Critica Sociale - Anno XIV - n. 1 - 1 gennaio 1904

ClllTICA SOCIAU: dcnunrill delle alleanze, o lo .. eaclere dal potere 1rnbblil'o, per ritornare alle antiche 1.. affermazioni di partito .., nlle romode " minoranze battagliero ,.,, a tutti i ,·errhi nu•todi e alla vecrhia rra-.eologia di un periodo che PI\· rom giù. imperato. All'infuori di una sola provin~in, Hc\,.r/,CIO Emilia, cho por 0~11or-1I 1111rntc11utn. finora 1m– mu1u3 dalla infiltrazione rlvolu1,lonaria non attraversa. que11ta cri"ii e.::i.dale, il rMto dell'Italia socialista è come cOIJ)ito da una improni'iR impotenm e proclama e-.so ,te ..~o la propria immaturità a raro o a progredire. F: tutto •1uosto a meno di tre anni di distanza da quando, ,topo le elezioni vittorio-.e del 1900, dopo le molte e strepitoio ,•ittorie pop0lari e t1oclall<itc,pareva che l'Italia dove<:,(' venire rinnonta dn. rima Il rondo da uno spirito nuo\·0 1 al qunle noi, in quel giorni, lnnnlzarnmo i llO!'itri Inni augurali!. .. ... rarommo offesa. al nostro metodo 1>o'litivodi indagine o di critica, se attribuissimo lo condizi0!1i attua~i alla ))redlcaziono dei rivoluzionarf. Questi untorelli 11011 anebhero arrestata la no ..tra mnrcia, so qualco;;;a di più profondo non ave'-se cospirato a rermarla. E que,to qrml ignoto, che "li t1entc nella stanchezza, nel d1sorientarnento di tutti, rho '11 pale.:;a nel di!iagio con cui lo nostre idee riC"IC0ll0ad es,er comprese da quelli ~tessi, coi quali fino l~ lori eravamo in comunione di opero, che si rivola nelln. raollltll con cui della. cattiva rotorica rivoluzionaria riesco a trionfare del ragiona~ monto più solido, si può rhwmmero In ciò: che il pe– riodo 1>rollminare deUa no!itrn a.dono politica. è finito. Ed ò finito perchè ha e.:;aurito Il suo còmpito. l'na grande pregiudiziale cl t1barrani il pa-,so: la li– lJcrtà. Prima di metterci in cammino, occorreva conqui– stare la cittadinanza a tutt~ lo ideo o a tutti i partiti. f; que'!to ru appunto il còmplto di que"t'ultimo periotlo J>0llli<'O. l.'uuiono dei partiti popolari, l'ostruzionismo, le ele– zioni del 100~ poi, come co1ir1oguouzn 1 la conquista di molti Municipt 1 e l'appoggio al Ministero i':anardelli, fu– rono gli e1Jl!ilodìsucceisivl di una. stessa battaglia, gli atti Integrantisi di una mede!i!ima nzlone. .\la uua alleanza di partiti 1>oliticl, che rappresentava soltanto una reazione allo violenze del u,os, e le vittorie amministrative che avevano 1>orlsco1>0di debellare le con!'lorterio moderate, non potevano durare oltre il loro còmplto breve. Xell'uniono del partiti 1>01>olarinon tar– darono a cozzare lo tendenze diverso e i programmi OJ>l>O~tl, o l'antica anima intrun,"ligcnte ri'ipuntò ,•itto– rlo!i!n.Nello amministrazioni popolari e socialiste i par– tili si trovarono subito di fronte ad un'opera 1>ositiva o a dltllcollà imprevedute, o el proclilmnrono immaturi. J.'intransigen1,a e l'immaturità. sui;tan,dnrouo la teorica do! rh-oluzionarismo. Però 1 se oggi tutto quello cho rorm1u-a il no~tro or– goglio pare debba andare dhtrutto, o se il periodo si chiude con un tramonto melanconico, non per que-,to dimenticheremo le sue benemerenze. E queste ci paiono di duo ordini. Anzitutto il periodo che finisco ha sgombrato il tor~ reno dcllllLpregiudiziale <10ll1\ llborh\. Por quanto coloro ohe hanno un culto suJ)er~tlzloso por la parola scritta, e misurano il moto socinle dallo trtlccio ch'esso laiicia noi Codici e negli Statuti, gridino aneora che la libertà non ò consolidata, ella ò ormai conquista intangibile del 1>01>010 italiano che l'ha consolidata nelle sue abi– tudini e nei suoi bisogni. Quando Sonnino recita Il c1mfitror o consente nella ncee,sltà di una politica Ube• rate, egli non mentisce per opportunità p~rlamcntorc. Sonnino ed i partiti che ranno capo a lui raranno la J>Ollticacon<1ervatrice, me. non li, politica reazionaritl. E quella, lo ricordi In democrazia, ò ben più dWtcilo a \iU• ecrsl di questa. Inoltre, noi periodo llolla rironqulsta della libortÌI. o spooinlmente in quello cho rurouo lo suo immediate con– ~eguenzo - l'appoggio nl Ministero Zanardelli, la nm– minlslrazione di molti Comuni la democrazia do, otto ia-;clro dalle formule o cimentarsi con la realtà. Ne R\'– ,·enno che quelle parti di c!il-.a che ~i tro,·arono suscettibili di comprendere i uuo,•I bisogni, di dedurre dai princi1>II a,trattl la condotta pro1>ria nelle o,·eutualità pratiche, di scernero nel farragino!ilo bagaglio dei programmi mi– nimi o massimi ciò cho ò immediatamente attuabile e riò che convieue ·asciar maturare, si adattarono in bro\'0 nlla nuovi~ funzione, non ph'1 soltanto nogath•a, ma anche llORitl\•n.Cosi, dì fronte al comJ>lcsso policromo della democrazia, rimasta c~aurita dal suo srorzo per la ri– conquista della libertà., lo 1>artl 1>iùduttili o più l11tcl– lettualme11te progredite co.!iiltulscono oggi una avan– guardia ,·er;o il potere, un nucleo destinato a cre~cere noi 11eriodo successh•o d6lla no~tra , ita politica. Che cosa debba essero que"to periodo è facile imma– ginare. Come quello che c,i chiude clJIJonome dalla libertà conquistata, il nuo,·o donà trovare la sua ragion cli C!ilscroin quelle riformo che alla liUertà danno conto- nuto o sostanza. Por quest'opera non il solo 1>artito radicale, cos\ ll0• vero di uomini e cosi dobolo di numero, può essere ii;ur flciente. Occorre la cooperazione dì tutte le ali " rifor– miste "' che in ciascun 1>artlio della democrazia stanno differenziandosi dalla maS"IRrestla al nuovo larnro. J-: sarà. cooperazione non consacrata 111 trattati di alleanza, nou stabilita in segreti convegni, in dispregio allo tra– dizioni e alla flsonomia del J)artiti, ma consigliata ed lm11osta dalla necessità dello co"o. La democrazia non può perire. ~ quando una grando p1~rtc di essa, davanti al nuovo luvoro a cui è chiamnta o cho è la continuazione e la Integrazione di quello com11iuto, proclama, a giustificare la propria pigrizia, una de-;olante immaturità, li do,·ero:;o che le parti ma– turo non si arrestino ad attendere i ritardatari!, ma camminino innanzi a spiaunro la via. ... Por ciò che ha riferimento al partito socialista, vo~lio rhlarlro un equirnco. Oggi che il nostro l)artito o l'~:strema Sinistra. sono coucordl nel negare il loro aJ)JJ0ggio al i\Jinistcro, ò sorta una strana illuslono. Si erodo cho Giolitti pos,rn, corno Polloux, conciliare t.utto lo diverse anime e le dl– ,,rr~o tendenze cbe si agitano e contrastano in cia-;eun 1>artito della democrazia. :SI -iJ)era che l'opposizione al .llinlstero sia un'opera surtkicnte ad a11~orbirele atthità dh-erse o a volgerle ad una mèta comune. Credenze rauaci, speraoze une. Giolitti non può rar risorgere la 1>regiudizialo della libertà, perchè e.~."ja ò giù. suJ)erata. Il suo '.\linistoro non si può combattere se non OJ)ponendo un programma democratico al suo pro, gr1unm1, policromo, empirico, cOnR01·vatoro.Bisogna di 11truggoro creando. Or11,come è 1>ossibilo creare 111,iemc, se noi slamo di\'l~i appunto sopra que~ta aziono 1>ositiva? 011110 po– tremo raro effleacemento l'oppo~izione al Governo, se non siamo d'accordo su ciò che gli dobbiamo opporre? Quando, nel precedente periodo, la libertà era la su– prema questione, le tendenze potonmo coesistere, pcrchò

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