenti. Il soldato parte in congedo gaio di spirito e perciò svelto di corpo cd eglino immaginano che questa. me– tamorfosi sia dovuta agli insegnA.menti della," scuola clellA.nazione l)' Ma ò la gioia del ritorno alla casa lontana, è la gioia dell'abbandono della caserma quella che mette sul viso e su tutto il corpo i segni contrari a quelli dell'arrivo alle armi. Gli insegnamenti della " scuola. della nazione 11 sono, per lo sviluppo dell'intelligenza, del tutto ne– gativi, malgrndo avveng-ano nel momento appunto nel quale il giovane va naturalmente compiendo, con accresciuta celerità, il suo sviluppo fisico e morale. La caserma sopprime il ragionamento, corrobora la superstizione mediante le gerarchie onnipotenti, insc,a;na a non fidare in sè stessi, mette il movente dell'azione non giiì. nel dovere, ma nella paura, turba la coscienza perchè colloca invariabilmente la carattel'i:st-ica del fatto mornle nella volontà infalli– bile altrui : non contribuisce insomma allo sviluppo dcll'intelli~enza .... nè della morale. Lri. Relazione pretende una corrispondenza asso– luta o generale fra istruzione e ferma. Noi non ne– ghiamo la corrisponclenzn, ma giudichiamo, senza dubbio, sufficiente una corrispondenza. relatilxi o parziale. La intelligenza naturale e greggia. serve, e ve n'è cli troppo, nel nostro coscritto per istruirsi bene nella ferma breve e bTevissima. La intelligenza

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