Critica Sociale - Anno XIV - n. 2 - 16 gennaio 1904
24 CRITICA SOCIALE abbi('nti in un tempo in cui non è più possibile offrir co 1 mpensi d 1 oltretomba. . . . l'un. delle misure pili importunh !\arehbe 11 riscatto delltL ,:rnnlle proprietà. d:t parte dc-Ilo ~tato: " Si pa'lsorebbo ai propriobtrt di gran~li ro~tuue ~ ai loro dlscoudcnti già c<,i,;tenti, in cambio dei beni da essi ceduti, una rendita vìtC1.liziamotlc-~tB., mn suffloionto per \a soddisrnzione dei loro legittimi bi_s~gni. Cos~,senzo. inutill asprezze, si creerebbe u11a conthz1O11esociale, da cui J>roccdcrcbbe 1 come ucce,;~itl iilOrica, lo Stato popo– lare del laVOl"O. ,i P('r stahilire i limiti delht grande proprietà, \'il• l'i1tbili eerto a seconda dei ,•ari paesi,. 1>o~rebbcr? scn·ir da eriteri l'ammontare delle rendite hbrre, 11 numero dogli operai occupati nei vari ~tabilimenti, l'lm postci pn~ata, l'arett, del le. t('rre, t•c~. C1~ J~er~nettc– rchhc di organizzare i l,!'ntllllt ('omun1 socrnhst1. Solo la media o piccola proprietà coutinuorebhoro a serbar l'impronta del diritto prirnto. ~on è necessario :-eguirc ulteriormente l'autore in q11t•sti domini del prohlt•nuttico. E,;si hanno nondi– nwno, eom·egli dice, la funziono di far cornpreo.derc rur,~enre neees~itit. che- i Oo\'erni 1 • qunlunque sia la fori~n J)Olitica degli :-H11t1 cui i;ono preposti, si abi tuino a consiclcr!lre il 1110\·imt•ntosocialista come una c·onquista progressiva. del potere da pnrte cieli.eclas~i non 11bhionti ~, e a far compn:1,1doro del pan ~ho 11 prolctarioto diverrà. semprn prn consapevole., cho lo 1:1viluppocontinuo della. sua potcmrn ha pm va– lOr(', C'hCnon i vantaggi economici che gli si possono aC'C'ordare n· . .. Xon esitiamo però ad itdditnrc come opera ben nllrimcnci organica o 1>rofouda quella del Hignano. Il quale nota come il diritto di te:1tare, in quanto permette un'accumulazione capitolistira, che non è il frutto di un'attlvità proporzionale da parte di chi uc è il pos:sc:.sore, lede la lc~gc di giustizia naturale, formulata. llallo Spcncer nel senso che ognuno debba suhirc lo conseguenze o godere i vantaggi, necessa· ria111011to dcrinrnti dalla sua natura, entro i limiti neccs:mri perchè agli altri re:1ti lu possibilità di fruire delh\ ste~sa libertit. Dopo criticati ed eliminati i pro– getti anteriormente avunzati per la soppressione o modificazione di cotesto diritto, egli 1>assaal proprio, il qu11le si propone di tener conto di queste esigenze della giustizia, e noi mcde1:1imotempo delle ragioni piì.1 forti che paiono ~iustificare il diritto in que– stionl', e dalle quali deriverchbc, con questa conse– .1-rucnzu,la consacrazione eterna della separazione tra lavorn.toro o strumento di produzione. L'argomento pii1 ricorrente contro riformo di questo genere gli è infatti eh(', se si sopprimesse il diritto di trasmettere una fortuna, ai figli o ad esseri amati in generale, vt.•rrchhc a mancare il pii1 energico degli stimolanti al lavoro, al risparmio) t\ll\1ccumuh1zione iudefinitt1• nwntl' benefica dei capitali. i~ dil1icile al gioroo d'oggi di!-!COnoscerela forza di quc'itO ragionamento. Ammi– rabili strumenti tecnici di 1>roduzione richiedono u1rn quautiti', crt•scente cli capitali; essi ne richiedono in ra~ion diretta della loro perfeziono o dell'incremento apportato alla produttivilll del lavoro. L 'accumuht· zionc st>nc ancora a sostituire i cnpibt.li deteriorati, così personali come rrali. Orn 1 i l colletti vismo 11011 dit nc1:1sunagarauzia che ht funzione ciel risparmiare e dt•ll'invcstil'e il risJ>armio sarebbe dallo Stato com• piuta meglio, e con gli 8tessi risulrnti quantitathì complc:1sivi, che ora bi hnnno sotto la fol'ma giuri dica privata. Il Hignano crede che nll'inconvcniente grave così accennato si potrebbe ov, iure in questa guisa: La traslazione, dal privato u\111. colll•tth•ità 1 dc' ~uoi. Cll· pihtli non s'opererebbe, 1~lla. .morte. ciel cap1t,11:sta, dlC' 811 di una partu dc :suo.1 hc-n.1 1 eguale al,1 am· 111 ontarP delle fortunC' dl~ lm N~d,rntc, e ~oli altra 1 rnrk per non indehohro lo stunolo dell accumu· lnziono - non agirebbe che dopo .trns.c~rso un ~orto periodo o a pii, riprese n doter11111u1.t1 rnter~alh. I.a tra:1mis~ione ereditaria si cser<·itrrehho arnp1amcntc sui beni nrcumulati col risparmi,>_ o ~ol la,·oro J)erso. nali sarebbe considercvolmcnto l11111tata per quclh ricc~uti in ercditit, e si ridurrrbho a z~ro <101)0_ un certo numero di trasmissioni romplete 111 p_ropr1etù i>rh•ata. Lo Stato non potrù <' non dovr~t tenor conto che <lei semplic<' ammontarr della rtcchezza NCditftht da una data 1>cr:sonn, di cui avrà preso eonosccnza alla morte del primo testatore; ~ no~ nvri', rhc dii dedurre dal valorC' vc1rnl~ totale d1.og1~1 patrimo•,~~ l'ammontare cli dcttiL er ~d1.tà. Ora, 1 ?1: ritti progressivi ordinari sono, per co~ 1 cl1 1·:, progre~Sl\'I nello spazio e si applicano 1u patr1,mom 111 r:1g10110 1lclltl loro ostensione. Xclla concezione ciel 1<1gnano :.i avrebbero da parte dello Stato dei ~iritti pro~res~ sivi col tem1>0 esplicantisi por mcuo cli prelevamenti sullo C'rcdità 1 '1>rogressi\'i non in ragione ?ell'es.tcn– siono o della grandezza d<'I pntrimo1110 1 ma 1~1 ra.g1011c del numero di trasmissioni suhìto d,lll'ered1tà, 111 ra. gione cioè del tempo dccor:;o dalh\ loro accumula– zio11e. Renza dubbio con questa riforma non si eguaglic– ruhborù le posizioni iniziali dogli uomini nclhl lotb, per l'C'sistcnza, ma però so ne diminuirebbe consiòe– rovolmcnte l'inegua~lianza, o come conseguenza. so ne avrebbe una intensificazione dello :stimolo alPaccu– mulazione noi discendenti dei grandi capitalisti. lia nazionalizzazione cli una parte di questi beni perrnct• tercbbe anche agli operai nati 1>overi l'uso libero e gratuito d'una crescente quantità di strumenti di produzione e, di riflesso 1 li remlerehbe a.bil_i al ri– spormio, alla ca1>italizzazione e alla trasm1ss1one ere· ditaria ai loro discend('nti. Donde una crcscenf(' U"UU'rlinnz:1 nelle dette po8izioni i11iziali, aumentante a~cota proporzionalmente alla facilità. 1>er tutti d'un i11sognnmonto completo e grntuito. Da. ciò procede– rebbe puro un incremento nella capacità ammini– strativa, in sempre mag~ior grado richiesta dalla quantità sempre maggiore <ki capitali socializzuti. Oiacchè il collettivismo continutt tul essere poi lh– gnano l'ideale che i proletari devono tendere in oi:rni guisa a realizzare, senza ch'eg-li ci dica mai se lo crede attuabile e come, data la pijicologia dell e classi proletario e dati i fenomeni più fondamenta.li di cui le lotte di classe non sono che un'esplicazione. A noi sembra che, dallo ste:,sc sue veduto sulla. coscienza collettiva. come fattore sociologico e dal l'a.tto che questa cosrienza collettiva, "nolla realtfl, più che un'unità omogenea sari'L scm1>rl' un miscuglio di coscienze parziali pii1 o meno perfette e piil o meno disarmoniche, discenda. solo quc~to: che l'ordinamento giuridico-economico s11rà S('mprc <1uello più in ar– monia cogli interessi dei gruppi pil1 coscienti. Ora, sia perchè è utopistico il pt'nS1trc ad un·eguaglianztl e omogeneità di coscienza collettiva, sia 1)Crchè il proletariato a sua volta non è un tutto omogeneo ma risulta cli ehm1enti che hanno capacità di salire o di nitri che sono il detrito di altre classi e l'inqui– nano in tutti i suoi strati e tendono a scendere osta– colando il movime nto m1censio1rnle dei primi 1 ò utopistica del pa.ri la realizzazione del colletth·ismo, i,iit. perchè le manc heranno dietro di i:ìÒ la capacità. C' ht forza necessaria n sostenerla e a procurarne il huon funzionamento, sia pcrchò i gruppi più coscienti, sia J)Ure di 1>oco, vorranno godere il vantag-gio lii questa loro superiorità, il che si tradurrà i□ uua cor– rente indi\'idualistica. Noi possiamo solo mirare nel estendere i benefìzì dcll 1 individualismo, dì cui il col-
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