Critica Sociale - Anno XIV - n. 4 - 16 febbraio 1904
CRITICA SOCIALE Jle,•ole non è la mala aria, mn. il JJia,;modio della ma– laria e In zanzara che lo inocula. Che so-.pirone trassero i prOJJrietarì cli risaie e gli a_,;piranti a di\'enirlo ! Se le febbri intermittenti non sono causate dal miasma cho si 10,•a dallo risaie, a che man~ tcnere le antiche limitazioni? Essi chie~C'l'O: libertil, li– hert.'i. Fu loro immnntincnte rispo'ito che. se i nostri padri non a,·crnno saputo Rcoprìre il ,,uill misterioso rhe generaYa lo febbri malariche, essi nou s'erano in– gannati noi metterlo in rapporto colla risaia. Allora cer– carono di battere in breccia questa osservazione empi– rica, facendola passare per un \'Olgare pregiudizio. Chi si ingegnò di pii1 a dare questa dimostrazione fu il dottor Fnmcesoo Pezza, con una relazione, per molti lati diligente o interessnnte, presentata al Congresso risicolo di l\lortara dell'ottobre scorso. { 1 ) Egli ha cercato di prornre che " Pindu,;;tria risnria è nò piÌI nè meno salubre delle migliori industrie, e lo era nuche quando l'i'ltituto della profilassi non n.ve\ •a raggiunto l'idealità. e l'ordinamento attuali ,.,o che la risaia ha nella genesi e nel diffondersi della mnlnria una minima. quasi tras– curabile importanza. Xon t) questo il luogo per esaminare e discutere a fondo queste due tesi. Solo vogliamo accennare che le pro\·e addotte non ci paiono sufficienti, nè per numero, nè per le circostanze in cui sì svolscro 1 a distruggere il COD\'iucimento rormatosl attraverso parecchie genera– zioni e condiviso da tutti gli uomini di scienza e di esperienza che si occuparono e si occupano del pro– blema. La prima affermazione balza fuori abbastanza netta, ma si riferisce a un caso solo, a quello di ::Uortnrn, in cui il diffondersi dell'industria risnria sarebbe andato di pari passo colla diminuzione della mortalità o col miglioramento degli altri indici di benes'lere fisico. lla 1 dalle stesse confessioni dell'autore, apparo che a llortara hanno CO'lpirato, a produrre tale stato di cose, tre ele– menti favorevoli: la natura. della località, per cui la risaia ,,i sta come in una sede di elezione; il beuesscl'O economico !!Orto dal nuO\'O genero di coltura; la profl· la,--.i chininica diffu<1a<ii 1►<~r tempo. La seconda affermazione sì fonda su queste os:;ena– zioni: dnlln risaia nasce il pericolo della malaria, ma questa - so pur diffusa - ò in fol'ma epidemica tenur. Inoltre, vicino alla risaia e (orso J)ii1 che in C!iSa- ,i trovano J)aludi, fossati, pozzan~here, e cento altri rentri di infezione, per cui molti dei nrnli che si attri– buiscono alla risaia sono do,·uti agli altri coefficienti o que!lti rimarrebbero immutati {lnche roll 1 abolizione delle l'isaie. Con queste argomcntn:doni, nltonuan1lo i misfatti della risaia e dandole dei complici, non si infirmano però i principt da cui noi partiamo. Risulta, per bocca di uno dei J)Ìll caldi difensori della risaia, confermato che in essa la malaria ha uno dei suoi centri di opera• zione. No \'iene <licons('guonzn che, so non. si deve nbo• lirla, cosa a cui nessuno ha sul serio pensato, si dO\'0 circondarla di quelle garanzie che devono servire n tu– telare la salute della J)Opolnzione. Più esplicita è una grande autorità i11materia: Angelo Celli. l~gli non esita a dichiarare che" in alcuni luoghi, ove malaria non c'era 1>iù da lungo tempo, venne ri– prodotta colla coltura del riso. Per c~emJ)iOla ,·alle del Potenza presso Macerata, prima salubre, dh'eune mala– rica in seguito alla colth·azione del ri<io; tanto cbo J)er decreto governativo fu dovuta sospendere questa col- tura .... Anche dagli studi fatti in prO\'incia di Parma. risulta indiscutibile la influenza funesta delle risaie sulla produzione clella malaria, r~imulio se <11te.\/l'BOiio in .-.if1 (li malaria licre o sopila. rigurar,;i quel che debba flv– vonire in siti di malaria intensa e grnvo ! " C E ron– clude: " slccllè l'estendere questa rultum del ri!<loin territori di malaria, e peggio di malaria gra\·e, è ('O'>a assolutamente riprove\'Ole, cd è da far voti che gli intc• ressi pri"rnti non la \'incano sugli interessi della J)Uh– blica igiene ... (j) 1,0 stcs<1Oprof. Gl'(t8si 1 che fu cos1 furiosamente a.J)– plaudito dni proprietari radunati a )lortara 1 non hn. dubbi in proposito. ~econdo una sua similitudine 1>itto– resca1 la risaia. .. può con,;;iderarsi il vero paradiso degli anofeli ,.,( 3 e, sircomo questi sono il \'eicolo per la dir· fusione dell'epidemia, si può intendere il resto. Per concludere, su questo punto, mi limiterò a riferire, nella 11rancle messe lii fatti che ogni osservatore può aver sottomano, due circostanze eloquenti. Salusc;oln 1 che è ('omune del Circondario di Bielln, tlVC\'a, alcuni anni sono, gran parto del suo territorio colti\ 'n.to a risaia. Durante tale periodo osso inviò all'o– spedale di Biella 61 ammalati per 1000 abitanti, mentre gli altri paesi non roltivnti a risaia ne invia,·ano il IJ per 1000. La meHl de~li ammalati era affetta da rebbri intermittenti. In 83 anni, dal 1799 al I 81 1 le morti su– perarono lo nascite di 1000. Nel decennio 1872-1881 lo morti ascesero al 3G,59 °/ 0 J per anno, mentre la mortalità media italiana era del 29,81 ° 00 e mentre, a pochi chilo. metri, a Biella, essa era del 25,86 ° 00 • Nel medesimo de• ceanio i giO\'ani riformati alla leva erano il 26 1 12°, 0 , mentre a Biella arriva\'ano solo al 20,82 ¾, (4) Quando le risaie furono abolite, migliorarono assai le condizioni della popolazione. Altro che salubritil del\ 1 indu;,tria ri– saria ! Ecco un altro dato di ratto suggestivo. Le quattro J)ro,,incio <lei Piemonte si trovano, 1>resso a poco, ad un medesimo livello di svilupJ>O ecouomico– :-.ociale o le loro condizioni si l)Ossono rnHicinnrc. Ve– diamo la mortalità per malaria e la mortalifa g-enernle in rapJ>Orto colla produzione del rho: Proclu1.lo1w (lf'I rtso O \forln.l1ti'1 per mfl1Rr1111") Alessandria ett. HG.ooo 8 Cuneo lt 'l'oriuo 14 !.!-<30.0011 117 Certo In mortalità non ò forte, ma non bisogna di– menticare che, se In ephlemia delle no:,tre provi noie non dà luogo a morte che in pochi ca~i, essa è assai diffui,a. l'rodu1.lono d('I rl:10 \lor111IUi1 1:tenernle Alessandria ett. 'Hi•OOO 18,7 ° co Cuneo 'l'orino Novara 1.830.000 :?O,f>OO\l 19 1 7 O Oo 21,G O 00 Con ciò 11ouabbiamo risolto il problema che a metà. Gli antichi sistemi di dirciia contro lo risaie, nei riguardi della malaria, sono efllcari, o \i sono dimostrati inutile (') A:>IIEl,O ('►:1.1,1: I.a 11t11/m'l" IIUQlldO lt 11110/'t l'icn·rlu, 1111,:. 1111 e 102 {('h\ ,uole 1werl' un'Idea 11r('Cl!:lfl. de\11111ul'~tlonc 1l1>ll11 mAlnrln può trovarnl' In quf>!UOllltro un·e~poslllonf' f'hlRrtt e eom11IHùl. (1) ASOEl,0 CU,LI: IO<"OCli,, Jl&Jr. 10). \S) l'rof. {Jll h"\l: Lt ,.,,,r,lt t /(I 1m,1m·lt1. {') lng. \1,\01.IOLI C dott. IIOS~: Rlla:::,011t ltr111co-sm1i.lt11·/(I 11111/1' 1·1salt colllllote 11ti Co1111111t <Il sa1usso1c1, pRg. 15 e St'ifuentl. 15) .A11111111P•lo slllUslico ltalw1w, pag. 59) ,••, Stt1tl!1/lct1 dtllt COI/li cU IIIOl'lt, 11ag. s.
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