Critica Sociale - Anno XIV - n. 1 - 1 gennaio 1904

IO CRITICA SOCIALE poco tempo, e per opera dcl~o sviluppo sciei~tifico cd industrinlc ciel secolo dccu11onono, le classi eco– nomiche si sono costituite come nuclei formatiYi della nuovH organizzazione sociale, fuori ? indipen– dentemente dallo Stato che, con una ve1·a 111\·crswne delle sue funzioni, rimane ora ad esse subordinato. Se in tale stadio si trovano anche presentemente le classi economiche, tanto pili insta,hile la loro esi– stenza e tanto più violenta doveva essere ht loro lotta per In vita circa mezzo se~olo inclict~o.,~io~ vicino al loro sorgere, sotto lo stunolo degli 1strnti disordinati e violenti pro1lri degli organismi primitivi. L,t concezione socialista clell'l"ntcrnazionale operaia rimanc ..pienamente giustificatn. dal momento storico che la produsse. )la. il lavoro di organizzazione economica della società umana si compie con una rapidità sempre crescente - anche la natlll'a nella sua costante 01>0• rositi\ e,·olutiva ha elci momenti di maggior fretta e di nrngg-ior reconditi\ - e la lotta delle classi eco• nomiche d 1 oggi non è quella del 1864, fra dieci anni non sarà più quella d'oggi, in un avvenire forse non molto lontano, cou o senza l'opera del partito socia• lista, non sarà piì1 lotta) ossia non vi saranno pili dnssi. La concezione catastrofica del movimento econo– mico esco ogni giorno piì1 dal campo del pensiero vive, per entrare nel campo della storia 1 dove ripo• serà insieme allo tante dottrine che, in certi limiti di tempo e di luogo, ebbero pure un valore pratico e logico. . . . )la il partito socialista potrà. rimanere immutato noi suo fondamento filosofico o nella sua azione pra– tica, di fronte al trasformarsi delPoggetto dei suoi studi e della sua opera? Evidentemente no, sotto pena cli muoversi a ritroso dei tempi. La società umana, nel suo cammino verso l'orga– nizzazione economica, può paragonarsi ad un grande carro carico di mecci 1 la cui cattiva disposizione ne rende instabile l'equilibrio . .Il carro si mette in moto traballando, e fra i conduttori si accende la disputa se sia pii., opportuno salire per dare migliore assetto alle merci lungo la sfrada 1 o approfittare di una oscillazione pili forte delle altro per rovesciarlo e romporlo di nuovo. [ più accettano il primo partito, salgono e si mettono all'opera, ma la disputa conti– nua anche fra questi, poichè una parte di essi) pur dando mano al riordinamento, rimane dell'opinione cli quelli che non sono saliti. ~ci conducenU saliti, i socialisti i nella loro disputa; lo due tendenze. 11partito socialista si è infiltrato in tutti gli in– granaggi della vita pubblica e in essi, anzichè con– correre a rendere pili aspri gli attriti e pii'1 inattua– bili le utili riforme, ha compiuto opera di ordine e cli giustizia sociale. l~sso ha concorso e concorre al rapido sviluppo di quella formazione economica, che si viene inevitabilmente organizzando, col risvegliare o con l'affrettare tutti quei moti che l'assecondano. Ora, dal momento che esso ha iniziato quest'opera ha implicitamente rinunciato a quella concezione eh~ ha ispirato le sue origini, poichè non si può da un lato logicamente aspirare ad un fine, mentre con l'opera assidua se ne protrae e se ne rende sempre meno probabile la effettuazione. La tendenza socialista, che ha ratto monopolio della qualifica di rivoluzionaria., cade, se non nella cnun– cia,done dei principi (poichè in teoria sembra l'inun• ciare anch'essa alla rigidità della concezione marxista), certo nella sua azione pratica, in questa stridente contraddizione. Alcuni socialisti, fra i quali il Turati, negano la esistenza di mm vera e propria distinzione di ten- dcm~e in seno al partito socialista italiano; ma la persistenza ciel fenomeno, che riappare costantemente nel campo teorico come nella 1>ratioa quotidiana, h~ sua analotria con quanto si Yerifica in tutti quei paesi d'E;ropa dove il partito socialista 11.a. acq~1!– stato uno sviluppo maggiore, sembrano mot1v1 sulf1• cienti per aclditiunc la causa in ragioni che, pur ri– ferendosi agli uomini piuttostochè alle cose, trascen– dono i confini dei particolari difetti e delle particolari debolezze di alcuni individui. Jaurès riconnette la crisi del partito allo sviluppo della democrazia, Bo• nomi la fa dipendere dalla ripugnanza che in alcuni socialisti si maniresta verso le piccole riforme legi– slative, altri opina çhe, in Italia in ispecie, si possn ricercare una causa immediata della divisione nella diversa influenza e,Jucatrice esercitata dalle due or– ganizzazioni economir;i. e politica del partito, troppo lontane o reciprocamente indipendenti, e nel diverso sviluppo regionale dell'inclustrh, e dcll"cducazione civile. l\fa i fenomeni sociali sono troppo complessì, 1>erchè in una unica causa possa risiedere intera la ragione cli un avvenimento. Il verificarsi in un fatto una tale differenziazione, per ·cui in esso appaiono due aspetti, due rami dis,tinti 1 non sempre significa che egualmente differenziate ne furono le cause, anzi nelle trasformazioni complesse della vita la distin– zione nel fenomeno scaturisce generalmente dal so– vrapporsi o dall'intersecarsi di innumerevoli cause, che negli effetti si polarizzano in centri separa.ti e contrari. Le cause accennate contengono tutte un lato di ,·ero, ma nessuna lo contiene intero, per la ragione che innumerevoli altre concorrono alla determina• zione del medesimo effetto; ciascuna di esse può rappresentare la causa o pii, propriamente il fatto emergente in un dato momento ed in un dato luogo, ma il fenomeno si determina e sorge dal lavorio quotidiano che si compie nel campo de11a vita pri• vata come nel campo della vita pubblica, così nel– l'articolo del giornaluccio di provincia, come nella dìscussione parlamentare. Re è assurda la ricerca llella, causa nella crisi so– cialista, è però lecito dare un apprezzamento del fatto 1 sottoponendolo al saggio di quelle leggi natu• rali che sono superiori alle competizioni della poli– tica ed alla fortuna degli uomini. EbbenCj se, di fronte al rapido delinearsi nel campo economico di quell'equilibri('I che è proprio di tutte le formazioni naturali evolute, noi consideriamo che, in rapporto alle democrazie sorgenti, in Jtalia come altrove, la tendenza sedicente rivoluzionaria ha rifiutato o ten– tato di rifiutare ad esse la propria cooperaziono; se consideriamo che) di fronte all'opera di organizza– zione economica e cli preparazione alla riforma legi slativa 1 ossa. ha sempre preso atteggiamento ostile o scettico; se consideriamo che essa, in ogni emer– genza della vita pubblica, ha concentrato ogni suo sforzo ncJl1opera negativa e demolitrice; possiamo affermare che ossa non ha seguìto lo sviluppo del pensiero filosofico in rapporto alla organizzazione sociale. Essa potrà persistere, ma allontanandosi sempre piil dall'azione positiva, che deve essere propria di un partito che si prefigge di assecondare cd affrettare, nel campo umano, lo svolgimento delle leggi naturali benefiche, col sussidio del pensiero scientifico. Vutopia 1 che il partito socialista, in un tempo piì, o mono remoto, dovrà ricorrere alla violenza per far cadere gli ultimi avanzi, racchiusi in trincea, clclla morente sociefa capitalista, va gradatamente tramon– _tando, e sorge la visione più positiva e più umana di una sempre crescente armonia fra l'ideale che precorre e sospinge e la realtà che lentamente e fa– ticosamente matura. FELICE CJ<;BA.MlCOI,A.

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