Critica Sociale - Anno XIV - n. 1 - 1 gennaio 1904

CRITICA SOCIALE ad .\grip1la, che i membri del corpo umano hanno una disuguale importanza? Q.uando si studia una frase, non ò leale attribuire ad es!!fl quel senso cho ci permetta di dichiararne la fal– sit:\. E se Pio X avesse dato alla sua regola un signifi– cato di quel genere, sarebbe incorso in un errore cosi gro~solano. che noi ci rifiutiamo di accusarnelo. Difatti, chi può as!!erire che un braccio sia pili importante di una gamba, questa di un rene? Al cocchiere sen·ono me~lio le braccia. dello gambe, poi portalettere la cosa è dh·crsa. Finchò i groci assediavnno Siracusa, per Ar– chimede aveva pili importanza il cervello dello braccia: ma quando i Greci entrarono nella città malgra<lo le sue invenzioni, duo braccia nerboruto gli :wrebbero reso un servizio assai migliore di quella testa, sempre rlistrattfL da calcoli sublimi. :\In, e allora? Mn. allora, eterni Dei, perchò credere che il Pontefice abbia. voluto dare alla sua regola un senso diverso da quello letterale, perchè ostinarsi a contorcere le sue frasi con significati metaforici? li Sommo Pontefice si ò espresso con una chiarezza me– ravigliosa. Come un braccio ò diverso dal naso e come i:Lconfigurazione del naso non permette di confon– dere questo membro con una aamba, co!tl gli uomini hanno flsonomie che vietano di confonderli gli uni con gli altri. 11 fenomeno dei :Menecmi ò rilegato alle co- medie plautine. · Così interJ}retata 1 la prima regola di papa Pio diventa di una verità altrettanto piana, quanto semplice e in– discutibile. l~d è bene rilevarlo, perchè, delle Hl regole enunciate, questa ò proJ}rio l'unica vera e indiscutibile. . • * Difatti, chi potrebbe, anche nel campo cattolico, me– nare per buona, senza nemmeno qualche dubbio e ri– f1essione, la a• regola, secondo cui "ne deriva che alla umana società, secondo l'orcliname,ito cli Dio, vi siano ..... dottori e ig11ora11ti 1 nobili e plebei. .... 11 ? Noi comprendiamo benissimo che le anime pontificie, che dovrebbero essere vaso purissimo di carità e di ugua– glianza, ronte inesauribile di idealo, possano albergare un cosl misero e gretto sentimento di umanità da affer– mare che i sudditi, i prolet<tri, i miseri sono un'istitu– zione divina, ricacciando cosl nelle tenebre di un'altra vita quelle speranze, quegli ideali, quelle aspirazioni che questi infelici vorrebbero nutrire per questa vita e che sarebbero 1rnr loro di tanto sollievo fra i dolori le miserie, le vergogne del presente. ' Ma filr risalire poi a Dio, lnce di sapienza, l'ordina– zione dei plebei e, peggio ancora, degli ignoranti, ci sembra un po' grossa. Che il Sommo Pontefice volesse dire: clegli uomini di minore ingegno? Quanto alla nobiltà infine, distinta dalla plebe, una vaga reminiscenza storica ci spinge neil 1 animo un dubbìo: come cioè, so questa distinzione è di ordine divino, il Padre Eterno nella storia di tutti i popoli non l'abbia ratta balzare d'un tratto sino dai loro inizi, ma abbia. aspettato a farla sorgere qua.udo la vita di questi popoli incomincia a organizzarsi e con forme affatto clh·erse fra loro. Capricciosetto quel Dio! . . . Ma dove brilla in tutta la sua geniale novità il Breve pontlftcio o dove oziandio appare tutta la precisione del pensiero di Pio X 1 è là do,•e detta i princìpt supremi che dovrebbero reggere i moderni rapporti sociali. La proprietà privata diventa un diritto stabilito. Però il Pontefice ne limita le fonti: lavoro 1 industria, acces- sione e donazione. I socialisti quindi sono lasciati liberi dalla Chiesa di combattere in breccia quell'istituto, in quanto per essi proviene da una fonte diversa: Pusur– pnzione. La regohL 5• riconosce che esiste un dissidio fra ricco e proletario (percbò?): e ))er impedirlo non trova che un rimedio: distinguere la giustizia dalla carità. Ob– blighi di giustizia pei padroni sono: "rendere la giusta mercede agli operai; non danneggia.re i loro giusti ri– spanni nò con violenze, nò con frodi, nè con usure mani• reste ovvero palliate; dare libertà per compiere i doveri religìosì; non esporli a seduzioni corrornpitrici e a pe– ricoli per la famiglia ed al non amore per il risparmio; non imporre loro lavori sproporzionati alle forze, ovvero male confacenti alla età, ovvero al sesso. 11 La questione dunque è tutt.a lì: che intende In Chiesa per "giusta mercede 11 ? 11Breve pontificio sì guarda bene dal dichiararlo. Ep- 1rnre, ò proprio su questo punto che verto acutissima la questione operaia. Perchè o "giusta mercede II ò quella dibattuta fra imprenditore o i singoli lavoratori in base a quel celebre princiJ)iO della. " libertà. del lavoro o dello scelte II che ha formato il clou delle divagazioni liberiste, e allora la. Chiesa è conservatrice. Oppure ò " giusta II la. mercede dibattuta dagli operai organizzati, basati sul 1>rinciJ)iOdella resistenza, aJJI>oggiati a una legislazione cli clas~e strappata con la conquista dei poteri, e allora la Chiesa ò rivoluzionaria. )[a altresl, o la Chiesa accetta il primo concetto, e in tal caso as– sume un'azione consen•atrice e si pone in urto con tutto quanto aniene nei tempi odierni. O prOJ>ende pel se– condo, e allora va. contro alla "istituzione divina 11 della distinzione fra " ricchi e poveri, padroni e prole– tari,,. Bisogna quindi credere che la " giusta mercede ,, per Pio X sia quella intesa nel senso conservatore 1 insomma quella che per noi ò la u ingiusta 11 , se di giustizia. può parlarsi in questioni di questo genere. i;; che tale debba essere il concetto del Pontefice, noi lo desumiamo da due altri punti del Breve: quello cloYe impone alla democrazia cristiana " sovratutto di non le– dere i principt in\'iolabili della privata propriefa 11 ; e l'altro dove fra gli obblighi cli giustizia degli operai pone, " nella difesa dei propri diritti, astenersi da a.tti violenti,,. Qufrl juris, se i padroni negano con la pre– potenza la " giusta mercede 11 ? E, influe, passando dalla [Jiustizia alla carità, il Sommo Pontefice detta la 9a regola, che dice: " I J)O\'eri non debbono arrossire della loro indigenza e sdegnare la carità del ricco, sovri\tutto pensando che Oesì1 redentore, potendo nascere ricco, nacque po,•ero 1 nobilitando così l'indigenza ed arricchendosi di meriti incomparabili per il cielo. 11 Veramente la storia non dice che Gesù abbia accet– tato la carit:.\ del ricco. . .. Ora, tutta questa concezione della società., dei suoi rapporti, dei diritti e dei doveri, ò cosl arretrata, anti– scientifica e puerile, da. far mettere le maui nei capelli a chi li ha . Le ragioni storiche della proprietà privata e la sua continua. evoluzione sotto la pressione delle trasrorma– zioni della società.; - la divisione cosl complessa in gruppi e sotto-gruppi, spinti fra loro in lotta. da una legge cli 1>rogresso; - le svariate complessità di questa lotta e le conseguenti mutazioni del diritto e della mo– rale; - il concetto moderno della carità, per cui questa

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