Critica Sociale - Anno XIV - n. 10 - 16 maggio 1904
CRITICA SOCIALE 119 funto attuale. O\ o cl)pres~nmcnto insistiamo nel rare rilevare cho la divisione di ciascun patrimonio in cli– verl)e parli, per l'npplicnzionc dei differenti tassi di J)relernzione, non potrebbe o non dovrebbe farl)i che q11antitalfrrmw1lf e non già. q11alilaliramrnfe; ciascun patrimonio lasciato in eredità, cnmbinndo, nella regola generalc 1 la sua nnturn 1 i suoi modi di investimento, nelle mani dell'erede Secondo tal nuovo regolamento del diritto di testare, le prelcvazioni nelle successioni sarebbero, dunq110 1 anzichè progressh'e 11dlospazio, cioè in ragione doll'e~tcns\0110 o clelh\ grandezza dei patri• moni, in ragione, invece, del numero di trasmissioni che essi avrebbero subito 1 cioè a dire, in media 1 in ragione del tempo trascorso dopo la loro accumulazione. 11prin– cipio progres~i\•o verrebbe così npplicflto al tempo an– zichè n.llo spazio, e secondo l'età dei patrimoni anzichè secondo la loro ampiezzn, ('). Una tale prele\•nziono sulle successioni progressiva nel tempo, che cntra!ò!~O n far J):u·te d'un programma so• ~ialista medio, ancl>be il vflntaggio di potersi sempre ndattnrc, coll'as::-umerc l'una o l'altra progressività spe– ciale, n tutli i pos~ibili modi d'essere di relati\•a po– tenza delle ,•arie classi sociÌtli. Essa potrebbe così co– stituire, colle progressività pili deboli, un programma socialista minimo e ma!:fari semplicemente radicale, da attuar~i quando il proletariato concli,•idesse colle altre classi maggiormente sue arflni il 1>oterepolitico; mentre colle progressività più rapide, potrebbe a grado a grado assurgere a programma m,v:i;,imo socialista vero e pro– prio, garantente quella rapidità di socializzazione ùetle fortune prh·ate che al proletariato 1 allora solo al potere, sembrasse per esso la piì1 cOtl\'enienle. La grandezza dei successi\•i passi \'errebbe così a regolarsi in ciascun istante alle condizioni relath•c di forza del proletariato; ma la direzione loro sarcbl.le costantemente la stessa, sempre rivolta verso la gran mòta della socializzazione dei beni. ln\'CCC,niente di tutto questo, ripetiamo, ò oggi ne\ pro– gramma minimo scritto cd in i.'iJ)Cciencll'effetti\'a aziono pratica quotidìana. lcgislati,•a del partito. Ben lontani dal negare gli effetti benefici della complessa cosidetta legislazione sociale, che coròJtituiscetutta. la. sostanza del programma minimo, dobbiamo però riscontrare cbe essi sono realmente IJen modf'lsti di fronte alle giuste aspi– razioni proletario, e sopratutto che essi non rapprescu– tano affatto il benchè minimo 1>assonella direzione se– gnata dal 11rogrnmma massimo. Quanto a quest'ultimo, se esso insiste sull,, socializza– zione dei beni, non si sofferma a indicare i mezzi pra– tici onJe penenirvi; quasi, come se in un giorno a\'– ,,enire dovesse bastare la bacchetta di qualche impro\'– \'isa fata benefica a dare al proletariato, a questa povera Cenerentola fra tutto le altre classi sociali, i tesori e le gemme oggi patrimonio csclush•o delle classi ricche sue sorellastre. Quindi è che, fra le masse, i pratici, \'isto che il pro– gramma massimo nulla. contiene in sè rii proposte at. tuabili, ma solo si accontenta ùi affermazioni platoniche, che ormai non hanno pili neppure il merito di servire da spauracchio per lo classi nUbicnti 1 propendono nd attenersi al programma minimo, che almeno J>romette e mantiene riforme J)ratiche, d1 portata modesta ò vero, ma almeno eOèttiYa. Mentre i meno quietisti 1 ,·isto che il programma ( 1) 1:t'Ot:SIQ lt!OSASO: /h 1111 !-IQr//lllit,110 1/1 (/l"//10/lj I ('Q/1(1 dutfrim1 tt'OIIOmica l1btl"(llt, Torino, JI0('.'fl, l!l0I; ('dl1.lonc rr1U1CC$C, l'arls, Glo.rd et Urière, 1to1, C:1111tolù lii. minimo non contiene che riforme le quali es:;i giudicano palliati\'i derisori allt\ ingiustizia sociale fondamentale in~ita nel regime capitalistico, inclinano al programma massimo 1 che questa ingiu<Jtizia ronda.meni.aie fortemente proclama, e il quale, ancorchò senza indicarne il cam– mino, additi\ almeno nettamente la mòta iudispenròJabilc a raggiungersi onde in'.ltituirc in quella \'ece un regimo di maggiore equiHL Rcn facile còmpito hanno allora gli intellettuali, i 11/Plleitl'-~'i a trascinarsi dietro l'una o l1altra. schiera col semplice innalzare l'uno o Jlaltro \'essillo <leiriformismo o del ri,•oluziona.rismo. Contribuisce a mantenere questo distacco troppo note• vole è questa ma.ncauza di qualsia-,i legame logico di avviamento fra il programma minimo o il maò5:,imo,In con– traddizione rondnmcntnle in cui è caduta la dottrina. del cosidotto .Materialismo Storico. l,a quale, mentre affel'ma la logge sociologica. della lotta. delle varie cla<;si !;Ociali fra loro e no mostra la realizzazione in tutti i princi– pali fatti della storia, rlfluta. nel tempo stesso all'aziono cosciente dello collettirità la IJenchè minima erticncia. rleterminatrice sulla evoluzione sociale complessiva, do– vuta unicamente alla impulsione meccanica e fatale del processo economico. Dottrina che di per sè doHebbe logicamente spingere il proletariato, abbassato al mo– desto còmpito di ostetrico, a star~ene colle braccia in– crociate, in attesa che l'ipotetico embrione del eollct– ti\•i,,mo ,•cnga da sè a maturanza entro il grembo capi– talistico materno. t·na volta, in\'eco, che si rigetti que!-itacontraddizione stridente del -'larxismo e si riconoscR al contrario la effettiva. grande efficacia determinatrìce su tutto quanto il processo economico da. pnrte dei fenomeni giuridici, in ispecie di quello ronclflmentale dell1orrlina.mento del!a proprietà, il programma medio che invochiamo, di pas– saggio fra. il minimo e il massimo attuali, e di unione fra i due antagonistici :iotto-pnrtiti dei rirormisti e ri– voluzionari, potrà o <lovrù. allora. vertere finalmente sopra la modificazione pili opportu11a da. flPJ>Ortarsi al– l'oggi vigente forma del diritto di proprietà. Modifìcn– zionc tale da condurre, a.grfldo ngrado, ma dì continuo, \'Orso una socializzazione in proporzioni sempre mog• giori dei beni privati. Mentre il programma massimo oggi si limita ad evo care con formule stereotipate la fata benefica, che dia. ù 1 un sol colpo magico alla pO\'era Cenerentola .scalza le magnifiche scarpette tutto seta. e gemmei mentre il pro– gramma minimo si limita a togliere dal sentiero penoso le pietre pili aguzze e i ro, i piì1 pungenti J>ercbè la poverella abbia meno da soffrire, ma la lascia scalza; un tnl programma medio le additerà e lo fornirà, final– mente, il modo 11ratico di procurarsi la calzatura desi– derata, non <li seta e gomme, ma di buona e solida ,•acchetta, che la sollC\'i e la a~sicuri, una volta per sem1>re 1 dalle pene e dai pericoli più gravi dell'aspro cammino della vita. l~UGENIO RlrìNANO. k pubblica/o: l ClMl'l1JDlU DEI VlVI Discorso di (,'ILI PPO 1 J'URArrI alla Cumcrn dei cloputi\ti per la riforma carccrnria Cent, 20 (prCStiO l..1 Crit,ra :iùciofr.
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