Critica Sociale - Anno XIV - n. 14 - 16 luglio 1904
CRITICA SOCIALE 219 È chiaro dunque che, agli effetti clcll'nttuale discu'!– siono, le due ))arti si possono accordare perfettamente: perdura il siiJtema borgho.!le e perdura il pericolo della guerra, e i sC1cialistl non votano i fondi solo perchò fu– rono finora male spe!li. Ma io credo si possa andare più a ronda. L'Interpretazione socialista. sente ancora del primitivo chiliasmo, di quella dolce illusione che fa guarire come 1>erincanto tutti i mali della società borghese al solo affacciarsi del socialismo nell'anno 2000. No; le cause della guerra sono diverse e potrebbero verificarsi anche in :;ocietù. colletth ista, come potranno cessare del tutto in regime borghese, data l'attuale tendenza a dirimere con arbitratì e accordi pacifici ogni dis-iidio internazio– nale. E queste cause chi non lo sa:' sono l'inte– resso e l'ambizione nlmono in una dello parti. Sottolineo quest'ultimo fnttoro, percbè i nostri economisti modor– uis~hni non conoscono che l'homo oecouomicus, e ignora– rano completamento l'homo amb1liosw;. L'egoismo, insomma, per dirlo in una sola 1>arola 1 non è !!OIO degli ind1\'idui 1 ma dei partiti o classi e dolio nazìoni, e durerà. sempre; ma non durerà. sempre il tornaconto alla lotta, man mano che gli indi\"idui e I partiti o le classi e Io nazioni saranno rispettivamente pronti e organizzati a ,lifendersi in modo da bilanciare o quasi le forzo contrario. Quando una dello parti non J>Otràpiù tanto facilmente vincere la resistenza dell'altra e ridurla con poco danno proprio a. soggezione stabile, a.V\'errà un po' alla \'Olta. un mutamento di sentimenti e quindi di condotta: al disprezzo verso l'avver.sario succederà il rispetto 1 per cui, abba.ndonn.ta In. ,•iolenza, si giudicherà non più indecoroso scendere a trattative pacifiche con l'altm JHlrle,accettando ora quell'arbitmto che prima i;i re!ò!pingeva sdegnosamente. E tali norme, 1 entrando gradatamente nel costume e con-1olidando-.i con la tradizione, muteranno in seguito rispetth,amente la morale e il diritto privato; la morale di classe e il cliritto costituzionale; e la morale e il diritto interna– :do11nle. Però questo cambiamento, ripeto, si compie assai len– tnmo11te attraverso lo mille titubanze delle fa.-ii inter– medie ·e comincia ad imporsi solo dopo una resistenza fortunata quanto ina!ìpettata della 1>0.rte fino allora più debole, sia un individuo, sia una classe, sia una na– zione. Nei paesi più civili è già cessata del tutto la sopraf– fazione individuale, anche nella formi, più progredita di duello circondato da tutte le garanzie, por dar posto all'arbitrato, cioè a.I magistrato; è 1mre ce!l!ìata,almeno nella sua forma più feroce, la lotta violenta o guerra civile fra. classe e classe o fra partito e partito, oppure In persecuzione spietata del partito al potere contro quello soccombente (esompt di ciò abbiamo tuttora nel– l'America del Sud); resta una forma 1Jiìt mite di lotta: la ~cheda elettoralo, dal lato politico i lo sciopero o ro– shitonza passiva 1 dal lato economico; ed anche questa lotta intendo la economica), essendo ormai <lannosa. a entrambe le parti, tonde a sparire per dar posto all'ar– bitrato, o accordo pacifico. Non così avanti siamo ancora. nei rapporti internazio– nali. Perohè lo differenze fra nazione o unzione sono maggiori che non fra individui o fra. classi entro una stcs~a nazione, mentre i rapporti reciproci sono minori: quindi maggiore la diffidenza, maggiori la prevenzione e la ignoranza intorno alle condizioni vero di potenzia– lità. del proprio avversario. Perciò è più frequeuta il caso fatale <Ìi una rmzioue che dit1prèzzi tanto 11:lltra da non degnarsi di scendere a. trattative pacifiche, illu– dendosi di potere con facilità imporre le proprio condi– zioni, in confronto cli quello che possa avvenire entro una stessa. nazione, p. es., fra la classe capitalista. e la classe operaia, a motivo della maggiore frequenza di e"periruenti di resistenza compatta e tenace. Si ca1>isco quindi che la Francia, nel 1870, al colmo della potenza economica e politica, dispre1.zasse la Germania, povera e divisa, con l:L quale non sognavi~ certo di venire a 1>attie a concost1ionl; e che questa, d'altra parto, ago– gnasse a prendere il posto che le competeva, o a cui ambiva, di paritù di trattamento, di eguale influenza politica nei riguardi interna.1.ionali, ciò che, natural– mente, non le si poteva concedere se non mediante un saggio della. sua potenza e della sua forza. E il saggio ,•enne. Ora le duo potenze si guardn,no sl in cagnesco, e diffidano o si minacciano magari, ma si trattano da pari a pari: al disprezzo è succeduta la diffide11za; a questo succederà il risJJetto reciJ>roco e influe Pinte,i<t leflle e cordiale. Cn110simile ò l'attuale dei rapporti tra. Russia e OiaJ>· 1>one.So quella ave~so solo sospettato di tro,·aro in Estremo Oriento un'altra lnghiltorra, avrebbe cortarnoute ceduto in via diplomatica o di arbitrato, ecl è indubbio ormai che dopo questa guerra <1ualunque ne sia l'e– sito - il Giappone si sarà in ogni caso conquistato il rispetto del pre.';eute avversa.rio e di tutto il mondo; sl da venire accolto da pari a pari nel concerto delle grandi potenze per sciogliere pa<'iflcamente le clirnr– genzo internazionali. Perciò anche quo,.ta guerra - a. dispetto di tutti gli utopisti, ~ia umanitarì come Tolstoi, sia borghesi come Moneta, o sia anche come i socialisti in genere avrà conkibuito efficacemente a garantirci por l'av\'eoire la pace. ~:già a quc~t'ora si può dire ces11ata la guerra fra nazioni ch 1 ili, o persi-ite solamente e ancora assai forte - e del resto non può cessare ad un tratto un'antica abitudine mentale - la diftldemm, che tiene sempre armate e minacciose le sei grandi potenze europee; e, nonostante l'enorme danno alle ri-ipottive popolazioni, ne~suna ancora si arrischia a incominciare il di:rnrmo e magari neppure a proporlo, per tema di non trovare imitatori leali, e di ,,euire colta uth, sprov,·ista. Però anche la. diffidenza accenna a scemare - per quanto assai lentamente - o l'arbitrato comincia a muovere i primi passi e progredirà fino n risolvere paciflcamoute tutte le controversie internazionali. In un a,,,,eniro pi,'1 lontano poi si fonderanno fra loro completamente i vart interessi e i vart ideali delle diverso nazioni; e allora, eliminata ogni antitesi, eliminato ogni contrasto, anche l'arbitrato sarù. superfluo. Taio situazione si riflette puro nei ra))porti con le potenze minori. Infatti queste potrebbero essere facile proda allo potenze maggiori: e 1Jerchè vengono invece rispettate? Ovvia la risposta. È sempre la stessa ditfl– deuza - espres~a nel noto principio del ma11te11i111e11to c~ll'eqrtilibrio euro1>eo - che impone il rispetto al terri– torio dei piccoli Stati, il timore cioè che una potenza possa di lroppo rafforzarsi in rlanno delle altre; e cosl vediamo om h~ piccolo, Svezia confinare indisturbata con la Russia immenaa, o il Belgio e l'Olanda con la Francia e la Germania; non solo, ma la stesia diffidenza impe– disce pure l'accordo tra le stesso 1>otenze per una spar– tizione a vantaggio comune, sicchò perfino la Turchia ,,tene rispettata, malgrado i tanto deplorati e continui disordini interni. J.J "'ha di pili. Molte piccolo unzioni europee hanno
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