Critica Sociale - Anno XIV - n. 11 - 1 giugno 1904

172 CRITICASOCIALE CaRadi lavoro, ebbe risposte favorevoli da Einaudi, Ca– biati1 Oraziani, Cavnglieri, Gobbi e Luzzatto. Ohino Ya– lenti la considerò non economica e demoralizzante j Loria si espresse favorevolmente, pur riconoscendola superflua quando si riuscisse a creare un'assicurazione contro la disoccupazione; Supino propose una colonia agricola in cui i disoccupati producano i loro alimenti, e Ramcri un villaggio· agricolo forestale destinato all'impianto di vivai, di alberi fruttiferi e di piante rorestali per esten– derue la coltivazione nei terroni abbandonati; Lorini, invece che una casa di lavoro, propugnò una casa di t·iposo, in cui gli operai trovino, una volta tanto nella vita, cibo, bagno, conferenze, buono parole e, di poi, un impiego al di fuori. Rinaudi e Cabiati insistettero sopratutto sulla neces– sità di distinguere i disoccu)}ati )}er indigenza, incapacità a lavorare e vecchiaia, dai disoccupati per qualche mo– mentanea crisi o per qualche squilibrio nel meccanismo economico. Per <1uestisoltanto la casa di lavoro dovrebbe essere fatta. Taio distinzione dovrebbe essere raggiunta mercè l'aiuto delle organizzazioni di mestiere sulle quali l'Umanitaria dovrebbe basarsi per conoscere il numero dei disoccupati e per esser garantita sulla natura della disoccupazione: che sia cioè non volontaria, ma forzata. Vari 1 industriali interrogati sul genere di lavoro non richiedente impiego di capitali o adatto per una casa di la,·oro, suggerivano l'industria dei giuocattoli, la con– fezione di sacchetti e di scatole cli carta, il raddrizza– mento dei chiodi, il disfacimento di vecchi oggetti, spe– cialmente fili metallici o tessili, la fabbricazione della stoppa bianca e nera poi calafataggio delle na,•i, la. selezione di gra.ni vegetali, segale, frumento ed nitro, l'innalzamento di acqua potabile nei serbatoi comunali a mezzo di 1>0mpe, ed il caricamento di accumulatori elettrici, i lavori di scavo o trasporti di terra, la. fabbri– cazione di concimi chimici, l'impianto cli un'azienda agricola nei dintorni di Milano coll'organizzazione dei mestieri sussidiari all'agricoltura. Si può vedere dagli esperimenti fatti all'estero quanto scarsi risultati si ottengano dalle case di lavoro con una spesa rilevantissima e come il carattere che esse hanno sia pili di beneficenza, con intenti moralizzatori e filantropici difficilmente raggiungibili, che non di un istituto economico, il quale si trova sempre di fronte a questo dilemma: o produrre oggetti inutili e quindi in perdita, 0 1 producendo oggetti utili 1 aggravare la disoc– cupaziono reale facendo concorrenza alla mano d'opera libera, col gettare sul mercato prodotti similari a quelli dell'industria privata. ln fondo, le case dì la"oro non sono che una larvat:\ forma di elemosina che non tutti gli operai qualificati si adattano ad accettare, che per la qualità stessa del lavoro, inutile e quindi compiuto senza interessamento, ben poco può influire sulle abitudini dei disoccupati. Lo scopo moralizzatore si può in caso raggiungere assai meglio colle colonie agricole, dove almeno i fattori na– turali, aria, sole, lavoro all'aperto, e lavoro utile, pos– sono influire sul carattere dei disoccupati, rendendo loro il lavoro stesso meno uggioso e pili attraente e quindi educath•o. Lo casso di nssicu1·nziono contro In disocc1qmziono e In classe 1n,\'0rntrico. Per tutte queste ragioni i lavoratori non hanno mai caldeggiato siffatto genere di istituzioni, e si sono invece ))ronunciati favore,•olmente alle casse d'assicurazione contro la disoccupazione. Queste Casse, fino a dieci anni ra, s)}ecialmente in Svizzera, erano state create dai Co– muni (Berna e San Oallo), i quali versavano la somma occorrente a raggiuugere la cìfra fissata a compi omento delle quote individuali. Ara l'esperimento non dette buona prova: la Cassa di Berna conta tuttora GH soci, e su 17.000 franchi di entrate, il Comune de,·e sbor– sarne 12.000, non corrispondendo le quote individuali che al quinto delle indennità pagate. La Cassa di San Gallo non esiste pÌl1 dal 1896, pur avendo intro– dotto il principio dell'obbligatorietà (1)- Da allora l'opinione generale sembra si sia pronun– ciata nel senso di un aumento dell'iniziativa degli inte– ressati e della riduzione dell'intervento dei poteri pub– blici, a semplici sovvenzioni. Al Congresso delle Leghe di me:-1tiero tedesche tenu– tosi a Stoccarda dal 16 al 21 giugno 1902 1 Von Elm, relatore, ebbe a. dire che tutti ormai sono concordi nel– l'osservare che è còmpito dello Stato e della Società di venire in aiuto dei disoccupati. Lo Stato, che protegge la proprietà morta, deve pur sapeL· proteggere la pro– prietà \'iva del la\'oratore 1 che è rappresentata dall:\ sua forza di lavoro, e deve frattanto incoraggiare l'assicu– razione contro la disoccupazione da. parte degli operai, ìu modo che in avvenire, quan(IO si abbia una statistica completa della disoccupazione, essa possa divenire obhli– gatoria. F'ino ad oggi il maggiore sforzo per premunirsi contro i danni della disoccupazione l'hanno fatto i lavoratori organizzati, i quali in Germania versarono a questo scopo nel 1891marchi 64.290,e nel 1899,marchi 1.238.107 j in Danimarca nel 1899 c-orone 170.000, nel 1901 co– rone 320.56-t; in Austria nel 189(;cOt°.102.189 1 e nel 1902 cor. 377.448; in Inghilterra nel 1901 t'r. 8.228.116. Si JJUÒ ben dire adunque che i lavoratori organizzati sono quelli che combattono seriamente l'accattonaggio e il vagabon– daggio e che spargono nella classe lavoratrice il seme della moraliHL, ridestando negli operai il senso della responsabilità. li Congresso di Stoccarda, dopo un po' di discussione, votava il seguento ordino del giorno: " Il Congresso delle Unioni di mestiere tedesche, con– sidera. quale còmpito dell'Impero, degli Stati e doi Co– muni l'erogazione alle Leghe di sussidi per la disoccu– pazione che non sia originata da sciopero o da colpa grave; il sussidio non deve rivestire il carattere di elemosina e non riuscire a detrimento dei diritti civili che spettano a ogni lavoratore. " 11 Congresso, reclama, quale presupposto di una generale assicurazione contro la disoccupazione, il pil'1 illimitato diritto di coalizione per tutti i lavoratori cl 1 ambo i sessi occupati nelle offl~ine, nell'industria a domicilio, nei trasporti, noi campi, nei servizi dome– stici, ecc. i il riconoscimento di tariffe compilate di comune accordo fra gli imprenditori e i lavoranti; la concessione della capacità giuridica alle organizzazioni di mestiere, senza. limitazioni alla libertà del movimento economico; reclama pure che lo Stato e i Comuni in– h'aprendnno regolari statistiche dei disoccupati, e che gli Uffici di collocamento e di indicazione sieno regolati giuridicamente per mezzo dell'organizzazione delle borse di lavoro, alla cui fondazione e mantenimento sono ob– bligati i singoli Stati e Comuni. " Il Congresso respinge qualsiasi sistema di assicu– razione contro la. disoccupazione che non permetta al lavoratore la più completa libertà ed autonomia, e che (1) CAONINAC<:I: Lt cl/Gmll(lt tt les 111oye11$ d'// rlmedle,·, parttculi~- 1·eme11Ip1w l'll8810-mu•e, l'arls, 1003.

RkJQdWJsaXNoZXIy