Critica Sociale - Anno XIII - n. 21 - 1 novembre 1903

330 CRITICASOCIALE pel liberati. Cosl pure la controversia sulla partecipa– zione alla Commissione poi regolamento del Reichstay. Nell' sa il Congresso di l~rancoforte non credette potersi dispensare dal rammentare ai deputati che il loro lavoro parlamentare non aveva alcun valore e ch'essi clovevano sopratutto J>roporsi un fine di agitazione. Vivissima fll la lotta sulla 1>artecipazione alle ole:doni municipali, che non si fanno a suffragio universale. In una grande riunione di Berlino, nel marzo 'R9 1 le polemiche furono as1>risshne. Un compagno dichiarò: " noi non sappiamo che farne di un diritto che non ò riconosciuto che a mezzo; è contrario ai principt socialisti prender parte apertamente ad elezioni di classe. l'I Al contrario, un fautore della partecipazione assicurò che " erano dei J>O· lizioUl che avevano tentato di allontanare dallo urne ,,. f: infine fu adottata questa deliberazione: " Considerando che, nel partecipare alle elezioni co– munali, il dispendio di forzo intellettuali e morali su– pera cli gmn Iunga i vantaggi, per elevati elle siano; I che inoltro dimostrò l'esperienza come alcuni seggi con• qulstati nelle assemblee comunali non sono affatto ne– cessari al progressi del 1>artito, o al contrario svilup- 1 pano quell'arrivismo o quel 1>iacere deJllautorità che corrompono il partito; la riunione deci<le di rigettare la partecipazione alle elezioni comunali .... " L'ultima grande lotta circa la tattica si riferì alla partecipazione alle elezioni del L<mdt(lg prussiano. Nel '95 a COionia fu deciso che il partito si asterrebbe, sopra– tutto "percbò era contrario ai principi fino allora os– servati nelle elezioni concludere coi partiti nemici com- 1>romessi,che conducono cli necessità al demoralizza.– monto o alla divisione del partito ,,. 1i~ual contrario raccomandata fortemente una agita– zione IJOlsuffragio universale, diretto e segreto. Un ora– tore dichiarò: 11 i compromosst sono tradimenti, che sa– eriflcano un principio. " Nessuno si pronunciò allorfl per la partecipazione . .f] forse iu quel momento la decisione ora buona In sè stessa, ma i motivi ne erano falsi. Porchò nella questione dei compromessi tutto sta nel sapere chi dirige. Per un piccolo partito sono pericolosi, perchò esso cade alla dipendenza dei nemici; ma se il partito ò già forte abbastanza per prenclero la direzione e det– tare lo sue condizioni, allora il pericolo sparisce, e aste– nersi dall'azione politica, sia puro nelle più sfavorevoll condizioni elettorali, sarebbe un suicidio. Cosl una deci– sione, che forse era buona nel '95, divenne in seguito un errore deplorevole. Oggi si può <lire che il partito ò unanime nel pensiero che convlen prendere parte alle elezioni, perchò non v'è altro punto cui possa riattac– carai una agitazione viva o feconda. Colla questione delle elezioni al Rcichstag, fu risolta l'ultima questione importante di tattica. In questo campo non può più imaginarsi altra questione seria. per la de– mocrazia socialista; poichè la partecipazione a un Go– verno borghese non può esser presa in considerazione, sopratutto in Germania. . . . Le legge del movimento b mnnlfcsta. Dapprima, in nome della lotta di classe mal interpretata, il socialismo diffida dello stesso suffragio universale e ripudia anche le elezioni al Reichstay. Poi vi partocipn, in nome della lotta cli classe meglio compresa. Qunndo prende a po.r– tocipan·I, non vuol nitro vedervi che un mezzo cli agi– tazione o vieta ai suoi eletti di prender parte a una deliberazione positiva sulle leggi; poi attende da essi al contrario, nell'interesse della classe operaia, un la– voro parlamentare e legislativo sostanziale ed efficace. Dapprima, in nome della lotta di classe, decreta che non farà alcuna differenza nei ballottaggi fra le diverse frazioni borghesi; poi decide di votare per i liberali. Dapprima interdice ai suol deputati di entrare nella Commissione JJCIregolamento del Reichstag i poi ve li invia. Dapprima denuncia come funesta la partecipazione alle elezioni municipali e a quelle dei Lamltag; poi tenta, pur con un si.sterna di suffragio sfavorevole e in– giusto, di penetrare nei L<mcttag e nelle assemblee mu– nicipali. Iliìi ingrandisce e più prorondamente esso pe– netra tutto il meccanismo legislativo e amministrativo; B1b1ot r~ G no 81a o o si mescola più arditamente a. tutta la Tita politica e sociale. 'l'utte le porte, che dapprima avern chiuso a sò stesso, le apre; e tutto il partito finisco per praticare ciò che, qualche anno primo, ,·eni\'a denunciato come i.raclimonto o corruzione. Orancle lezione di fatti per coloro che ,·ogliono ancora dare per semJ)re il catenaccio ad altro porte, e scambio di dire: 11 il 1>artito non ò ancora abbastanza potente per praticare oggi una data forma di azione ,,, glie Ja interdicono per sempre in nome dei principi. Ma non ò questa la conclusione che il Vonoiirls vuol trarre da quanto ha esposto. F..ssovuol riescire a questo: JJerchè il partito socialista tedesco si dividerebbe oggi, mentre non esiste per esso una questione di tattica? perchò IJOrre di fronte " vecchia tattica" e II tattica nuo, 1 a ,, ? Non occorro cercare una tattica nuova, dacchò l'antica si ò prestata, nei particolari dell'azione, a tante trasrormazioni; e anche questo \'ariazioni nei particolari non sono 1,it, da prevedero, dncchò il partito socialista tedesco ha esaurito tutti i compromessi che gli sono possibili nello stato presente della Germania.. .F.: se il Vonciirts vuol dire che In " questione mini– steriale" non esisto pei socialisti tedeschi in questo mo– mento, esso ha ragione. Se vuol clire che, fra la potenza e il còmpito <l'un grande partito, sostenuto eia un magni– fico ideale, da una organizzazione unitaria e da tro milioni di voti, e la questiono della \'iceprcsìdenza, vi ò una sprOJ)Orzione inHnita. o quasi ridicola, ha ragiono nncorn. Ha ragione infine di prevedere che non vi ò in questo momento alcuna questiono precisa e acuta che possa rompere la tradizione di disciplina o cli unita del partito. Sl, ma il problema. suscitato dallo storiche elezioni ò ben altro. La democrazia socia.lista, coi suoi SI mandati e I suoi 8 milioni di voti, diventò tale una forza, eho il suo còmpito immediato o 1>rossimode,·e subitamento essere allargato. Ilebel ha stranamento impicciolite le elezioni di giugno quando scrisse: 11 noi sotto1>onemmo la nostra tattica al giudizio del paese, Il paese ha energicamente approvato, non vi ò che di~ continua.re ,,. :Ma la stessa vastità di questa approvazione allarga il eòmpito pros– simo della democrazia. socialista tedesca. Si intravvede, non plò in una vaga lontananza, ma in un tempo ben vicino, il giorno ch'essa potrà, cb'essa clovrl, esercitare una influenza \lecisiva sulla mnrcia degli affari tedeschi o sullo sviluppo organico della nazione . A tal riguardo il commento di Kautsky è ben più vero, JJOrchòbon più ampio di quello di Bcbel. Kautsky mostra la difficoltà. di coalizzare e fonclere in una politica di ,•io– lonza sistematica e continua contro il socialismo tutti gli altri partiti e le altro classi, porchè esistono nello di"erso suddivisioni elci mondo cn1>italista antagonismi parziali e secondari. "A questo screpolarsi degli elementi roazionart, che non possono mai, più che 1>erun Istante, riunirsi in una sola massa reazionaria, si aggiunge questo fatto potente, per strano che possa sembrare: il socialismo ri\'oluzio• nario diviene in ratto, sempre più, quanto più il libera– lismo si ritira, una necessità ,u Stato. Esso è oggi nel– l'Jmpero tedesco il solo gran 1mrtito moderno, il solo su cui pub contare un Governo se devo effettuare misure moderno nell'interesso di tutto quanto lo Stato. 11 Un Jmrtito rh•oluzionario diventa una necessità. di Stato: formula ben singolare I Invano lo stesso Kautsky tenta, come vedremo, attenuarne In portata e il valor pratico con sottili evasioni e con distinzioni scolastiche. Il paradosso fondamentale ch'cssa esprime svilupperà le sue conseguenze. Nei termini di questa formula si com-

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