Critica Sociale - Anno XIV - n. 2 - 16 gennaio 1904

CRITICA SOCIALE 21 generoso della fratellanza, e dcll'ugtrnglianza, orn.un passo enorme sulla via che conduce a svecchiare e a democratizzare lo Stato. J."org<tniz,rnzione del per– sonale degli uffici, dei trasporti, delle trasmissioni, ccc. A.vrel)l)e inoltre - per gli elementi onde è com• posta - agevolato nelle organizzazioni strettamente operaie, roll1ausilio fratemo e colla suggestione del– l'esempio, lo svolger~i di quella misura ed aceortezza, di quel senso di opportunità sagace, onde quelle fatalmente sono spesso ancora sprovviste. Ma il pericolo diventava a mille doppi maggiore quando si mettes~e della partita l'esercito degli in– segnanti, circondato da una particolare aureola di intl'llettualitù) redimito da una luce di 8poistolato, padrone del cervello, del cuore, del ciu·nttcre delle g-iovani genera1.ioni 1 capaee quindi - se voglia - di trasformare, con rchtti,•a rapidità, an•iandolo verso idealità ardite o nuove, 11abito mentalC', non pure dei figli dei hworatori manuali, ma di quelli delle classi medie e, fino a un certo segno, dello stesse classi superiori. Cor,quistati costoro, con la difesa dei Joro legittimi interessi di classe, alla causa e al sen– timento della redenzione del lavoro, l'avvenire della democrnzia poteva dirsi assicuratoj il ritorno delle cieche compresldioni reso impossihilc per sernprcj la tra:;formaiione della scuola, il piu rapido diffondersi dell'istruzione neg-li strati popolari diventato inevi– tabile; chiusa Pera del trogloditismo intellettuale delle plebi e con esso - si ca1>isce - finito anche per sempre il dominio dei suoi sfruttatori politici, l'ubbriacatura delle frasi, il regno del clenrngogismo. Come ovviarvi'! Bisot.prnva inventare che la scuola media, perchè può e deve essere migliontta ed am– modernabt - e perchè non anche la elementare, se Yada un po' oltre il mecc!tnicismo del leggere, scrivere, far cli conto, e del lavoro manuale, per diventare educatrice sul serio clclPintelligenza e del sentimento? - non Sl'.!n'e, nè per diritto 1 nè di sbieco, al prole– tariato j che le idee, flCI' sè stesse, non valgono gli zamponi di )lodena i che i professori sono prosaimi par('nti dr! hoja. e delle prostitute. C 1 è ben della gente - negli ipo~ei m1pitalisti - disposti n sor– segghu·e anche questo veleno; a rinnegare la neces– sitìt della cultura e della scienza, proprio quando il bisogno di fondare clapertutto scuole, corsi professio– nali, festivi, serali, biblioteche popolari, università po• polari, horse di studio per i fi~li dPI popolo, di rompere le dighe che trattengono il proletariato nella servitù dello :;pirito, si impone come il più urgente dovere dell'Italia nuova 1 è sentito persino dai minildtri della borghesia, cui i partiti popolari, non escluso lo stesso "riformismo " socialista, per inerzia e per disinte– ressamento, lasciano quasi intero l'onore di ogni ini– :dativa in proposito('). Bisognava costringere i docenti d'Italia ad allontanarsi da noi, a sperare in qualsiasi altro partito che non sia il nostro, che ci sia possi– bilmente nemico, ed a legal'si con esso. L'importante è impedire la congiunzione delle forr.e proletarie manuali ed intellettuali, è il ritardare con ogni possa (1) F'u rnc,·ato 1con rn::rlonOW)i(', stu1wro. C'ht'.nell'or<11nc del giorno del 1iros111moCongrt'S\IO IIOC'\allsta nnzionnlt', manca ogni ncocnno Ull'urgomcnto, COill \"lbranto di Rthrnutù, della po/ttlr<I SCQlll8/ie<t. Ool>blamo dire, per la vcr1tÌI, che 1wl10 scht'nllt 11redl1:1postodn 1101, assieme nl BcrtC'SI e al Cabrlnl, e aceotlnto dalla Dlre>i:lonedel par• t!to, ulmcno fino 11.11·1s1nnte 111 cui C'I<10,·ommo nsse11t11.re ( non mnuca,·a 1,1ù che definire In rorma dl qualche comma e des1gn11.rc qunlC'hO relatore) <1ue1 rnma ('rl\ ln!:lcrluo; eom(' puro t'rn. Inscritto l 1 1tt'Cll.J)O, che noi re1,ut10.111c, Il 111i1ei,s,.mi:iale oggi In un congrcS!:10 !!OC!all11111, dcll'ozlo11e dtl p(11·tUo di. ,,.o,,t, (f/lt "'"UlllliZZll.:io11i tcQIIQll/j(.'/lt; nr– gon1ento rimasto vcrl,l"hl(' ad lmo\11, mRl!jrado lR IJclla rclazlonc del lturlnhll e dél Chlcsil. Pcrchè poi ne 11lnno stati rndlatl, 11011 C'I rluacì ancoro (Il sa11erc, beuehè 110 rlehlcd1"!881mo a moltl fin dal d\ che leggemmo l'ordtne del giorno nell' ,H·a11U!Comunquc, abbiamo chiesto torm1\lmente ohe l'uno e l'altro argomento Siano rla!iglu11tl all'clcnco, il formarsi dcll\unl>iente denwcriltico, nel quale ht redenzione del hl\'oro possa compiersi. Sala Hagona~ Opera reazionaria? Se fosse consa– pevolmente tale, sarchbe rispettabile. J~: molto meno. 8i tratta c1·incencliare l 1 cdificio faticosamc11te costrutto dalla democrazia e dal socialismo, per cuocere a quell'incendio qualche uovo elettorale. Fortunata– mente la goffaggine dei cucinatori rischia di bruciare anche l'uovo. LA CIH'rIC.\ SOCIA LE. NEL PROSSIMO NUMERO claremo il ll1liye11te ,·ompemlio, fatto per noi dall'autore, della prima conferenza del clvii. ATTILIO CABIATI all1l'nl· 1:ersilù popolari' di 'l'orino: Le basi teoriche dell'or• ganizzazione operaia. i: tm documento sciP11(ific;o, pn· noi, del massimo ralore, J)Pr la fonte dottrinale onde 1,•ca• turisce; <1imordramlo 1 crediamo per la prima rolta, come la dottrina liberista, cui l'a11to1·e aderisce, quando .-.ia megìio intesa, e cio,\ coll'a,pplica2ioi1edella teoria degli attriti, venga in so.-;tanw, sul tema lfrll'Qrganizzazio11(' operaia, alle slfsse co11l'lusio11i pratiche riel morimentu socialii:ila. Hipiglienmo i11Qltregli sfud11 di J,'11,IPl'O 'l'URA'l'I sul Contratto di lavoro (' sulla nuova legislazione sociale. inferrofti lo storso amw q,umdo cippane chiaro elle il Parlamento 11011 avrebbe per allora 1n·eso in esame quei diseg11i di letj(lf' di interesse operaio, che ora inrecf', sullo lrt t,·iplire spinta dell'orga11izza2io11e µrolfllaria, del Grnppo sori a lista, pm·lcwientare e dell'Ufficio del lai:oro, s'i11amwu11m10 ra1JWame11te alla discussione. GLI ORIZZON'J'IGIURIDICI D.llL nornrnN'l'O SOUJAJ,IS'l'A ('> \"ilfreclo Pareto, ne' suoi Sy.-1tt)mes socialistes, di– sconendo clell'opern del prof. ,\lcnger dell'Università di Vienna sul diritto al prodotto integrale ciel pro– prio lavoro a proposito de' sistemi metafisico-etici del socini ismo 1 serive: " 11 nostro autore arrebbe llen potuto scrivere un li– bro anche sul diritto che hanno gli abitanti della terra di colonizzare la luna. Vi sono moli.e ragioni da citare in favore di questo <liritto come in favore del diritto al prodotto integmle del proprio lavoro; tra le altrn questa, che la terra ò un venerabile pianeta e ht luna non è che un miserabile satellite. 11 Noi non oseremmo negare che molto d'utopistico e:;ista nella concezione del socialismo giuridico pro– pria. d'Antonio .Meogcr; tuttavia crediamo siavi in essa più sostnnza. positiva che non ve ne 8Corga l'il– lustre economista di Losanna, a cui non avrebbe dovuto essere ignoto quanto ebbe giit a scrivere il .l(engcr nell'opera ami Ueber (lie socialen Aufgaben der Hechfa·1l'issenschaft : " Ogni struttura giuridica è un grande sistema dì rap– porti di J)Otenza tra le dh,erse classi sociali, rapporti che si sono svilupJ>ati nel corso della loro evoluzione (L)A l)roposlto dd lll>ro di AXT0:SI0 ~lt::snt:n: l.'.f.'tatsoclaUste, tra du!t JlRr wuc1rd M11/u.11111, uvee uno ln1roduct1ou do CIK1rle.~ Allàler, l'nrls, ~oclNé IIOU\'Clle dc Lll)ralrlo et d'édltlon, l'IIC C'nJa:J 17, 190¾ 16 rr. !,O), e dN lll.iro di 1:uM::SIO HIO:S.\:SO: U11 8()(.'ltlfl.~mt tll /1(11'/I/Q• 11ft m•tc le, doclri11e lco,wmlque llbl,.(!lt,_Parls, Y. Olnf(I et•:. llrlère, IG ruc Soumo1, 1901 (7 fr.), di eu! esisto una. 11n•oedon10cdti:lono ltn.• l1!1na: /U 1111 $0ClalismQ ili tl(.'CQ1'dQ(.'Ql/tl dotll'llllJ tcQIIQ1llir<1 Ubtralt, Torlno.~l\ln110-1tom11.-~'lrenze,rrat. nocca, 1901 (L. 10).

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