Critica Sociale - Anno XIV - n. 12 - 16 giugno 1904

CRITICA SOCIALE partengono, 1>eraltri aspetti, invece, mn.ssime nella lotta contro lo rivendicazioni opornio, li ,•odiamo stretti e so– lidali con quelle, a cau'it\ di forti interessi comuni. Se nel primo ca~o ci appariscono democratici e popolari, noi senso generico di queste pllrole, nel secondo ci si 1u·osontano come antiquati o consm·vatori, nnzii non di rndo, come in 1-.,rancia, risolutamente antisocialisti. Ba-;tn confrontarli, invero, con le novlssimo aristocrazie operaio che ,•anno man mano sorgendo da mezzo il pro– letariato militante e colle quali esteriormente li diremmo aS:;ai affini. Codeste aristocrazie sono l'effetto e la co11s0• f;1Jn:im1e delle parziali vittorie dclii\ lotta e dell'organiz– znzione del proletariato o, per conservare In posiziono conqui-itn-tn, debbono perseverare in quella. lotta o in qucll'orgnnizznzione; la modesta borghesia. non è inveco i,o non scmpre 1 nella maggior parte dei casi,(') che un1l rormn e una graduazione della vecchia societìl, n cui e... sa suole spesso domandare, massime dalle campagne o dalle piccolo città, pietosi privilegi per isruggiro alla ro,•ina economica, più o meno minacciosa e vicina. I/opinione piuttosto ditru~n, dunque, che i piccoli bor– ghe~i -iiano il nocciolo del radicalismo è deri\•ata dalla visione di una sola parte degli interessi di costoro, della J)Arlo che tro,·erebbe espressione e tutela in alcuni capi– saldi del programma radicale. <luesto, inratti, per citare qualche esempio, li favorisce o può quindi contare di averli seguaci, così nell'opposi· ziono ai grossi armamenti, lllle imprese coloniali, ai privilegi dello grandi industrie, agli accentramenti am– miuistrativi (chè la piccola borghesia, a differenza dello aristocrazie operaie, ò prevalentemente provinciale), come nel protendere l'abolizione dello imposte indirette, J)ii1 gravoso per le modeste fortune, l'introduzione dell 1 im- 1>osta progressiva, che anzi è quasi un luogo comune caratteristico sulle labbra dei politicanti farmaceutici dol ceto di cui parliamo. )la il programma ra<licalc, per la sua stessa tradizione, hn, oltre a questi, altri interessi da. dlrondere, altri bi– sogni cui socldisfare, nitro e pili proronde e inno,•atrici tendenze da propugnare, come in realtà ammetto anche chi, nella determinazione sociologica del 1>artito, ha dato soverchio peso agli clementi di cui parliamo. E se tutto ciò non combacia o è in contrasto con le aspirazioni piccolo-borghesi, sarà. :iegno che esso programma J>UÒ vantare, coerentemente e corrisJ)OIHlentomente, una pii1 larga base economi-cosociale. l...'adesione del la media e piccola borghesia ci si de– linea così nella sua vera misura o essenza: pjl1 che co– stituire la forza " principale II del partito, è parziale o di contingenza, auzi si converto in ostilità per una parto dol programma; piìt che intensificare lo spirito nuovo o vibrante che nel partito stesso ò infuso dall'iutercs– .,ata simpatia delle organizzazioni dei lavoratori, può minacciare di intiepidire quello spirito, in quanto la piccola borghesia, di su1. natura quietista., risento an– cora psicologicamente della rase storica anteriore allo a,·iluJ>POdet grandi e rervidi mozzi tecnici di produzione capitalistica. . .. Quale altra base e quali altri caratteri saranno, per– tanto, da riconoscere corno J>roprf del radicalismo mo– derno~ (') ,\nelle 111 llulla, ,.vede 11e1t11.vmlmrdl11 ,. 11eU-}:mlll:1,nvn num– canv e1e111J)Idi eell pleculo llersheal, massime agricoli, ,·eramente prosre!l~lvl 1ier l'erllcaolo tecnica del lavoro a cui si ap1Jllcrmo. 111 Lomhardla lllCUIICrecenti llonlllellO 80110011era di lllhn-oll che l11rn110 dhlpoBIO di oa1)!1all relatl\amen1e modesti. Ilo detto u riconoscere " o non a caso: la J)arola im– plica un concetto, secondo mc, ronda.mentale. 11 partito radicale, come ogni altro JJartito, non può essere creato artificiosamente per volontà di una scuola economica o politica, nò pub contraddi~tinguersi grnzie nd un principio astratto ed aprioristico che ne divcng:l come l'anima inrormatrice. J\ radicalismo, se aspira alla voluttà di vivere e runzionarc, dc,·o per l'aptlUnlo cor– ri~pondcre a interessi, bisogni, tendenze sociali rcalmento esistenti, anzi preesistenti, e farsene l'espressione poli– tica o l'organo pii1 specifico, 1>iùadatto, più conveniente e quindi più carattcri-.tico di quello che potrebbe essere ogni altro partito o fraziono militante nell'arena politica ,!cl paese. Non mi sembra pertanto che il partito radicalo possa distinguersi a pt·iori, esclusivamente, o alla stregua doll'indh•idualismo liberista o a quella. della tendenza socializzatrice, alla stregua cioè dei grandi principii che sono alzati, seg11aculum in vessillo, da due opposti grup))i formntisi, 1>iù o meno spiccaturneute, nelle schiere ra– dicali. Ambedue i concetti c:iprimono un mezzo unico di sod– di~rare i bisogni sociali, i determinati bisogni sociali del determinato partito, implicano una soluzione anticipata e fissa di tutti i casi chti la S\'ariata combinazione dello coso può presentare al partito stesso. Ora. - cd ò tt1tto qui il busillis - chi ha dimostrato che l'una o l'altra soluzione corrisponda sempre, o almeno cli regola, nei riguardi del pa1·tito radicale, al eiettato rerrenmcnto logico della legge del minimo mezzo? Non 1>uò,non dovo pre3upporsi io,·ccc, grazie all 1 cs11erieoza storica o all'ossef\•aziono positiva del presente, che lo soluzioni saranno varie o spesso imprC\'Cdibili a priori? Che così, in realtà, debba presupporsi io ho tentato dimostrare in un articolo pubblicato non ha gran tempo nel Giornale degli eco11omisti (agosto 1002). ~on ci sembra possibile quindi assumere per pietra di J>aragono del partito radicalo o il liberismo indivi– dualista o la tendenza socializzatrice, perchè nò l'uno nè l'altra sono propri esclusivamente del radicalismo o perchò questo adotterebbe o il 1>rimoo il secondo, non a seconda d'un ,;oma11damento prestabilito, ma a seconda dell'indicazione, caso per caso, della eterna leggo dianzi rammentat:l ('). ... i.:scl11se,in questo rnodo, la base di classe e la carat– teristica dell'uno o dell'altro princiJ>io teoretico, vedremo cho il partito radicalo ò l'espressione di reali interessi economici, e più precisamente di determinati bisogni o tendenze sociali, che immetteranno nell'alveo largo del partito da pii'1 classi e <hl 1>ii1ceti. Osscr,•anclo il movimento sociale moderno, da cui è d'uo1)0 rilevare quali sieno quei 1.,isognie quello tendenze, ci aJ>parisce quasi a colpo d'occhio che esso s'impernia sopra due grandi renomcni: l'uno, lo sviluJ>parsi sempre pii'1 grandioso della produzione agraria e industriale, del commercio e delle comunicazioni; l'altro, correlati\ 1 0 al primo, l'organizzarsi in forma di partito di classe e t') I.O IH088080Clfl.111illl0 Ù dfl. un IHlZZOusolto dalh~ taso Ingenua In cui la lonlana meta llu11,letanto 11\llul\·a nel tnr pro11ug11aro a occlll 011111111 6 8ClUZIOIII soc/.i.rll::::m1H di tulle 1011uest\0111dell'attu"le bor• gheslsalmo mondo. 1 radicali 11011dullllono essere 111ritardo, se ll ,·ero che sono 1111partito 111tenettua1e. Chi ama di figurare uomu ca1romo alnlatro del J)artlto radicalo 11011 deve Irretirsi 111rormule 1111 i,o' 11co1astlcbe1 ma de,e propugnare 101uz1on1radte11.1ilnttma– menl<l o 1ier ae stesse e 1rnr Il mezzo di 1tli11ar1e. Se no Il t,e1 ({C!IIO lo■ola fredda la gente t

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