Critica Sociale - Anno XIV - n. 8 - 16 aprile 1904

CRITICA SOCIALE 117 intcre-:sc, i-;icchè la lotta di classe assume ndle lm· moui quella varietà- e comJl\(',;-1ità ,l'attcggiamcnti che natu– ralmente non 1rni, avere .... ul{(t l)Qf-rr1 clrgli alll'i. In altre 1mrole 1 non sì comprende pcrchè l'azione, a cagione d'e.,.empio, dc,u-li operai organizzati di Oenorn o rlci conta11ini or11a11izzatidi Reggio Emilia debba dipcn• llerc tlal beneplacito tl'un contadino di Puglia o di Ca– labria che, senza sua colpa ma per triste fatalità di coo;e, non ha e non pui>a,•cre la mentalità e le responsabilità a cui e,,i hanno srqmto C>lcvarsi. Come, da un nitro canto, l'a;,,iono del J)roletariato or– ganizzato non pub dipendere dai preconcetti teorici di questa o quella scuola fllo,oflrn. Xiuno conosce lo vie dcll'aHcnire e, se è scritto nel libro dol th:-stiuo cho In transizione dnl vecrhio nl nuovo mondo dobba c11sere scgnnta da un violento atto risolu• tivo 1 questo non potr1\ C<1-iore affrettato da dichiarazioni vorbnli come 11011 pot,r1\ 0<1-ioroallontanato da veruno scongiuro. )fa intanto, che le riforme, cioè che il diverso atteg– ~famento che la vita nazionale deve prendere nei pro– blemi tutti che su essa incombono - dall'esercizio rerro– viario alle tariffe doganali, dal si'ltema tributario agli istituti munlcipali 1 e specialmente nella materia che ò rovello del proletariato, cioè-il trattamento dei lavoratori nell'officiua o nei campi \lr11ck syi~tem, s1rettli11g systn11, usure e sfruttamenti d'ogni maniera, obbligazioni reci– proche dei padroni e dei la\·oranti, igiene del lavoro 1 ca'le operaie, riposo s"Uimanale, scioperi, arbitrati, con• tratti e controversie colletthe, ecc. ecc.) - che tutto questo debba essere conc;idernto come argomento d'agi– tazione e non come positiva plattnrorma d'azione - ecco un punto sul quale gli operai organizzati non crediamo ..iano dispo-iti ad acconsentire. E potrebbero essi approvare che il 1>artito socialista, in omaggio al feticcio dcll'unitìi, si riunisse ogni anno n concilio por coprire sè stc;;so di contumelie o dover poi, i-tremato di forze, abbandonare l'nrenn senza avere nem– meno toccato uno cli quei problemi che pur drappella in luit.i gli ordini del giorno? La dh·isiono del partito sociali;;tn in due partiti (as– ::,oluta o per federazione) l'ho sarà la universalmente confes~ata conscguenz1, del C'ongresso di Bologna, non è dunque tale da impaurire. Dove,•a impaurire l'uniti, fondata sull'equh•oco e sulla sopraffazione cli taluni P\ementi per parte di altri. La divisione .«ioverù. a tutti. Per il proletariato orga– nizzato sarà una liberazione. I.a tric;tezza che caratterizzò il Congresso che ne fu la matrice è naturale ed umnua, poichè è con malinconia che veclìam cadere dail'albero le roglie morte, sebbene -lappiamo ohe trrl breve esso si rive::itirà di novella e più robusta fronda. Abbiamo prtbblicato in volruue: SYL VA VIVIANI RIFORME MILITARI TECNICHE I, ùA lVIA~If{A · Conte'!imi ::;:o CONTINUA E FINISCE LAPOLEMICA sn/l(f, « collaborazione di classi >J I.a tiC'gu1•1irP r<'plil'a fu '.'\Critta dal prof. Cecraroni prima. dC'l C'ou~rc-i!-io di Bolog-na. Ci limitiamo a quaklw a1111otaz1011P in (':IIC'(\ btimanclo d1c il Con g-rrsso nhhia onnni di"lprr~i gli equiYoci r ('hiarito ahha!\brnzit i cliH1·si punti di ,·h,,tu; per cui 1 ornrni, r11la polrrni1•a a"ltrntta è· tPmpo eh<' suhrntri la C'spli– cazionc concrrt11 (li C'iascun metodo, pro,·ocando il giudizio vcram(•nir dC'tbi\"0 1 quello che deri,•a dalln pront dei fatti. lfo•o Tumti, Poichò siamo <l'ncconlo che il Partito abbia altro tli meglio Ila faro cho 11c;trolo~aroquale san\ la sua azion~ in un Futuro lontano, io non replicherei certamente all:t tua ri;;pO-ltn intorno alla partecipazione dei :iOCialisti al Ooverno in regimo horg-he11eie non ci fossero nella tua risposta affermazioni le <1ualiescono da quel tema e che io credo di dover respingere. Tu J)arll d'lncoerouza e d'illogicità. quando non si ac cettano tutto lo conseguenze che n te pare c;i possano dedurre da certe premesse. u Cau r, consequentiariis ., è detto antico. La ,•ita dcgl'individui e dei partiti non sl 'l\'Olgc secondo la logir", ma !-econdo ,ma loyira parti– colarf che nasce da ~entimcnti e da interessi. A seguire il filo del tuo ragionamento si verrebbe anche a pro– vare che un socinli...ta rnrcbbe bene a prendere l'ufficio di boia, perchò lo potrebbe adempire con maggioro de– licatezza d'un nitro. Ora un socialista J>Otrà indursi a fare anche il carceriere e il qu~sturino per guadagnarsi un to1.zo di pane, ma non mai per -;oddisfare all'e-ii– genzo della logica. Por prendere un 0iCmpio da un altro ordino di fatti, ci sono alcuni che rinunzierebbo1·0 anche a un matrimonio d'amore pur di sottrarsi alla cerimonia religiosa, e ci sono altri che, pure essendo antireligio~i, vi si a11-ioggettano. Da che parte sta la logica? Da am– bedue le parti, porchè ciascuno determinamlo~i all'azione metto sulla Uilancia i sentimenti favorevoli e quelli contrari, e la bilnm'in pende dalla parte dO\'C il peso ò maggioro. 1 ) ( 1) Il 1.ettoro anort<: clt~ ~è che il care a co11.w·q11e11tim·ii,,· -:- che m buona logica ,,uol dire: guardate"i da chi tira <'Om,ci:uenze .... ,bn~linte è opponibile unicamente al nostro egregio contraddittore. Xoi s'è so,tenuto che, llO)l J>Ote~Hlo~i Il m?ndo mutare in un (lr,1 1 è giocororza, eb1 ,•ogha e sapJJlfl faro opera di rinno,·azione non 1\-lpettare <'hC la rinuo,·azione sia già fatta da sè ~ nel qual Ca.!:iO ei non rn·rebbo più nulla da rare, e il suo soccorso giungerebbe come quello leggendario rii Pi-;a - ~n~ p~endere, pur~l!è muniti di rorzo sufficienti, quelle 1>os1z1om nelle qual! 11 raro è pos11ibilee più riesce er– flcace, anche se ciò implica l'apparente e transitorio ri• C?n~scimento di istituti e leggi che esso ripro,•i: tutto c,.ò lii quanto ~la. Inevitabile, e nei limiti appunto del– P1nevitablle, sotto pena di non rare, o di fare ac;sai ?leno ~rftcacomonte, quell'opera rinnO\'atrice, la qual<' lii ~eg_mt~c~ndurr~ anehe all'abolizione di quelle leggi ed 1st1tuti r1pro,•nti, che altrimenti durerebbero pi1'1 lun• gamento. " E allora facciamo il boia 1 , ribatte Cecra. roni. .Xo, ()Creh(\ fare il boia, non è I nè necessario nè utile, allo scopo rinnovatore che ci proponiamo! No,; servirebbe ò tutto dire neppure ad abolire In pena di morte. Ma ogni <lhrnu-isionesulla logicità. della condotta di– venta sterilo quanclo sl ammetta, come fa il Ceccaroni, che .si può. es'!ere ugualmente logici agendo in due moch opposti, e che ogni azione, derivando da interessi o da sentimenti, ha una sua logica particolare. Certo vi è anche una logica dell'interesse personale - di ogni

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