Critica Sociale - Anno XIV - n. 6 - 16 marzo 1904

94 CRITICA SOCIA Lll Ma non è in nessun modo accettllhile il metodo, che il minii:;tro tiP1ie per creare quesht 1:,eota ch'1sse sen1.a nes::iu1Ht !\!)Osa, fisl:!ando a 2 ore gionrnlìcre Pon,rio della Y' e della 61\ e incaricando l'attuale maestro cli 5M cli far lc,.ione, senza remunerazione speciale, unrhe nella (t. Xon ò giusto, volendo pro– lungare il corso dC'gli studi popolari, togliere la ca– stagna thd fuoco con la zampa del gatto, che in <1ue:nocaso Mrcbhc il maeistro; il quale non solo sarchhc costretw a far lezione in due ('lassi diYcri,c, con diversi prog1·ammi 1 con stipendio immutato, ma sarebbe per giunta, a differenza dei maestri delle altre clais::;i 1 cs<'luso dal vantugg-io di poter iuscg-,rnrc in due scuole diverse con l'orario di tre ore e col supplcm('nto dei ? ~ dello stipendio. Eppoi, se cinque ore al giorno di le'l,iono erano una volta tropp(', due ore cominciano ad essere troppo poche, salYo il caso che i Comuni istituiscano - secondo, con ottimo a, Yiso, ne cli\ nd essi facoltà il disf'gno di legge - insegnamenti speciali facoltativi (per es.: cnnto co– rale, disegno, larnro manuale, lavori donneschi, a• graria .... non baccellina, ecc.) acr1rnto agrinsej!na– menti obbligatori. )la qunnti Comuni ~i darebbero il lusso di que&ti insegnamenti facoltativi-~ La soluzione più logica(_"> g-iì1 giusta del problema ò che l'ornrio della 5'' e (;Il elementare sia anch'esso cli tre ore, e che il maestro il quale insegni nelle due classi abbia anche lui, come gli altri, una remu– nerazione supplementare puri ai ' ~ dello stipendio, che donebbt~ esser rimbo,·sab ai comuni dallo Stato. Questo ritorniamo e ritorneremo sempre sullo stesso punto - aumenterebbe l'ag-gravio dello Stato: ma senza qua.ftrini non si fa 1rnlla 1 e tutt'al pili si storpiano, con una. esecuzione inadeguata, le migliori idee <lei mondo. . .. ~'loltiplicatc 1 come innanzi è detto, le clal:lsi e ac– cresciuto <li un sesto anno il cor:;o clcrnc11tarc 1 ò bene sfollare le scuole 1>opoh1ricli tutti quegli alunni, che essendo destinati a proseftuire gli studi nelle scuole Reconclarie, hanno bisogno di una istruzione oppo~ib,, che non ò quella. della scuola. popolare. E a ciò provvede l'art. 7 della leg-~e con lo stabilire che questi alunni, compiuta la quartg elementare, potrnnno sostenere un Ci:ifUncdi maturiti1 per l'am– missione nelle scuole secondarie. Anche questa è in massima un'ottinrn idea, perchè è un fatto <·hc gli alunni provenienti alle scuole secondarie dalla quinta elementare sono per alcune parti della loro coltura, sopratutto per le no'l,ioni grammaticali, impreparati ai nuovi ~tudi, mentre per la ~toria, per la geografia, per fa, matematica, dc• vono nelle scuole secondarie inferiori perdere il loro tempo a ripetere ciò che giìl hanno o cloYl'ebbero a\'Cre nelle scuole precedenti imparalo. Col di ,,idere a un certo punto della :strada, quelli che son desti· nati alla. scuola secondaria, da quelli che debbono arrirnre alla. sesta elementare per non continuare piì.1ne~li studi, non solo si possono riformare i pro• gnHnmi della scuola popolare, sopprimendovi tutto ciò che è inutile agli operai e pretende, senza riu• scirvi, di preparare gli alunni per le scuole secon– darie, ma anche si impedisce che i figli della bor– ghesia occupino nelle elementari il posto che do– vrebb'esserc riservato ai proletari. li difficile è orj'.!anizzare a tempo e bene questa divisione, al quul proposito le disposizioni contenute nel dh;egno cli legge C'i sembrano assolutamente inaccettahili. :Xon rhe i hnmhini cli 10 anni questn è infatti la età pii, <·ommw nei prosciolti d<1llaquarta elementare si dehhano ritenere immaturi per il semplice fatto dell'etò. all'istruzione secondaria: venti anni addietro il corso elementare ern di quattro anni e si passava al ginnasio ,ippunto 11dieci anni. L'errore del disegno di Jeg·ge consiijte nel fur passare senz'altro l'alunno dalla quarta popolare aliti si;uola secondaria con un esame che si battezza pel' l'occasione e.sa.me di maturità, ma che nitro non può essere se non l'esame vero e proprio cli prosciogli• mento d,1\la quarta. :Non si può, infatti, ammettere che due alunni, istrniti d!lllo stesso maestro, nella stessa scuola, con lo stesso programma, poijsano dare due esami diversi, uno di promozione ulla il" e uno di maturità per l\1mmissione alle scuole secondarie. S1uà. lo stesso esame con <lue nomi dirnrsi, e la scuola elementare fino alla 4n donà. sempre servire con lo stesso nome a due intenti diversi e sotto certi 11unti di ,·ii,ta contraddittori, con l'aggrn,·ante che gli alunni passeranno dalla qm1rta elomcntnre alla prima ginnasiale avendo Ufl[l, prep,uazione ancora meno soddisfacente di quella che ottenrvono finora fre– quentando le elementari fino alla quinta. L'art. 9 della legge dice che "saranno modificati e coordinati i programmi attuali dei corsi superiori e delle prime clnssi delle scuole secondarie ": ora, fra una quarta classe veramente popolare, desti1rnta ad an•iarc gli alunni ad una quinta e ad una sest!L veramente popolare, e una prima ginnasiale non assolutamente svisata e deturpata, 11011 esiste nes• suna coorclinm:ione possibile. E più impossibile che mai apparirà la coordinazione, qua1Hlo si pensi che il programma della quarta elementare e il relativo esame cli maturità clovrebhe abilitnrc gli alunni, oltre che per la j .. e G\ anche per tre specie di scuole secondarie del tutto diverse: pel ginnusio, per la. tecnica, per la preparatoria.-norn1;1lc j e bisogne– rebbe o fare del programma di quarta una fricassea cli materie refrattarie, oppure introdurre nei primi cor:3i seconli,Hi quegli studi preparatori, che man– cherebbero nella scuola elementare: la qual cosa si• gnificherehbe, per es., per il ginnasio togliere il la– tino dal principio del primo .anno, mutare profonda– mente i programmi anche delle classi successive, cac– ciarsi in un ginepraio di difficolfa e di contestazioni. La soluzionc del prnblema si deve cercare, a no– stro ftvviso, nel dare una fisonomia esclusi\•amente popolare alla scuola elementare, aggiungendo a cin– scun tipo di 1-,cuola secondaria un <lllllO di corso preparatorio 1 ) impartito da un maestro elementare, e ammettendo a questo cor·so gli nlunni forniti di licon1.a di terza elementare. Ognuno di questi corsi preparatori dovrebbe a.rnre un programma di studi aclntto a quel tipo di scuola, per cui dovrebbe av– viare gli alunni. Così tutti i bambini studicrebhcro insieme fino alla terza, imparando a leggere, scri– Yere, far di conto; poi si dividerebbero nelle due correnti, l'una por il corso elementare superiore, l'altra per le scuole secondarie i clivis,1 quest'ultima nei tre corsi preparatori classico, tecnico e normale. La disgrnzia dei corsi preparatori per le scuole secondarie è che anch·essi richiedono nuovi quat– trini; perchè, anche calcolando la spesa dei soli stipendi iniziali dei nuovi maestri, che non potrch bero essere i11fcl'iori n I,. li)OO annue, e imponendo atrii nlunni una tassa di 30 lire nnnue pari a quella del ginnasio inferiore, e presumendo una frf'quenza media di 30 alunni per elasse, si avrebbe all'ingrosso un 1 entrata di !)00.000 lire contro una spesa cli un milione e mezzo. ~ allora addio solidità clel bi– lancio! . . . IllvC<·edi .;pencl<>rnuovi quattrini nei nuovi ordi– namenti, l'on. Orlando ~i sforz,t di ricanu· proprio roi nuoyi ordinamenti qt1alehe piccolo gl'uzzolctto di quattrini; e il nome pomposo di esame di nrnturiti1, dato ;-\\l'esame di qlwrta. ekmcutnrc per gli alunni {1) :,,•ene!o/ormnll Il eorso pre1)nra• ,O flhcnterebbe così di 4 11nnt. lii\ C<.:(lche (li 3.

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