Critica Sociale - Anno XIV - n. 1 - 1 gennaio 1904
CRl'flCA SOCIALE va stringendosi Allo cltw1l sempro pili infime della so• cietò., mentre lo altro si clo,·ano o conquistano; e, anche per quello Infime clrwtl, e;;;-1adiviene un prezzo di a'i;;;i– curazione pafrato dalle cla,;;l superiori e che quelle hanno diritto o rorza d1 e~lgcro: per cui la tendenza della carhà, perfc1.lon1rndo;;i, tende alla propria distru– zione; - il concetto, rormato,i con lenta evoluzione attraverso a inenarrabili dolori delle masse, che i loro diritti non dcvon,> c:i,ero concC'=Sidalle classi superiori, ma conquistati con la lotta civile di un progressivo ele vnmento lntollettul\lo, ottenuto col mezzo di un miglio– ramento C<'Onomlco,frutto della organizzazione di resi• stenza; - tutto questo portato trionfnle della ricerca affannosa della scienza nttra\'er.:;;o alla complicazione multlrorme dei fl\ttl socinll, alln. applicazione allo studio di e~si del metodi 1>osltl\•I di ricerca; tutta una tale couquista, ohe non ò 11 mono1>oliodi uno o di nitro partito, ma il rlsultnto dlsintoressn.to o puro dei pro– gressi vertiginosi degli ultimi secoli scientifici, è scivo– lato sulla Chiesa come acqua sul marmo, è passato, sal– tando ,·la lo teste raso dal 1>recetto monastico, senza !asciarvi un'impronta, una traccia, un seguo qualsiasi che dimostri come e!Ull <si ,ljia accorta di questa rh•olu– zione del pen:ilero, non ro-,Ii'altro 1>ercombatterla. Cosl escia rimano allo ingenuità della giu.stizia e della carità, senza preoccuparsi di definire nè l'una nè l'altra 1 alla politica distinta dall'aziono economica, alle dhi– i:iionieterno della Società. i:!he è anrora quale Dio l'ha costituita - allo Società. di mutuo soccorso, ai pa– tronati e a so1>ratutto alle Cor1>orazioni di arti e me– stieri.,: quelle ramo.~e Cori>orazioni il cui primo scopo è quello di e\'ltaro a ogni costo lo sciopero! Ora, serinmonie, questa bella roba. non si discute. Molti rorse do! partiti avanzati saranno lieti che, con questo Bro"e, Il 1-'apa nbbin legato le mani alla demo– crazia· cristlnnn, costrlngendoln nel rerrei limiti dei pre– cetti antichi o , 1 \oU. Cos\ 1 pensano, rosta libero il campo alla propagauda uostrn. A me non sembra esalto questo 1>onsi0l'0.Sia pure a suo modo, col suoi Intenti o coi suoi mezzi, la demo• crazia cristiana organlZJ.a lo mao,sc. F: 1 per organizzarle, deve spiegar loro I fini o l'utilità del principio as:;ocia• tivo. Ora, in corto questioni maturo e così pregne di ,•ita o di sangue, di intcresil 1>alpitanti e immediati, basta gettare ti germe 1>orchè la pianta nasca e cresca, non già come ,·orrobbe chi quel germe ba gettato, ma come impongono lo condizioni dell'atmosfera, dell'am– biente, del suolo. l'na v<,lta organizzate, le masse della campagna sarebbero stato spinte a un'azione che, ine– vitabilmente, rra pochi anni lo avrebbe ratte passare, armi e bagaglio, nel cam1,o della ,·erità e della logica. Joveco ora, so la democrazia cristiana obbedisce al Ure,·e di Pio X, rimano, nello campagne specialmente, la massa amorr11. e lndlvlduullzzata del lavoratore iocolto, negletto o suportlzioso, J>roda n1~turale, per più anni ancora, della. mossa o del prete. ... Un'ultima ossor\'n?.lone riguardo nlla forma. li Bre\'0 di Pio X segna una no"ità anche a questo riguardo. Giammai scritto pontlflolo ò a1>1>arso 1>iì1 gretto, meschino, scialbo e lnooloro di questo documento: esso non ha nulla da lnvldlnro nllo circolari ramoso dei primi mi– niitri plemonte!il, di quelli che 11cri\'e,·ano l'Italia col y. Leone Xlii, di ben maggioro memoria, quando dove,·a pronunciarsi su argomenti moderni usando logica anticr,, aveva preso l'acrorta. abitudine di scrivere in latino. 1: con cH,otteneva duo ,antag'(i: di rronte agl"incolti, perchC queili 1 al pari del marche-.e Colombi, non intendendo ti Ialino, lo tenevano in gran ri-.petto; di rronte ai colti, i quali, leggendo <1uel latino oraziano, in cui parern in ,·erltà ri,·lvcro un'aura del secolo di Yirgilio, tra-;ru– ra,·ano la ~o,;tn111.a por ammirare la rorma elettis'{ima. .\de,;,0 1 nepJ)ur qne..to reo,ta alla Chiesa. Ancora ieri pare,·a che l'umanitt\ dove'iS0 dh·ider,;i in due grandi clas,;i: I clericali da una parto, i sociali-.ti dall'altra. Oggi, davanti a quc.,ta manirestazione del pen::.iero rtella Chici;a, sl scllllba nollA forma, si slombata e senza mi– dollo nella sostanza, la ))rimitiva di\'isione si riforma: i cantori clell1~ ca1>1>olln Sbitlrrn. da una pn.rte; noi, che non lo sln1110 1 dall'nltrn. fo tra11'iil yloria mumli! ATTILIO ÙABIATI, CRISI1HU[PlWPARAZIONB Il mf.'dico, spesso, nll\unmulnto che ansiosatnC'nte lo interroga, non confcsstt lu natura e la gra,·ità del mail' che lo torrncntn .... Hnzi, più le SJ)eranze si fanno ~enui, pili aunwntuno le buone parole consolatrici. ~~ in:iicmo atto cli pict;t gentile e nccessit:'., in\·iola– hile di curo.. L'uomo puhhlico - di fronte ai mali ·e alle ,·er– ;:o~ne del 8UO J)llCSO - 11011 ha simile doYere. E meno di tutti lo ha il socialista, per cui - dinanzi i -.uoi con('ittn,lini o dinanzi il 8UO (>artito - tacere è RUC'hC un ))O' tradire. Per ciò non comprendo qut•lli che - tra noi per timore di offrire armi o.i ne– mici o di sommuo,•cro il cheto lago (in realtà. palude) ?ce~~i 0 facili opinioni correnti, fanno il segno del si- C'è, oggi, unn verità che dobbiamo avere il co– rag,gio di ammettere - o non solo nel ser.-reto del no!:ltro cuore o noi ristrotri ceno.coli degli :miei: lu cri!:li del 1110\'imonto socinlistu. Ad un periodo cli gnglinrclu espansione, impetuosa como l'esplosione di u1rn for~m compl'Casn, è successo un periodo di doprcst1io110. Lrl dottriim non è pili il gigante colos– sRle o po.urO!iOcho i pig-mci non osano avvicinare e dhwutcrc. Lo verità, che ieri ancora erano sacre e i1n·iolubili come - pei credenti i ver:ietti della Bihhia o del Corano, oggi portano con sè il tarlo roditore ciel duhbio e 8i 1'11 strada in molti la per– sutu~ione du.• alr1me parti della nostra dottrina ab– biano biso~no di re,·i:iiono. La nostra azione da pri11- d1,io facile, st•rnplico, disdegnosa, ricca di bei ~csti pudihorula, si è deterrninuta a cento movimenti°com~ J>lt•-tsi,st'guendo le v1uiet,\ delle forme e delle cir– costanze. E c-i() è 1l,·venuto non ostante la resi stenzu (' gli ftCOng'iuri in tutti i paesi. Questa e,·oluzion • coincide colht partecipazione del partito socialh1ta Il tultC' le forme di lotta, ed è 8J)J>unto il con tutto <'olla ,·ita, lit dis<'esa clnll'em1>ireo delle teorie e dei sogni sul krrcno della realtà <1uotidiana che ha compiuto o compie il grande mutamento. ' lla lii crisi non ò t11U1\ lì. Anzi ce n'è mù1.ltn1. che a me paro piì1 import1tntc e riguarda la vita del partito socillllstu. I;: inutile negarlo: eccetto in alcune poche fort111rnto provincie, un grande senso cli.,sfi– duci{L o cli 1Lpl,tia hu invH1SOlo nostre file e quelle clellò organlzr.uzloni che - direttamente o indiret– tamente - fanno ('1tpo 111nostro movimento. li nu– mero dolio $( 1 zioni ò di111ìnuito e - in quelle che hnnno rcHh1tito 11111t p.1rtc dei soci si è squagliata e i rimunontl dchbono csi:1orc staffilati dalla minaccia di multe o di J)UIJhlici nn'1•rtimcnti. Quelle che o bene o mule - , ivono, si perdono nella de1;i'grazio11c r('ci1lro,•a (' llt-lln ,·otit.dOH(I cli ordini d".'I ~inr:w,
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