Critica Sociale - Anno XIV - n. 8 - 16 aprile 1904

118 CRITICA SOCIALE Appoggiando un Minhitero s 1 incorro nella stessa ro– sponsabilitÌl che facendone J)arte? Tu rispondi di sì, pa,– rendoti che si tratti solo ,li grado e non di sostanza. )la sulla bilancia dei ,•alori il grado Otutto. E trnla,cio di dimostrare che il proferire lo srruttamcnto della classe lavoratrice da parto di '.l'izio n. quello da parlo di Caio <10,,endosi scegliere fra i due - è cosa ben dh•ersa dnll'andare proprio da noi a Ranzionare l'ini– quità del diritto quiritario. (1) Tu domandi che cosa farebbe il Cetcnroni se si tro– va~sP. in quelle tali circostanze, p(>r lo quali rimando il lettore alla tua risposta, o lo JHIIIJ?i con una serqua di interrogativi e d'ammirativi. )la il Ccccaroni non am · mette che <1ucllo circostanze ·.:.i po~~ano dare, perchò nessun uomo acquista una potenza taumtlturgica 1,cr li solo fatto <li entro.re rra lo Eccellenze. E so tutto quel po' po' di ben di dio, che tu dici, rosso nrnturo, nou ci sarebbe proprio bisogno d'un socialista al Governo per farlo cadere dall'albero del 1>otere.(3) intere::;se o vi è una logica dol sentimento - di ogni sentimento - j ma queste sono es1)ressloni metafo– riche e non sono ad ogni modo la logica, molto mouo tu. logica di un partito. Dnti\ la premc~!la '!ocialista, O!l'!ia la volontà di attuare il socialismo per la via 1>ii1 bre\'O e migliore, la condotta logica non può es'!ere che una sola: quella che conduce allo scopo. E ciò è "ero - come dicono per l'appunto i logici - per definizione. (Xota (/('/{(I CRITICA). (1) .Anche qui l'amico Coccaroni o noi ci inganni:uno a partito f:l. il conse<111m.::ift1•io .... noi senso che chi:l– rimmo più sopra. Le differenze di grado diventano, a un certo punto, differenze di "iOitanza: :-issignori ! ed ò ap– punto per que;,to (~ia detto di passata) che un lii\'cnire di rifor111f', tutte ad una ad una compatibili coll'assetto sociale vigente, a un dato punto, noi suo complesso, ,!i– ,,enta rivoluZ'ione di quell'assetto me,lesimo. Ma, se questa legge ò vora rispetto allo complicità che noi possiamo assumere noll'azione comples!liva di un Go,•crno 1 è ,·era del pari rispeito agli em:tti che da tali complicità 1,os– sono derh'are. In altri termini: se 1 sostenendo semJ)li– cemcnto un .\lìnistero, senza entrare 1l farne parte, noi otteniamo come effetto del no'!lro aiteggfamento IO di mal<' e :W di bene (il bene e il mnlc giudicati col criterio del progre,.'IO socialista), la no:,tra complicità nel male a~'!olutamente è di 10, relativamente ò di 10; se 1 entrando in quel llini'!tero, J>ote~.:;imootto• nere 20 di male e 100 di bene, la no.:;tra comJ)liciti\ noi male. diventerebbe a-,solutamcnte d1 :W, relativamente <li - 80: Os!-ia noi avremmo prodotto un effetto, dnl punto di veduta socialista, otto volte pili beneltco che nel primo caso; e la nostra complicità nel male sarebbe, per conYerso, otto volte minore. Tutta la questione per noi starà nel vedere se, In qual momento, in qual modo tutto considerato, anche gli effetti pii1 lontani della nostra azione - noi pos~iamo, come socialisti, ottenere l'effetto mi~liore. (Sota dellll CRITICA . ( 1 ) L'eccellente nostro amico qui fa a dirittura uno scambietto. I•: 11011 s'anodc che, per difendere la sua tesi, sopprime senz'altro la questione. Che il solo fatto di entrare un socialista fra le Eccellenze non gli acquisti alcuna potenza taumaturgica, nessuuo no è più com•into di noi i e nell'articolo, a cui qui si ris))oncle, abbiamo eletto in questo senso molto ma molto di pili: che cioè, anzi, un socinlista-l~ccollo11za, non venuto nl momento buono, non protetto dalla fiducia e dal YOlere del suo partito e della sua cla1so, non munito rii un J)rogrnmma 11re(•hoe di forze :;ufUclenti 1,er attuarlo, :;arebl,o una grottesca can..:onaturn: egli perderel>bo anche quel po' di forza che può esercitare dal di fuori sul Oo,,erno, come membro di un partito, per vin di pressione e di collnborazlone indiretta. 1,;parimenti ò cortissimo che, quando determinate rirorme fossero mature, pronte a ca• dere dall'albero, ...... basterebbe scrollarne il tronco senza inerpicarsi ira i rami. Il guaio ò che la questione non è questa, che le ipo• tc1;i sono tutto e due ruori cli ossa, e che ossa si affaccia unicamente in mezzo frn lo due: quando cioè le riformo siano abbastanza mature per poterle cogliere (in re1\ltà Ma Inscio andare questo punto della tun risposto che riguarda un avvenire lontnno, e vengo nll'nltra questiono dell'nppoggio da dare n un llinistoro, sulla <1uale siamo in gran parto d'accordo. A te pare che la collaborazione do,•rebbe condurre a un movimento progressivo in linea retta, e che quindi si abbia ad appoggiare un llinistero quando sia miglioro di quello che gli succederebbe, senza guardare ad altro. (I) Xon so se tale azione risJ)Onda alla logicu ma è certo che 11011 risponde e non può rispondere ai fatti. L'alter– narsi al Oovorno dei conservatori e doi radicali ò una necessità cosl naturale come quella. doll 1 oscillazionc di un pendolo rimos"!O dalla sua posiziono ,·erticale. Un partito anelando al Governo - ))Cr In energia che ha in sò e per la forza stessa delle cose è condotto a rare piì1 cli quello che gl'intero-.si e le forze delle varie cln.ssi in quel dato momento storico possono J)ermcttere. f<:, se nnche non ,•a.oltre quoqto punto d'equilibrio, è costretto ad arrestarsi e quindi a perdere ogni ragione di vita, poichè un Governo non ha diritto di logorarsi nell1ozio. Onde abbiamo lo sgrotolnmonto della. maggioranza e l'av\'ento al potere di un partito opposto, o almeno di– \'Crso. 'l'ali osclllazieni sono rapide o le11te 1 ma non mancano mai. Certo un partito con"!ervatoro d'oggi non può gover– nare coi metodi di <1ualche anno fa, unzl rap1>re'!enterò. forse lo Idee e il programma che appnrtcne"ano al pnr• tito liberale o progressista di un temJ)O; mn è conser– \'a.tore in quanto vuol imporre una sosta all'arnnzarsi della democrazia. In Francia, dopo l'alternarsi di Governi monarchici e repubblicani, la repubblica è riuscita a con– :-;Olidarsi, ma :-;Olamento in que-;ti ultimi anni ablJlamo al potere una vera democrazia.. Senzn essere proreu, possinmo però prevedere che al Ministero Combos ne qui l'imaµ'ine fa cilecca, pcrchè le riforme, a differenza dalle pere, non si c olµ-01 10soltanto, mn un taotino anche bi preparn110) e non abt.ia ,,tanza mature per cadere da 8Ò. ~e ammettiamo che in un dato momento la partecipnziouc del prolet,lriato al potere sia prematura cd inut.ile ad un 1 0- 11eradi larghe riformo - o a dirittura, com'è attual– mente in Italia, sia una tesi improponibile, secondo la d11;io11e \l'iata dal Bi'l.:;Olatial Congresso allora siamo tutti d'accordo: soltanto slamo d'accordo i"lu quello che non è la questione. Questn pnrtecipa.zio11e può divenire utile allo sco1)0 suddetto~ può divenirlo in un tempo re– lativamente bre,·e 1 e 11011 Roltanto nell'nnno 2000? ~~ se -;Ì 1 ò il ca"to di escluderne la ipotesi flno a tauto che duri lo Stato borghese, 0 1 come altri stima, fino a tanto, almeno, che sia instaurata la repubblica 1 o di decreta re l'ostracismo a ehi pensi· altrimenti? O non è il ca.so, vi– ceversa, di teuden-i e di prepararvisi? - li 1 >unto del dissenso non ru mai 1\1 tro che questo. (Nota della C1t1•r1cA) (') " Seu::ciauardllre ml altro? ., O do,·e mai ha tro– vato il Ceccaroni. nei no'!tri scritti o discorsi, uu pen– siero che somigli a que.ito?! .lla a tutto, a tutt11bisognn guardare, amico carissimo! E il nostro dissenso dai 1 • ri– voluzionari ,,, dai ferriani e dagli altri anftbii 1 sta appunto in cotesto: ch'essi guardano, di regoln, n una coso. soln, quella che loro accomoda meglio, o che ò più rncile a mettersi in rilie,•o, o che è pili applaudita dalla rolla, e non vogliono o non sanno guardar{' al rimanente. F:cosl credono cli combattere la teoria del meno pegaio la sola ragionevole e la sola, J)oi, ch'essi applicano quando si tratta di loro stessi e del loro interessi pri,•ati), come i mo– ralisti metafisici credettero di combattere la teoria, cosl detta machil.wellica, o s:esuitesca, del {l11e che gi11st1{i1xi , meui: i11ventando 1 quelli, un meno pegyio, che viceversa, per chi a1w1·,1, ad atti·o, cloò a tutti, per quanto ò pos– sibile, gli effetti dell'azione, è J)eggio del peggio: sup– ponendo, questi, dei m~.:-zi, il cui risultato é disa;;;troso, che cioè conseguono un fl11e complos~ìvo affatto di\•erso da quello che avrebbe giustificato i mezzi actottati. - Oh! logica ... del sentimento! (Nota della Ca1TJCA),

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