Critica Sociale - Anno XIII - n. 21 - 1 novembre 1903

CRITICA SOCIALE sovra una questione, nella quale essi vanno sicuri di un:.1.apparente vittoria. Ma tutte queste impazienze di ambo i campi non saprebbero prevalere contro la forza delle cose. Ciò che ra il valore storico dell'iniziativa di Bernstein, ò l'aver egli richiamato l'attenzione <lolla democrazia socialista tedesca sulla gravità. dei 1noblemi ch'essa può aggiornare ancora, ma che ogni giorno diverranno più urgenti e sui quali essa non risica dtessor presa alla sprovveduta. JJ. La legge clclla, crisi. Quando un socialista francese entrò in un .Ministero, ci si diceva: " Ecco la causa deile <li visioni del l 1 artito. Condannate, non solo in fatto, ma in linea di principii, ogni partecipazione, e l'unità. è ristabilita. Non ò vero. Non accennerò affatto alle ragioni per– sonali1 alle rh'alità d'individui e di sétte che in 1,'raneia invelenirono la erisi; ma essa ha causo proron<lc e generali. Non convielle parlare alla leggera. del " fallimento ,, del marxismo·; Marx è un genio di prorondità. o com– I>lessità straordinaria, e spesso fu abbassato e impoverito dai suoi interpreti, amici o nemici. Ma talune delle sue formule avevano suggerito a. spiriti troppo sem1>licio pa– ra<lossali una conceziono brutale e falsa del movimento sociale. Un accentramento brusco e quasi meccanico della ricchezza, l'immiserimento graclualc clellc masse, l'espropriazione generalo cloipiccoli e mezzani produttori, dh•orati in una. o due generazioni, l'espropriazione degli stessi proletarii, spogliati dei loro sala.rii superiori al minimo o ridotti letteralmente a mercedi di fame; ecco in quali tratti somma.rii essi disegnavano lo stato SO· eia.le . Era. quindi naturale attendere la prossima ca.ta – !ltrore finale, il crollo improvviso e totale d'una società cl alla ba.se minata, la brusca rivolta del proletariato i,ollova.ntesi con un movimento quasi riflesso o fisiologico contro l'eccesso di miseria o di fame; e se n.l Jlrolota– riato organizzato com'eniva conquistare i pubblici po– teri, era sopratutto per vigilare dall'alto questa rapida cacluta del capitalismo e trovarsi in grado, scoccata l'ora, cli prenclor atto dell'avvenimento quasi automatico del nuovo ordine di cose. Senza dubbio, la concezione ch'io vengo indicando non si presentava sempre con questa brutale precisione; essa era coperta e contrastata da altre iclee. Ma per molti spiriti il cui socia.lismo non era ancora so non un anarchismo mascherato o inconseguente, quella era la tendenza romlamcntale; era l'idea preferita, quella che, a traverso Io combinazioni variabili della politica, con– !len·ava il favore, confessato ocl occulto, clol Jlonsiero. Ora, l'esperienza. dimostrò che l'evoluzione sociale era tutt'insiemo assai pili lenta. e assai pili complessa. Di– mostrò che il ca1lita.li. :m10 non morrà. per l'impossibilità. di vivere, ma. sarà eliminato clalla ognor crescente 1>0- tem!.a cl'un Jlroletariato sempre meglio organizzato, più colto, pili capace di comprendere e di gestire gli inte– ressi comuni dando loro una nuova e pili alta fo1·ma. E ru palese al tempo stesso che la clemocrazia. 1 ma– neggiata. da un proletariato compatto, poteva diventare uno strumento cteeisivo cli emancipazione e cli orga– nizzazione. J'.: solo perchè una fraziono di socialisti, ossessionata e paralizzata da formule troppo semplici) non si prestò a tempo al necessario allargamento del pensiero e della tattica socialista, che lo strappo nel partito av,•enne. te ~ e 1no B1arcc Deplorevole strappo, ma clel quale dobt· ·usi ben chia– rire le cause se si vuole che, nel Parti J meglio infor– mato, Punità si rjsta.bilisca. Certo, va.leva meglio che la scissione visibilo non si producesse; serrati, malgrado le diverso tendenze, in una stessa organizzazione, i !!O· eia.listi avrebbero potuto trovare un punto d'equilibrio, avrebbel'O mantenuto tutto il loro ideale rivoluzionario seuza legarsi a formule incomplete ed invecchiate, e allargato la loro dottrina e il loro metoclo senza es1)0rsi a cadere nell'empirismo elettorale o parlamentare. È perciò che noi ci ostinammo cosl a lungo nel pensiero dell'unità socia.lista. Ormai non è con incerti compromessi o per effetto di stanchezza che le frazioni rivali si riaccosteranno. Il tempo e l'esperienza. permetteranno di misurare l'efficacia dei diversi metodi; le lezioni della vita attenueranno le differenze reali e dissiperanno i conflitti ftttizii. Ma in questo momento sarebbe puerile negare l'estensione della crisi socialista; essa è non solo francese, ma europea, e la miglior prova elle le divisioni francesi non dipen– dono dalle speciali eh·costanze che furono con tanta violenza denunciate, ò che la divisione si estende a tutti i paesi dove la partecipazione al potere non fu tampoco intravveduta. Dappertutto la crisi ò nata dallo sviluppo stesso del !lOCialismoe clella democrazia.. Dappertutto essa ò scop• piata il giorno in eui il proletariato, accresciuto e eser– citante le sue forze in un paese che la reazione aveva cessato cli schiacciare, dovette domandarsi cho uso ra~ rebbe del suo crescente vigore nella democrazia liberata. Noi pure eravamo u11iti,se non unificati, o almeno ci si figurava cli esserlo 1 quando la reazione brutale e pro• vocante dei Dupuy, dei Perier, dei Méline pesa.va sul proletariato e su noi. Ma quando una gran crisi politica e mora.le rin novellò il paese e restituì la Repubblica al partiti di Sinistra; quando nella democrazia rianimata l'influenza ciel socialismo si a.ffermò; allora il Partito socialista, mal proparato a interpretare i segni dei nuovi tempi, si divise e si lacorò. t sulla strada che sale, che l'esercito in marcia si è rotto. ... In Italia, il Partito socialista, unito contro Crispl, contro llelJoux, contro la reazione dinastica e militare, cominciò a dividersi daccbè il suo sforzo vittorioso ebbe aperta una nuova èra di libertà relativa e di malsicuro 1nogresso. Vi ru chi prese paura di questo principio di vittoria. e temè di perdervi l'integrità. dei principi! e dell'ideale. Altri, al contrario, ebbèro fiducia nel prole• tariato e nella democrazia, non credettero che l'azione immediata rosse il rinnegamento dell'avvenire. 1'utti i giorni, a proposito dell'atteggiamento cla prendere verso Il Ministero Zanardelli-Oiolitti, i dissensi si accentuarono, gli spiriti si inasprirono. Ed ora il Partito è in piena crisi. Gli evoluzionisti, con 'l'urati, ebbero una considero• vole maggioranza al Congresso d'Imola; il redattore-capo dell'Av(mtit 1 il probo o cosi devoto Bissolatl, vi era stato acclamato. Magli intran!ligenti, rimasti minoranza 1 boicot– tarono il giornale già non troppo ricco di mezzi. llissolati si dimetteva, e il giornale passava nelle mani degli in· transigenti, con 1,'erri. Ora, dappertutto, la lotta fratricida è impegnata. Gruppi " ri\ 1 oluzionarii ,,, affettando dimenticnro i servizii di prim 1 ordine resi da 'rurati al proletariato, lo scomuni• ca.no. Un giornale è fondato contro di lui, nella stessa :Milano. La scissione non è ancora ufficialmente procla• mrita, e chi sa mai che il Partito :socialista italiano,

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