Critica Sociale - Anno XIV - n. 2 - 16 gennaio 1904

CltlTICA SOCIALI] storica. Oli interessi delle classi dominanti, quando rie– scono a consen·arsi J>er qualche tempo, si mut.Lno in diritti e in norme giuridiche che il resto dei concitta– dini ò costretto ad ammettere come se si trattasse di dati obbiettivi. 1\la quando i rapporti di potenza vengono a mutare, i diritti e le norme giuridiche perdono la loro base naturale e ritornano allo stato di semplici interessi e di lotte di interessi. Jncombe dunque alla sc-icnza so– ciale del diritto di osserrare accuratamente il mutare delle forze relative delle clas,;i sociali, per poterne de– durre la conformazione futura del diritto. Essa si sfor– zerà sopratutto di mantenere la conela:done nocessnria tra il diritto e il modo di essere delle forzo relative delle diverse classi sociali, per prevenire quelle cata– strofi sociali elle S))csso si sratennno in conseguenza di un'opposizione tra queste due sorta di fenomeni. 11 Da quesbt citazione consegue, se mai: 1° che il socialismo giuridico di Antonio Menger non può es– sere considerato indipendentemente da queste condi• ;doni di fatto che sono i presupposti della sua effet– tuazione integrale o tendenziale; 2° che, quand'an– che d'utopismo peccassero - e peccano - le vedute del .:\lenger, non cessa il brano citato di i1Hlicare al– Pingrosso le basi sicure d'un socialismo giuridico; :3° che, se si ammette che i rapporti di potenza tra le varie classi sociali 11011 sono immutabili e che la potcrJZa della. chtsse proletaria. è suscettibile di l)ro– gressivo incremento 1 le norme giuridiche dovranno subire una proporzionale progressiva modificazione. Quale sia la funzione ciel socialismo giuridico, quali ne siano le forze incalzanti e i presupposti, ci è detto dal Rignano nell'opera sotto indicata (pag. 30-i e seg). Se chiamiamo cosciente una collettività. i cui membri hanno la facoltà cliagire di concerto sotto l'influenza della ragione 1 e se ne chiamiamo incosciente un'altra i cui membri non hanno questa facoltà o agiscono cl 1 accordo istintivamente senza intervento della ra– gione, posshuno formulare alcuni corollari di evidenza intuitiva, riassumonti le norme di condotta di una collettività comRlctamcnte cosciente, e imaginare un processo col quale la seconda si trasformi nella prima. Una collettività, coscientemente sforzantesi di rea• lizzare la massima quantità di felicità (felicità col– lettiva) pel massimo numero de' suoi membri, appro– derà- a stabilire dei rapporti equi tra di questi, ossia soddisfacenti alla condizione di accordare il più pos– sibile gli interessi dell'individuo con quelli della col– lettività. Il progresso sociale è accompagnato da un continuo ampliarsi cli un'iniziale coscienza collettiva parziale verso il limite ideale di una coscienza col– lettiva totale. Jn ogni momento di questa. evoluzione gli atti della società tendono alla piì:1grande felicità del gruppo pili cosciente e non clelltt collettività in– tera. :~rei contratto sociale, per mezzo di cui una società perfettamente cosciente si sforzasse di rea– lizzare le condizioni essenziali alla pili grande effet– tuazione pratica dell'equità, l'instituto civile della costituzione della proprietà a\'rebbe un'importanza capitale: e come in una società imperfettamente co• sciente questo instituto è conformato in guisa da gio• vare al gruppo pilt cosciente, così in una società, ove la coscienza collettiva sia generale, esso sarà con– formato in guisa eia soddisfare alle condizioni ùel– l'utilità generale. 'J'ra le pili importanti condizioni dello sviluppo della coscienza colletti va stanno: ci) U numero dei com– po11e11li una societèi, giacchè, pii, una colletti"ità è numerosa, e più, a parità d'altre condizioni, ò diffi– cile che la sua coscienza collettiva giunga a un alto grado di perfezione ed estensione; b) {(I, clensità, giacchò l'ampiezza. e la pcrft:zione della coscienza collettiva credcono con la possibilità. di relazioni più frequenti e complesse tra le unità dell'aggregato so- I ciale; e) la poleuza economic~t. dei.. me,!tbri d_ella, so– cietà "'hlcchè la ricd10zza facli1ta vrngg1, stud1 1 comu– nica;,i~ni ecc.· d I il graao cl'intellir1enza p cli studio dei rari men;twi della società, giacchè intelligenza e istru– zione cooperano a facilitare le relazioni, alla mutua• lifa dei rapporti 1 alla creazione cli imprcs~ piì1 va1Ste e complesse, ccc. j e) la freque11za, l1amJJ1ezza,e la gra11ità delle J)erlurbazioni dei fenomeni, e qui mli clPlle condizioni economiche, giacchè tutte queste cose pro– ducono nella classe che ne soffre di pii1, e grazie alla ricerca febbrile elci rimedi, una fermentazione d'idee, un rinnovruneuto continuo d'accordi, ccc.; {) l'imlebolimento gr(l(iuale del sentimento religioso i giacchè la religione ha. servilo a mantenere le classi prnletarie, e in genere le non dirigenti, soggette alle dirigenti, opponendosi in ogni guisa allo slancio della rag'ione. Nella c 1 .:::nostrazionc di questa tesi non sapremmo tuttavia seguire il soverchio e artificioso organicismo sociale del Hig-nano; l'analogia non è uu canone esplicativo. Segnaliamo invece come note,•oli vera– mente le pagine sui ràpporti tra psiche bellicosa. e psiche religiosa. Militarismo e formalismo religioso sono eotmmbi fattori che cooperano alla conserva– zione d'una coscienza collettiva parziale e all'allon– tanamento tiella possibili ti~ d'una coscienza collettiva totale, nella quale ipotesi soltanto il fenomeno dello sfruttamento scompare. Tutti questi fattori giammai come ora si sono tro– vati potenti e cooperanti su tutte le ellissi in genere o sulla classe operaia in ispecie. Il Hignano si do– manda se per conseguen:r.a la coscienza collettiva può divenire un fattore sociologico tanto importante da modificare l'assetto sociale. La pone a ra.lfrnnto con gli altri fot.tori sociali razza, ece. 1 dove però dà alla teoria del Weismann sulla non ereditarietà. dei ca– ratteri indh'iduali acquisiti un valore, che presso i naturalisti 1 in questi ultimi anni, ò sempre più in rilJHsso), specialmente col fattore economico (Marx, Loria) e viene alla contlusione che il materialismo storico non regge, che la coscienza sociale è cffett1- vaniente una forza modificatrice, e che a quest'azione modificatrice partccip~, la ch1sse proleb1ria. [u quale misura? In ragion diretta delle sua pre– ponderanza di numero e della sua coscienza collet– ti"A, che è la coscienza d~lla sua coesione. Secondo quale direzione? Secondo la linea della minor resi– stenza e co11forme111cnteal postularo elci nrnssimo risultato conseguito col minimo sforzo. Praticamente ciò traducesi in questi termini: quali sono gli ele– menti sociali piì.1modificabili e la cui 111odificazione anà gli effetti più estesi e pili energici? Bisogna ricordare che anche una coscienza collettiva totale non potrà mai essere egualmente perfetta. su tutte le questioni che la interessano; e anche sulle poche in cui può esserlo, non lo sari~ mai con una serie ininterrotta di n.tti 1 ma solo per qualche istante subi· taneo. Questi rari atti coscienti non avranno dunque effetti durevoli, se non quando compiuti a riguardo d'un fo.ttore sociologico in cui, per così dire, si fis– sano, e si cristallizzano, continuando a modifical'io per legge d'inerzia. Bisog11erì1 inoltre che, come l'ar– gine d'un fiume, es::;o incanali costantemente nella direzione voluta i fenomeni sociologici, in vista dei quali il fattore sociologico stesso fu modificato. Ora, questo fattorn sociologico è il diritto. I principi giuridici, come i corpi lanciati nel vuoto, rimangono in vig-ore e continuano a produrre i loro effetti indefinitamente se nessun altro atto cosciente collettivo interviene a modificarli. 1~di tutti i prin· cipi giuridici, quello pii1 importante e che orienta tutti gli altri fenomeni è la proprietà, il quale è pur quello le cui conseguenze durarono piì.1 a Junr,o e furono più estese. Le concessioni di carattere° du• r.evole, che i proletari cominciano a strappare alla

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