Critica Sociale - Anno XIV - n. 4 - 16 febbraio 1904
58 CRITICA SOCIALE freno nlln JJroduzionc? SI debbono tutti conscr\'arc? Se ne debbono abolire alcuni? Si dcbhouo abolire tutti? Se no debbono adottare altri ':1 .Anche qui IA. rispostn. S))Otla ai risultati, non tutti si– curi, non tutti deflniti,,i, dello nuo,·e ricerche sulla malaria. Ciò che può ritenersi accertato ò questo: il mnlarico non ò J)Cricoloso di per sè, come sarebUo il tubercoloilo; dh·icno pericoloso in presenza della zanzara anofele che si infetta dall'individuo ammalato e poi diffonde Pinfezionc con successivo punture. Cosl pure le anofeli nascono sane o immuni, possono pungere mille volte ~cnza nitra conseguenza che il dolore della puntura e rimangono innocue flnchò non si incontrano con individui infetti. No nnsce un primo gruppo di doveri: combattere il paras.,;ita malal'ico 11el sw1gue dell'uomo e ciò si ollie11e i11 modo splemlicfocoll(iJJro{il<tssi clli11i11ica; impedire che lr ~a11:<1re arrivi110 a co11tattocogli imliridui infetli; im• pedire che le zanzare arrivino a co11taflo cogli i11dit:id11i sam. Ed ò qui che viene in campo la questione grossa. l'crchò lo anofeli facciano il minor dnnno bisognerìL impedire che si moltiplichino in trnJlPO grande quantità. o che i liworatori si trovino in condizione da esserne col1>iti.Per raggiungere questo duplice scopo, non c,è cho da osaminnre in quali condizioni vivono e si ripro– ducono lo detto zanzare. Hicordo, por sommi capi, ciò cho ò accettato dagli stu– diosi della materia. Gli anofeli depositano le uova di preferenza nelFacqua stagnante, riccrLdi ,·egetazione. 11 movimento dell'acqua è sfavorevole nllo sviluppo delle o,·a in larve, in ninfe, ma questo movimento, per riuscire utile, non deve essere così leggero come quello cbe si ha nello risaie. r.:acqua, ricca di so3tanze in decompo– sizione, ò noci,•a alla vita delle l:\n·e. I/epoca della ri– produzione va da aprile a settembre. Le anofeli non J hanno volo lungo e 11011 si trnsportnno a grande distau:,;a. Amano i luoghi oscuri, umidi e cnldi, stanno nascoste I di giol'nO ed escono nel vesJ)ro, assnltando glì uomini, affamate rii sangue. 'l'enendo conto di queste conoscenze, si possono avere criteri suflìcienti per giudicare il valore delle antiche prescrizioni regolamentari al lume delle nuo,·e dottrine e per precisare le miomro di tutela che si debbono adot. taro nell'interesse dei risaiuoli. I prOJ)rictnrì o gli afflttavoll di ri~aie chiedono: t O Xo11 sia 1>i1ì prescrilfa uessum, clistauza dalle risaie agli aY9reyali di abitazio11io sia110 J)resrrilff distanze di poco conto. Questa domanda si ronda sovra l'abbandono della dottrinn dei miasmi; se la causa della malaria non risiede in essi, a che 1mpcrlire che la ri::iala arrivi - come capita già anche ora - sino sulla porta di ca5a? lo credo no11vi sia nessuna ragione per mantenere l'nnticn 1 sciocca distinzione tm J)ìccolo e grande centro abitato, quasi che - como giustnmentc ossen•a il Cclii ,; la ,•ita dell'uomo debba o 1>ossa a\Tero un valore di\•erso secondo che si S\'Olgo in maggiore o minore co– munità..,. (1) Ma sarebbe pericoloso - per ragioni ge· ncrnti di Igiene e 1>erla maggiore facilità che le anofele avrebbero di penetrare nelle case - abolire ogni limite di di11tanza.Dovrebbe essere invece accettato il criterio del ~lii, secondo cui "anche una sola casa isolata e in genere una gola abitazione umana donelJIJe essere fuori della zona di influenza malefica delle risaie, distarno (1) A. Ct;Ll.l: l~O clr., pag. 192. ('ioè almeno 2-3 chilometri"' )la sarà. praticamente dif• flcile nrrh•are fluo a questo limite ideale. 2° J\'011 si impo119a di tene,·r l 1 acq11a <1flle risaie for– teme1lle co1Te11te. Certo, ~e l'rtcqua fo'iso fortemente cor– rente, potrebbe rendere im1>os5ibilola vita agli anofeli, m1l il movimento donebbe essere così forte che rende– rebbe impossibile la. colth•azlone del riso. D'altra )Jn.rte, all'influenza della corrente si sottrarrebbero fatalmente alcuni punti della risaia, che diverrebbero il letto JHe• ferito degli auofeli. Il risultato pratico si ridurrebbe a J)oca cosa. 3o .Xon si facci(l. obbligo eh <1istrugyen e di a~portare l'erba S(lrchiata. L'acqua, ricca di materie organiche in decomposizione, è inabitabile per gli anofeli e quindi non ò il ca.so di mantenere l'nntica prescrizione. 4° Xon .':imantenga l'obbligo <lri lai:oratori di andare al lavoro tm'oni dopo la l,,val(1, del sole e cli tornarne un'om prima del trmnonlo. (Questa domanda coin\'olge la questione dell'orario e In tratteremo più innanzi). Cosi delle antiche prescrizioni rimarrebbe in piedi quella sola che riguarda le distanze, e il nuovo progetto di leggo preparato dall' l'//lcio cll'l lai:o,·o (1) ne fa pnrolo 1 mn, anzichò lasciarla determinaro dal Co11si9lio prui·i11- ciale, ne affida. la determinnzlone ni Consigli sm,itari p,.o,:i11ciali, togliendone cioò la rcsponsabìlit:\ e ciò non mi pnr buono - nì corpi dirottamente eletth•i che rispondono de!Fopcra loro dinanzi il corpo elettorale. Ma se - in seguito alle nuove scoperte - alcuno antiche proscrizioni ;imbnrnzznnti si possono abbando– nare, con \'antaggio dei fr.;icultori, non si può rare a meno di imporne delle altro. E 1 per quanto ha riguardo ai rapporti tra risaia e malaria, basteranno queste: 1° Isolamento degli ammafoti malm·ici in locali mu– niti cli retkella, affincbè non dirnntino centro di diffu– sione del male; 2° AJ>plira2io11e clelle rpficelle alle abifa::ioni in lt>cal,tù malarica; 3° Profilassi e te,·apia clliui11ù·a !Jrafuifa su larga base. A quest'ultima opera di difesa pronedc già una legge speciale del 1900 i (') le altro due prescrizioni fauno parte della legge ora menzionata (articoli 9 e 10). Esaminata co~ì - rri.pidarnente, come consentivano il luogo e lo spazio - la natura dell'ambiente in cui il lavoro risicolo si svolge e stabiliti i mezzi atti n ren– derlo il più possibile inoffensi\•o, ci rimane da esaminare quella J>nrte della legge in gestazione che deve preoc– cuparsi di una. più liirgn e proronda tutela del lavoro. In questo 1>unto cOn\'ergono le mnggiori resì!>tenze dei risicultori, i maggiori bisogui dei ri5aiuoli e nnche il pili nito dovere della società. Billlt1 1 (tbbn1fo !904. Grnuo C,\"lj.Ll!\'I. ( 1) Di.iltgno di ltl!Ut- 1111 laroro tltllt rl~lllt, ari. 1>rlmo. (') A. C•:LLI; CrHka Soclalt, 1003, X. "· Abbiamo stralcialo itl 0J}IISC0lo: Dott. CARLO PETROCCHI Le presenti condizioni dell'emigrazione italia a Dott, GIULIO CASALINI Leabitazioni gieniche eabuon mercato Ciascuno cent. 25 (presso la Cdtica Sociale).
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy