Critica Sociale - Anno XIV - n. 10 - 16 maggio 1904

158 CRITICASOCIALE essere, molte volte, incostante e più ancora trnnsi– toria i mC'ntrc lo sforzo dc:rti artigiani trova quasi ostruita In Jlro1>ria \'ia dallo cccessh·c difl1colti\ di quella coo1>erazione dì produzione che snrebhc 1>ure il suo shocco più naturale; il mo,·imcnto dei h1Yo• nttori della grande industria, non solo si at1Crnrn, maliirndo lo inevifohili oscillaiioni, tenacemente con– tinuativo, ma, per la mag-giorc varietà e potenza dei mezzi offertigli dallo stesse condizioni economirhc fra cni si svol~c, rng~iun!!C effetti di gran lunga più estesi cd intensi. Oltre a ciò poichè la grnndc industria va aumcntundo, di fronte alle altro forme di produzione, la 1>ropria importanzu assoluta e re– lativa - l'organizz11zionc degli oporai che ne dipen• dono tende ad assorbire, in corris1>ondcnzn, una frazione crescente della intera clas~o ltworntrico. ~: untt delle glorio di Carlo Man.. - prirnn dei \Ycbb, il maggiore toorico del fenomeno che ci in• tcressa avere dnlli, nebulosa. delle concezioni so– ciali8t<' a lui precC'denti condensata la energia spe· cifica e circostanziata del mo,imonto operaio in ,!!enerc 1 e di quello dei lavoratori della grande in– dustria in particolar<'. L'unico E'rroro chi lui commesso in tuie campo fu the 1 suJ)ponondo cg-li 1111 grado di O!,tcnsihilit:\ della grande industria qu11li i fatti hanno smcntib1, ,•idc nei moti paralleli <kllc altro classi lavoratrici, non solo manifestazioni diverse dall'orgunizzaziono dogli operai della prima, ma manifestazioni addirittura trascurnbili, in quanto - a suo credere - avreh– bero dovuto risolversi rapidamente in quella. Date clunquc siffatt<" limitazioni, il movimento opcntio JHh) definirsi, nPI senso da noi inteso, come l'insieme di tutti gli sforzi compiuti dai lavoratori della grnncle indu:Hria per migliorare le proprie condizioni, modificando a tale scopo l'ambiente eco· nomico-sociale in mezzo a cui vh·ono. Tuttavia 1>oichè,irnohe così concepito, il fenomeno riuscirebhc SO\"erchiomente ampio, io, non ~ola mi limiterò a considerarlo sul terreno strettamente eco– nomico; ma, accennate fugacemente' alle 1>ri11cipa· lissime manifestazioni che esso presenta anche sotto questo fHtrziale angolo '"isuale, mi occuperò so1>ra• tutto di esaminare se e qunle azione esso possu ve– ramente esercitare sulla, situazione materiale de' suoi stessi attori. Quali sono anzitutto lo princi1>flli forme del mo– vimento dei lavoratori della grande industria? l•Jsso1>ossonoriassumersi fondl:Lmcntnlmente in tre: un'azione mutualisbt, un'azione politica, ed un'azione di resistenza strethuncnte economica. I.a prima - caratterizznta dalla 1>revidenzae ch11la coopernzionl:' - non r>rcsenta, nei rapporti coll'im– prenditore, un carattere cli cornhattivitit. vera e pro– pria i nè richiede, per sè stesi;a, l'inte rvento de llo ·tato. La seconda i11veco- i1\tesa nd assicura.re la liberti\ dcll'organizzn1.ionc, cù a pronrno,•ero la le– gislazione sociale è sopratutto sullo Rtato che tende naturalmente ad esercitare lit 1>ropriainfluenza; mentre la terza, colla lotta per modificare diretta• mento le condizioni del contratto di lavoro, si erigo come una forza proval('ntementc 1.1ntagonistica. al• meno finora - nei ri;.ntardi stessi dell'imprenditore. Consiclcrnnclo il mo,·imcnto operaio nel suo svi– luppo pr<'sso le nozioni più progredite, noi vediamo che 1 durante un primo, ma 11011 hrC've periodo cli tempo, queste tre forme non sorgono contempon1ncc, ma si irnccedono scronclo un certo ordino cronologico e lo~ico. La prima a spuntar<' è l'azione mutualisfa, come quella che, non solo trova le minori resistenze in mezzo agli stes:si attori rd 1:1110 cln!isi dirigenti 1 rnn dà buoni frutti anche là dove l'ombic>nte economico sia ancora [\OCO e\"Oluto. Da questo punto di vista, anzi gi può dire che essu, potendo venire 1lclottata ttll('he da altre classi di lavoratori, o potendo, entro certi limiti, svilur)parsi indipendentemente dalla esistenza d<'lht grande industria, rappresenta bensì un'arma indiSJ)C'usabilc anchC' J)er gli operai di quest'ultimo, ma non vale da sohl a stahilirc un carattere asso– lutamente differenziale del loro movimento. i~ così che in I ughilter·rK le fi-iemlly-fi()('ielies sono anteriori alle lrades-wrionR~· o che da noi il mutuo soccorso lut di grnn lunga preceduto Je odierne agitazioni. Posteriormente, col progredire della grandu in– dustri!\ e colln cliffer<'nza sem1>re pii, profonda che si va scavando tra lo funzioni e le condizioni degli operai o quelle degli imprenditori, sboccia, dall'in– volucro stesso della previdenza, la terza forma : la. resistenza cconomira. Sono le antie;he {riemlly .~orieties, le antiche società operaie e di mutuo soccorso, che lentamente si svolgono in tale senso, o che, almeno, dànno alle nuove lotto i loro migliori. Senonchè, appena a.rfonnatasi, la resistonzil econo– mica viene a cozzare contro un grnvissimo ostncolo. Oli imprenditori, non uncora assuefatti a combat– terla lealmente e virilmente nel suo stesso terreno, invorano la forza dello Stato 1>erchè,senz'alrro, le sia precluso il diritto alla vita. Così in IU~hiltcrra, il P11rh1111ento, rafforzando proceclenti divieti speciali in rapporto a questa od a <1uella industria, vota noi 179!) e completa nel 1800 il famoso Oeneral combi· ,wti<m ari che proibisce qualsiasi coalizione fra i lavoratori. Ed in Italia noi stessi usciamo da. un periodo in cui la c1uestione se ummettere o meno la liberti\ delle organizzazioni operaio ha costituita la principale piattaforma della. no!:-tra vita pubblica. Ora, è appunto una ostilità cli tal genere che, ob• bliganclo le organizzazioni economiche a lottare por la loro stessa esistenza, ad adoperarsi perchè siano abrogate le leggi che le vietano ccl i costumi poli• tici si abituino n tollerarle, determina. il sorgere della seconda fornrn della lottn operaia: In forma politica. '.l'anta è vero che in Inghilterra dal 1799 al I 25 anno quest"ultimo nel quale il Parlamento, cassando la le~ge del 1799, perrnctteva 1 non senza qualche restrizione, le associazioni di resistenza (od è nobilissima glorin della nostrn disciplina che un grande economista, il _\lac-Culloch, abbia a ciò potcn• temente contribuito) - il rno\'imcnto trades-unionisla ehbe un carattere essenzialmente politico. Ed in Italia pochissimi anni or sono l'organizzazione economica piì1 positiva e perfetta - in una sola parola, pH1 inglese della nostrn classe opcrnia 1 l'orgauiz~n• :dono dei lavoratori del porto cli Genova, si affermò con un memorahile sciopero, i cui fini furono esclu• sivamente politici nel scuso da noi indicato. Nei limiti in cui ò possibile disciplinare sotto un unico schema la complessità delle manifestazioni eco· nomiOO•sociali, e hi loro divel'sità. da paese a paese 1 tale è la successione prevalente nelle vario fanne del movimento operaio. Sononchè - tendendo ogni fenomeno, dopo che è sorto, a perpetuarsi ed a convertirsi da effetto in causa queste tre forme, una volta trascorso il periodo necessario alla loro suceessini maturazione, non scompaiono piì1, ma, variumentc intrecciandosi e modificandosi, variamente 1>rc,·alendo l'una sul– l'altra n seconda delle circostanze, si :tffernrnuo sempre più come strumenti com1>Icmcntari, e perciò egualmente neccssarii, di uno stesso 1110\'imcnto uni tario. Così la previdenza - una dello principali numi• fcstazioni del mutunlhnno - ha sempre costituita una branca importantissima nol1 1 1tzione delle lmcle- 1mions in~lesi e cli molte altre or~anizzazioni simi· lari i o non poche cooperative ùi produzione furono costituite da gruppi operai, che vollero prolun~fHC con esse la propria resistenza, o chC')questa fallila, non ~olfcr::ierocli ritol'Uare nella ftlhhrica alle antiche

RkJQdWJsaXNoZXIy