Critica Sociale - Anno XIII - n. 22 - 16 novembre 1903
CRITICASOCIALE 349 contemporaneità. d'altri problemi lo obbligherà ad altri esami di coscienza J)er rapporto alle leghe speciali che essi provocheranno. Su ciascun punto la disciplina sarà piì1 grande e l'intelligenza più chiara, e nel medesimo tempo la libertà sugli altri punti sarà massima. La cappa di piombo della party co11(onnity perderà la sua ragion d'essere con questa moltiplicnzione dei programmi; si avrà un decentramento del potere della pubblica opi– nione, quel libero conflitto e quella. libera esplicazione di tutte lo conenti cli pensiero che il sistema dei par– titi permanenti ed omnibus ostacola. Kon sarà. pil, pO.'i· sibilo vedere degli organizzntori modificare la loro po– litica come un impresario teatrale muta i suoi avvisi, introducendo dall'oggi al domani nuovi articoli nel suo cartello politico. Oli organizzatori d'una agitazione per un determinato obbietto dovranno averlo approfondito prima di accingersi alla propaganda.; non essendovi ra– gioni sociali di partito da rlifendere a ogni costo, gli appelli sensazionali saranno fuori di posto; bisognerà conquistar In ragione con la ragione. Un propagandista. di molte cause non apparirà verosimilmente molto serio agli interessati per ciascuna. In ogni momento non po– tranno costituirsi che quelle leghe e condursi che quelle campAgno a cui vernmento la coltura del pubblico è preparata e della cui soluzione si sente un vi\•o bisogno; e, se ci son molti problemi contemporaneamente urgenti, gli interessati per le diverse soluzioni di ciascuno do– vranno battere con la massima intensità di ragione alla porta di ogni intellignnzti, elio sarà costretta a porgervi il massimo della sua attenzione. Così veramente la de 4 mocrazia. diverrà scuola cli educazione collettiva. •rutto ciò si rifletter?~ nelle assemblee legislative. Adesso è possibile essere autorevoli politici senza aver nessuna. specialità di conoscenza su qualsiasi problema; il deputato è per lo più un doctor de omni re scibili el quibw;dam aliis, che deve avere un'idea e una ricetta pronta per tutte lo cose e, non conoscendone 11essuna 1 agisce promettendo a. destra e a sinistra, accumulando errori su errori e divenendo un mentitore J>roressionale. Deve, molti essendo ora i commi del partito, non scon– tentare nessuno dei contenti e discontenti di questo o quel punto. Serve a un simbolo sorpassato, non n. una rcn.ltà. vh•a, quando pii'1 elle altro non serva. che a sò stesso. Col nuovo metodo in via di sviluppo, il candidato che abbraccia pii'1cause avd~ pii'1 probabilità di perdere che di acquistar voti; anche chi cerca il successo dovrà faticare pii'1 che oggi non occot"ra per conquistarselo. La sua. responsabilità sarà. pili definita e precisa; sarà più grande e salutare la. paura. degli elettori; non ci saranno ragioni generali di partito che giustifichino pieghernlezze o diserzioni su questo o quel punto. Oli uomini di valore non soltanto ananno maggiori proba• bilità di essere eletti, ma. non potranno essere eletti che uomini di valore. Un gran passo sarà fatto verso la. so• luzione del problema di assicurare alla democrazia in ogni momento su ogni questione la lea<lershi]) della élile pilt appropriata. Siccome, a diverse riprese, lo stesso problema riappare, con questa. differenza, che sono dive– nuti chiari gli inconvenienti della soluzione primiera– mente adottata, così diviene impossibile la continuità (lei monopolio di ogni data soluzione per la lega che l'ha fatta trionfare, ed impossibile per questa il dormire sui guanciali della vittoria. Il conservarla ò forse più diffi– cile che il procacciarsela.. Di qui pui-e l'estrema. diffi– coltà del far carriera politica in queste eh-costanze, non ate 1 C no r essendovi continuità di problemi, di soluzioni, di agita. ,doni, di organizzazioni. Solo cosl è possibile la risoluzione del problema della libertà individuale nella legge, espressione della volontà generale, risoluzione che, in Rousseau e nelle democrazie moderne che più o meno se n'inspirarono, non ò che nominale. La volontà generalo non è un'ent.ità manife– statasi una volta per sempre, ma. un fenomeno, la risul– tante di volontà particolari affermantisi su di un oggetto di interesse comune. 1;;ssa ba faccie tante quanti sono i movimenti delle volontà particolari suscitati da questi oggetti di interesso comune. Cessa quindi ogni suo potere O))pressiYo,poichè non ò che una manifestazione di vo– lontà tendente a fini determinati ed esaurentesi con essi, e annullabile cla una nuova combinazione dì volontà ))articolari. Ogni cittadino resta sempre vigile sui suoi diritti, i quali volta per volta non sono limitati se non in virti1 d'una nuova intesa tra i cittadini. Scomparo anche l'incompatibilità tra volontà generale e rappre– sentauzn, affermata da Rousseau. La \'Oiontà. generale non essendo la volontà. costante d'un essere morale, ma esprimendo solamente l'atteggiamento delle volontà par– ticolari incontrantisi su di un dato punto, è solo questo atteggiamento, e non le volontà stesse, che è ra1>pre– sentato; le volontà. restano libere sempre di mutare i loro atteggiamenti, cosl prima come dopo. Cade anche la dottrina dl Guizot, secondo la quale, a meno che si tenga la. società in dissoluzione penna– nente, la sovranità del popolo, ridotta a non essere che la sovranità della maggioranzn, è sempre in qualche grado oppressione; non e 1 ò volontà generale. Questo ra– gionamento pecca nella sua base perchò non vi è la, nè wui maggioranza in contr~pposizione alla o a<i -una minoranza; vi sono invece del!e maggioranze e delle minoranze su ogni punto o 1>roblema 1 o va.rial.liii anche per esso in tempi successi\'ij e siccome tutti in un mo– mento o nell'altro contribuiscono a far parte delle mag– gioranze e delle minoranze, così la sovranità risiedo nell'iusieme e non in una parte della. nazione, anzi in una clata parte. Ogni volta che quell'insieme di forze che ò il popolo si muove, non può non dar luogo a una. maggioranza. rivelantesi in una. direzione data; ma la direzione d'un movimento non ò il movimento stesso, nè le forze che lo sollecitano. E quanto alla. minoranza, ossia a quegli elementi la cui tendenza non prevalse nel movimento d'insieme, non si può dire che essa abbia sul.Jìto un movimento contro sua volontà, poichò vi prese parte; soltanto il risultato di questo movimento ru diverso da quello che essa. desiderava. Ma, come sempre, queste maggioranze o minoranze risultano di elementi mutevoli dall'uno all'altro problema e dall'un momento all'altro dello stesso problemaj sicehò un SO(J· getto dell'oppressione è un'espresf!ione vuota come l'og– getto dell'oppressione stessa. Di pil1 1 come già si ò visto per i diritti elementari, la possibilità per gli oppressori d'oggi di essere tra gli oppressi di domani agisce 1 in un regime libero, come un freno preventivo. Non solo; ma se la volontà cli ciascuno è tenuta in freno su di un punto, può trionfare su tutti gli altri, e ciò por rea– ;liono diminuisce gli ostacoli su quel punto stes~o e alla lunga arriva ad appianarli. fnsomma. 1 tutto si riassume dicendo che non vi ò un contrc,tto socialf', ma vi è una serie indefinita di contratti sociali. ... Ritornando dalla teoria alle conseguenze o attuali o J>revediUi!i del metodo delle leghe a scopo determinato i11 coutrapposlo a. quello dei partiti omnibus e I)ernti\•
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