Critica Sociale - Anno XIV - n. 13 - 1 luglio 1904
CRITICA SOCIALE 197 taro le propriC' formule alla realtà, o non sa<'rifirnrc questa. a quolle .... L partiti s,,olgono nena praticn un'azione tanto piì.1 efficace o benefica, quanto 1>iì1 l'ordine delle riforme, che es:;i propugnano, corri• SJloncle ai hisogni piì.1 urg-cnti, alle nerf'ssità piì1 vi– vamente scnlitc del momento storico. Per ciò è un vero e proprio pregiudizio il vedere o l'affermar(' che sono piì1 rtrfn,z,tti, piì1 progr·oditi quei partiti che pii1 si distinguono nel foggiare mentalmente colrimmaginnzione una forma-limite di societ:t, in rui tutti gli uomini saranno eguali e saranno allio– tnti eia una fclicifa illimitata. e perenne ,,. La clas– ~ifìcazione vulg-ata, giusta la quale i partiti stE':1~i v('n~ono graduati n<'lln seala ciel r011.~Prratori.'rnw e del ,·it:oluzimwrismo, gli paro itsrmrda. Solo" l 1 azìonr- ... ed un sistema ben coordinato di criterii direttivi costituiscono il carattere che contrassegna e distingue i partiti nella. ,•ita pratica ,,. Poste questo premesse, passa il Groppnli a con• sidcrarc somnrn.riamento lu vicenda dei partiti poli– tici italiani in questi ultimi anni : ,·iccndn, che non gli 1>arc <'Orrispondente allo s,·iJuppo e ai progre~si ('COnomiri 1 industriali 1 commerciali e finanziari (cui valnbl, for::10troppo ottimisticamente) compiutisi nC'l nostro paese malgrado le aspre pro,·c da esso supe• rate, dalla crisi &graria dC'll'tW ai disa!ftri africani e - poteva aggiungere alla fehbre pazzesca. di reazione ciel '98. l partiti non hanno camminato ah– bnstauza, non sono andati di pari pnsso col " div('• nire ,, della storia; si sono serbati tutti 1111 po· troppo icleologiri, clottrinarii, arcaici insomnrn. Ora - scossi e scompag-inati finalmente dalla rcaltiL rh·oluzionata~i in quest'ultimo lustro così profondamentr - si tro· vano disorientati, llrnerti, intimamente scissi. E in fondo - astrazione fatta. dai fondamenti e dai fini propri cli ciascuno di essi - è la stessa lotto, che li tra vaglia tutti : la lottf\ fra i " novatori ,, e i " lau– (lafores temporis acti 711 i II transigenti 71 , e ~li~ intran– sigenti .,. gli entusiasti ciel lavoro fatti\•0 1 pratico, concreto e gli innamorati, fidi e cocciuti, della for· mula e della tradizione. I clericçtli puri e i demo– cristiani, i conservatori retrivi e quelli ... presbiti (come appt:>llava l'Aranti.' 11('! '98 gli ortodossi piÌI intelligenti e mono feroci), i radicali marcoriani e quelli sacchiani, i repubblicani dello. pr('giudiziale e quelli sei11.a 1 i socialisti così detti rh•oluzio1rnri e quelli cosidctti riformisti non sono altre, che i rap– presentanti e la testimonianza, in ciascun partito, rispetti\•amcntc dello spirito idealistico e platonico o dello spirito positivistico. li Groppali ò - s'intende - in politiC'a non meno e-ho in filosofia, un positivista e di tra il di:sgre– gorsi dei vecchi partiti e lo sfasciar~i dcll 1 allennza " popolarC' ,, crede di veder balonarr e delinearsi e vagheg-g-ia la" fusionC' 11 dei socialititi transig-enti, che gli srmhrano teorcticum('otc <' J)raticamente in irreconciliabile opposizione cogli intrantiigenti e in cui gli 1>are che sia orinai ~olo una volut:1 e ìllOAiCI\ sopravvh·cnut formai(', un residuo della vecchia con– cezione finalistica, un'artificiale illusione auto-sug– gestiva la porsistenzt~ n('ll'ideale collottivistico 1 e cll'i radicali sacchiani, i quali - e~li dicC' - " hanno capito che, se la democrrtzia non ,·uole suicidar8i, deve, ora ch<>il terreno politico è ~gomhrato dalla preg-iuclizialc della libcrtìt, venire a contatto coi grandi prohlemi nazionali, svolgendo tutto un pro– ~ramma p ositivo di riforme ,,. 'l'ale fusione, i. lungi dal rapprc! -lenta.re qunlch<" cosa cli eterogeneo<" cao– tico, sarà feconda di bene ~e, pur mllntenendo una. spiccata tendenza socialbtn. coll 1 allargnre semprr 1>iL1 là sfcrn di azione dello :Stato, se~uirÌ\. fedelmente il metodo rudicale, ante1>011cmlo ai monolitici progetti di demolizione universale, la conquista di quello ri· forme parziali che le masso suggeriranno ed impor– ranno co11a forza delle loro organizzazioni 71 • Ora non occorre che spendiamo molte parole per determinare in quali dei roncetti suoi3posti consen– tiamo <'0I Oroppali. Al pari del quale pensiamo - ed è nostro non recente pensiero ('I che i partiti vivono e si sostanziano di cose e di fatti meg-lio che di formule C' che questo devono essf'ro sempre ret– tificabili alla cote di quelli; e che i novatori più ~u– ch\Ci e pil1 degni del nome sono quelli che più ope– rano e non <1uelli che fantasticano piìt immaginosa– mente, qurlli che haclano dì per dì, con tenac<' o a:ìpra fatica, a scompaginare, mattone per mattone, il vecd1io edificio sociale o a costruire il nuovo, e non quelli che perdono il tempo a configurare iclco– log-icamente, giusta il vecchio ahito metafisico, a sò ~t('ssi NI altrui il mondo avvenire; e ('he &ia grRvc iatturn per il proletariato italiano eh<" una tro1,po grossa falange del partito socialista. si sin, proprio nel momento più propizio, quasi temesse di perdere la ~uafisionomia" sovversira., accostanclo alla realtà Pideale, dispensata dal fare e incocciata a. diffondere e a insE>guirc il suo sogno solo verbalmente e pltt– tonicamcnte. Ma il nostro consentimento vien meno quando il Groppali, dulie premesse e dallo considerazioni ge– neriche discendendo al suo particolare assunto, quasi ~iunge - per avvicinarli (s 1 intcnclc 1 con indubitabile buona frde) quanto più gli è possihile ai radicali sacchiani a togliert• ni socialisti transigenti il loro genuino e nativo carattr-re proletario e marxistico e a farne un partito empirico e apolitico. fnvero 11011 è esatto che essi opiaino essere 1-,!li istituti politici non altro che forme, nelle quali si può n.dugiarc qualunque sostanza sociale. Se lo pen– sassl'T0 - come mostra. di pensarlo il Groppali, cui ci stupisce, ferrato com'è cli ~losofìa ardighiana, di cogliere in flagrante peccato di. .. aristotelismo sa– rebbero metafisici e scolastici. Ji'orma e sostanza - l'insegna dal punto di veduta generale e filosofie-o di Roberto Ardigò non di,·crsarnente da quello rhc fa. Carlo .Marx ùal punto di ,·eduta economico o politico non sono duo reali distinti, ma duo aspetti, duo atteggiamenti necessarinmente corri– spondenti dello stesso inscindibile reale. Il sepa– rarli, il considerare 11uno indipendente dall'altro è affatto arbitrario ed erroneo. E così gli istituti po– litici non sono forme per ::iè stnnti e b11one sempre e per qualsiasi contenuto, ma si foggiano e deter• minano in relazione colhi struttura economico-socinlc e, muhmdosi questa, non possono essi non mutare e perire. Certo dispon~ono ~ qual piìt qual meno - di una certa resistenza ccl elasticità e possono, per un certo tempo, soprav,·irere, adattandosi 1 alle con– dizioni, a causa e a tutela dellC' quali sono sorti. lfa. sono caduchi e intimamente e, in ultima istanz11, irreducibilmcnte antitetici agli ideali determinatisi in contrasto agli intNcssi, che in ~~si hanno il loro suggello e sussidio. 11 pensiero dei socialisti tran– sigenti si è pertanto questo: che il socialismo non si possa, in viR. definitiva, adagiare nelle istituzioni 1>olitichc dinastico•horghesi; che po1:1Ha, tuttavia, per un <'erto trotto del suo" divenire 71 11011 trovarsi in aperta e immediata opposizione con esse, c, co– munque, che non gli con,·enga di dichiarare loro guerra finchè ... guerra non gli sia da esse dichia– rata. I~ ))<"ll~ano che nel ogni giorno spetti il suo cù1npito e che non co,wcnga di per<lf're Je forze, mi• rancio contemporaneamente a troppi bersagli e su– scitando, uniti, troppi inimici. 'J'ale il concetto Cl-presso nell'ordine del giorno Bissolati; tale il calunniato <mwmirdwmw del 'l'nmti; dal qual<" oll1lmlillè1·f'11llsmo (mi si passino gli orribili neolo:,tismi !) politico del Groppali e del Sacchi, i quali, in sostanza, sono mo- (') crr. IAI l'tlldlvllù t t'atlut1bllltà dtl sodal~mo, In OrWca Sockllt, 16 ottobre itoo.
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