Critica Sociale - Anno XIV - n. 11 - 1 giugno 1904

CRITICABOOIALE 169 Lo Schultz~Giiwernitz, ad esempio, nel suo mira– bile studio sull1industria del cotone, ha dimostrata la notevole influeuza esercitata da tali Cooperative nell'accrescere la potenza di consumo degli operai della grande industria inglese. Quanto alle altre due forme principali della coo– perazione, la cooperazione di credito e quella per la costruzione di case economiche, possiamo limitarci ad accennare che, all'attuale livello dei salari anche noi paesi più progrediti, esse presentano vantaggi non accessibili tuttora che ad un1t scarsissima mi– norania. . .. Passiamo ora alle 1,rinci1>ali manifestazioni poli– tiche del movimento che ci interessa. Nulla aggiungerò sull'azione diretta nd ottenere il riconoscimento della libertà di organizzazione. Va– riando grandcmen te da paese a paese, secondo le particolari legislazioni e tradizioui, acconcio gli atteg– giamenti dei dìversi partiti, essa, meglio che l'econo– mistu, riguarda il politico. Pii1 regolare, invece, nel suo sviluppo, e ben più pertinente alla nostra disciplina, ci si presenta la legislazione sociale. Nel campo strettamente economico, essa mira a fis– sare un massimo nella lunghezza della giornata di lavoro; a stabilire un minimo di età nell'assunzione doi fanciulli· a limitare le forme di attività a 8e– conda dell'età e dei sessi; a provenire gli iufortunii ed a regolare, quando avvengono, i modi e la mi– sura delle indennità; a favorire o ad imporre l'assi– curazione contro lo malattie e la vecchiaia. l.ntesa a tali fini, la legislazione sociale può essere feconda di ottimi risultati, purchè sappia misurare il pltSSO alle condizioni economiche generali ed al reale sviluppo delle organizzazioni operaie. Una legislazione sociale troppo esigente, in un paese in cui esista una grande disoccupazione e sia ancora troppo basso il livello dei salarii, può con– vertirsi - dura, ma innegabile verità - in un danno per gli stessi operai. D'altra parte - per le ragioni che abbiamo visto 1>ii1 sopra - lo disposizioni legi– slative cli tale specie sono destinato a restare senza alcuna pratica sanzione se l'organizzazione dei piit interessati, cioè degli operai stessi, non sia in grado cli invigilarne l'applicazione concreta. Ne abbiamo avuto un eloquentissimo esempio in Ibllia, dove la legge sul lavoro dei fanciulli precedente l'attuale - legge dovuta alla precoce, pet· quanto nobilissima, previdenza del Luzzatti - rimase - in massima parte - una sterile affermazione. Infine, non sal'1\ forse inutile ricordare che, perdu– rando un regime di libera concorrenza, la legislazione sociale, se non vuole condannarsi aJI'insucccsso, non deve mai pretendere di fissare, io ra1>porto ai nuovi cquilibrì economici che seguiranno necessariamente la sua applicazione, un numero eccessivo di condi· zioni. Le è lecito, ad esempio, limitare il massimo della giornata a I O ore; ma non le sarebbe egual• mente lecito stabilire, che per tale giornata il salario debba essere di tanto o di tant'altro. Nella Nuova Zelanda - dove esistevano già se vere limitazioni per la durata del lavoro dei fan– ciulli - una legge del 1899 ha voluto prescrivere, nell'interesse dei minatori di età. inferiore ai 18 anni, un salario di almeno 5 franchi alla settimana per le ragazze e di almeno 6,26 per i ragazzi. Sebbene la legge si riferisse ad un tasso bassissimo, relativa– mente alle fortunate condiziorri cli quello Stato - vera sentinella avanzata della civiltà - la sua ap• plicazione ha sortito questo effetto: che, non vo– lendo l'imprenditore sobbarcarsi al pagamento del sala.rio impo&to - l'operaio lento e maldestro lrn. perduto completamente il lavoro. l"nfine, parallelamente a questo indirizzo prevalente– mente economico, In. legislazione sociale ne persegue un altro, il cui carattere è, pii1 che tutto, giuridico. àli riferisco alla creazione dei tribunali speciali del lavoro ed alla disciplina dell'arbitrato. Di fronte alle quotidiane controversie che insor– gono fra lavoratori cd industriali, per il fatto che la crescente intluenza dei primi tende a mettere in luce ed a precisare nella locazione della. 1>ropria opera un sempre maggior numero di clausole, e che l'as• sidua trasformazione dei processi produttivi modi– fica incessantemente le premesso materiali della lo• cazione medesima, si rende indispensabile l'intervento cli organismi i <1uali,com1>onenclo i casi in questione, con una procedura. e con criteri iSJ>irati alle pA.rti– colari necessità dell'ambiente, affrettino un'equa so– luzione dei conHitti, determinino la. formazione cli una apposita giurisprudenza, facilitino i successivi riadattamenti del contratto a.Ile condizioni econo– miche continuamente evolventisi. Sul principio, non viene reso obbligatorio alle parti nò l'adiro dinanzi a questi organi di concilia– zione e di giudizio, nè osservare le loro deci!-lioni.~la poi, mau mano che le rispattive organizzazioni di classe vengono meglio r iconosciuto e considerate dalle due parti; man ma.no che, per 11estensione e la forza sempre maggior i delle organizzazioni stesse, un con– flitto aperto, cioè un lock-out dal lato degli industriali od uno sciopero dal lato degli operai, si concreterebbe in una calamità sociale; si vanno creando veri e propri tribunali del lavoro, che le parti devono adire per obbligo, dei quali devono attendere la sentcnz,t. astenendosi da. ogni ostilità, e rispettarla) una volta resa. Quest'ultima forma, di cui troviamo i più noti esempi nel Cantone di Ginc,•ra, nella Nuova. ielancla., e nella ~uova Oallcs ciel Sud, non può naturalmente a1>plicarsi senza sopraffazioni 1 se non in quei paesi in cui l'opinione pubblica abbia. subìta una lunga evoluzione, e le organizzazioni antagonistiche si bi– lancino nella. loro forza. È certo però che essa ra1>· presenta, nei rapporti fra capitalo e lavoro, lo stesso progresso morale che, nello relazioni private fra i singoli individui di un dato gruppo, la cessazione della vendetta personale e la devoluzione delle con– troversie alla decisione clell 1 autorità sociale. E poichò ogni progresso morale cli tale genere si risolve sempre io aumento di ricchezza, Farbitrato obblig-a– torio contribuisce grandemente a deprecare le gra vissime perdite materiali che,.in sua assenza, derivano clitlle forzate sospensioni ciel luvoro, e, più in go· nerale, dttlla insufficiente sicurezza nella vita della industria. . .. Veniamo finalmente alle principalissime manife– stazioni della resistenza economica. 8sse sono in ron<lo le più numcrosv, le più comvlesse e le viù importanti, sopratutto le più importanti, giacchè, ad esempio, l'intera legislazione sociale diverrebbe inat. tuabile se non trovasse preparato dalla resistenza le condizioni stesse della sua applicazione. Data tut– tavia la loro grande notorietà anche in Italia, potrò limitarmi per esse a cenni ancor piit rapidi che per le altre. Gli operai non tardano a comprendere che, contrat– tando coll'imprenditore indivirlualmcnte, contribui– scono, per la concorrenza che l'uno fa al1 1 altro, a deprezzare sempre più il loro la,•oro. Uiconoscono inoltre che, se, come persone isolate, non dispongono cli fondi di riserva che permettano loro di ritirare dal mercato il proprio lavoro, quando ne ricavino un salario troppo scarsoj cornbinan<1osifra loro, potreb• bero accumulare facilmente i mezzi a ciò occorrenti. È da questo duplice ordine di considerazioni che sorge J1organizzazione di resistenztt; il cui scopo ò

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