Critica Sociale - Anno XIV - n. 13 - 1 luglio 1904

206 CRITICASOCIALE massa ora. mollusca dei buoni noi diamo con la or– g-anizu1zione una vertebra, avremo sconfitto l'impero dei prepotenti. ~tolti di costoro, spinti dall'aYidità. di f,trsi nella vita sociale la parte del leone, si fanno promotori di forme nuove di sfruttamento, e finiscono con pro– muo,•ere la produzione della ricchezza. l buoni, non per virti1, mn. per fiacchezza od apatia, sentono ri– spetto per i tristi forti ed arditi, perchè ,•edono in costoro i soli capaci di promuovere e dirigere gli ordinamenti sociali. 11 principio monarchico- padro– nale nella direzione del Governo e della produzione si fonda sulla viltà dei più; i quali pagano con la libertà, col lavoro senile e con la miseria economica e morale la loro incapacità collettiva e la loro pol– troneria di far governare gli altri. Ogni progresso sociale è contrassegnato dal pas– saggio alla collettività di una parte del potere di!'i· gente, che risiedeva prima nei pochi o in un solo. Oggi siamo ad un punto delh:~ storia umanà 1 che il maggiore di questi passaggi si sta iniziando. Le Leghe e le Cooperative di contadini eliminano gli intermediari, smorzano la prepotenza baronale del latifondista 1 assumono la gestione collettiva della produzione agricola., e, adoperando tutte lo braccia inoperose, promuovono l'accrescimento indefinito della. produzione e jJ soddisfacimento cli ogni bisogno primo nell'abbondanza comune. Le camorre locali non potranno mai vincersi, senza creare prima le nuo,·e forze politiche che le sosti• tuiscano nelle pubbliche amministrazioni. l deplorati dalle inchieste sono rieletti, perchò altri uomini con costumi politici nuovi non sono ancora pronti in h1l numero da garantire la maggioranza. amministratirn, nei Comuni; la grande maggioranzà. degli onesti ma umili non ha ancora uomini capaci di amministrare le coso pubbliche. Se non creansi prima le nuove forze politiche nel proletariato per un radicale rin– no,•amento delle pubbliche amministrazioni, si corre pericolo che le lotte dei socialisti contro le vecchie camorre servano invece alle nu0\'C c:1.morre che fanno concorrenza alle prime. Senza la chiara co– scienza di classe proletaria, le nuove camorre po– tranno impunemente chiamarsi magari socialiste, come si chiamarono prima patriottiche, democratiche, radicali, anticlericali. Anche gli uomini piit illuminati dell'Estrema Sini– stra cadono nell'errore convenzionale che delle ca– morre politiche del Mezzogiorno la responsabilità spetti tutta al Governo. Questo, secondo essi, do– vrebbe essere una specie di nume venuto dalle sfere ultraterrene, che fulminasse le camorre, anzichè crearle. Non si comprende perchè il Governo aiuti piuttosto le camorre del .Mezzogiorno e non quelle del Settentrione j non si comprende da quale Parla– mento debbano uscire i ministri per rivolgersi contro i deputati che si fanno esponenti di camorre locali. Il vero invece è che le cricche politiche s'impongono al Oovcrno imponendo i loro uomini nei Ministeri. La Jotta è da cricca a cricca per contendersi l'in– fluenza governativa. n basta in questa. contesa può esser dato solo dal proletariato che, organizzato in partito di classe, acquisti la coscienza polit.ica, e controlli la pubblica amministrazione. . . . A questo punto sento che il vasto tema pr<'sente, per il quale richiederebbesi un più ampio svolg-i– mcnto) fu da mc a sufficienza ubbozzato nelle sue principali linee, e che si debbono, secondo la con– venzionale forma delle llclar-ioni nei Congressi, for– muhue in 1111 ordine ciel giorno le proposte eia sot– toporre al voto. Ma il presente tema non conduce clw ad una assai semplice conclusione, per la qtrnlc il voto affcrnrntivo è nel fatto stesso del Congresso. Resta solo da discutere ogni mia secondHia affer– mazione che son venuto ad esporre. La conclusione è nella affermazione solenne che ] 1 or[.tanizzazione dei contadini siciliani contro il ca– pitalismo latifondista, cou la cooperazione dei mezzi di lavoro e di consumo, sorretta dalla Lega di resi– stenza, è il maggior fatto storico che riesca al rin– novamento economico e morale della Sioilia. Compagni, Quando nel 1901 la 14 Fratellanza agricola ,, di Col'leone, a mezzo dell'amico Verro, m'invitava a partecipare alla festa nella presa di possesso dell'ex– feudo Zuccarone, io così concludevo il mio discorso a! contadini convenuti, e così sento nuovamente di concludere: 14 Qui si feconda un mondo sociale nuovo. " Da queste plebi rurali sorgcrt~ una Sicilia no– vella, che farà scomparire quella trista della mafia e del malandrinaggio, della malaria e delJ'a.nalfahe• tismo 1 del Voscenza sen•ile e dciromicidio per un nonnulla) della taverna e del lotto 1 del latifondista e ciel prete. " Da questi monti scenderanno i torrenti umani a spazzare nelle città della. grande e piccola bor– ghesia il capitalismo vero e il socialismo falso che potrebbe sorgere. " r villani, spregiati fìn dagli operai delle cittì,, preparano, con il loro lavoro cli organizzazione socia.– lista, alla Sicilia una gloria maggiore di quella che vi portarono le squadre dei Normanni e quelle dei )Lille. Dal tugurio del contadino si sprigionerà una luce più viva di quella che rifulse dalla Reggia di Ruggero il normanno e cli :Federico lo svevo. " Affrettiamo, compagni, l'arrivo di questo giorno glorioso, ed C\'Viva la Sicilia socialista! ,, StmAS'J'IANO CAM:\IAR1m1 SGL'RT1. Fra gli applausi fragorosi e gli e\'\'iva al Socialismo, il Congresso votava all'unanimità. il seguente ordine del giorno proposto dal compagno Errico f.,oncao: " 11 Congresso, approvando la relazione del compagno Cammareri Scurti sulle finalità. delle Associazioni dei contadini siciliani, afferma la sua convinzione nell'av– vento cli uua società. avente a base la democratica so– cializzazione della terra. e di ogni altro mezzo rli pro– duzione o cli scambio. 1 , In seguito, sul tema speciale " Leghe e Coo1>erati1:eiu Sicilia, ,, non potutosi svolgere per l'assenza del relatore avv. Alessi, si votava all'unanimità. il seguente ordine del giorno formulato dai compagni Sebastiano Bonfiglio e Sebastiano Cammareri·Scurti, dovendo rinunziarsi al– l'esposizione che i rappresentanti della provincia. cli Tra– pani avrebbero fatto al Congresso sul meravigliosq e ti– pico movimento delle loro Leghe e Cooperative di con– tadini: le qua.li , senza il ri\•oluzionarismo verbale e la intransigenza. scontrosa, vanno addirittura alla conquista collettiva della terra e di ogni altro mezzo capitalistico di produzione: "11 Congresso delle Leghe e Cooperative agricole sici– liane, " ritenuto che l'azione delle Leghe di miglioramento fra i contadini riesce insufficiente ad 1\ssicurare la re– denzione proletaria, se quell'azione è limitata allo scio– pero e ad effimeri aumenti di salario; " che le Leghe debbono invece costituire il terreno politico della resistenza per assicurare alle Cooperati \'O di lavoratori della terra la conquista collettiva dei mezzi

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